Lui & Lei
devota
di Maxi970
15.12.2024 |
8 |
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"Se lo mise in bocca e con dolcezza iniziò a giocare col mio glande che cominciò a indurirsi come il resto del pene..."
Sarah è la figlia dei miei vicini di pianerottolo.Diciotto anni appena compiuti, ero stato invitato alla sua festa. Pochi invitati, quasi tutti parenti. Una sola amica. Il parroco. Sono una famiglia molto credente. Alcuni direbbero dei bigotti. A me importa poco, ognuno faccia quel che vuole a casa sua.
Sarah è molto riservata, testa bassa, guarda sempre per terra, ma è molto educata: saluta sempre con un leggero sorriso mai di circostanza.
I genitori erano dovuti partire improvvisamente; la nonna materna stava male. Sarah aveva la maturità e non poteva perdere le ultime lezioni.
Il padre prima di partire mi aveva chiesto di controllare la casa. Non dubitava della figlia, ma temeva che qualcuno potesse intrufolarsi in casa "ci sono stati molto furti in zona di notte. Sono entrati, hanno addormentato i proprietari con lo spray e hanno rubato tutto, ma io sono preoccupato per Sarah. Per favore drizza le orecchie. Grazie".
Io non amo fare il babysitter e non ho uno spirito accudente. Cosa potevo fare, dire di no? Gli dissi di stare tranquillo.
Quindi, quando la scorsa sera sono tornato a casa e ho trovato la porta aperta sul pianerottolo è stato il senso del dovere, la parola data che mi ha spinto ad entrare in casa del vicino.
Proveniente dalla radio si udiva chiara la recita del rosario che delle devote anziane ripetevano senza alcuna emozione, in una monotona litania senza alcuna vibrazione.
Le imposte erano socchiuse e lasciavano passare una flebile luce. Tutta la casa era in penombra. Vuota.
Attraversavo le stanze pronunciando il nome della ragazza. Nessuna risposta. Non nego che stava salendo una certa apprensione. Mi guardavo intorno con circospezione cercando di cogliere i segni di qualche presenza umana. Niente. Avanzavo voltandomi ogni tanto indietro.
Capirete quindi quale fu la mia sorpresa quando la trovai completamente nuda, coperta solo di un velo che le scendeva dal capo. Inginocchiata a mani giunte con voce sommessa a testa bassa ripeteva il rosario. Le sue ginocchia poggiavano su una catena che le segnava e le arrossava.
Mi accostai. Sarah girò leggermente la testa.
Alzò il capo. Mi fissò negli occhi e quando scorse nel mio sguardo quel leggero imbarazzo che la vista del suo stupendo corpo mi aveva provocato solo allora aprì la bocca e tirò fuori la lingua. Supplicante. Devota. Afflitta.
Indietreggiai. Io. Io che per tutta la vita vi assicuro non avevo mai provato alcuno imbarazzo. Mai. Neanche quando la zia era entrata nel bagno per portarmi l'asciugamano mentre già sedicenne mi stavo facendo la doccia. Neanche quando indugiando era rimasta a guardare mentre mi insaponavo e alla fine si era offerta prima di lavarmi la schiena e poi di masturbarmi sotto il getto della doccia.
Ora era diverso. Nessuna si era offerta con tale devozione. Senza alcun malcelato fraintendimento. Solo come profondo atto di donazione. Puro. Sincero. Spontaneo.
Allungò le braccia verso di me. Afferrò la cinghia dei pantaloni e mi riportò a se. Slacciò la fibia dei pantaloni. Mi aprì la patta dei calzoni facendo scivolare lentamente la cerniera.
Rovistò tra le mutande. Il mio cazzo mollo, imbarazzato fu tirato fuori con facilità.
Se lo mise in bocca e con dolcezza iniziò a giocare col mio glande che cominciò a indurirsi come il resto del pene. Allora se lo infilò tutto in bocca fino alla base, spingendoselo in gola.
Con le mani mi afferrò le chiappe, le strinse conficcandomi le unghie nella carne. Accellerò il movimento, il mio cazzo vibrava impazzito sotto i suoi colpi.
Mi stava scopando freneticamente con le sue labbra. Morbide scivolavano lungo il mio cazzo e poi risalivano, e ancora scivolavano e risalivano.
In un continuo e vorticoso sali e scendi che ricordava quando ero io a scopare. Solo che questa volta ero io ad essere fottuto.
Felicemente e passionalmente fottuto dalla sua angelica bocca che alla fine raccolse tutta la mia sborra che calda le schizzo dentro fino alla gola e che per un attimo lasciò scivolare per poi raccogliere con un gesto rapido della lingua.
Mi sorrise, si alzò e scomparve dietro una porta lasciandomi là impalato al centro della stanza con i pantaloni calati a terra.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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