Lui & Lei
Missione in Iraq (1)
di double6446
01.12.2020 |
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"Era Tina, ed era ancora meglio di come la ricordavo, insieme ad Annette una sua “Amica”, ci salutammo, mi accolse con un bellissimo sorriso ed un tenero..."
Missione in IRAQ (1)Quando meno te lo aspetti ti capitano cose che non credevi mai potessero avvenire. Siamo nel 2004 ed ero in missione in Iraq, eravamo una congrua cellula italiana all’interno di una base americana vicino alla tristemente nota Nassyria. Nel predisporre le nostre operazioni dovevamo interfarciarci con il loro comando e avevano scelto me come collegamento per la mia conoscenza della lingua. Ero quasi ogni giorno nei loro uffici e loro, quasi ogni sera nei nostri alloggi e bivacchi vari per ridere, scherzare e…. bere qualcosa dal momento che a loro era consentito al massimo di bere un Gatorade durante i pasti. Avevamo insieme coniato 103 modi diversi e lingue diverse di chiamare ciò che ci mancava di più ….”la figa” e a stilare questo dizionario avevano partecipato anche alcune donne della US ARMY (l’equivalente del nostro esercito). Il nostro bivacco era diventato il più frequentato della base sia da italiani che soprattutto da americani, visto che da noi potevano dare sfogo alla loro “sete” di alcolici lontano da occhi indiscreti, si riducevano come stracci, a stento stavano in piedi tanto che spesso ci toccava accompagnarli ai loro alloggi, per poi vederli di buon mattino allenarsi e correre inquadrati cantando………… ma come cazzo facevano è sempre stato un mistero. Una di queste sere si presenta Tina, una ragazza venticinquenne “elettricista” che aveva messo la firma per potersi pagare gli studi. Capelli chiari raccolti all’indietro, occhi grandi di un azzurro intenso, molto dolce, intorno al metro e sessanta, esile, minuta nelle sue forme ma ero sapevo che sotto quella mimetica c’era una figetta niente male di sicuro doveva avere un culetto molto sodo da quello che si poteva intravedere. Era venuta incuriosita dai 103 modi di cui prima trascritti a mano con un pennarello indelebile su una parete. Li lesse tutti con attenzione mentre sorseggiava la sua lattina di birra (italiana) spesso divertita, con un sorriso che trasmetteva un non so che di trasporto. Fu allora che decisi di avvicinarmi a lei, la sua prima reazione fu di nascondere la birra ma con un cenno le feci capire che non c’erano problemi, anzi le offrii subito una sambuca di una nota marca italiana dal momento che si erano bevuto tutto, e fu ……….l’apoteosi. Sembrava gradire molto quel tipo di liquore, tanto che promise subito che sarebbe tornata anche il giorno dopo (figurati se ci fosse stato qualcosa di più alcolico).
Da quel giorno si instaurò fra di noi un bel rapporto, una amicizia molto stretta, fatta di sorrisi, di complici abbracci che in realtà mascheravano ben altri desideri. Mi raccontò dei suoi studi, del suo passato,della sua indecisione se restare nell’ARMY o continuare gli studi e ogni sera ……. giù con la sambuca mentre i suoi colleghi ci osservavano, spesso stranamente divertiti quasi compiaciuti, qualcuno di loro mi disse che Tina era lesbica e che non dava confidenza a nessuno, ma secondo me era solo invidia del fatto che stava sempre con me era di sicuro un agnellino messo in mezzo ad un branco di lupi assatanati, il fatto è che anche io era allupato e la desideravo tantissimo, Passano i giorni, i mesi e il desiderio di trombarmela aumentava di giorno in giorno, me la mangiavo con gli occhi. Anche lei gradiva, si vedeva dal suo sguardo, dal suo modo di scherzare, dai suoi abbracci a fine serata, ma non potevamo fare niente dal momento che se fosse successo qualcosa fra di noi, saremmo subito stati rimpatriati entrambi con qualche provvedimento disciplinare. Alla fine della missione ci scambiammo le mail, gli indirizzi delle caserme e……. un “tenero” saluto, un lunghissimo abbraccio da mano sulla spalla che teneramente scendeva sulla sua schiena……. da brividi. Poi come succede sempre tutto va nel dimenticatoio, torni alla vita di sempre e anche questa va nel cassetto delle cose indimenticabili e irrealizzabili, finchè un giorno di luglio mi chiamano all’ingresso della caserma, vi sono due ragazze straniere che cercano di te e tutti i miei colleghi ad offrirsi subito a farmi da spalla. Da lontano intravedo due ragazze di cui una di colore, entrambe strette in un paio di jeans molto attillati, scarpette da ginnastica e sottili t-shirt attillate che complice anche il caldo, non lasciavano niente all’immaginazione. Era Tina, ed era ancora meglio di come la ricordavo, insieme ad Annette una sua “Amica”, ci salutammo, mi accolse con un bellissimo sorriso ed un tenero abbraccio che mi fece subito tornare in mente di come in passato l’avevo desiderata. Anche l’amica non era niente male, una pelle ebano bellissima ogni forma al suo posto e nella giusta proporzione, di un duro marmoreo che veniva voglia di prenderla a morsi. Dopo i convenevoli gli diedi appuntamento ad entrambe a casa mia per la cena, sono un discreto cuoco e soprattutto….. vivo da solo., mentre loro finivano di girare la città.
Durante i preparativi immaginavo in quanti modi avrebbe potuto finire la serata e tutti uno meglio dell’altro. Alle venti precise suonano alla porta, sono loro, entrambe, una meglio dell’altra. Adesso mancava solo l’allineamento dei pianeti e tutto sarebbe potuto succedere o almeno era quello che speravo io. Annette parlava pochissimo, si limitava ad ascoltare e ad annuire ma ci osservava, anzi guardava Tina quasi con il mio stesso desiderio, era come se fra di noi si fosse aperta una gara, una competizione, insomma entrambi corteggiavamo Tina. La serata scorreva veloce ed il vino pure, c’eravamo sistemati fuori nel piccolo giardino di casa, a fine cena tra una portata e l’altra ci siamo bevuti un bel po’ di vino bello fresco che scendeva giù che era una meraviglia. A serata inoltrata, lei si alza e chiede del bagno……. ecco ci siamo pensai, adesso esce mezza nuda e ci invita entrambi a letto. Invece esce, invita Annette ad alzarsi, si concedano entrambe perché stanche del fuso orario e se ne vanno. Che delusione,non era così che avevo progettato la serata, dovevamo andare a letto e recuperare il tempo perso, invece mi ritrovo steso sulla sdraio in giardino a fumare da solo….. pazienza ci riproveremo domani visto che andremo a mare insieme. Mentre ero ancora a leccarmi le ferite, qualche ora dopo un taxi si ferma alla porta, era di nuovo lei,Tina da sola, con un sorriso malizioso che facevano capire subito qual’erano le sue intenzioni. Appena apro la porta lei mi si butta al collo, mi salta addosso con una voglia di chi è in astinenza da un bel po’ e mentre la bacio lei mi sbottona la camicia, comincia a succhiarmi i capezzoli prima uno, poi l’altro, avidamente, in men che non si dica siamo in giardino all’aperto, sulla sdraio, nudi. La luna illumina la sua pelle bianca e delicata, mentre le sue stupende tettine si facevano largo quasi con prepotenza, belle sode di un duro che ti attizzava al solo accarezzarle. Ho cominciato a baciarla, ad accarezzarla, dal collo fino a scendere giù al seno, ma ancora non avevo sfiorato il suo monte di venere, quello volevo lasciarlo per ultimo. La cosa surreale era il complice silenzio per non farci sentire dai vicini, il suo ansimare leggero mi faceva salire il sangue alla testa oramai il mio cazzo reclamava la sua preda e bramava dal desiderio di penetrarla. Le mie mani la esploravano tutta, non c’era un solo millimetro di pelle di quel corpo colmo di desiderio che non avevo sfiorato e baciato. Fu lei a mettersi sopra di me, con delicatezza apre le sue gambe e piano piano si lascia penetrare con una passione ed un desiderio, di chi come me, aveva atteso quel momento da molto, anzi troppo tempo. Aveva una figa stupenda, bagnata,calda, ma soprattutto accogliente, di un eccitante unico, il mio cazzo entrò delicatamente, lo sentivo farsi strada avvolto dal suo calore, piano delicatamente accompagnato dalla maestria dei suoi movimenti.
Cominciò ad andare su e giù con una lentezza estenuante, ansimava piano, si vedeva che ci sapeva fare, ma si sentiva che come me lo aveva desiderato da tempo. Per aumentare il piacere le massaggiavo quel culetto sodo sfiorando il suo roseo buchetto, giovane, bellissimo. Le sue mani si appoggiavano alle mie spalle, poi piano scende sulle mie braccia, era un’anguilla che delicatamente ma con decisione si muoveva sapientemente. Inclinò la testa all’indietro e mi offriva le sue piccole e sode tette, le succhiavo e le baciavo con avidità, passione e desiderio. Poi mette le sue mani nei suoi capelli e con maestria e competenza rallenta il ritmo per durare di più. Oramai entrambi stavamo per esplodere in un orgasmo pazzesco. Era lei a tenere il ritmo, prima dolce, poi lento, poi cominciò ad aumentare di intensità, sempre più forte, sempre più decisa, il suo orgasmo era vicino e me ne accorsi quando cominciò a stringere le mie braccia e siiiii……… ooooooooohh che goduria……. è bellissimooooo, entrambi arriviamo, un abbondante orgasmo pieno di sperma che gli inondò la figa, uno dei migliori in assoluto della mia vita. Anche lei era esplosa in un orgasmo molto intenso, lo sperma di entrambi piano piano scivolava giù, quasi mi accarezzava . Rimanemmo abbracciati per un po’, lei poggiò la sua testa su mio torace ed in silenzio al chiaro di luna ci godiamo entrambi quel momento unico. Dopo un po’ si alza, va in bagno, si riveste, io faccio altrettanto, cerco di essere di nuovo presentabile, lei viene verso di me, mi bacia e mi dice “sai, era proprio come l’aveva immaginato”. Dopo poco arriva un taxi che lei deve aver chiamato in tutta fretta, mi abbraccia, fa per andarsene ma io la fermo e la bacio di nuovo poi le chiedo come mai fosse tornata, lei mi bacia e mi dice “dopo cena ti sei dimenticato di offrirgli una …… sambuca”, anzi mi anticipò che ne aveva parlato alla sua amica e domani sarebbero tornate insieme ad assaggiarla, ma oggi no, oggi dovevo farlo da …….. sola.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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