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Sara, dal virtuale alla realtà


di Membro VIP di Annunci69.it delirante
16.09.2024    |    250    |    1 9.2
"Una volta mi disse che quello sinistro è più sensibile, parto da quello..."
Qualche giorno fa, ho avuto l'occasione di conoscere Sara in una chat. All'inizio, come spesso accade quando si conosce qualcuno per la prima volta online, ci siamo trovati a scambiarci le classiche domande di rito: il “come stai?”, “cosa fai nella vita?”, e via discorrendo. Erano i soliti convenevoli, una sorta di danza iniziale in cui ci si studia, cercando di capire chi si ha di fronte. Entrambi cercavamo di sondare il terreno, di "annusarci", per così dire, per capire se ci fosse una sintonia di base o se la conversazione sarebbe rimasta su un piano superficiale.
In ogni caso, questo primo scambio formale è durato poco, quasi come se entrambi fossimo consapevoli che c'era un potenziale per una connessione più profonda. È stata proprio Sara, con grande naturalezza, a far scivolare la conversazione su un piano decisamente più intrigante, se non addirittura piccante. Ha iniziato raccontandomi del suo pomeriggio passato al centro benessere, un luogo in cui si era rilassata completamente grazie a un lungo massaggio. Con grande attenzione ai dettagli, mi ha descritto quanto apprezza l'esperienza di farsi coccolare da mani esperte, sottolineando come riesca a lasciarsi andare completamente, abbandonando ogni tensione.
A quel punto, mi è sembrato naturale condividere con lei la mia stessa passione per i massaggi. Non c'è voluto molto per entrare in confidenza, quasi come se quel tema ci avesse dato il permesso di abbassare le difese. Abbiamo iniziato a raccontarci quanto ci piace prenderci del tempo per noi stessi, concedendoci un momento di puro relax in cui affidiamo il nostro corpo a chi sa come prendersene cura. Era come se, parlando di massaggi, in realtà ci stessimo già avvicinando su un piano più intimo, un preludio a quello che sarebbe venuto dopo.
Da lì, il passaggio verso argomenti più attinenti al sesso è stato praticamente naturale, quasi inevitabile. E devo dire che, in quel momento, forse è stata più lei a voler spingere la conversazione in quella direzione, piuttosto che io. Ha iniziato a parlarmi con una certa schiettezza di cosa guarda in un uomo, focalizzandosi su dettagli che solitamente passano inosservati: le mani, ad esempio, e il fondoschiena, elementi che per lei risultano particolarmente attraenti. Ha continuato dicendomi che impazzisce per gli uomini con capelli lunghi e una leggera barbetta incolta, descrivendo con grande precisione quello che sembra essere il suo ideale estetico maschile.
Ascoltandola, ho avuto quasi l'impressione che stesse descrivendo me, e infatti, poco dopo, ha ammesso che una delle foto che avevo condiviso le faceva un certo effetto. In particolare, mi ha parlato di una mia foto in costume da bagno, a torso nudo, scattata mentre, su un ponte, mi lancio in avanti afferrandomi ai passamano. Mi ha detto, candidamente, che vedendo quella foto aveva provato un desiderio improvviso e travolgente di strapparmi di dosso il pantaloncino e di fare sesso con me proprio lì, su quel ponte.
E così si sono aperte le danze ed abbiamo iniziato a raccontarci le nostre fantasie. Io le ho fatto anche leggere alcun miei racconti, rispetto ai quali in genere sono abbastanza riservato. Devo dire che mi ha stupito con la sua malizia, con aria innocente mi ha raccontato alcune delle sue esperienze più intriganti ed è stato splendido scoprire di essere accomunati da fantasie, perversioni ed emozioni. Le nostre chat sono diventate sempre più spinte. Mentre ci raccontavamo le reciproche fantasie abbiamo iniziato a masturbarci insieme. Non pensavo che sarei riuscito ad eccitarmi tanto chattando con una donna, ma con Sara è stato un crescendo continuo di desiderio.
Lei è capace di descrivere le sue fantasie facendotele praticamente vive, mentre mi masturbavo avevo quasi la sensazione che fosse la sua bocca a cingere il mio cazzo, un coinvolgimento totale, completo, avvolgente.
Così in me è sorto un irrefrenabile desiderio di conoscerla, di incontrarla, di scoprire se tutte le splendide fantasie che avevamo immaginato potessero trasformarsi in momenti di uguale intensità.
E ho iniziato a chiederle di vederci, di conoscerci, le lasciai il mio numero di cellulare perché volevo sentire la sua voce. E fu lì che lei iniziò a glissare alle mie domande, a cambiare discorso; diceva di non essere in città e dopo alcuni giorni mi iniziò a sembrare una scusa. Certo erano molto coinvolgenti le nostre chat, ma non mi bastava immaginare quei momenti, volevo andare oltre; e soprattutto m’infastidiva non essere sicuro che l’intensità che avvertivo era avvertita anche da lei; avevo il timore che per lei fosse come un gioco, mentre per me il desiderio di lei che le dichiaravo era reale e profondo. Così affrontai il discorso, cercando di essere però diplomatico. Non lo fui abbastanza e lei la prese male. Cercai di spiegarle meglio il mio punto di vista, soprattutto il fatto che esigevo chiarezza sulle sue intenzioni e sul fatto che per me una chat può essere un gioco, ma fino a un certo punto…
Allorché squillo il telefono, era un numero privato ma sapevo dentro di me che era lei. Alzai la cornetta e risposi facendo finta di nulla, ma appena lei pronunciò il mio nome per assicurarsi che fossi io all’altro capo della cornetta, risposi pronunciando il suo nome. Negò per un solo secondo di esser lei, poi ammise e iniziammo a spiegare quello che ognuno di noi stava vivendo. Parlammo per quasi un’ora e lei mi assicurò che era solo una sua esigenza di esser certa di quello che stava facendo. Sicuramente in questo siamo diversi, io mi butto a capofitto nelle emozioni, mi piace seguirle in modo impulsivo, abbandonandomi senza paure o incertezze. Ma le obiezioni che mi fece erano decisamente legittime.
Dopo quella conversazione decisi di stare lontano dal computer, la tentazione di riprendere la chat con lei sarebbe stata troppo forte e preferii prendermi un po’ di tempo. Era settembre e dopo alcune giornate di pioggia era finalmente uscito un raggio di sole a ricordare che l’estate non era poi così lontana. Mi venne voglia di fare un bagno, però pensai che forse dopo le piogge dei giorni precedenti, l’acqua sarebbe stata troppo fredda. Mi venne in mente una piscina termale naturale, che peraltro era stata l’ambientazione per alcune delle fantasie dei giorni precedenti con Sara. Essendo il posto vicino al paese in cui mi aveva detto che stava in quei giorni, le avevo proposto di andare a fare insieme un bagno lì. Ovviamente nelle nostre fantasie il bagno sarebbe stato accompagnato da splendidi momenti di tenerezze; immaginai di cospargerla di fanghi con un massaggio caldo e sensuale, di fare l’amore nell’acqua calda o sotto i getti di una cascata. Le dissi che sarei andato a prenderla e le avrei fatto conoscere questo posto peraltro molto bello, ma a questa proposta lei glissò così come aveva fatto con tutte le altre mie proposte di incontrarci.
Pazienza, il posto era comunque bello e piacevole anche andandoci soli.
Presi un telo, il costume non era necessario tanto immaginavo che non ci sarebbe stato nessuno e partii.
Arrivato lì, feci subito un bel bagno lasciando che l’acqua calda rilassasse i miei muscoli. Peraltro, era il venerdì di una settimana per me lavorativamente impegnativa, pertanto ero contento di concedermi un po’ di relax.
Uscii dall’acqua e mi andai a distendere su una specie di collinetta proprio lì accanto.
Nudo lasciavo che il sole di settembre accarezzasse il mio corpo, la mia schiena. Poi non potei non iniziare a pensare a lei.
La immaginai dietro di me, che mi stava massaggiando con dell’olio alle erbe. Disteso a pancia sotto, sentivo le sue mani dalla pelle morbida muoversi sapientemente lungo tutta la mia schiena, resa dolorante dalle fatiche lavorative. Potevo sentire nitidamente i suoi seni gonfi a contatto della mia pelle, ne avvertivo il calore, seduta sopra le mie cosce a cavalcioni, padrona della situazione e dei miei sensi.
Il cuore accelerò i suoi battiti, svegliandomi da quel torpore che si era impadronito di me dopo lo splendido bagno, e in preda alla crescente eccitazione, iniziai a desiderare il suo corpo, e come nei giorni precedenti davanti al pc, sentivo la mia eccitazione crescere irrefrenabile e il mio sesso crescere e iniziare a gonfiarsi. Intanto, incurante di tutto ciò, e con la calma più assoluta, lei proseguiva il suo massaggio, le sue mani esperte percorrevano ogni centimetro del mio corpo, soffermandosi con particolare solerzia sulle mie natiche, aprendole leggermente, ogni volta che ne ultimava la loro circumnavigazione.
Ormai quella posizione era una tortura per il mio sesso e così decisi di girarmi per iniziare a farmi una sega. Fu proprio in quel momento che in lontananza vidi arrivare una macchina, che parcheggiò nei pressi della piscina e dalla quale scese una donna. Entrò nell’aria dello stabilimento, il cancello lo riuscirebbe a scavalcare senza difficoltà anche un bambino, si guardò intorno, non facendo caso al posto dove mi ero posizionato io, poi prese a spogliarsi.
Non ci potevo credere, avevo visto di Sara solo poche foto, peraltro neanche troppo nitide, ma quella donna arrivata lì ero convinto fosse proprio lei. La osservai spogliarsi, mettersi nuda e tuffarsi nell’acqua. Per qualche istante mi parve di sognare, quella donna bellissima e sensualissima che per giorni era stata al centro di ogni mio pensiero e fantasia ora si era materializzata lì davanti a me e nuotava nuda incurante della mia presenza. Mi sembrava impossibile, feci mente locale ma pensai che da oltre 10 anni non assumo droghe lisergiche e non mi sembrava possibile un flashback tanto ritardato. Ma non poteva esser lei, cercavo di convincermene quando la vidi uscire dall’acqua e sdraiarsi sul suo telo.
Rimasi fermo a osservarla, ora da sdraiata era impossibile riconoscerne i tratti del viso, che peraltro non ero affatto certo di riuscire a riconoscere. Poi vidi che prese la borsa e tirò fuori una crama solare, aprì la confezione, ne prese un po’ e le sue mani iniziarono ad accarezzare il suo corpo. Osservavo quella donna cospargersi di crema; lo faceva con cura, cercando di distribuire l’unguento in modo uniforme. Poi quel massaggio lentamente divenne sempre più sensuale, insisteva sul seno; teneva i suoi seni tra le mani, li massaggiava iniziando a giocare con i capezzoli. Poi scesero lungo il corpo, si soffermarono sulle sue gambe, sull’interno coscia, e ad ogni passaggio si spingevano più su. A un certo punto con una mano iniziò ad aprirsi la vagina e con l’altra, dopo averne inumidito le dita con la bocca, iniziò a massaggiarsi delicatamente il clitoride.
Io la guardavo e ormai ero sempre più certo che si trattasse di Sara. Senza quasi rendermene conto, avevo iniziato a masturbarmi sempre più eccitato. Lei si accarezza il clitoride un pò, con movimenti circolari che lo induriscono e lo espongono dalle sue labbra glabre. Poi afferra il tubetto della crema e con quello inizia a stimolare il clitoride, finché non lo vidi sparire nella sua vagina, con movimenti lenti lei lo faceva entrare assaporando e dilatando il più possibile ogni istante di quel trattamento. Riconoscevo la stessa malizia, la stessa sensualità, la stessa carica erotica che avevo percepito nelle nostre chat.
Lentamente e silenziosamente presi ad avvicinarmi, avanzando alle sue spalle; il rumore della cascata d’acqua copriva i miei passi, così le fui dietro. Esitai, quella visione era stupenda e avevo paura ad interromperla. Lei era distesa su un fianco, aveva gli occhi chiusi, si mordeva un po’ il labbro e spingeva lentamente avanti e indietro il tubetto nella sua vagina. Mi distesi accanto a lei, poi con le mie mani accarezzai le sue spalle e dissi: “ciao Sara”.
Per quanto avessi cercato di essere il più trasparente possibile, lei inevitabilmente ebbe un sussulto, si voltò e quando vide il mio volto fece un’espressione incredula.
Io approfittai di quegli attimi di smarrimento e subito le accarezzai dolcemente il seno; ci guardavamo negli occhi eccitati, sono certo che in quel momento lei si stava dando piacere pensando a me. Fu naturale che nostre labbra si avvicinassero e si congiungessero in un bacio lento e sensuale. Con una mano le reggevo la testa e quel momento fu dolce e intenso, assaporavo la sua saliva, lasciavo che i nostri corepi aderissero completamente. Ci stacchiamo un attimo e per alcuni istanti ci guardiamo negli occhi leggendo ognuno il desiderio dell’altro.
Mi avvicino nuovamente e le prendo il viso tra le mani e la bacio in bocca; stavolta risponde ficcandomi la lingua dentro; attaccati pomiciamo a lungo poi faccio scendere le mani sul suo seno; sento un mugolio e le stringo un po’; lei partecipa e il bacio prende vigore; ora le lingue si muovono veloci e si cercano succose.
Mi stacco dalla sua bocca calda e cerco l'orecchio prima e poi il collo; ha una pelle morbida e fresca, che sa di buono; lei si è sdraiata sulla schiena e ha chiuso gli occhi abbandonandosi ai miei baci. Scendo lungo il suo corpo, arrivo ai seni. Una volta mi disse che quello sinistro è più sensibile, parto da quello. Prima lo bacio dolcemente, poi con la lingua inizio a strofinare il capezzolo, poi lo prendo tutto in bocca e lo succhio avidamente. Mi soffermo a lungo sui seni, li tengo tra le mani e uno per volta li bacio e li lecco. I suoi mugolii mi fanno capire che apprezza e anch’io sono eccitatissimo. Lai con il ginocchio ha avvertito il gonfiore del mio sesso e lo strofina leggermente, ogni tocco è una scarica che mi procura emozioni indescrivibili.
Con una mano intanto sono sceso ad accarezzarle una gamba. Con movimenti lenti percorro la sua morbida pelle, ne accarezzo la parte interna, arrivando quasi a sfiorare il suo sesso. Mi piace il suo interno coscia, la sua pelle morbida. Stacco la bocca dalle tette e vado subito lì. Inizio a baciare quelle cosce calde e invitanti, mentre distendendo un braccio continuo a prendermi cura dei suoi seni.
Poi le aprii le cosce e affondai nel suo mare. Iniziai a leccarla e a baciarla tra le gambe. La sua schiena si inarcava ogni qualvolta succhiavo il suo clitoride che sentivo crescere attimo per attimo. Più succhiavo, e con la lingua glielo leccavo e più la sentivo gemere di piacere, continuando ad inarcarsi sempre di più. E succhiavo, succhiavo sempre di più le sue grandi labbra, le piccole labbra. Tutta la sua vagina ormai era nella mia bocca.
Un movimento lungo, dal perineo al clitoride, la sta portando velocemente all'orgasmo. Lo so, lo conosco, lo sento, e allora lo accelero, potando le labbra a serrarsi attorno al suo clitoride.
Lo trattengo leggermente con i denti e inizio a succhiarlo. Scosse elettriche attraversano il corpo di Sara che si afferra ai miei capelli.
La sentii finalmente sussurrare... “Godo” e simultaneamente oltre ad essersi inarcata ulteriormente con la schiena quasi a quarantacinque gradi, mi inondò del suo umore, del suo nettare che io proseguii a succhiare fino a quando lei non ne potette più. Qualche secondo utile a prendere fiato entrambi, che lei mi salì a cavalcioni, sul mio uccello pronto ad accogliere quell'adorabile vagina, ma... sopratutto lei, ancora in preda di un’estasi infinita.
Si muove lentamente sopra di me, guardandomi negli occhi con dolcezza, eccitazione e malizia; un brivido mi partiva dalla cute dei capelli fino alla punta dei piedi.
Non passò molto che i suoi gemiti, ormai costanti, diedero vita a molteplici orgasmi che si susseguivano rapidamente. Non si contavano e i suoi umori fuoriuscivano a flotte, inondando con quella calda rugiada, ogni parte del mio corpo. Una vera apoteosi di piacere tale da farmi rapidamente godere.
Non capivo più nulla, e sentii che stavo per esplodere, sfilai velocemente la mia asta da lei e con un colpo di mano schizzai un fiotto caldo che raggiunse il corpo di lei, il secondo non fece in tempo ad uscire che le sue labbra erano già attorno alla mia asta in attesa di ricevere il resto del mio nettare … mi lasciai andare e svuotai tutto me stesso nella sua bocca.
Sudati fradici e con il fiatone ci guardammo e iniziammo a baciarci e a condividere il mio sapore.
Poi si fece piccola e si accucciò sotto la mia spalla; era minuta, delicata, avevo l’impressione che mi stesse sul palmo della mano; una brezza fresca della sera ci diede respiro mentre ci scambiavamo dolci coccole, prima del secondo round.
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