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Lui & Lei

Ma sbronziamoci ancora


di Ale101
27.09.2024    |    341    |    9 9.3
"La rete che indosso, unita al tocco delle nostre mani, crea una sensazione quasi ipnotica..."
“Conosci una persona e subito ti ci affezioni
Insomma, ti piace, ti prende. Ecco questa, questa va a te. Non farò il tuo nome, ma capirai. Grazie di tutto, ciao.”

Versi semplici quelli di Olli, ma…succede. Sfioriamo la vita di qualcuno e decidiamo che la cosa più importante è sentirlo, vivercela davvero, in modo diverso.

Un rapporto splendido, come tanti all’inizio, ma con un elemento diverso: la voglia e la consapevolezza di creare qualcosa di sano. Cos’è un rapporto sano? Ognuno ha la propria idea, e noi avevamo la nostra.

Quello che è accaduto la sera prima mi ha fatto sorridere.
“Ti amo.” mi hai detto, dopo qualche bicchiere di vino.
“Mh, davvero?” ti ho risposto con ironia, prendendoti per i fondelli.
Quelle parole, dopo tutto quello che ci siamo detti da quando ci conosciamo, hanno aperto la strada a pensieri contrastanti e si, soprattutto sconci. E al mattino, quando hai cercato di giustificarti dicendomi che esistono tante forme d’amore e che mi avevi avvertito degli effetti dell’alcool, ho sorriso.
Le mie emozioni si amplificano quando sono sobria, invece.
La voglia di continuare a giocare su questa tua caratteristica era tanta, ma quella di te di più.

Giovedì pomeriggio a casa da sola.
Sono un po’ scombussolata dalla serata passata insieme.
Ho ancora un sacco di voglia di te addosso.
Come ogni volta che ci separiamo.
Prendo il telefono e scelgo con cura le parole. Obbiettivo: farti incazzare e scopare come due animali. Senza sentimenti. Devi passare la notte a pensarmi:
“Ho fatto un lungo bagno e mi sono regalata un momento di piacere, pensando a te in questo ordine:

1. ⁠⁠A te che ti slacci i pantaloni.
2. ⁠⁠Alla tua figura assorta nei pensieri.
3. ⁠⁠A te che fai i panzerotti.
4. ⁠⁠Alle tue mani sulla mia schiena.
5. ⁠⁠Al tuo sguardo mentre mi lecchi i capezzoli.
6. ⁠⁠Alle tue labbra che si posano sul bicchiere di vino.
Ho liberato anche qualche pensiero di troppo, ma ci sono alcune cose di cui vorrei parlare. Se domani a pranzo vieni qui, ne discutiamo. 12:40 massimo, qui. Buona serata 😘”
La tua risposta mi fa capire che ci sei cascato, che la provocazione ha colpito nel segno.

Ore 12:00 inizio a mettere in atto la seconda parte del mio piano.
Ci sono basse probabilità che funzioni, perché alcune parti di noi, non ce le siamo ancora rivelate.

Mi lascio avvolgere da una tutina a rete che mi fascia il corpo alla perfezione e lascia intravedere ogni curva, ogni centimetro di pelle.
I capezzoli spuntano tra i quadratini come frutti di bosco pronti da cogliere e le Louboutin nere in vernice sono il tocco finale, perfette per farti cadere ai miei piedi.
Mi specchio… Quello che vedo mi eccita parecchio. Per quanto a volte desideri apparire come una panterona, mi fa quasi tenerezza la mia figura riflessa, ma tu mi devi dare l’anima oggi.

Entri, mi sorridi e mi guardi confuso. Quel sorriso rischia di farmi mandare tutto a puttane, ho voglia di saltarti tra le braccia e baciarti. Mi sei mancato, cazzo.

Ti chiedo di seguirmi in camera. Hai lo sguardo confuso.
Siamo uno davanti all’altro nella penombra della lampada. Sento il tuo respiro. È ansioso, emani voglia di discutere, di far valere le tue ragioni. Non c’è bisogno, ma te lo sei dimenticato pare… Io e te non potremmo mai discutere e il perché è semplice. Nessuno dei due lo vuole.

Con tono calcolato e dolce inizio…

“Quello che è successo l’altro giorno ha avuto un peso importante. Mi hai confessato il tuo amore, salvo poi fare marcia indietro, dando la colpa alla mente annebbiata dall’alcool.” sorrido mentre le mani fremono.
Proseguo, calma, senza traccia di debolezza:
“Ho sempre ammirato il tuo modo di prendere il controllo… ha qualcosa di profondamente affascinante. Ma oggi le cose andranno diversamente.”
Con voce decisa ti chiedo di toglierti i vestiti.
“Indossa tutto ciò che c’è sul letto, poi iniziamo a parlare.”
Ti volti e osservi il letto: una parrucca, una gonna, una camicetta.
“Scordatelo.” mi dici ridendo.

Ti rigiri verso di me e ci guardiamo in silenzio.
L’aria tra noi si carica di tensione, fino a quando un sorriso, da entrambe le parti, scioglie quel momento.

Resto in attesa, in silenzio.

Finisci finalmente di svestirti e vestirti e malapena riesco a non ridere anch’io.
La gonnellina fa praticamente da ombrello al tuo cazzo e l’effetto della parrucca nera con il colore dei tuoi occhi invece, mi ricorda un po’ Iwan Rheon, nei panni di Mick Mars.

“Inginocchiati.” dico con fermezza.
So perfettamente quanto ti costi questa situazione, ma apprezzo che tu ti conceda a me, consapevole che è un gioco.
C’è qualcosa che va oltre ciò che ognuno di noi ha mai vissuto con qualcun altro.
Lo fai…
“Ubriaco o meno, io non ho mai chiesto il tuo amore. E, francamente, ubriaco o meno, è quasi patetico pensare che tu sia arrivato a questo punto, nonostante ti avessi detto chiaramente di non farlo." ti dico girandoti intorno, come uno squalo.

Breve pausa drammatica… Sto giocando con il fuoco e tu me lo permetti…
Questa cosa mi fa impazzire. Mi sento in qualche modo, al sicuro con te anche quando potrei bruciarmi… Sono io che potrei amarti M., penso.

“Credo che la tua dichiarazione d’amore sia stata un tentativo per farmi avvicinare a te.” dico, aspettando delle proteste. Ma c’è solo silenzio. Forse stai cercando di capire dove voglio arrivare.

“Povero tesoro… così fragile, così esposto. Ora vedo chi sei davvero: un uomo che ha perso il controllo, incapace persino di seguire una semplice regola.” continuo, con tono di falsa compassione.

Il tuo respiro parla chiaro: in questo momento vorresti divorarmi.
Mi avvicino alle tue labbra, che si socchiudono. “Quello che non sai M., è che ti sono più vicina di quanto immagini…” ti sussurro e le parole si mescolano al respiro sulla tua bocca.

“Ora che mi hai confessato i tuoi sentimenti, sei così esposto, così vulnerabile. Completamente nelle mie mani. Anch’io nelle tue ok, ma tu sei troppo debole per resistermi.”
Ho bisogno di baciarti, di sentire che va tutto bene. E tu rispondi al mio bisogno con passione.

“Dammi le tue mani, M.” sussurro, porgendoti le mie.
Le guido sul mio corpo, accarezzandomi con le tue dita. La rete che indosso, unita al tocco delle nostre mani, crea una sensazione quasi ipnotica. Sento il tuo respiro sulla mia pelle, sulla pancia, e percepisco il tuo desiderio, mentre voglio che tu senta il mio.
Mi piego davanti a te, appoggiandomi al comodino, offrendoti una vista totale del mio corpo avvolto nella rete. Il mio sedere si muove deliberatamente davanti al tuo viso, provocatorio e sfacciato. So quanto mi desideri, e voglio che tu percepisca quanto ti voglio anch’io.

“Toccami forte, M,” imploro, tradendo per un attimo il mio piano.
Ma tu, da bastardo, mi sfiori appena, accarezzandomi con una delicatezza esasperante. Per un attimo mi lascio andare al piacere del tuo tocco, ma so che non posso resistere a lungo: o mi fermo, o mi lascerò travolgere da un orgasmo bollente.
Mi giro decisa e mi inginocchio davanti a te, prendendo le tue dita tra le mie labbra.
“Di cosa sanno, Ale?” mi chiedi con un sorriso beffardo.
“Di pura esasperazione, M.”
“Alzati.” ti dico ferma.

Ti sfilo la camicetta, la gonna e la parrucca. Ora voglio l’Uomo che ho davanti. Non ancora completamente, però…
Il tuo corpo inizia finalmente a tradire il desiderio, e il tuo sguardo mi dice che sei incazzato. Sorrido tra me e me, pensando a quanto ti è difficile lasciarti le cose alle spalle.

Prendo i due nastri che avevo preparato e ti lego le mani, privandoti anche della vista con l’altro.
“Sdraiati al centro del letto. Mani in alto, pancia in giù, M.” il mio tono è autoritario.
Mi ascolti.

Osservo la tua schiena, e come sempre, il desiderio di baciarla mi assale. C’è qualcosa di magnetico nel vederti così, vulnerabile e forte allo stesso tempo.
Ma c’è anche una parte di me che vuole spingerti oltre, farti arrabbiare ancora, sapendo che il tuo controllo si spezzerà solo per rispondere al mio desiderio. Voglio che mi prendi con tutta la furia che provi dentro.
“Vuoi amore, M.? Vuoi una relazione? Che idea affascinante… davvero!” - il sarcasmo nella mia voce è tagliente - “Ti sei mai chiesto cosa significhi davvero cedere il controllo, permettere a qualcuno di avere potere su di te?”
Le mie parole sono solo un pretesto, lontane dalla mia realtà. Non mi piace il controllo e ora non voglio sentimenti. Voglio solo essere presa, senza compromessi.

“Alza il culo, M.”
Le mie mani scivolano lentamente sulla tua schiena, avvolgendoti con un tocco che è tanto desiderio quanto possesso. Ti stringo, ti voglio, e mi chiedo se tu senta la stessa tensione elettrica che percorre il mio corpo ogni volta che lo fai.

Da dietro, afferro il tuo cazzo, rigido e pulsante, bagnato di desiderio. Il piano quasi mi scivola via mentre il mio istinto prende il sopravvento. Mi abbasso e affondo la lingua nel tuo culo, mordendoti la carne con una fame feroce. Vorrei avere un cazzo vero per spingerti oltre il limite, per averti come desidero.
Ti lubrifico senza esitazione, infilando la lingua più a fondo, seguita da due dita che scivolano dentro senza alcuna delicatezza.
I tuoi gemiti si fondono con i miei in un crescendo primitivo che ci consuma entrambi.
Le mie dita continuano a muoversi dentro di te, mentre scivolo tra le tue gambe.
Ho bisogno di sentirti in bocca, di prendere tutto di te. Ti succhio, affondando le labbra come se stessi risucchiando la tua anima. Il tuo corpo si agita, e ogni traccia di delicatezza che mi hai sempre riservato svanisce, lasciando spazio solo alla tua natura più cruda.

Mi stacco per un attimo, giusto il tempo di prendere fiato, mentre le mie dita continuano a scoparti il culo con la stessa furia con cui il tuo cazzo reclama il controllo.
“Mi vuoi soffocare, M?” rido, il tono feroce e divertito.
“Non riesci a controllare i sentimenti, e ora nemmeno il cazzo?” lo riprendo in bocca, con una fame vorace, portandoti esattamente dove volevo. Effetto desiderato ottenuto. Tra poco potrei vomitarti addosso l’anima.

“Dimmi, M, come pensi di riprendere il controllo? Continuando a negare? Nascondendoti ancora dietro una sbronza?”
Le parole escono taglienti, e vedo il fuoco nei tuoi occhi crescere. Sei sul punto di esplodere o di prendermi a testate, non capisco.

“Liberami, Ale,” ringhi tra i denti, la tua voce è carica di rabbia trattenuta.
“Lo farò, ma prima devi sapere una cosa…” mi avvicino lentamente, i tuoi occhi divorano i miei. “Sfrutterò ogni singolo istante del tuo bisogno di me, ogni tua debolezza, ogni tuo fallimento nel mantenere il controllo… per giocarci. Sai perché M.? Perché siamo legati da qualcosa di più forte.”
Ti lascio mordere quelle parole, mentre il mio corpo si tende di desiderio e sfida sotto di te.
Sono la tua merce e tu sei pronto a prendermi. Adesso.

Continua. Forse.
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