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Lui & Lei

La Figlia Della Cliente (seconda parte)


di Lando81
06.04.2020    |    1.111    |    0 9.3
"Un pomeriggio Giorgia era appena uscita, mi misi dietro Sabrina e la spinsi contro il muro infilandole sotto la gonna una mano tra le cosce, iniziando a far..."
Ero arrivato davanti casa di Sabrina, già da un paio di mesi andavo da lei il giovedì pomeriggio per le ripetizioni a sua figlia Giorgia.
Lungo il tragitto avevo come sempre cercato di pensare il meno possibile alle fantasie nei suoi confronti.
Fantasie potenti, bastavano pochi secondi fuori dalla realtà per sentire la mia eccitazione crescere dentro i pantaloni.
Il più delle volte capitava guardandola scrivere a fianco a me. Giorgia era molto carina, anche lei aveva la pelle mediterranea, ma a differenza della madre aveva i capelli lunghi e gli occhi chiari.
Non si vestiva mai esaltando le sue forme figlie della pallavolo e dello sci, era una rockettara trasandata, ma quando andavo a darle ripetizioni il suo abbigliamento cambiava decisamente.
Immaginare di allungare le mani su quelle giovani cosce proibite o afferrare quel bel seno sodo sempre meno nascosto mi accendeva tanto che quando finiva la lezione,
appena uscita di casa mi fiondavo sulla madre per sfogarle addosso tutte le mie voglie, invigorite dalla sua eccitazione e da quel suo corpo maturo che sapeva accendermi da due anni senza sosta.
Un pomeriggio Giorgia era appena uscita, mi misi dietro Sabrina e la spinsi contro il muro infilandole sotto la gonna una mano tra le cosce, iniziando a far pressione sulla sua venere.
Essendo una delle sue situazioni domestiche preferite la reazione fu immediata "Mmmh...speravo lo facessi, ti voglio qui...".
Togliendo la mano, la feci passare nel solco del suo sedere afferrando e spostando con le dita il suo perizoma che presi a calarle verso il basso incontrando i suoi autoreggenti.
Lei allargò leggermente le gambe mostrandomi le sue grandi labbra pronte ad accogliermi. Calati i miei indumenti mi ero rialzato, avevo iniziato a strusciarle la punta del mio strumento tra un abisso e l'altro, poi mi avvicinai al suo orecchio "...Qui...dove?..." "Mmmh....tema libero... professore...".
Quando finimmo ci ritrovammo appoggiati alla porta di casa seminudi e arruffati. Sabrina sorridendo mi disse che prima o poi, se non si aspettava di vederla andare via in auto,
sua figlia ci avrebbe scoperto. "Basterebbe una dimenticanza, lei non citofona mai, entrerebbe e ci potrebbe anche vedere come poco fa...inoltre ho il forte sospetto che abbia capito qualcosa, quel che ho capito io è che da quando vieni qui si veste mettendo sempre più in risalto le sue forme, e a te la cosa non è passata certo inosservata, caro il mio libertino..."
Rimasi colpito dal modo in cui l'aveva detto, ero quasi certo che la cosa le facesse addirittura eccitare.
E infatti..
"Certo che...saperti per un'ora con a fianco mia figlia e in salotto me, desiderosa di essere penetrata è piuttosto eccitante però...".
Adoravo questa donna, sapeva essere elegantemente discreta quanto spudoratamente lussuriosa e provocante.
Mi avvicinai al suo orecchio e la stuzzicai "Ti eccita sapere che tua figlia mi sta a fianco,....e ti eccita sapere che tua figlia si masturba pensando all'uomo al suo fianco?"
Nel frattempo avevo preso a passarle il polpastrello del dito medio sul clitoride con sempre più pressione.
"Mmmh...l'uomo che adesso masturba me?....Mmmmia figlia è maggiorenne e io non posso certo impedirle di...provocarti...o impedirti...di sedurla...Ahhh...Mmmh!"
Era fradicia, anulare e medio avevano iniziato un ritmo incessante tra le pareti vaginali mentre il palmo della mano premeva sul clitoride ormai gonfio.
Alternavo baci sul collo a piccoli morsi mentre lei cercava di finire il discorso, così rallentai leggermente le mie incursioni.
"Mmmh....ti sembrerà assurdo ma in questo momento penso che ritrovarti tra le sue cosce....sarebbe come stare tra le mie....ummmhhh...."
Eccitato come non mai ripresi a masturbarla con ancor più impeto, "Ahhhh....così mi fai ven....Ahhhhhh". Venne regalandomi il suo succo, alcune gocce erano cadute sul pavimento e le sue gambe stringevano tremanti la mia mano.
Mi portai le dita alla bocca e gustai il suo orgasmo. Mi misi davanti a lei, e appoggiando le mani sulle ginocchia iniziai lentamente a riaprirle i cancelli fino a vedere la sua venere
luccicante di rugiada. "Diciamo che sarebbe un'ottima amante, se riuscisse a farmi godere come tra le tue cosce..." La afferrai sotto le ginocchia e me la portai vicino,
non feci attendere la mia signora che era pronta a darmi prova di quanto le avevo appena espresso.
Dentro di lei, pompando nei suoi caldi tessuti la mia voglia mi venne quasi automatico ripensare a quello che mi aveva detto poco prima, e cosi mi ritrovai a immaginarmi di essere dentro Giorgia. Volevo provocare Sabrina chiamandola col nome di sua figlia, decisi però di usare un termine che a lei non avrei mai rivolto "Mi stai facendo godere....piccola...." "Ahhhhh....mmmmhh....scopami Prof......scopami forte...." sapevo che con quell'ultima richiesta voleva essere sodomizzata, così la girai per dedicarmi con la lingua alle porte del suo canale stretto che non tardò molto a far accomodare il mio strumento con cui ripresi a dar colpi profondi e sempre più veloci.
"Ahaa!!!Ahaaa!Ti prego non smettere!!!!" La presi sotto le ascelle e mi portai la sua schiena contro il petto, una mano entrò nella camicetta praticamente sbottonata e afferrò un seno libero dalla morsa di un reggiseno slacciato nell'amplesso precedente. Sabrina iniziava a muoversi sulla mia matura eccitazione, aveva iniziato a gemere sempre più forte, oltre a sentirsi i capezzoli esasperati dai miei polpastrelli aveva percepito il palmo di un altra mano passarle sul fianco per poi scendere in mezzo alle cosce e penetrarla con due dita. "Ahhh...uhmmm...dai...completa l'opera...mmmh..."
Lasciai il suo seno accarezzandole il viso e arrivai alle labbra sulle quali iniziai a far girare il mio dito medio che Sabrina prese a succhiare, poi iniziai a simulare quello che stavano vivendo i suoi abissi "Ecco mia Signora...mmh..ti sto scopando tutta...sei meravigliosa...mmmh!!!!" Rispose mentre veniva con un gemito soffocato dal mio dito che quasi mi morse "MMHHHHMM!!!!"
Sentirla godere mi avvicinò ulteriormente all'orgasmo, ma volevo fosse lei a procurarmelo, così mi fermai e lasciai a Sabrina il timone del piacere.
Sapeva essere così sensuale nel movimento che non c'era bisogno di aumentare il ritmo, in pochi minuti le strizzai forte il seno mentre le riversavo dentro il mio caldo getto di libidine.
Quella sera tornando a casa ripensai a quello che la mia amante mi aveva detto, forse voleva mettermi allo prova testando il mio self control, forse voleva spingermi a sedurre sua figlia
per potermi condividere con lei, quel che sembrava certo era che non le avrebbe dato fastidio.
Nel dubbio cercai di ritrovare un po' di razionalità cercando di convincermi che per quanto non fossimo una coppia di fatto, eravamo comunque legati in qualche modo, eppure sembrava che l'unico a porsi dei dubbi, fossi solo io.
Dopo due mesi quindi, la situazione aveva avuto dei piacevoli risvolti, davanti al citofono aspettavo di patirmi l'ennesima ora passata a rimandare il piacere provocato da una studentessa e da sua madre.
Premetti il pulsante dell'interfono, rispose Giorgia.
"Sono il Prof!" Seguì una risata "Ahahahah, salga pure!".
Quando me la ritrovai davanti l'ingresso, notai cercando di rimanere impassibile dei leggins grigio chiari e una felpetta con la zip che finiva la sua corsa all'altezza dei capezzoli.
La loro pressione sul cotone era tale da indurmi a credere che fosse senza reggiseno. Entrato nell'appartamento, mi resi conto che sarebbe stata un'ora intensa, Sabrina non c'era.
"Deve ancora rientrare, mi ha scritto dicendomi che si è trattenuta a lavoro...". Eravamo soli. Una carrellata di flash mi passarono per la testa andando a concentrarsi nello stomaco e
provocando la mia adorata ansia. Volevo farle un complimento che per troppo mi ero tenuto dentro e allo stesso tempo volevo mantenere le distanze.
"E tu devi fare una lezione di inglese o dare una lezione di fitness?" Lei sorrise, ma sembrava avesse gli occhi compiaciuti di chi aveva fatto finalmente centro.
Nei giorni in cui le avevo impartito lezioni si era tolta di dosso l'imbarazzo che notavo quando veniva in negozio.
La ragazza aveva iniziato a prendere confidenze sempre più tattili, mi dava pizzicotti quando le davo nomignoli assurdi dovuti ai suoi errori, appoggiava il suo ginocchio al mio quando studiavamo, per non parlare di quando per vedere meglio quello che scrivevo metteva la mano sulla mia gamba, mostrandomi porzioni del suo seno e inondandomi col suo profumo naturale.
In quegli istanti si trasformava nella madre delle più carniche tentazioni, e io un libertino assolutamente privo di professionalità.
Cercai di raffreddare la situazione, così le feci un sorriso e le chiesi se poteva prepararmi un caffè prima di iniziare la lezione.
Mentre andavamo in cucina il mio sguardo si posò sui suoi glutei avvolti dai leggins. Il tessuto aderiva completamente come una seconda pelle, evidenziando il solco tra quelle rontondità sode e snelle, ed ecco un'altra fitta di lussuria allo stomaco.
Nel vivere quella sensazione, nel tempo mi ero reso conto che provarla significava in qualche modo percepire la reciproca voglia di chi alimentava la mia lussuria. Per fortuna mi ero seduto, potevo nascondere la mia inevitabile erezione.
La sua "segreta" cotta nei miei confronti e quella voglia sempre più crescente di mostrarmi le sue forme non facevano altro che indurmi a pensare che se mai avessi osato, non si sarebbe tirata indietro.
Era pur sempre la figlia della mia amante, ma era proprio questo paletto aggiunto al desiderio di vivermi un viaggio con una ragazza quasi ventenne che mi portò ad arrendermi all'evidenza, la volevo.
La guardavo prendere la capsula da inserire nella macchina del caffè mentre mi raccontava della sua ultima interrogazione poco più che sufficiente. In quanto a grammatica Giorgia non aveva problemi, le difficoltà si presentavano quando doveva far conversazione, diceva di non riuscire a riconoscere le parole, soprattutto nei dialoghi tra madre lingua.
"Dai che c'è ancora tempo, stai comunque migliorando, dai film preferiti in lingua originale sei passata ad ascoltare la Bbc, step by step!"
"Sarà che ho un ottimo professore, lo pensa pure mia madre...". Me lo disse mentre mi stava porgendo la tazzina di caffè fumante. Il suo sguardo era indubbiamente divertito,
mi ritornarono alla mente le parole di Sabrina "..ho il forte sospetto che abbia capito qualcosa".
"Magari vedendo i tuoi miglioramenti ha pensato che qualche merito possa avercelo anche io...".
Giorgia sorrise e divenne sfacciata: "Magari vedendo i miei miglioramenti ha deciso di darti qualcos'altro oltre la paga...."
Il mio riflesso espressivo fu tipico di chi sapeva mentire anche davanti all'evidenza. "Darmi altro? In che senso?"
"Nel senso che tu e lei fate sesso..." Stavo per abbozzare una debolissima spiegazione ma lei riprese a parlare.
"Quando arriva a casa da lavoro non si precipita mai a farsi la doccia se non il giovedì, e almeno in un paio di occasioni tornando da mio padre ti ho visto uscire da qui,
avete fatto quasi mezzanotte parlando dei miei progressi??"
Scacco matto, Sabrina aveva ragione, Giorgia aveva ragione, perchè continuare a mentire? Dopotutto non mi sembrava propensa a insultarmi o criticarmi, così evitai di accampare scuse e le dissi tutto. Evitai di descriverne in dettaglio il rapporto ma le feci intendere che quello che aveva davanti non era il compagno di sua madre, ma un particolare amico di piacere che lei tradusse subito nella forma più elementare e senza passione del trombamico.
Ascoltava spesso abbassando lo sguardo, era rimasta appoggiata al banco della cucina con le braccia conserte. Nello spiegare quello che c'era tra me e Sabrina avevo notato
che non aveva minimamente cambiato espressione, incuriosita e senza giudizio. Poi fui io a farle le due domande che al momento mi sembravano più adatte: "Ma ti da fastidio? Più che altro, perchè non ne hai parlato con lei?" Silenzio. Aveva abbassato non solo lo sguardo ma anche la testa. Mi faceva quasi tenerezza, riuscì a catalizzare le mie pulsioni facendomi eccitare di fronte a tanta presunta innocenza.
"Ehm....Gio?" Niente, i suoi capelli ormai le coprivano il volto, così mi alzai e le andai davanti. Insistetti "Tutto Bene Gio?" Finalmente alzò la testa.
"Si si tutto ok, cioè non proprio, non lo so, dimmi tu, secondo te potrei chiedere a mia madre perchè va a letto con la persona che...." stava per dirlo, cercai di fare il finto tonto perchè se da un lato ero pronto a baciarla senza razocinio dall'altro sapevo che Sabrina sarebbe rientrata a breve. "....che ti da ripetizioni?" Non la lasciai replicare "A proposito di ripetizioni, io sono qui anche per questo, perchè adesso non andiamo in camera tua, e proviamo a studiare? Dopo poi possiamo anche parlarne con tua madre". Stavo disperatamente cercando di non farmi dire quello che alla fine io le avevo chiesto. Mi sentivo un coglione.
"Ok..però non mi da fastidio!" Si era incamminata verso la camera da letto "Solo che parlare a mia madre del suo rapporto con una persona che piace anche a me lo trovo strano..." Scomparve in camera sua.
Io ero rimasto immobile in cucina a sentirle scandire parole che riecheggiavano nella stanza, nella testa e nello stomaco.
Presi il cellulare, volevo scrivere a Sabrina e dirle quanto era successo, accesi lo schermo e lessi un suo messaggio: "Ricorda, tra le sue cosce...tra le mie...questa sera ci vediamo da te...;)".
Esplose dentro di me l'ineluttabile voglia di andare in quella stanza da letto e prendermi il frutto ormai offerto da entrambe le parti. Risposi a Sabrina "Questa sera avrai di che raccontarmi, come io del resto, ma non prima di avermi fatto gustare l'ebrezza di scoparti con ancora il profumo dell'orgasmo di tua figlia addosso, mia Signora..." Posai il cellulare nella tasca del giubbotto sentendo avvampare dentro il corpo l'istinto primordiale. Uscendo dalla cucina guardavo la porta di ingresso pensando a quella volta con Sabrina, le cosce di sua figlia sarebbero presto state le sue. .
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