Lui & Lei
L'ORECCHINO(3^e ultima parte)
di oltreconfine
02.08.2024 |
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"Il bambolotto fu molto gradito ad Alice e anche Federica sembrò apprezzare il mio gesto..."
“E la bambina dov'é? Le chiesi. “Dopo i capricci di ieri al supermercato a chi l'hai affibbiata? E' bellissima e ti somiglia moltissimo, specialmente nell'espressione degli occhi, così profondi e scuri”. Alla mia domanda gli occhi di Federica s'illuminarono più del solito, accompagnati da un sorriso dolcissimo che rievoca in un attimo l'inconfondibile amore materno. “Alice è all'asilo come ogni giorno, ma essendo il suo primo anno di asilo, unito al suo quasi morboso attaccamento a me, è stato consigliato di farmi vedere da lei nel corso della giornata per rassicurarla. L'asilo è proprio qui dietro, praticamente sotto casa. Se vuoi andiamo insieme a trovarla”. “Certamente” risposi. “però aspettami un attimo qui, faccio un salto al supermercato e torno subito”. In cinque minuti fui di ritorno con in mano un “cicciobello” per Alice e c'incamminammo verso l'asilo. Il bambolotto fu molto gradito ad Alice e anche Federica sembrò apprezzare il mio gesto. Al momento dei saluti sotto casa, Federica ebbe un attimo di esitazione che colsi al volo, per lanciare una battuta che era anche un modo, speravo, di sciogliere il suo imbarazzo per quell'invito a salire su a casa che sembrava aleggiare nell'aria: “il tuo orecchino l'ho tenuto in mano nel supermercato non so per quanto tempo; non so quante volte l'ho rigirato tra le dita e ho perso il conto di quante donne ho guardato alla ricerca di colei che ne fosse la proprietaria, rischiando anche qualche parolaccia. Orecchini belli come questi, (e allungai una mano verso il suo volto ad indicarli, per poi ritrarla non senza averla prima sfiorata con una carezza) presuppongono che colei che li ha scelti, debba averne una collezione di orecchini. E adesso vorresti privarmi di poterla ammirare?”.
I sorrisi di Federica avevo imparato a decifrarli e anche quello che mi regalò in risposta, non fu che l'anticamera al mio chiedere permesso prima di varcare la soglia di casa sua. “Credimi mi disse, non sono solita portarmi in casa il primo sconosciuto che incontro, ma tu non sembri proprio un provolone da strapazzo e il destino che ha voluto c'incontrassimo, me ne ha fatto amare le liete circostanze come invece, più spesso, ce le fa odiare”.
Federica era divenuta seria e, come i suoi occhi, profonda nelle argomentazioni. Non resistetti dall'avvicinarmi a lei, abbracciarla forte e baciarla sulle labbra mentre un brivido di passione percorreva come impazzito i nostri corpi e... un orecchino dispettoso mi titillava il naso adorandola lungo il collo.
Grazie Federica, per l'ispirazione del racconto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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