Lui & Lei
La casa nuova
di double6446
23.04.2020 |
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"Cominciai a toccarle, le uniii verso il centro e cominciai a baciarle, a leccarle tutte, a stringerle con vigore ma non con forza senza mai arrivare ai..."
La casa nuovaAvevamo finalmente coronato il nostro sogno acquistando una casa di nuova costruzione consegnata con un anno di ritardo nel periodo della chiusura delle scuole e visti gli impegni scolastici dei ragazzi decidiamo di aspettare e posticipare il trasloco. Intanto avrei cominciato a fare da solo qualche lavoro come predisporre il giardino alla semina dell’erba. Così ogni giorno e dopo il lavoro nel tardo pomeriggio (per evitare la prima calura estiva) mi reco alla nuova abitazione e comincio realizzare i primi lavori. Eravamo i secondi a andare ad abitare, i primi sono stati i miei nuovi vicini, lui vigile del fuoco e lei una maestra della scuola elementare, ma non li avevamo ancora conosciuti. Il nostro confine era delimitato da un semplice muretto, di aspetto minimal ma giusto per tracciare una linea di separazione.
Disteso il terreno, devo cominciare a portare dei voluminosi sacchi di terriccio grandi, ma confesso, poco pesanti e così per fare prima ne porto due alla volta si fa prima, anche se il caldo di questi giorni non aiuta e si suda parecchio. Dopo un pò di viaggi, tolgo anche la maglietta che avevo addosso, rimango solo con un pantaloncino e degli scarponi. Al di là del muretto di confine c’è quella che presumo essere, la mia nuova vicina , distesa a prendere il sole su una sedia a sdraio nel suo giardino, con una bella caraffa d’acqua al suo fianco. Era la prima volta che la vedevo, fino ad ora non c’era stata ancora l’occasione di presentarci, una bella donna non c’è che dire alta, bionda, un bel fisico, direi che stavolta sono stato proprio fortunato per essere la classica donna della porta a fianco.,,,,,. Ha anche uno splendido seno, credo, una quinta se non una sesta misura, strano a vedersi perchè non si sposa con la sua esigua fisicità. Aveva una maglietta bianca con dei leggins corti al ginocchio, un paio di infradita e degli occhiali da sole scuri dietro cui si nascondeva, ma capivo bene dove guardava.
Finalmente ho finito di trasportare i sacchi, mi fermo, prendo il tubo dell’acqua e mi do una leggera rinfrescata per cercare sollievo al caldo e togliermi l’odore acre del sudore. Rimango bagnato e mi appoggio al muro per riprendere fiato, quando ecco Giavanna (la vicina) appoggiata al muretto che osserva i lavori. Salve, lei è il giardiniere,le volevo chiedere se visto il caldo bisogna innaffiare l’erba più volte al giorno visto che è nuova. Deve avermi preso per il giardiniere, allora mangio la foglia e preso dalla curiosità anch’io mi avvicino e le dico che l’importante è non farlo nelle ore più calde della giornata sà, sono poche le cose per cui vale la pena sudare con questo caldo …….. eccola, mmmmh devo aver colto nel segno.
Il suo sguardo ora si fa più malizioso, uno sguardo che non lascia dubbi, evidentemente lo spettacolo era stato di suo gradimento, mi scruta dalla testa ai piedi e mi offre un bicchiere d’acqua aggiungendo …… se vuole qualcosa di più fresco vado a prenderlo in frigo. Ma non vorrei disturbare, magari suo marito si ingelosisce vedendo che dedica qualche attenzione al giardiniere.
Ma no, si figuri mi risponde con un conturbante sorriso e poi adesso è di servizio al lavoro torna stasera tardi. Così dicendo si voltò e si avviò verso la sua cucina. Quello era un chiaro invito a seguirla che non mi lasciai sfuggire, saltai il muretto e la seguii.
Ero magnetizzato da lei, la seguivo consapevole del suo chiaro invito, avevo addosso solo un pantaloncino ed eravamo soli in casa ….. cos’altro aspettare. Appena fummo davanti al frigo la presi da dietro per un braccio e la girai verso di me. Lei non oppose alcuna resistenza si vedeva che non aspettava altro e cosi la baciai sulle sue calde labbra, poi scesi sul collo e intanto molto dolcemente infilai le mie mani sotto la sua maglietta. Era completamente abbandonata, non aspettava altro, poi con un gesto fulmineo si tolse la maglietta.
Aveva una pelle di luna, bianca, delicata, l’ odore inebriante della crema per il sole mi eccitava ancora di più. Stringendola per le braccia provai a farmi strada con la lingua per arrivare ai capezzoli senza slacciarle il reggiseno. Non fu impresa facile dal momento che le sue tette erano compresse all’interno dello stesso. Erano davvero troppo grandi per un reggiseno così piccolo. La alzai per le gambe e la feci sedere sul tavolo, eravamo entrambi infoiati dall’eccitazione, le slacciai il reggiseno liberando le sue splendide tette. Lo spettacolo che mi si presentò davanti fu fantastico, due tette da favola, enormi sicuramente più grandi di quelle che mi ero immaginato, adornavano un corpo niente male, alto, slanciato, desiderabile.
Non avevo mai visto un seno così enorme, leggermente cadente ma grande, davvero grande. Cominciai a toccarle, le uniii verso il centro e cominciai a baciarle, a leccarle tutte, a stringerle con vigore ma non con forza senza mai arrivare ai capezzoli, quelli erano la meta finale e non volevo accorciare i tempi, volevo gustarmi quel seno in tutta la sua interezza. Lei aveva gli occhi socchiusi e la testa all’indietro, si godeva ogni centimetro della mia lingua. Piano piano si adagiò con la schiena sul tavolo e con le gambe mi stringeva a se. La aiutai a togliersi il leggins e un minuscolo slip, entrambi caddero sofficemente a terra. Continuai a baciarla e a scendere sempre più in basso, lei prese con le mani ad accompagnarmi spingendomi con impeto verso quel filino di peli che adornava la sua figa. Le alzai le gambe e cominciai a leccarle partendo dalla caviglia, ad ogni mia slinguata corrispondeva un suo gemito. Risalii le sue lunghe gambe fina ad arrivare al suo interno coscia che presi a mordicchiare e leccare dolcemente, oramai non c’è la faceva più, voleva che arrivassi al suo monte di venere. Prima di farlo, alzai lo sguardo per godermi ancora lo spettacolo, la tenevo per le caviglie, a gambe aperte, un fisico conturbante ed eccitato che non aspetta altro che essere posseduto e con delicatezza mi accostai al suo sesso. Era gonfia, calda, rossa, colore reso ancora più vivo dalla sua pelle. L’odore del suo umore era fantastico, con la lingua, cominciai a leccarla partendo del centro dei suoi buchi, poi piano piano contornai i suoi labbroni gonfi per poi arrivare a succhiare dolcemente il clitoride. Dopo affondai la lingua all’interno della sua figa, uno, due tre colpi per poi di nuovo salire e succhiarla dolcemente. Aaaaaaah ecco ………. siiiiiiiii ci sonooooooooooo furono le parole sospirate mentre un fiotto leggero aspro e dolce allo stesso modo, conquistarono la mia bocca. Subito dopo abbandonò ogni forza, come un pezzo di ghiaccio che si scioglie. Leccai avidamente ogni goccia del suo umore pianissimo perché ad ogni slinguata corrispondeva un piccolo brivido seguito da un leggero sussulto, rimanendo così,quasi come appassita sul tavolo.
Dopo un paio di minuti si alzò leggermente sussurrandomi …… ora tocca a te. Ero al settimo cielo, alzai le gambe e le accostai il mio cazzo, lei un po’ sorpresa (forse pensava ad un’altra conclusione)
e con un sorrisetto malizioso, si adagiò di nuovo sul tavolo lasciandosi penetrare. Era calda, bagnata, vogliosa, si godeva ogni millimetro del mio cazzo. La penetrai prima con dolcezza per poi aumentare piano il ritmo, le alzai le gambe al mio torace per aiutarmi meglio ad assestarle i colpi, quando sentii le sue mani al lato delle sue gambe che si apriva la figa. Era di nuovo su di giri, doveva essere in arretrato di parecchio tant’è che venne di nuovo con un lungo sospiro ………….aaaaaaahh ……. siiiiiiiiiiiii .
Mi staccai, volevo leccarla di nuovo per assaporare il suo nettare, ma lei si alzò, poi dolcemente mi invitò a spostarmi e si inginocchiò davanti a me, ora voleva assaporare il mio cazzo. Lo prese con entrambe le mani e affondò le sue calde labbra sulla mia cappella, leccando avida ogni millimetro. Con una mano mi teneva i testicoli e con l’altra me lo menava andando su e giù con la testa. Sentiva che non sarei durato molto, allora si staccò e cominciò a massaggiarmi con le sue enormi tette, lo accolse in mezzo a loro con una delicatezza estenuante. Oramai stavo per venire, Lei accorgendosene mi disse …….. aspetta, lo voglio qui sulle tette e così dicendo con un braccio le alza e con l’altra mano continua a menarmelo alternando dei colpetti di lingua sulla cappella, ecco……. ci sono……… arrivo ………oooooooooh………. Oooooh. Anche lei ansimò sentendosi addosso quei fiotti caldi, prese il mio cazzo e con delicatezza si spalmò su tutto il seno tutto lo sperma, leccando poi la cappella per non sprecare una sola goccia.
Non c’è dubbio Giovanna ci sapeva fare, sapeva il fatto suo, eccome se lo sapeva. Cercai di ricompormi un po’, mentre lei si sdraiò di nuovo sul tavolo, non so se perché ne voleva ancora o se per trovare un po’ di fresco sulla schiena. E’ stato bello………. mi disse, già, risposi io, speriamo di poterci rivedere le risposi io, mmmh ne dubito mi rispose lei rimanendo distesa sul tavolo. Ok, ora vado le dissi, quasi un po’ imbarazzato, torno al mio lavoro e poi devo fare una doccia e così dicendo andai verso il muretto e tornai nel mio appartamento.
Per la cronaca abito ancora in quella casa e Giovanna è ancora la mia vicina, ma da allora più nulla. Ci incontriamo raramente e ogni volta quasi non mi rivolge la parola, mi parla con acidità, sapete quella tipica della vicina scontrosa, non so se perché non le ho detto chi ero veramente o se perchè anch’io indosso una divisa come il marito, chissà, forse se facevo il giardiniere …………….. .
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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