Lui & Lei
Tale madre, tale figlia (II parte)
di pollicino
08.12.2021 |
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"Poi, con la stessa animosità che aveva pervaso la ragazza, replicò a tono:
- "Ma che vuoi? Questo, non è né il cazzo del tuo ragazzo..."
06. Festeggiamenti… a sorpresa.Germana era ormai infatuata da quel cazzo che aveva solo potuto scorgere di sfuggita mentre faceva godere quella troia della figlia… Lo idolatrava, e non riusciva più a toglierselo dalla testa… Quel grosso palo l’aveva eccitata e non poco, e aveva risvegliato la vacca in calore che era assopita in lei.
Perciò, da allora, cercò con tutti i mezzi di farlo cadere nella sua “trappola”, come una mosca nella tela di un ragno…
Iniziò a spiare ogni volta che i due si congiungevano (ormai, non usavano più l’accortezza di farlo lontano da quella casa…), e alla fine la sua tenacia fu premiata: la donna, infatti, trovò il modo certo per arrivare finalmente a concretizzare…
Con la scusa di festeggiare il ritorno a casa di Anita, Germana decise di organizzare – nella villetta di montagna a Vallepietra – una cenetta intima, in famiglia, a cui avrebbero partecipato solamente lei, Ennio (suo marito), e Luciano (il fidanzato della ragazza).
Pensò a tutto lei, ma quando venne il momento dei preparativi più “spiccioli”, si rese conto che aveva bisogno di una mano.
Allora, chiamò la figlia e le disse:
- “Ecco, è tutto pronto… o quasi… C’è rimasto solo da sistemare tavoli, sedie e le luci del giardino… Da sole non ce la faremo mai, e in questa casa non abbiamo uomini…”.
Ingenuamente, o piuttosto sopra pensiero, Anita le rispose:
- “Ma se ci sono papà e Luciano!”.
Germana, scoppiò a ridere come una matta, e poi non riuscì a trattenersi:
- “Tuo padre e Luciano uomini? Sono praticamente inutili, cara la mia bambina, Non sono buoni a scopare, figurarsi nei lavori pesanti…”.
Così, calò il carico, e chiese ad Anita se “per caso” non avesse un amico che le poteva aiutare. Dai suoi “appostamenti”, aveva capito benissimo, infatti, che lei e il suo “toro da monta” erano affiatatissimi, e quale sarebbe stata la risposta della giovane.
Risposta che ben presto divenne realtà:
- “Ma certo!, c’è Pietro… Figurati se non ci aiuta!”.
La donna, continuando a “giocare” la sua parte, stette un attimo in silenzio, e poi – subdolamente – le chiese:
- “Pietro? Chi è? Lo conosco?”.
Anita, credendo che la madre fosse all’oscuro di tutto, cercò di liquidare la questione:
- “No, non l’hai mai visto… Lavora in una palestra, e quindi è bello forte… Ma se non vuoi…”.
Germana sentì che la situazione rischiava di sfuggirle di mano, e quindi si affrettò a tacitare la ragazza:
- “Figurati, per me va benissimo… Basta che risolviamo il problema…”.
Allora Anita corse a chiamare il suo “splendido amante”:
- “Ehi, sapessi che è successo… Mia madre ha bisogno di un aiuto di un uomo forte… Mi ha chiesto se conoscevo qualcuno, e io ho pensato a te… Ti va di aiutarmi? Sai che io so essere riconoscente…”. E rise…
Pietro, preso così alla sprovvista ma felice di quell’occasione che gli avrebbe permesso di assicurarsi una scopata con lei, accettò con entusiasmo:
- “Ma certo, gioia! Io ci sono sempre per te…”.
Passò nemmeno un’ora che il ragazzo si presentò alla villa… Il caso volle che ad aprirgli andò proprio Germana, lui si presentò, e mentre le parlava lei non gli staccò nemmeno per un istante gli occhi di dosso… Si disse:
- “Oltre che un gran cazzo, ha un profumo di maschio incredibile!”.
Si misero subito al lavoro, e dopo due ore, tutti sudati, ebbero terminato… Allora Germana, fece la finta imbarazzata…
- “Aahhh… E con questo abbiamo finito… Veramente, non saprei come ringraziarti, se non era per te chissà quanto tempo ci avremmo messo..”.
Lui si schermì, e disse che era stata cosa da niente… Ma la donna, replicò:
- “Siii… una cosa ci sarebbe… Ti andrebbe di restare con noi a festeggiare il ritorno di Anita?”.
Il giovane, ovviamente, accettò subito, e Anita era al settimo cielo, anche perché non sapeva che dietro a tutto ciò c’era la macchinazione di sua madre, che stava tramando come un vera “mantide religiosa”…
E finalmente, giunse il momento della cena… Germana aveva assegnato i posti a tavola – un tavolo lungo e stretto – in modo tale che il ragazzo fosse a fianco di Anita, ma soprattutto di fronte a lei…
Ebbene, erano tutti a seduti ai loro posti, a bordo piscina, e mancava solo lei… Quando, infine, uscì di casa per raggiungere gli altri commensali, tutti quanti rimasero senza parole: aveva addosso un vestito che dire “da troia” era estremamente riduttivo… Sotto, aveva messo una minigonna cortissima a tubino rossa e un bel paio di autoreggenti, mentre sopra vestiva una camicetta bianca trasparente e ampiamente sbottonata sulle tettone, spinte oscenamente in su da un reggiseno di una misura in meno del necessario, tanto che quelle mammelle parevano sul punto di esplodere. Ai piedi, poi, calzava delle scarpe bianche con "tacco 15", e con gli occhi pesantemente truccati sembrava proprio una prostituta…
Quella, fu una cena con i fiocchi, e quando Germana si accorse che Pietro era distratto parlando del più e del meno con gli altri ospiti, improvvisamente gli sfiorò una gamba.
Lui, inizialmente, non diede importanza alla cosa, ma poco dopo percepì una nuova lieve carezza alla caviglia.
Stava parlando con Luciano, ma d'istinto spostò lo sguardo verso Germana che era proprio di fronte a lui, e vide che lo stava fissando calorosamente, mentre la sua caviglia si sfregava con il polpaccio dell’uomo; e si mordicchiava le labbra senza farsi notare dalla figlia…
Pietro sentì il tacco alto della sua scarpa che gli saliva lungo la gamba, valicava il ginocchio, e si perdeva tra le sue cosce con il tacco puntato nei genitali mentre la suola aderì al pene, e muovendo ogni tanto le dita dei piedi gli causava un piacere infinito.
Poi, Germana si staccò un momento dalla sua "preda", giusto il tempo di sfilarsi una scarpa lasciandola cadere a terra... Poggiò di nuovo la punta del piccolo piede nudo - portava una taglia 37 scarsa - tra le cosce di lui – che le aprì sempre di più – e riprese a “manovrarlo” sensualmente...
Pietro resistette ancora un po’ a queste stupende sollecitazioni, ma infine venne abbondantemente nei pantaloni...
La donna se ne accorse all'istante, poiché il dorso del suo piede fu inondato da quella calda “crema”… Gli sorrise, e poi – liberandosi anche l'altro piede dalla scarpa – con le dita di entrambe le sue estremità gli aprì la cerniera dei pantaloni liberando dalla sua prigione il cazzo ancora sporco di sperma...
Il ragazzo si irrigidì sulla sua sedia, e la sua partecipazione alla conversazione si fece sempre meno brillante: stava andando fuori di testa, altro che Anita!
A questo punto, la troia cominciò a scappellarlo, tenendolo fermo con la palma di un piede mentre con l'altro gli scendeva lentamente la pelle.
All'inizio Pietro provò un certo senso di bruciore sul glande, perché i piedi di lei non erano lubrificati, ma pian piano Germana prese a massaggiargli la cappella con l'alluce, scendendo a strofinargli il filetto con grande perizia.
Pietro non ce la fece più, e sborrò una seconda volta, e questa volta la donna usò i caldi fiotti che finirono sui suoi piedi – strofinandoseli l'uno contro l'altro –come fosse della crema idratante...
La cena stava volgendo al termine, e sotto a quel tavolo c'era di tutto e di piu... I due si guardarono, si intesero a meraviglia, e Pietro parve domandarle:
- "E ora, che facciamo?".
Ma la donna aveva già un piano e, sempre "parlando" con gli occhi, gli fece intendere:
- "Tranquillo, ci penso io!".
Infatti, con un gesto rapido e apparentemente maldestro, rovesciò la brocca d'acqua addosso al suo bel maschione...
Tutti si voltarono verso il luogo del “incidente”, e Germana esclamò:
- "Dio che sbadata... Scusami, Pietro... Vieni dentro, che vedrò di rimediare...".
Anita, colta alla sprovvista, si alzò in piedi e tentò di intromettersi tra i due:
- "Mamma, lascia stare... Vado io ad aiutarlo... Tu, resta qua...".
Ma la donna, guardando la figlia con fare da troia, come ad impedirle di mettere le mani su quel cazzo che finora si era “lavorato” a puntino, le si avvicinò e sottovoce le sibilò:
- "Resta seduta... Ci penso io!".
Ma la ragazza non si diede per vinta e rispose:
- “Guarda che ho capito il tuo giochetto… Ma il cazzo di Pietro è solo mio!”.
Per tutta risposta, Germana, ribattè, sbuffando dalle narici come una gatta in calore:
- “Adesso è mio… Discorso chiuso!”.
Anita e Germana sembrarono sul punto di azzuffarsi, ma poi la ragazza tornò a sedersi, lanciando alla genitrice uno sguardo carico d'odio.
Finalmente, Pietro e Germana poterono allontanarsi, e non appena furono fuori dalla portata degli ospiti seduti ancora a tavola, lei lo prese per mano e lo tirò su per le scale nella camera di Anita. Chiuse la porta a chiave, vi si appoggiò di schiena e gli disse:
- "Ora sei mio... Ti farò vedere io come si scopa, altro che quella fichetta frigida di mia figlia! L'altra sera, mentre cercavi di incularla senza riuscirci, ho pensato che sei sprecato per lei...".
Il maschio aveva il cuore in gola... In un attimo, realizzò che – contrariamente a quanto gli aveva assicurato quella incosciente di Anita – la donna li aveva smascherati, e cercò di giustificarsi:
-" Signora Germana, sono mortificato, ma sua figlia ha tanto insistito...".
E lei:
- "Non ti preoccupare, che adesso le daremo la lezione che si merita...".
Lo spinse sul letto e cominciò a spogliarlo, non lasciandogli addosso se non il suo pelo naturale... Poi, si rialzò, e allontanandosi di qualche passo per permettergli di guardarla bene, si spogliò anch'essa.
Allargò le braccia in croce, e dichiarò:
- "Bene... Ora vediamo come te la cavi!".
Pietro, supino, era già in completa erezione dall'eccitazione, e tutti i suoi 25 centimetri svettavano verso l'alto, come una bellissima stele egizia...
Germana rimase a bocca aperta, e quando si riprese dallo smarrimento esclamò:
- “Ma è spaventoso! Mio dio… Nei miei buchi non entrerà mai! Ecco perché, l’altra notte, mia figlia ha gridato come se la stessi scannando… Ci vuole il porto d’armi per andare in giro con questo coso…”.
Pietro, con un sorrisino beffardo, pensò tra se e se:
- “Hai giocato con il fuoco, cara la mia porcellona… Ora gioco io!”.
E rispose alla donna:
- “Tranquilla… Con un pò di fatica e molto dolore, te lo farò entrare tutto dentro, fino allo stomaco…”.
Germana, intanto – dopo aver provato inutilmente a lavorarlo di bocca – iniziò a fargli un pompino di mano…
Era davvero brava, e il traliccio di carne divenne ancora più duro…
Però, era assurdo non provare a fare qualcosa di orale, e così Pietro – prendendola da dietro la nuca – fece avvicinare le sue labbra alla cappella violacea e gli fece vedere come avrebbe potuto riceverlo, tanto che alla fine lui le sborrò in gola.
Si sdraiarono l’uno accanto all’altra, e mentre lei finiva di ingoiare tutto il frutto del piacere di lui, il ragazzo le disse:
- “Hai visto che ci sei riuscita? Sai che ti dico… Sei stata anche più brava di tua figlia, non hai lasciato cadere neanche una goccia… Hai ingoiato tutto… E’ proprio quello che un uomo vuole da una troia…”.
Poi, riprese:
- “Adesso, però, lo devi assaggiare nella tua passera… Con tuo marito ti sei divertita poco, ma vedrai che con me non potrai certo dire di non sentirlo… Su, da brava, fammi un'altra sega, che ti riesce proprio bene…”.
Germana, allora, obbedì, e gli fece un giochino di mano eccezionale, mentre lui – steso su un fianco – le leccava le tette e le toccava quel pancino così sexy.
Pietro sentì che si stava bagnando, e cercò di favorire quello stato succhiandole un capezzolo, per poi passare alternativamente con la lingua da un capezzolo all’altro, e mordendoli quasi con “cattiveria”.
Lei era ormai fradicia, e il suo organo di piacere nuovamente in tiro…
Le si abbattè addosso, le sollevò le gambe sulle sue spalle, e prese a leccargli la fica: le labbra, il clitoride, per poi affondare dentro quella cavità tanto gustosa.
A quel punto, Germana iniziò a gemere, e senza rendersene conto emise dei suoni al limite dell’osceno:
– “Aaahhh...”.
Ma, improvvisamente, smise con quei “vocalizzi”, e prendendogli la testa tra le mani disse al ragazzo:
– “Non ce la faccio più, lo voglio dentro, adesso!”.
Era il “via libera” che Pietro attendeva da quella troia in calore… Puntò la cappella, e in un attimo fu nelle sue viscere…
Il suo membro l’aveva penetrata, ma era riuscito ad entrare solo per metà della sua immensa lunghezza.
Più lui spingeva e più Germana urlava forte, proprio come la figlia...
Pian piano, il suo pene scavava in profondità… Lui spingeva, spingeva forte, e le sussurrò, con il respiro affannoso che le alitava in faccia:
– “Ti piace come ti scopo? Che fica calda che hai!”
Ma Germana non riuscì a parlare, non riusciva quasi a respirare, ansimava, e fu allora che lui lo fece entrare tutto in un colpo…
Le disse, con tono di scherno:
– “Lo vuoi ancora più dentro? Vuoi pure le palle??”.
La donna, per la prima volta, sentì che la sua patata era veramente stretta, e stava avendo un orgasmo infinito, interminabile...
Strinse le gambe a tenaglia dietro ai lombi di Pietro, poiché non voleva farlo uscire, e le sue urla di godimento giunsero fino all’esterno della villetta, chiare e distinte…
Allora, Anita si paralizzò dalla rabbia e dalla gelosia, e - a denti stretti - ringhiò:
- "Stronzi!!!".
Ma non poteva muoversi, altrimenti avrebbe rischiato di portarsi dietro quel "cazzetto ambulante" di Luciano...
Intanto, dentro, l'amplesso andava avanti, e l’uomo stava ricevendo da Germana quella “riconoscenza” che gli era stata promessa... Adesso, quella femmina in calore, si era preparata a prenderlo nel culo, da dietro, e l’uomo – alla vista di quel “lato b” molto somigliante a quello di Anita – non potè trattenersi dall’esclamare:
- “Sei così tremendamente sexy in questa posizione…”.
Poi, la afferrò per i fianchi tirando il suo corpo a sé, e si arrestò proprio quanto la cappella cominciò a premere sulle sue chiappe.
Stava per lubrificarle l’ano quando con un ghigno le disse:
- “Vedrai che divertimento, così a secco! A quel frocio di tuo marito ti riporto divisa a metà!”.
Pur non essendo vergine di dietro, anzi, tutt’altro, Pietro fece molta fatica per entrare… Strinse ancora di più le mani sui fianchi, e diede una prima botta decisa…
Germana, percepì che qualcosa di molto grosso si stava insinuando nel suo intestino, provocandole un forte bruciore. E siccome storse la bocca in una smorfia di dolore, Pietro la incalzò:
- “Hai voglia tu, a soffrire… Tutto deve entrare, troia!”.
Nel frattempo, continuò a spingere con colpi precisi e decisi, e tali che dopo pochi minuti lei sentì tutti i suoi 25 centimetri trapanarle il culo…
Non seppe dire se più dal rancore o dalle fitte, ma Germana riprese a urlare e cominciò a piangere…
Le uscì anche del sangue, ma Pietro non mollò la presa, e per circa una buona mezzora continuò a dilatarle le budella.
Quando sentì che il suo cazzo cominciava a sciacquarci dentro – segno evidente che le aveva spanato per bene il culo – si lasciò andare, e in pochi istanti le colmò l’intestino di caldissimo sperma…
Per reazione, la donna fu colta dall’ennesimo orgasmo, e squirtò come una pazza:
- “Vengoooooo…”.
7. Gelosia di una figlia.
Dopo quell'urlo “disumano”, fuori ci fu l’ennesimo silenzio imbarazzato, rotto da Luciano che – teso l’orecchio, e inopportuno come al solito – domandò:
- “Forse, qualcuno si sente male…”.
Quella frase, fece scattare su tutte le furie Anita: lei, aveva capito tutto… E mentre lei stava lì con quegli esseri insulsi, dentro Pietro e sua madre se la stavano spassando alla grande…
Si alzò, e come una belva ferita si precipitò all’interno… Seguendo le grida di quella troia della madre, giunse davanti alla porta della sua camera… Non voleva credere che Germana era arrivata a tanto, e con il cuore che le batteva forte socchiuse la porta… Vide che i due “amanti per una notte” – nella foga del darsi e ricevere piacere – non si erano nemmeno accorti che lei li stava osservando… Andarono avanti ancora per un pò di tempo che alla giovane parve un’eternità…
Ma a un certo punto, vinta dalla voglia di mettere fine a quel "tradimento", Anita fece irruzione: la porta della stanza si spalancò, e la ragazza comparve agli sguardi attoniti dei due, ancora ansimanti e nudi…
- "Siete due porci, depravati, traditori... E io che ero tornata per stare con te, Pietro... Non ti bastavo io, ti sei dovuto montare pure questa troia... E tu, mamma, capisco che con uno come papà, la fica ti ribolliva, ma potevi trovatene un altro? E per di più, in camera mia… Che schifo…".
Poi, con un sorrisino di nervosismo, indicando la bocca lorda di Germana, le disse, ancora:
- "Ma guardati, almeno pulisciti le labbra... Hai ancora la sua sborra che ti cola... Sei proprio una ninfomane…".
E siccome la miglior difesa è l'attacco, la donna – con fiera sfrontatezza – si tolse con un dito i grumi ormai rappresi e (tirando fuori sensualmente la lingua) se li ingurgitò senza alcun problema...
Poi, con la stessa animosità che aveva pervaso la ragazza, replicò a tono:
- "Ma che vuoi? Questo, non è né il cazzo del tuo ragazzo... Che vuoi da me se Luciano è tale e quale a tuo padre? E poi, se io sono troia, tu cosa sei? Anche tu ti sei fatta spaccare il culo da lui...".
In tutto questo sputarsi veleno addosso tra madre e figlia, Pietro era rimasto sgomento dalla vergogna: lui che se l'era scopate tutte e due, e per di più a casa loro, sotto il naso dei rispettivi “maschi”... Cercò di far da paciere:
- "Su, adesso calmatevi... In fondo ci siamo divertiti tutti... Che male c'è, Anita? Lo sai che per me sei speciale, dunque meglio con tua madre che con un'estranea, non ti pare? Ve lo sete goduto tutte e due, e allora?".
Questa inaspettata “eloquenza” del ragazzo parve calmare gli animi, ma poco dopo Anita riattaccò:
- "Bene... Visto che lui sembra così disponibile a dividersi tra noi due, ti propongo una sfida...", disse alla madre, "chi fa il miglior pompino lo avrà tutto per sé, e l'altra lascerà campo libero per sempre...".
Germana restò un attimo pensierosa, poi accettò:
- "E sia... Sappi che non ti temo, io faccio pompini da prima che tu nascessi...".
Nel frattempo, la scenata tra Anita e sua madre attirò l’attenzione di Luciano e di Ennio.
I due maschi, rimasti fuori dalla contesa, accorsero prontamente non appena udirono – di nuovo – le urla delle due donne, e si trovarono di fronte ad una scena a dir poco incredibile, nel bel mezzo di quella sfida epocale...
8. Non disturbare!
Entrati in quella stanza, trovarono umori femminili e sborra ovunque; Anita era ferma in un angolo, completamente nuda, e così pure Germana, che però stava inginocchiata, al cospetto di un cazzo mostruoso, che teneva in mano...
Pietro, nel vedere Ennio, si intimorì, ma quel “cuck dichiarato” sorprese tutti...
Con estrema calma, lentamente, cominciò a denudarsi: via la camicia bianca di seta, che ripiegò con cura e depose sulla scrivania… Via la canottiera, le scarpe, i pantaloni e i calzettoni lunghi alle caviglie… E via, infine, i boxer…
Tutto finì ben piegato, con la camicia, e – tra lo stupore generale – l’uomo rimase completamente nudo… Gli occhi dei presenti si concentrarono fra le sue gambe, dove un piccolo cazzetto rattrappito – più piccolo di quello di un bimbo – faceva mostra di sé: dentro uno scroto minuscolo, aveva due testicoli che sembrarono essere stati svuotati; poi, un’asta millimetrica che – soprattutto da moscio – faticava ad essere riconosciuta, ed una ridottissima cappella con un abbondante prepuzio che si stringeva in una forma avanzata di fimosi…
Insomma, quel corpo così poco “attrezzato” per soddisfare una femmina, stava lì a mostrarsi noncurante della derisione che poteva suscitare in (quasi) tutti…
E dopo aver offerto quello “spettacolo”, Ennio prese una sedia, ci si sistemò comodamente sopra, e prendendo quel grottesco mucchio di carne in mano iniziò una buffa masturbazione…
Per finire, aprì bocca, ma solo per dire – da vero schiavo – alla moglie:
- “Scusami l’interruzione, Germana… Fate come se io non ci fossi... ".
Si immaginò la scena, ipnotizzato da quel cazzo enorme che la bocca della moglie avrebbe di lì a poco accolto…
Luciano, invece, con quel residuo di dignità che non contraddistingueva più il “suocero”, ebbe a protestare:
- “Anita, ma sei impazzita? Rivestiti e andiamocene… Abbi un po’ di rispetto per me, almeno in mia presenza!”.
Ma stava ancora parlando, quando Ennio lo colpì con un sonoro schiaffone e gli intimò:
- “Stai zitto, stupido… Capisci qual è il nostro ruolo e fai il bravo cornuto… Spogliati, come ho fatto io, e goditi lo spettacolo… Ma soprattutto, non disturbare!”.
Vista la situazione, Luciano non rispose nulla, e senza fretta, si spogliò. Rimase con solo gli slip, quando Anita gli ululò nelle orecchie:
- “Frocetto, non hai capito che ti vogliamo nudo? O ti vergogni di quella nullità che hai tra le cosce?”.
Tutto vergognoso, il ragazzo si scusò, e disciplinato andò a sedersi accanto a Ennio…
9. Senza vincitori ne vinti.
Era tutto pronto, e finalmente la disfida potè iniziare…
Germana, d’altronde, superato il primo momento di confusione, non aspettava altro, e quando Anita gli diede il via libera, riprese il suo maestoso pompino, portò alle labbra quel cannolo – che nel frattempo si era ammosciato – e cominciò a darsi da fare.
Iniziò a succhiarlo con immenso trasporto, si schiacciò tra le labbra la cappella, e poi prese a leccarla fino a scendere sulle palle, per poi ripercorrere il tragitto in senso inverso e tornare a “colpire” con forza il glande che – sotto quelle sapienti sollecitazioni – si stava gonfiando.
Dopo qualche ciclo di trattamento, la donna unì a quel esercizio di labbra e lingua un saliscendi di mano, masturbandolo…
Pietro, con la cappella imprigionata dentro di lei, cominciò a gemere di piacere e ad insultarla:
- “Che troia che sei… Sei bravissima, nessuna finora è mai riuscita a farmi godere così tanto.
E guardò Anita, la quale masticando amaro, già assaporava la sua “vendetta”…
Germana, intanto, proseguì nella sua occupazione, ma a questo punto volle aggiungere qualcosa di decisivo: spalancò le sue fauci e provò ad ingoiare tutto fino quasi a soffocare…
Inizialmente, fece un pò fatica a gestire quel cazzo fuori misura, e anche con tutta l'esperienza pregressa non fu in grado di ingoiare tutti e 25 i centimetri.
Allora, se lo sfilò di bocca e chiamò suo marito:
- “Ehi, frocio… Fai vedere di essere utile a qualcosa… Vieni un po’ qui ad aiutarmi…”.
Ennio accorse, e – mettendo a dura prova le articolazioni della mascella – usando entrambe le mani le spalancò la bocca, riuscendo finalmente a far sì che lei potesse ricevere quel bestione senza vomitare.
Dopo una decina di minuti in cui lui la stava scopando oralmente, Germana capì che Pietro era prossimo all’orgasmo... Aumentò il ritmo, ma proprio in quell’istante il ragazzo – preso da un incredibile attacco di libidine – le afferrò la nuca con le due mani e la tirò a sé, facendole arrivare il membro fino in fondo, a sbattere contro l’ugola.
Ancora pochi secondi, e la cavità orale di Germana venne riempita dalla sborra, che di lì a poco iniziò a colare fuori dalle labbra. Pronta, Germana, con un rapido movimento della lingua, recuperò tutto e deglutì tutta quella prelibatezza…
Pietro, intanto, era svuotato nel vero senso della parola… Guardò la donna e le disse:
- “Un’ottima prova… Complimenti!”.
Ma Anita – colta dalla gelosia e motivata a vincere la sfida – non aveva nessuna intenzione di lasciar fare quella troia della madre… Si inginocchiò accanto a lei, e con una gran spallata – complice anche la spossatezza della donna – la spinse da una parte e si sostituì a lei dicendo:
- “Togliti dai piedi, abbiamo capito che ci sai fare… Chissà se sono davvero figlia di tuo marito…”.
E così dicendo, alla presenza (per la prima volta) di padre e madre, si ritrovò finalmente alle prese con il suo cazzone preferito…
Esitò un poco, per via della posta in gioco e perché voleva gustarsi ogni momento, ogni emozione che solo il “suo” maschio era capace di trasmetterle…
Poi, lo prese emozionata tra le mani, e lo masturbò un pò fissandolo negli occhi…
Pietro, invece, da uomo deciso, le disse:
- “Animo, ragazza, prendilo in bocca e fammi sentire come sei brava a succhiarlo…”.
Anita, allora, se lo imboccò con decisione, fino a spingerselo in gola, e facendo scorrere il capo avanti e indietro lungo l’asta, dalla cappella alle palle.
Stranamente, la giovane pareva essere una pivellina ai primi ciucciotti, e l’uomo, paziente, le suggerì:
- “Adesso, la lingua… Voglio sentire la lingua sulla capocchia…”.
La ormai ex studentessa alzò gli occhi, lo guardò come un’innamorata, e poi inghiottì la cappella e si mise a succhiarla.
Ora Anita non aveva più bisogno di incoraggiamenti, usava mani e lingua alla perfezione, e il ritmo era un crescendo di emozioni..
Ogni tanto lasciava la presa, e una volta – come sua madre – volle introdurre una variante che a Pietro non aveva mai fatto provare: gli diede dei baci sulla punta del glande, poi scese subito giù a stimolargli le palle, e ancora su a succhiare e pompare di nuovo…
Questa volta, l’attesa per l’orgasmo fu più breve, e il ragazzo le annunciò
- “Brava… Ma attenta, sto per venire…”.
E infatti, dopo una manciata di secondi, la bocca di Anita fu piena dello sperma del suo inseparabile amico, caldo e copioso…
La giovane ingoiò tutto fino all’ultima goccia… Poi, d’istinto, si alzò e le loro bocche si unirono in un lungo e appassionato bacio.
Gli domandò:
- “Ti è piaciuto?”.
E lui:
- “Sei stata stupenda, come sempre!”.
Germana, che assistette all’esibizione della “carne della sua carne”, non seppe trattenere un moto di stizza… Si vedeva lontano un miglio come i due fossero uniti, molto più che con quel pupazzo di Luciano… E lei temette che ciò avrebbe influito sul giudizio finale del ragazzo.
Il quale, però, sorprendendo tutti, sentenziò:
- “Dopo questa prova pratica, direi di dare un assoluto ex-equo… D’altronde siete madre e figlia, e buon sangue non mente! Perciò, direi di dichiaravi entrambe Pompinare Ufficiali della Casa”.
10. Umiliazione di due inutili maschi.
Mentre le due donne si stavano gustando la sborra di Pietro, Ennio e Luciano scaricavano la loro insignificante dose di sperma sul pavimento...
A guardarli, sembrava che amoreggiavano in perfetta sintonia, e Anita e Germana – da femmine al 100% – ne furono schifate.
Anita cominciò ad insultare il suo fidanzato (ufficiale):
- "Ma guarda tu 'sta checca... Ma non ti vergogni che per farmi una scopata decente debba ricorrere a un cazzo che non è il tuo?".
E Germana, rivolta al marito:
- "Se aspettavo te, a quest'ora c'avevo le ragnatele... Ma d'altra parte, figlia mia, quegli stecchini che hanno tra le gambe noi manco li sentiamo...".
Pietro, intanto, si compiaceva per come le due umiliavano i loro uomini, e – preso dall'eccitazione – decise di intervenire in quella tragicomica condizione familiare.
Li guardò con disprezzo, dall’alto dei suoi 25 centimetri, e con il suo biscione moscio e penzoloni tra le gambe, gli disse:
- "Siete due smidollati, senza spina dorsale... Ma lo vedete che ridicoli pisellini che avete? Mi meraviglio di te, Germana, che ti sei fatta ingravidare da quel coso indefinibile, che per vederlo ci vuole la lente d'ingrandimento... E tu Anita!, con la disavventura di tua madre come esempio, ci sei cascata di nuovo!! Per tua fortuna, che ci sono io… Almeno, sapeste usarli come si deve... Vabbeh, le scopo io... Voi, però, state a guardare e imparate, e se il caso aiutatele a godere...".
E detto ciò, prese Germana per la mano e la fece stendere di nuovo su quel "letto di piacere" adagiandovela con garbo e gentilezza come fosse proprio sua moglie.
Germana si passò la lingua sulle labbra, e assunse uno sguardo estasiato, come di chi è in attesa di qualcosa di importante, mentre più giù dispose quelle meravigliose cosce lievemente aperte, lasciando intravedere il gonfiore delle grandi labbra e la fessura della fica a riposo.
Poi, guardò Ennio, e – accompagnando le parole con un cenno del capo – con un cenno del capo gli disse:
- “Valle dietro e tienile le gambe ben aperte, così le affonderò meglio dentro per tutta la mia lunghezza…”.
Intanto, Pietro le si inginocchiò tra le cosce e cominciò a leccarle avidamente la fica.
Il marito, nel frattempo, introdusse la sua lingua nella bocca della moglie e la baciò, e corse giù sul suo collo fino a raggiungere le tette. Lì, con la bocca a tenaglia sulle areole, prese ad aspirare, fino a sentirli gonfiare, i grossi capezzoli, e premette leggermente sulle mammelle per far sì che quei chiodoni divenissero sempre più turgidi.
Poi, raggiunto lo scopo, li strizzò e li “torturò” con piccoli morsi. Germana cominciò ad agitarsi, ad ansimare e a gemere, e la sua passerina era ormai dischiusa e umida come una vongola dall’eccitazione.
Anche il cazzo di Pietro era ormai durissimo, e – per evitare il rischio di una precoce eiaculazione – il nuovo “padrone” del corpo di quella femmina affamata, urlò ad Ennio:
- “Vieni qui tra le cosce di questa troia, aprile la fica e sputaci dentro… Poi, leccarla bene fino a che non sarà bella scivolosa...”.
Il ragazzo, dal canto suo, si era allontanato della vulva di Germana, e si era portato su per baciarla in bocca in maniera assolutamente sensuale…
A quel punto, con una manata sulla spalla di quell’inutile maschio, tornò ad inginocchiarsi con il pisello rivolto minacciosamente verso il centro del piacere fradicio della donna.
Le grandi e le piccole labbra si erano disposte come delle fantastiche alette, e fu allora che Pietro – dopo essersi inumidita ancora una volta la sua cappella fremente, ed essersela massaggiata con una mano – vi si appoggiò sopra iniziando la trivellazione.
Dopo aver superato la prima barriera, ora la cappella si stava facendo strada lungo il sentiero che conduceva al centro della vita e della beatitudine sessuale.
Il giovane, tutto sudato dallo sforzo e tenendo Germana per i fianchi, spingeva nel profondo delle sue viscere con logorante lentezza.
Poi, all’improvviso, una scossa, e un grido… con copiose lacrime che rigarono le guance della donna…
E subito dopo, trascurando la lagnosa presenza del marito, lo guardò in volto e gli disse:
“E’ dentro... Vai, Pietro, vai… Fammi tuaaaaaa…”.
Lui, rimanendo piantato dentro di lei, non accennava a muoversi; anzi, si chinò verso di lei e le sussurrò:
- “Perché quelle lacrime?”.
E lei:
- “Sono lacrime di gioia… Gioia di sentirmi ancora femmina…”.
Allora l'uomo cominciò a muoversi dentro di lei affondando piano fino a giungere a contatto con l'utero.
Erano poi seguite tutta una serie di stantuffate, e l’accoppiamento si era trasformato in una epica cavalcata, che aveva generato un devastante orgasmo.
Infine, Pietro – ansimando come un bufalo – le disse:
- “Germana, sto per venire... che faccio?”.
La donna, sopraffatta da una intensa libidine, si dimenticò di non essere protetta, e gli latrò in faccia:
- “Godi... godimi dentro... scaldami il ventre con il tuo buon seme...”.
L’uomo, non si trattenne più, e liberando dai suoi polmoni un verso bestiale esplose una scarica di getti di sperma che le infiammarono tutta la cavità uterina.
Alla fine di quella tempesta ormonale, i due “copulanti” si lasciarono andare a un interminabile e memorabile abbraccio.
Dopo di che, Pietro, fissò negli occhi Ennio, e quindi disse a Germana:
- “Sei stata eccezionale... Sappi che questa è stata la più bella scopata della mia vita, e non potrò mai dimenticarla... Venire dentro, senza protezioni, a una donna fertile, è una cosa meravigliosa… Grazie!”.
Intanto Ennio, che aveva assistito passivamente alla monta della moglie, si era eccitato come non mai, e quando Pietro si girò verso di lui lo trovò con il suo mini cazzetto in mano e duro...
Si mise a ridere insieme a Germana, poi gli chiese:
- "Ti è piaciuto?".
Il povero cuckold rimase muto, e allora il giovane proseguì:
- "Beh, quand'è così, dopo che mi sono scopato tua moglie, che ne diresti di darmi una mano a godermi pure tua figlia? È una brava ciucciacazzi sai, se non mi darai noia poi potrei anche farti fare un succhiotto veloce...".
Ennio ebbe un sussulto, da sempre era gelosissimo di quell'unica figlia, e sentir quell'uomo che ne parlava come di una volgare puttana gli provocò un moto di rabbia... Tuttavia, l'idea che poi avrebbe potuto godere anche lui lo fece desistere da qualsiasi vera reazione.
Al che, Pietro – dopo aver aiutato Germana a rialzarsi – si voltò verso la Anita e la invitò ad avvicinarsi... Poi, chiese a suo padre:
- "Che ne dici se gli facciamo una bella inculata? Sappi che il suo secondo canale è molto ambito, e io l'ho aperto per primo... Quindi, non le farà troppo male... Certo, con il mio cannone, non è mai una passeggiata...".
Rise, e guardò Anita, che nel frattempo era tornata ad avere occhi solo per lui, e sembrava implorarlo di sventrarle di nuovo l'intestino...
Ancora una volta, il padre non disse nulla, anzi parve insinuarsi dentro di sé una voglia irresistibile di vedere sua figlia all'opera, proprio come Pietro gli aveva descritto poco prima.
Perciò, senza che nessuno lo avesse interpellato, le come se parlasse soprattutto a se stesso, disse sottovoce:
- "Vediamo... Mi sono messo in casa due troie...".
Ma il ragazzo, che aveva sentito tutto, gli si avvicinò e lo derise:
- "Eh gia... Hai proprio ragione... E visto che sei così generoso a offrirmele, sai che ti dico? Mi aiuterai, o meglio, aiuterai la tua maiala a farsi fare il culo...".
Lo lasciò ai suoi pensieri e tornò da Anita, gli mostrò l'uccello flaccido, e lei capì cosa doveva fare.
Per stare più comodi, lei salì sul letto e si mise in ginocchio, mentre lui le si accostò con quella salsiccia gigante a pochi centimetri dalla bocca...
L’odore del cazzo era forte, molto meglio di un potente afrodisiaco, e Anita non resistette oltre: cominciò a leccarlo verso l’inguine, proseguendo poi fino a che la cappella non fu di nuovo grossa e turgida… gli accarezzò le palle, e lui iniziò a spingere il bacino verso l’alto. Poi, prese tra lei mani quei 25 centimetri dell’asta, e schiudendo appena le labbra lo fece guizzare dentro la bocca.
Pietro, allora, appoggiò entrambe le sue mani aperte sul capo di lei e si insinuò ancora più a fondo, in gola, arrivando a farsi sfiorare la base del cazzo. Con una mano, la ragazza gli andò a frizionare il buchetto dell’ano, e percepì nettamente che Pietro stava perdendo il controllo di sé, il respiro si faceva sempre più ansimante, e stava per raggiungere l’orgasmo…
Ma il giovane aveva altri progetti per lei, e quindi – raggiunto lo scopo – glielo tolse di bocca, quasi con brutalità.
Le disse:
- “Adesso basta… E’ pronto per fare ciò che tu aspetti da tanto…”.
Poi, si ricordò la “promessa” fatta ad Ennio… Si girò verso di lui e gli disse:
- “Forza, cosa aspetti? Vieni avanti… Sarai tu a inculare tua figlia sul mio cazzo…”.
Chiamò la giovane, la fece mettere a pecorina, e… Aveva troppa voglia!
Iniziò a lubrificare il suo “lato b” penetrandolo con due dita per prepararlo a ricevere quel poderoso “strumento”…
Inizialmente, era stretto, l’allenamento quotidiano di prima era scemato, ma lui sapeva come trattarlo…
Dopo un po’ si sdraiò supino… Quel bestione che aveva in mezzo alle gambe svettava dritto, duro e minaccioso… Allora domandò:
- “Sei pronta?”.
E lei, guardando il padre:
- “Eccomi… fammi tua, rompimi il culo… riprenditelo…”.
L’uomo, rimase esterrefatto, ma non osò dire nulla… Anita, nel frattempo, salì sopra il bacino di Pietro, il quale appoggiò il cazzo al suo sfintere e istruì Ennio sul da farsi:
- “Adesso, io spingerò verso l’alto… Tu, invece, metti le tue mani sulle spalle di tua figlia e schiacciala verso il basso, verso di me…”.
Pietro colpì duro sullo sfintere, e dopo un pò la cappella fu fagocitata dall’ano della ragazza…
Le fece un pò male, dato che gli disse:
- “Fai piano… non ci sono più abituata…”.
Pietro cercò di assecondarla, ma quando il suo membro fu dentro per quasi metà, non fu capace di trattenersi: diede un colpo deciso – contrastato, in senso inverso dalla risolutezza delle mosse del padre – e la impalò con forza fino ai testicoli, facendola urlare:
- “Ahiiiiiii… Stronzo!... Ti avevo detto di andarci piano!”.
Ennio rimase impietrito dalla paura, appoggiato alla figlia, mentre il giovane – esaltato dal calduccio che sentiva provenire dal culo di Anita e la stupenda visione delle sue chiappe sode – fu preso da un’eccitazione straordinaria e cominciò a fotterla nelle viscere lentamente, per poi aumentare il ritmo e “sfondare” quel budello, sempre con l’ausilio di Ennio, incitato a “collaborare attivamente” sia da Pietro che da Anita.
Dopo parecchie pistonate, Pietro – senza dir nulla alla ragazza – le venne dentro con il suo lubrificante naturale…
Fu una sborrata epica… Al termine della quale Ennio aiutò la figlia a sfilarsi quel cazzo asinino e lei si sdraiò sul letto – felice – con il cuore che ancora le batteva a mille.
Incrociò il suo sguardo con quello di Pietro, e gli disse:
- “Stavolta, mi hai fatto veramente male… Però, cazzo, le tue inculate sono sempre da provare…”.
Ripresosi dal piacevole sforzo, il ragazzo vide – tranquillo e con il cazzetto in mano – in disparte Luciano, il fidanzato di Anita. Lo fissò con una certa commiserazione, e ridacchiando gli disse:
- “Ehi, tu… Lo vedi come un vero maschio si scopa una femmina? Adesso, con quello stecchino che ti ritrovi, dopo che ci sono passato io… Ma comunque, voglia farti toccare con mano… ehm, voglio dire col cazzo… qual è la situazione…”.
Fece un cenno ad Anita, la quale capì che doveva mettersi a pecorina… Pietro gli aprì per bene le chiappe e spronò Luciano:
- “Dai, inculala tu!”.
Il ragazzo non aveva mai fatto sesso anale, ma imbarazzato di fronte a quel maschio così virile si approssimò alla sua fidanzata con il piccolo pene in erezione (per le sue misure…).Lo appoggiò trepidante allo sfintere di lei e – senza alcun problema – entrò…
A quel punto, non seppe che fare, e Pietro scoppiò a ridere:
- “Ma possibile che non capisci che non potrai mai possedere u8na donna così?”.
Preso dalla rabbia e dalla insensata voglia di dimostrare il contrario, Luciano cominciò a muoversi dentro il retto di Anita, ma fin da subito si accorse che il suo cazzetto non riusciva ad essere avvolto dalle carni di lei, tanto quei buchi erano irrimediabilmente dilatati… Per di più, senza volere, la giovane gli disse:
- “Smettila… Mi fai il solletico!”.
11. Epilogo.
Quella "serata" finì a notte fonda, con le due donne doloranti per i terribili colpi che le erano stati inferti da Pietro, Ennio che aveva preso consapevolezza che il suo ruolo da cuckold era perfetto per lui, e infine Luciano che ancora non si voleva rassegnare a che Anita fosse troia nel sangue.
Dopo qualche giorno, però, la ragazza decise inaspettatamente di ripartire per Milano.
Pietro, da parte sua, non se ne diede però pena per di tanto: ormai aveva scoperto che Germana era più troia della figlia, e - con un marito "inutile" - cominciò a spassarsela con lei, affamata com'era di "grossi calibri".
La portò in ogni sorta di locali dove alla fine la scopò come una sgualdrina: cinema porno, cimiteri, chiese sconsacrate, club privè, e fu proprio in uno di quest'ultimi che furono notati dai proprietari... Era diventata un'attrazione, e poté cominciare a dare sfogo ad anni ed anni di sesso represso!
FINE.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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