Lui & Lei
Snob ma non a letto 2°
di Rodeo75
29.06.2022 |
2.633 |
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"Si apriva e si contraeva ad ogni piccola ma insistente avanzata..."
Clara mi aveva stupito, non avrei di certo immaginato che quella collega snob e seriosa potesse offrirmi una svolta del genere. Ancora una volta era colpa della mia propensione verso schemi e pregiudizi. Dietro quella figura compassata e classica era nascosta una donna piccante, disinibita e ad alta gradazione erotica.
Come ho raccontntato precedentemente, l'attrazione, irrefrenabile, aveva scatenato le nostre pulsioni appena varcata la soglia di casa sua. Clara mi guardava soddisfatta, con una goccia del mio seme bianco che ancora le colava all'angolo delle labbra. Lo prese con un dito e lo portò alla bocca. Era tremendamente erotica.
Senza staccare la sua mano destra dal membro ancora turgido, si mise in piedi, con una mano sulla mia nuca mi tirò a sé baciandomi e si mischiarono nuovamente i nostri sapori.
Salimmo al piano di sopra. Salendo le scale, vedere i suoi glutei ondeggiare ad ogni scalino era quanto di più eccitante, ora più che mai volevo quel bel culo. Entrammo in quella che credetti fosse la sua camera. Ma dalle foto alle pareti capii che doveva essere della sorella, una mora piuttosto carina, forse di pochi anni più giovane. Le somigliava tanto, sembrava la sua versione più dolce e ancora più formosa.
Clara si accorse della mia curiosità e sorrise con una punta di malizia "Ehi, non guardare la sorellina! Ti ho visto, porco!" E aggiunse- "è Cinzia, una delle mie sorelle, ha due anni in meno di me, molto gnocca, vero?"
La presi per un braccio, la baciai intensamente spingendola sul letto.
"Mi piace essere scopata sul letto di Cinzia. Quando torna sentirà questi odori, ci scambiamo spesso di questi giochetti". Allungò una mano verso il cassetto di uno dei due comodini ai lati del letto, prese una confezione di preservativi, la svuotò sul letto. "Che puttanella, li ha finiti quasi tutti. È rimasto l'ultimo, fanne buon uso!"
Lo tolse dall'involucro, si avvicinò al mio membro, lo strinse un po' in mano, agitandolo, lo portò alle labbra e succhiò, credo più per il suo piacere personale che per stimolare un'erezione già importante. La guardavo e mi chiedevo come mai non avessi notato prima quanto fosse bella e sensuale Clara. Lei sembrava leggermi nel pensiero, sorridendo maliziosa.
La baciai, senza tralasciare neppure un centimetro della sua pelle vellutata. Scesi verso le gambe, snelle e muscolose, presi i suoi piedi e li portai alla bocca, chiuse gli occhi mentre li baciavo. Tenni le sue gambe in alto, poggiandole sulle mie spalle, la presi per i fianchi, tirandola a me.
Era calda e bagnata, entrai piano, con dolcezza, ma senza difficoltà. Anzi, sembrava quasi fosse una ventosa a risucchiarmi. Più mi spingevo in profondità, più lei si apriva per accogliermi meglio. Più aumentavo forza e ritmo e più mi stringeva a sé gemendo.
Grondava di umori e i miei testicoli, sbattendo sulle sue labbra, sembrava che schiaffeggiassero le onde del mare, un mare di infinito piacere. Assecondava i miei movimenti, ci muovevamo all'unisono quasi come una coppia di ballerini affiatati.
Mi eccitava quella donna, mi piaceva e sapeva come farmi impazzire. Mi dovetti impegnare non poco per mantenere un certo autocontrollo e non durare quanto un adolescente alle prime esperienze.
Lo tiravo fuori, strofinandolo talvolta sul clitoride, talvolta tra quelle meravigliose mezzelune. Le mordevo i capezzoli, prima dolcemente, poi con maggior intensità. Più stringevo più le piaceva. A quella meravigliosa donna dalla carnagione olivastra piacevano le maniere forti. Cominciai a sbatterla selvaggiamente. E venne, o meglio, non sembrava smettere di godere, in continuazione. Finché mi urlò "dai, ti prego, vieniii". Cominciai a spingere al massimo, quasi fosse l'ultima scopata della mia vita, lei mi conficcò le unghia nella schiena, mentre io esplodevo come un demonio.
Mi buttai come un sacco, di fianco, accanto a lei. L'aria era satura di odori forti di sesso, sudore, umori. Il suo corpo era ancora percorso da brividi e sussulti. Non ho mai conosciuto realmente ciò che chiamano Nirvana, ma quell'estasi sospesa nel nulla era molto probabilmente quanto di più simile abbia provato. Avevo gli occhi chiusi, la sentivo accanto a me, il suo odore, il suo respiro. Allungai una mano, scivolai tra le sue costole fino all'anca e verso i glutei. La sua pelle era imperlata di minuscole gocce di sudore. Mi ricordava una purosangue araba al termine di un galoppo sfrenato. Il suo culo era sodo, tornito e le gambe muscolose, nevrili. Una nevrilità che sa di potenza, dinamicità.
La guardai quella bella mora figlia di un vulcano e del mare, in lei ogni cosa mi facevano pensare a quest'isola salata bruciata dal sole e spazzata dal vento. Immaginate una fantasia di Manara partorita in una vacanza in Sicilia...
Ci guardammo negli occhi, i suoi, nerissimi era di una profondità imperscrutabile. Ci baciammo ancora. C'era qualcosa di dolce in quei baci, qualcosa che andava oltre la voglia di possesso, la voglia di aversi. Non so se fossi io a voler ringraziare lei o viceversa. Poggiò il ginocchio sul mio pene, non del tutto a riposo ma già piuttosto scarico. Sembrava le procurasse particolare piacere strofinarsi contro quel gladiatore stremato. La mia mano scivolò tra i suoi glutei. Il suo sesso era un lago di miele, che sfiorava con indice e medio appaiati.
Le dita, intrise del suo umore, accarezzavano il buchetto del suo bel culo.
Le piaceva, sentivo i suoi sospiri e il movimento del suo bacino ogni volta che il medio guadagnava un po' di profondità in quel piccolo antro.
Si apriva e si contraeva ad ogni piccola ma insistente avanzata...
Ci baciavamo intensamente, lei mordeva la mia lingua, piegando la testa di lato per andare più a fondo.
A contatto con la sua gamba adesso non c'era più un pezzo di carne floscia, il mio cattivo ragazzo aveva ripreso le forze, mostrando orgoglioso una bella erezione.
Mi sedetti in ginocchio sul letto, la girai facendola stendere prona. Mi piaceva toccarla, palparla, stuzzicare le sue grandi labbra umide e quel buco sempre più eccitato. Le piaceva, cominciò nuovamente a gemere. Allungò una mano, trovò il cazzo gonfio, duro, grosso. " E io che pensavo di non piacerti..."
"Mi piaci da morire invece" risposi e immersi ilmio volto in mezzo al suo fondoschiena. Era bello leccarla, per il suo sapore e, soprattutto, per la sua grande reattività.
Leccai a fondo quella fica fradicia, inebriato dal suo succo e da quelle labbra consistenti. Le sali addosso, strusciandole il cazzo duro in mezzo ai glutei. "Ragazzo, ricordati che non abbiamo altri preservativi" mi ammonì pensando che volessi nuovamente scopare la sua bella cozza. Avvicinai invece la cappella al suo culo. "No, mi faccio male, non sono abituata" disse, ma intanto inarcava la schiena, spingendo il suo culo contro la punta del mio cazzo.
Non entrò agevolmente, bagnai con la mia saliva il buco e la cappella, giocai un po', senza fretta. Pian piano mi accolse. Quando, con un colpo leggero ma deciso, entrai completamente, Clara urlò, un po' di dolore, un po' di piacere. Era qualcosa di eroico, esaltante, tenerla per i fianchi, tenendola col culo in alto e la faccia affondata tra i cuscini, sbatterla vigorosamente e strizzarle i capezzoli. Più ero selvaggio più Clara spingeva per averne ancora, di più. Presi a schiaffeggiare il suo culo magnifico, la cosa ebbe l'effetto di scatenarla ancora di più, godeva e spingeva, ansimava e urlava.
Ero già venuto un paio di volte, per quanto giovane e vigoroso adesso guardavo a venire, così incalzai il ritmo, più selvaggio, più brutale. Adesso credo che ne avesse avuto abbastanza e il suo culetto cominciava ad essere dolorante. Forse in ogni uomo, per quanto dolce, c'è una componente sadica o brutale. La cosa mi eccitava, mi eccitava sentirla urlare. Quando cominciò a dire "basta vieni, ti prego" fu come un interruttore che scattò nel mio cervello, montò la mia eccitazione e venni. Clara, stuoendomi ancora una volta, sorrideva soddisfatta, afferrò il cazzo ancora grondante e, con la sya solita magia, lo fece sparire nella sua bocca.
Continua...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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