Lui & Lei
CINQUANTA CANDELINE (2^PARTE)
di oltreconfine
31.05.2016 |
2.068 |
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"Allungai le braccia per accarezzarla con le mani sull'addome candido mentre lei, inarcando la schiena all'indietro, si masturbava il clitoride per poi..."
Con le poche parole francesi in mio possesso, retaggio scolastico di tanti anni fa, non potei non esclamare : « vous êtes fantastique... sublime ; laissez caresser avec de l'huile » . Così dicendo, raccolsi dal pavimento il flacone dell'olio dall'essenza profumata cadutole dalle mani poco prima e ne versai alcune gocce sull'ombelico sino a colmarlo ; sui capezzoli, per poi vederlo scendere in piccoli rivoli lungo le perfette, eteree colline del suo seno. Raccolsi con il palmo delle mani alcune gocce che avevano ultimato il loro inviadiabile percorso e iniziai ad accarezzare il corpo di Stephanie con la leggerezza di una piuma. Poi, emettendo un piccolo sbadiglio nascosto con la mano sulla bocca, lei si voltò per essere massaggiata sulla schiena esclamando languidamente « Il est merveilleux ; merci mon chéri ». In ginocchio a cavalcioni all'altezza delle sue cosce, continuai a massaggiarla senza tuttavia trascurare di guardare con avidità, la perfezione del suo culetto sul quale, di tanto in tanto, alternavo una carezza a dei baci, riuscendo a reprimere tutta la voglia che avevo di morderlo. Con le braccia distese lungo i fianchi ed il volto reclinato sul cuscino poggiato sulla guancia sinistra, osservavo Stephanie dallo specchio posto alla nostra destra ; vedevo il suo abbandono calare lentamente nelle palpebre dei suoi occhi sempre più frequentemente e polungatamente socchiusi, sin quando il suo respiro si fece profondo e regolare. Restai lì ad osservarla in tutto il suo serafico splendore, senza minimimaente recriminare alcunchè di quella che adesso si andava preannunciando come la notte più in bianco e platonica della mia vita. Ancora una volta però, avvertivo la stessa poesia recitata senza parole mentre eravamo insieme allo allo zodiaco e con la stessa passione di allora mi appropriai della sua bellezza, chinandomi sul suo viso per baciarlo una,due,tre, mille volte. Aprì un occhio,subito dopo l'altro e infine mi aprì letteralmente il cuore, regalandomi un sorriso che sembrava provenire dai sogni di quel breve sonno nel quale era caduta. Si voltò nuovamente in posizione supina, mi abbracciò con una forza incredibile e mi fece assaporare tutta la passione dei suoi baci. La mia mano intanto scivolava lentamente lungo il suo inguine accarezandole dapprima l'interno delle cosce, per poi conquistare con il palmo della mano l'interezza della sua intimità. Era soffice, calda, umida di quella tenerezza che preannuncia il desiderio.Me ne sincerai, scendendo con le labbra che la bacivano lungo il corpo mentre le sue mani poste sulla mia nuca ne assecondavano il percorso. Provavo quella sensazione per la quale due labbra e una lingua sola paiono povere ed insufficienti a degustare la ricchezza dei sapori. Il sesso di Stephanie, depilato alla pefezione , era adesso completamente aperto, con le piccole labbra che si facevano largo tra quelle grandi, ed aveva assunto la « fisionomia » gonfia, rosata e trasudante umori mescolati alla mia saliva. Mentre ero tra le sue cosce, con gli occhi sollevati per non perdermi le espressioni di godimento del suo sguardo, la sentii emettere un'infinità di gemiti all'indirizzo del suo dito indice che aveva portato alla bocca ; fu come un segnale per dover abbandonare momentaneamente quella delizia per poterle far condividere con me il banchetto. Il tempo di sollevarmi,cambiare posizione e dare corso ad un magnifico sessantanove. La sentii leccarmi lo scroto e subito dopo dedicarsi con le mani e la bocca al pene. Io, dal canto mio, nella nuova posizione, l' afferrai da sotto le cosce divaricandole e, sollevandola un pò, potei gustarmi oltre al suo sesso anche l'intero tratto perianale, sul quale come un pennelo facevo scorrere la lingua per dedicarmi poi, alternativamente, alla rosea fessura ed al buchino della sue magnifiche rotondità. Quando ero su quet'ultime, la sentivo sussultare persino più del solito a conferma, pensai e sperai, di saperla orgasmica anche di quel meraviglioso culetto che per adesso stavo facendo mio con la lingua. « Je veux que vous , prenez -moi ! » la sentii sussurrare con la voce soffocata dal piacere e poi ripeterlo in italiano, questa volta con più decisione « Ti voglio, prendimi ! Prendimi ! » Feci fatica ad abbandonare la posizione, ma il solo il desiderio di possesso unito alle sue espessioni del viso che in quel momento mi mancavano, mi aiutarono a colmare i pochi istanti necessari a voltarmi e farla finalmente mia. Pochi attimi durante i quali i nostri occhi simularono tra loro la penetrazione di un amplesso unico, totale e di selvaggia dolcezza. Venne quasi subito dopo averla penetrata e all'abbandono disarmato prima dell'orgasmo, fu durante quest'ultimo che si scatenarono improvvisamente in lei tutte le forze della natura che mi colsero quasi di sorpresa per l'intensità del delirio orgasmico al quale si lasciò andare. La imprigionai allora tra le braccia, nel vano tentativo di frenarne l'impeto e con esso, il piacere di possedere ogni residuo segno di vitalià degli spasmi incontrollati del suo corpo. Non mi era mai accaduto di assistere in una donna ad un orgasmo tanto « violento » ; e fu come un invito a ricominciare subito dopo, anche perchè concentrato come ero stato a captare ogni suo più intimo segnale, avevo trascurato del tutto me stesso. Fu del resto Lei a prendere adesso l'iniziativa, non senza prima esserci scambiati non so quanti baci, dolci ma voluttuosi come la saliva che imperlava i nostri volti. Riservandomi la delizia della sua bocca ad ogni centimetro, scese lungo il mio corpo, per poi sostare in quasi venerazione in fondo al letto in ginocchio con il culetto seduto sui suoi polpacci. Tenendo in pugno con la mano destra il mio membro, con la sinistra sollevava a turno la mammella destra e poi la sinistra, e guardandomi fisso negli occhi ne leccava i capezzoli alternando, tra l'uno e l'altro, una sosta con la bocca sul glande. Non mi sfuggì il sapiente modo con il quale nel portare la bocca sul pene la sua presa con la mano destra si facesse più leggera, quasi ad assecondare i movimenti della lingua con i quali mi « torturava ». Ma la tortura più grande era vederla intenta in quello spettacolo di erotismo con il quale si leccava e mi leccava, quasi che il suo seno ed il mio pene facessero parte entrambi del suo corpo al quale dava movimento di tanto in tanto, con un delicato cenno del capo, ora a destra poi a sinistra, per spostare la sua chioma dorata quando, chinata nel dedicarsi a me, i capelli finivano con l'impedirmi la visuale. Mi torturò così per almeno un quarto d'ora, fin quando questa volta fui io ad implorarla di scoparmi. Mi rispose alzando la testa e ponendosi a cavalcioni sopra di me, con un filo di voce mi disse : « mon amour...mi piace e mi eccita vedere che ti piace ciò che piace anche a me » Così dicendo e sempre con il pene nella mano destra, iniziò a strofinarlo tra la figa ed il culetto, mentre con la bocca simulava i miei stessi movimenti delle labbra in segno di baci che ci inviavamo senza smettere un istante. Un sorrisessto malizioso s'impadronì di entrambi quando finalmente lasciò che il pene le scivolasse dentro lentamente e sentii le sue grandi e piccole labbra avvolgerlo in una seta calda ed umida. Allungai le braccia per accarezzarla con le mani sull'addome candido mentre lei,inarcando la schiena all'indietro, si masturbava il clitoride per poi portarsi le dita alla bocca e infine porgerle sulla mia per succhiarle a turno avidamente. Questa volta non ce l'avrei fatta a resistere pensai tra me ; i suoi movimenti da amazone infatti si erano fatti sempre più ritmici e frequenti in sintonia con i miei e non appena le massaggiai il buchino del culo per poi penetrarlo con un dito... venne ;venne in un grido soffocato dalla mia bocca quando la costrinsi a piegarsi su di me per baciarla e divorare tutto il suo godimento sebbene meno frenetico del primo. Adesso ero veramente carico all'inverosimile. Il mio unico desiderio,fattosi improvvisamente egoista, era prendermi il suo culetto. Stephanie lasciò che spostassi il suo corpo a mio piacimento, dandomi la sensazione di gradire quei modi un pò risoluti con i quali, assecondandomi, si lasciò mettere a pecorina, di traverso sul letto e davanti allo specchio. La leccai per qualche minuto e i nostri sguardi s'incrociarono attraverso lo specchio, riflettendo tutto quanto di ancestrale e selvaggio ci scorreva adesso nelle vene. Scivolai nel suo culo ancora bagnato degli umori dei suoi orgasmi precedenti e sentii il glande scappellarsi dentro sino alla radice del pene. Ansimavo per la foga con la quale la stavo inculando, fermandomi soltanto quei pochi istanti quando lei, voltandosi. mi offriva la bocca per essere baciata. Aderendo con il petto sulla sua schiena, riuscivo a baciarla senza mai staccarmi da dentro di lei e fu in uno di questi frangenti che sentii montare l'impeto di un pluriorgasmo duplicatole prima dentro e poi sui glutei.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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