Non doveva accadere

Lo confesso. L’ho fatto. Per la prima volta in tanto tempo. Mi sono masturbato pensando a te, guardando una tua foto. Quella in cui sei in piedi in intimo nero.
Ammetto che non era previsto, ma è accaduto. Guardavo le tue foto come avrò fatto tante volte: quella in cui sei stesa, quella in bianco, quella in pizzo rosso. Mi sono soffermato sulla mia preferita qualche secondo in più. Tanto lo sai quale è. Quella in piedi, in nero, la più normale forse. Il tempo sufficiente per sentire il mio sesso gonfiarsi e diventare duro. Una reazione normale e consueta. Sarà che ero solo, la voglia, anche un pizzico di malinconia. Mi è tornato in mente l’ultimo scambio di messaggi, con te che sembri non volerti convincere della tua carica erotica. Ho cominciato ad accarezzarmi. Non direi ancora masturbarmi. Più un accompagnare l’andamento dei miei pensieri.
Sei bella. Dio quanto sei bella. Naturale, imperfetta e per questo così femmina. Come devi essere nuda quando inizi a fare l’amore? Adesso si mi sto toccando. Lentamente, indugiando sul bordo della cappella, perché è lì che mi da piacere. Penso. Immagino. La tua bocca piena e carnosa che mi bacia. Prima sulle labbra e poi sul sesso. Un bacio. Un altro. Il cazzo è nella tua bocca. Lo succhi piano, quasi indugiando, quasi soprappensiero. Una lentezza nella mente che fa a cazzotti con la mia mano che ora ha preso un ritmo sempre più veloce. Ora non si accontenta della cappella, ora fa su e giù lungo l’asta.
Adesso che ci penso non ti ho mai vista nuda. Tutta nuda. Scorci. Vedo e non vedo. Niente di più. Dai tanti discorsi fatti mi sembra di ricordare che sei depilata. Forse sbaglio. Adesso va bene così. Stringo nel pugno il mio sesso, poi allento la presa. Non sono io. Sei tu che spingi indietro con il culo mentre ti penetro. Contrasti le mie spinte e il cazzo dentro di te si ritrova quasi imprigionato, poi libero quando torni in avanti.
Nonera previsto, non doveva accadere. Però io provo piacere. E ne provo ancora di più mentre torno a concentrarmi su di te. Ho deciso di cambiare foto per venire. Sempre in intimo nero, ma distesa, stavolta si vedono i seni. Non posso indugiare. Perché sono sopra di te. Mi avvinghi con le gambe e spingo, sono le ultime spinte. Mi fissi con quegli occhi tra il malinconico e l’eccitato. Lo hai capito anche tu che sto per venire. Mi prendi in bocca e succhi, quasi a volere tirare fuori il mio piacere. No, non così. Mi tiro indietro. È una mano quella che sta per farmi godere. La tua. Pochi colpi e il gioco è fatto. Schizzi bianchi colano sul tuo seno. Ne raccogli qualche goccia con un dito e lo porti sulle labbra.
Sono immobile. La mia mano è appiccicaticcia. Sul pavimento una scia quasi trasparente di liquido.