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L'iniziazione (seconda parte)


di MoroDolly
25.07.2022    |    723    |    9 9.8
"Tirai con forza la catena legata ai capezzoli per poterli staccare e darle una scossa..."
A pecorina. Ginocchia sul legno. Duro da sopportare. Non poteva esser diversamente vista la sua disattenzione. Non potevo soprassedere a quelle immagini di lei presa da dietro da uno sconosciuto che la possedeveva come solo io potevo fare. È la mia slave. La mia zoccola. Non quella di tutti. Dovevo assolutamente farle entrare bene in testa che mai avrebbe dovuto commettere altre gravi mancanze. Posizionata, le cinsi i polsi e le caviglie e la immobilizzai alla piattaforma in legno. Impossibile per lei sottrarsi o cambiare posizione. Era totalmente in mio potere. Ball gag allacciata, ben salda dietro la nuca, benda per indurla a perdere la percezione di quel che accadeva intorno a sé e frusta in cuoio nella mia mano destra. La safe word, anche se da lei pronunciata, non avrei potuta udirla. È un rischio che mai un master dovrebbe correre. Ma quel giorno anche io superai il mio limite, facendo unicamente affidamento sul mio sesto senso e sulla mia esperienza di Dom. Le infilai subito due dita nella fica. Era già grondante. Le dissi che per alcun motivo avrebbe dovuto raggiungere l'orgasmo durante la sessione. Me ne sarei accorto. E ad ogni suo cenno di gemito di piacere, l'avrei frustata con vigore per farla rinsavire. Parte indispensabile questa. Giusta contropartita per la sua mancanza. Presi un plug in metallo, mi posizionai per terra e glielo infilai prima nella fica per lubrificarlo e subito dopo nel culo. Piccolo sussulto. Mi alzai. Iniziai a girarle intorno, facendole percepire lo spostamento di aria... la stavo osservando così inerme, a mia disposizione, solo per il mio piacere, solo per accrescere la sua esperienza attraverso i miei insegnamenti. Presi un grande fallo realistico di gomma. Sicuramente più grande del mio cazzo al quale era ormai abituata. Sapevo che lei aveva avuto esperienze con cazzi ben più grossi del mio e mal li tollerava. Incurante di questa confidenza, glielo infilai in figa, lentamente, ma senza indugio, sino alla fine. Ed ecco un gemito. Dolore misto a piacere. Con la frusta ben salda, le sferrai un colpo sul culo. Ancora ricordo il suo urlo sordo attutito dalla ball. Aveva sicuramente compreso che doveva controllarsi, altrimenti non avrebbe retto sino al termine della sessione. Continuai in maniera sostenuta ad infilarle il fallo nella fica, sempre in maniera più decisa. Era ormai un lago. Lo sfilai. Colava di un piacere smisurato pur non dimostrandolo. Decisi di dare una stretta anche ai suoi capezzoli. Lasciai la frusta e fissai le pinze, legate tra di loro da una catena, sui suoi turgidi capezzoli. Posizionai un' altra catena a T, che feci passare sul clitoride, sino a poterla comandare da dietro tiradola a mio piacimento. Le misi, poi, il collare di addestramento legato al guinzaglio. Giocavo tiradola e alternando le due catene. Tirai con forza la catena legata ai capezzoli per poterli staccare e darle una scossa. Nulla. Percepii che la mia slave stava finalmente iniziando a comprendere meglio l'obbligo di attenersi in maniera esatta alle mie indicazioni. Dovevo fare un passo ulteriore per testare la sua obbedienza. Le tolsi il plug dal culo, lasciai guinzaglio e la catena e rimasi ad osservarla in silenzio. Mi alzai sovrastandola da dietro. Avevo tutto il suo culo a disposizione. Ripresi la frusta e le sputai sul culo per darle qualche indizio delle mie intenzioni. Puntai il cazzo sull'ingresso del suo culo e spinsi con decisione. Non fu violento, ma costante e progressivo. Sentii il suo culo allargarsi per potermi accogliere. A metà percorso lei emise un gemito di dolore. Non diedi peso a questa mancanza perché l'esperienza mi suggeriva cosa sarebbe successo da li a poco. Ormai ero dentro di lei. Dentro il suo culo, immerso sino alle palle. Iniziai a martellarla tenendola saldamente al guinzaglio. Sapeva che il mio ritmo stava per aumentare. Sapeva che aveva raggiunto il suo limite. E lo sapevo anche io. Continuai a darle colpi secchi e profondi. Non percepivo più alcuna tensione. Il suo culo era completamente allargato. Lo scopavo come se fossi nella sua fica. Sensazione unica quando accade. Il ritmo calzante e ininterrotto non poteva che provocarle piacere. Inevitabile. Sentii un "ahhhhhh" di sordo piacere fuoriuscire dalla ball. Lo sfilai dal suo culo, mi alzai tenendola al guinzaglio. Lei squirtò sulla piattaforma. Avevo le prove di quel suo orgasmo che avrebbe dovuto evitare. Tenendola salda a guinzaglio corto, le inflissi le prima 4 frustate sul culo. Due per parte. Decise e devastanti. Vidi sollevarsi la carne che si rigonfiava e diventava rosso ciliegia. Glielo rimisi nel culo. Nessun gemito. Le doti di una frusta sapientemente usata! Continuai a scoparla e portata nuovamente al culmine, la mia slave ebbe nuovamente un orgasmo. Questa volta raddoppiai forza e numero di frustate. Lei incassava, con le lacrime agli occhi, ma non fiatava. Nuovamente nel suo culo, ormai spalancato più della sua fica, continuai a scoparla in attesa di un suo ulteriore segnale. Ma dopo diversi minuti percepii che la lezione era stata compresa. In silenzio subiva la mia volontà come da manuale. Decisi di farle un dono per la sua dedizione ed obbedienza. Le sborrai copiosamente nel culo, lo sfilai e la lasciai in posizione osservando il liquido scendere sulla fica e lungo le coscie. Era bellissima. Aveva raggiunto un livello superiore di consapevolezza. Quella lezione non l'avrebbe mai dimenticata. E neanche io avrei dimenticato quelle immagini. La lasciai ancora qualche minuto ferma. Quasi a voler fermare il tempo ed imprimere ancora più sulla nostra pelle quei momenti. La slegai, le tolsi la ballgag e la benda. L' abbracciai. La baciai con passione guardandola negli occhi. Era provata, esausta. Con un fil di voce mi disse: "Grazie padrone". Non c'è nulla di più soddisfacente per un master che udire quelle parole. Ci rialzammo. Andammo sul letto entrambi sudati e stremati. Facemmo l'amore sino al mattino con l'intensità che solo quelle esperienze possono generare. Credo che solo pochi potranno comprenderlo.
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