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Lui & Lei

Snob ma non a letto


di Rodeo75
29.06.2022    |    3.982    |    2 9.7
"La stronza si divertiva a provocarmi..."
A seguire quel corso pomeridiano all'università eravamo quattro gatti. Così dopo un po' finimmo per conoscerci un po' tutti. Clara ed io eravamo tremendamente diversi, fu per questo, probabilmente, che all'inizio non mi avvicinai a lei. Aveva quell'immagine di chi si atteggia a donna di classe nonostante i suoi vent'anni. Vestita in modo classico ed elegante, griffata, molto snob, se la tirava alquanto. Francamente me ne fregava ben poco, non era proprio il genere di persone che mi piaceva frequentare. Io, d'altra parte, ero il suo opposto: senza una lira, mi davo da fare nei locali notturni per pagarmi gli studi, non facevo nulla per nascondere il mio antagonismo sociale di stampo proletario, attivo in quell'area della sinistra studentesca che popolava gli album della Digos.
Una sera rimanemmo a lungo a parlare sull'atrio col professore, ci aggorgemmo solo alla fine che si era fatto veramente tardi. Mi venne spontaneo accompagnarla alla sua macchina, parcheggiata in fondo ad un viale scarsamente illuminato. Scambiammo qualche parola, in fondo, per quanto diversi apparentemente, avevamo molte cose in comune, soprattutto per quanto riguardava letteratura e cinema.
Finimmo col preparare alcuni esami insieme e ci trovammo bene, io sregolato ed estroverso, lei molto disciplinata e organizzata. Un sabato decidemmo di andare insieme a cercare dei romanzi, in quella che era la mia libreria preferita, quasi un circolo letterario. Clara si presentò con un aspetto completamente diverso: capelli legati indietro in una bellissima coda corvina che metteva in risalto un bel collo lungo, un semplicissimo jeans attillato che regalava una bella idea delle sue gambe e dei suoi glutei, una maglia leggera piuttosto aderente che, per la prima volta, mi faceva notare il piacevole contrasto tra il corpo asciutto e un seno più che generoso. Non vi nascondo che il primo pensiero fu su come sarebbe stato vederla senza nulla addosso.
Prendemmo un paio di libri e andammo a sederci ad un tavolo a bere qualcosa. " Dovevo mettermi in mostra per attirare la tua attenzione?" -mi colpì alla sprovvista- "In facoltà a quanto pare sei piuttosto apprezzato dalle ragazze, ma con me non ti sei mai sbilanciato, non ti piaccio?"
Cercai di non rispondere direttamente, preso in contropiede farfugliai qualcosa su poco credibili casini sentimentali di quel periodo. La stronza si divertiva a provocarmi.
La riaccompagnai, in moto si stringeva a me e sentivo i suoi seni sulla mia schiena. I suoi erano fuori per uno dei loro frequenti viaggi all'estero, aveva raccontato andando verso casa. Scesa dalla moto, si diresse verso il portone di casa col casco in mano, dovevo seguirla.
Così feci, chiusa alle mie spalle la porta la presi stringendola a me. La baciai. Che labbra calde, morbide! Subito le dischiuse, offrendomi la sua lingua voluttuosa. Mi faceva impazzire quella ragazza! Le sfilai la maglia, baciandole il collo, le orecchie e scendendo verso il petto. Il suo respiro ansioso mi eccitava. Abbassai le bretelline del reggiseno: che sorpresa! Il più bel seno che avessi mai visto, due ogive missilistiche leggermente divergenti che sfidavano perfettamente la gravità, con due areole scure al centro delle quali si ergevano capezzoli grossi e duri come due ghiande. Affondai il mio viso in quell'abbondanza di madre natura.
Le piaceva, ad ogni bacio, ad ogni morso era un gemito di piacere. Sganciai la fibbia della cintura ed il bottone dei suoi jeans, affondai le mani sui suoi glutei, sodi, lisci, muscolosi. Tirai giù d'un colpo jeans e slip. Era perfettamente curata, un triangolo ridottissimo che lasciava scoperte le labbra.
La spinsi sul tavolo del salotto, lei alzò le gambe offrendomi un frutto esotico un po' dolce e un po' salato, succoso. Le stringevo i seni mentre affondavo la mia lingua tra le sue labbra. La facevo entrare ed uscire e poi salire fino ad accarezzare il clitoride, per poi succhiarlo come avevo fatto coi capezzoli.
Era un vulcano inaspettato quella ragazza, godeva e veniva senza sosta. Poi si alzò, mi prese la testa tra le mani e cominciò a baciarmi, leccarmi. Mi tolse la maglietta scendendo con la lingua lungo il mio petto. Aprì i miei jeans, mise una mano dentro gli slip e tirò fuori il ragazzo, duro, grosso e gonfio. Lo prese con due mani, lo avvicinò al viso e lo guardò per un attimo. " Epperò" disse, e lo cominciò a baciare sulla punta, poi scoprì la cappella e cominciò a leccarla guardandomi negli occhi. Lo strofinava sulla bocca, sul collo, sul naso. Infine aprì quella bocca carnosa e umida e lo fece lentamente sparire. Era brava Clara, era esperta e si vedeva che le piaceva. Usava bene le mani e la lingua, con una bocca piena di saliva che faceva un bel suono ad ogni risucchio.
Capì che stavo raggiungendo il culmine, si fermò in attimo mi guardò negli occhi "Dai, vienimi in bocca"...
Fu un'esplosione di piacere che durò non so quanto, attimi o un'eternità.
Continua...
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