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L'iniziazione (prima parte)


di MoroDolly
14.07.2022    |    1.059    |    2 9.7
"Eva ebbe una seconda iniziazione..."
Aveva deciso di stupirmi. L' ingenuità di chi ancora non sa in che guaio si stia cacciando. Era decisa lei. Ma non sicura di cosa cercare. Quando le dissi "andiamo" vidi un sussulto nei suoi occhi. La sua mente realizzò che quello che le avevo insegnato, stava per realizzarsi e lei sarebbe stata protagonista della sua prima volta.
Era bellissima, ma quella sera ancor di più. Capelli biondi, trucco leggero, viso angelico dal quale non ti aspetti quell'esplosione di trasgressione. Le avevo ripetuto sino alla nausea le regole da rispettare. Regole che erano valide per entrambi. "Il culo è solo tuo padrone, non devono venirmi in bocca, non devono baciarmi" ripeteva la mia slave. Le altre regole basilari dello scambismo, le davo per scontate.
Arrivati a destinazione, ecco la coppia che ci ospitava: bellissimi anche loro, simpatici e cordiali. Sarebbero stati loro a battezzare Eva... Non potevamo scegliere di meglio. Dopo pochi convenevoli ecco che ci si sposta in camera da letto. Eva, avvinghiata a pecorina al mio cazzo, non mi lasciava respiro, finché l'altro lui, forse fuori di senno nel vedere la fica di Eva cosi esposta e grondante, con un'abile e fulminea mossa, glielo piantò dentro ed iniziò a martellare.
Gli occhi. Non dimenticherò mai quegli occhi.
Era la prima volta per lei. La prima volta che accoglieva due cazzi dentro di se. La prima volta che mi "tradiva" consensualmente con un altro uomo. Quello sguardo perso, quelle smorfie di piacere che solo quei momenti sanno regalare. Difficile dimenticare.
Ma c'era qualcosa che non andava. Percepivo qualcosa di strano. Chiesi all'altro lui se avesse usato il preservativo. Purtroppo l'intuito non mi ingannava. La mia schiava era stata iniziata "a pelle", senza precauzioni da un uomo conosciuto 20 minuti prima. Il mio sguardo la fulminò. Lei mesta sull'orlo del pianto, non sapeva cosa fare. Mi avvicinai al suo orecchio e le dissi che avrebbe pagato duramente quella sua disattenzione. Che mai avrei potuto soprassedere a tale dimenticanza. Dovevo essere duro. Più duro di quanto non lo fossi stato in passato. Ma volevo che continuasse a godere di quei due corpi. Non potevo negarle quel piacere appena scoperto. Non potevo negarlo a me. Continuammo a scoparci quella coppia per tutta la notte. Scopavo senza sosta la mia slave e la lei di coppia... Gli orgasmi ormai non si contavano più.
Eva ebbe una seconda iniziazione... Invitata da me, riuscì a leccare per la prima volta una fica. La guardai. Annuí. Era ufficialmente entrata nel mondo bisex. Leccammo insieme quella stupenda fica, succhiando quell'enorme clitoride mai domo. Fu stupendo.
In me sentivo però il peso del master. L'ingenuità commessa da Eva, forse, era anche colpa mia. Non dovevo distrarmi. Anche nell'estasi di un pompino, non potevo distogliere l'attenzione da ciò che stava accadendo. Decisi che dovevo, per la legge del contrappasso, scontare la mia disattenzione rinunciando a qualcosa. E l'occasione mi fu presentata pochi secondi dopo. La coppia stava scopando, lui sotto e lei sopra. Lui mi fece cenno e mi invitò ad inculare la compagna in una splendida doppia... Ed Eva sapeva che è una delle cose che più mi fan impazzire! La guardai. Non disse nulla. Abbassò lo sguardo come da brava sottomessa qual è. Sapeva che avrei potuto farlo infrangendo le nostre regole a titolo di risarcimento per la sua disattenzione. Ma un buon Dom sa quando deve fermarsi. Presi parte della responsabilità e rinunciai a quel magnifico culo che non attendeva altro che me.
Fu il momento in cui ci congedammo da loro: "bellissima serata, replicheremo" dissi.
Andammo via. Eva sapeva benissimo che di li a poco si sarebbe scatenata la mia ira. In qualche modo avrei dovuto punirla con esemplarità, lasciandole il segno indelebile nella mente... mai avrebbe dovuto dimenticare.
Tornammo a casa. Misi la piattaforma di tortura in posizione. Lei non emise un fiato. Catene, polsiere e cavigliere, gagball e fruste, pinze e falli, cunei e plug. Avrei utilizzato tutto per imprimerle nella mente che non avrebbe mai dovuto più distrarsi in certe occasioni... (continua)
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