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Lui & Lei

Il medico di campagna. Le due zingare.


di Conte01
02.06.2018    |    7.936    |    0 8.9
"La strada a quattro corsie che percorrevo per andare al lavoro costeggiava una strada comunale che portava alla pineta..."
Dopo la fine della storia con Ines ho attraversato un brutto periodo e dopo alcuni mesi mi sono anche separato da ma moglie.
Dovendo decidere dove andare a vivere ho finito per scegliere un paese a circa quindici minuti dalla sede di lavoro.
Un piccolo appartamento ammobiliato di quelli che in genere in estate si affittano ai turisti.
Il proprietario lavorava in un’altra regione ma in caso di emergenza avrei potuto rivolgermi a sua madre che viveva li vicino.
Per alcune settimane non successe niente, poi una sera una donna bussò.
Si presentò come la mamma del padrone di casa portandomi qualcosa da mangiare, nei giorni seguenti la cosa si ripeté.
Per ricambiare le davo una parte di quello che ricevevo in regalo dai pazienti.
Quando la confidenza aumentò la donna trovò più comodo raggiungermi passando dal cortile che scoprii essere comunicante con il suo.
Senza più la scocciatura di dover passare dalla strada le visite diventarono più frequenti.
In qualche mese passammo dal cenare assieme, al guardare la televisione nel dopo cena, al finire a letto.
Era una donna di circa settant’anni di aspetto matronale, non obesa ma con molte curve e soprattutto seno e sedere generosi.
Era vedova senza figli, il figlio era in effetti un figliastro, non andavano tanto d’accordo soprattutto perché il marito le aveva lasciato la casa ed i terreni.
Il marito era morto circa vent’anni prima, lei si era sposata a quarant’anni quando lui ne aveva sessanta.
Sesso ne aveva fatto sempre poco ed adesso si rifaceva.
Rispetto ad Ines era una donna molto più vivace, in tutti i sensi; voleva provare e sperimentare cose diverse.
Ad un certo punto fui costretto a confessarle che scrivevo raccontini erotici e volle leggerli.
Si aprì per lei il mondo delle fantasie erotiche e mentre stavamo assieme si parlavo di quello che ci sarebbe piaciuto fare.
La strada a quattro corsie che percorrevo per andare al lavoro costeggiava una strada comunale che portava alla pineta.
Vedevo un incrocio con semaforo nel quale alcune zingare facevano accattonaggio.
Era una cosa rischiosa ma eccitante ed inizia a parlarne con Fausta.
Per alcuni giorni lasciai la strada regionale per percorrere quella locale, arrivai all’incrocio vedendo due Rom, una più giovane e magra l’altra più anziana e robusta.
Ripassai spesso verificando che quel posto era occupato sempre dalle stesse persone.
Facendo l’amore con Fausta le avevo detto che mi sarebbe piaciuto fare sesso con lei in macchina mentre le due zingare ci guardavano.
Non che a lei la cosa eccitasse ma si dichiarò disponibile per poterla fare assieme.
Avevamo valutato tutti i rischi tra cui quello di essere derubati o aggrediti e considerato le misure precauzionali da prendere.
Passammo assieme diverse volte al semaforo, Fausta abbassava il vetro lasciando qualche moneta e dopo qualche giorno scambiando anche qualche frase.
Sembravano abbastanza educate e pulite ma non sapevamo ancora come fare la proposta.
Subito dopo l’incrocio iniziava la pineta, non era tenuta molto bene, il sottobosco era abbastanza fitto, ogni tanto si aprivamo delle brevi stradine dove potevano trovare parcheggio una o due macchine.
Iniziammo ad infilarci nella prima, abbastanza lentamente per essere notati, una trentina di minuti controllando la situazione.
Agli inizi di marzo, intorno alle undici il luogo era deserto, non si vedeva nessuno, se sei fosse avvicinata una macchina notando la piazzola occupata ne avrebbe cercata un’altra.
Le zingare ci vedevano sicuramente parcheggiare ma non si erano mai avvicinate ne si erano fatte vive altre persone.
Per verificare Fausta un paio di volte mi aveva succhiato l’uccello e non eravamo stati disturbati.
Entrambi eccitati decidemmo di provare.
Parcheggiammo qualche metro prima del semaforo richiamando l’attenzione delle zingare, si fecero avanti entrambe dalla parte di Fausta.
Abbassò metà finestrino, Fausta era una tipa decisa che non si vergognava di nulla, chiese alle due se gli andasse di guadagnare qualche euro.
Se fossi stato da solo in macchina avrebbero probabilmente reagito in malo modo ma dato che la richiesta era fatta da una donna ci guardavano stupite.
Quella più grande chiese a Fausta cosa dovevano fare.
Guardare disse Fausta.
Le due rimasero perplesse, “solo guardare” dissero, “solo guardare” rispose la mia amica.
Le mise dieci euro in mano dicendo “se vi va la prossima volta raggiungeteci in quella piazzola e ne avrete una così a testa” chiuse il finestrino e partimmo.
Tornammo dopo alcuni giorni, rallentai per aspettare il verde passando senza fermarci e svoltando direttamente nella piazzola.
Aspettammo alcuni minuti senza veder comparire nessuno, poi nello specchietto vidi la loro sagoma che si affacciava timorosa dietro un cespuglio.
Percorsero i pochi metri del viottolo avvicinandosi dalla parte del passeggero, Fausta abbassò il vetro dando dieci euro ad ognuna.
Avevamo valutato il fatto che, presi i soldi, potessero scappare via ma se non l’avessero fatto voleva dire che la cosa aveva un futuro.
Presi i soldi chiesero cosa fare, Fausta le disse di fare il giro e mettersi davanti al finestrino dalla mia parte.
Appena arrivarono, Fausta, lentamente, mi sbottonò i pantaloni tirando fuori l’uccello, lo toccò fino a farlo diventare abbastanza duro, poi dopo averlo leccato e bagnato di saliva lo prese in bocca.
Con il sedile reclinato potevo guardare le due zingare che, a loro volta, guardavano noi.
Fausta come al solito alternava leccate all’asta ed ai testicoli ad imboccate dell’uccello che ingoiava sino alla base per poi estrarlo luccicante di saliva.
Quando dopo una decina di minuti le venni in bocca l’aprì per mostrarlo alle due fuori dalla macchina.
Non sapendo cosa sarebbe successo dopo alcuni giorni tornammo sul posto, entrando, direttamente nella pineta.
Le due ci raggiunsero subito ricevendo quanto promesso.
Avevamo valutato bene la cosa ed avevamo deciso che avremmo lasciato il mio finestrino abbassato.
Facemmo le stesse cosa della volta precedente solo che con il vetro abbassato la cosa era più eccitante perché c’era quasi un contatto fisico.
Ed in effetti quando Fausta dopo avermelo abbondantemente succhiato ed insalivato chiese a quella più giovane di toccarlo questa allungò la mano paurosa.
La giovane Rom ridacchio imbarazzata ma quella anziana le ordinò di continuare, alternandosi, una con la bocca l’altra con la mano, mi fecero venire.
La volta successiva dopo un iniziale pompino Fausta iniziò a spogliarsi mentre le due guardavano, per comodità aveva indossato un camicione chiuso sul davanti con dei bottoni e sotto era nuda.
Aperto il vestito si mise sopra di me a calcioni ed impugnato l’uccello lo guido dentro.
Iniziammo a scopare con le due che guardavano, le sollevai il vestito scoprendo le sue grosse natiche.
Ogni tanto si sollevava mostrando le tette che ballonzolavano con i movimenti.
Quella volta fini così ma la successiva, sempre quella più giovane, allungò le mani prima toccandole il culo e poi quando si sollevò anche le mammelle.
Visto che gradivamo si fece più audace accompagnandoci per tutto il rapporto; le piaceva soprattutto allargarle le natiche e poi prendere le grosse mammelle e sollevarle, palpandole e strizzando i capezzoli.
Intanto le mance erano diventate più generose e le due cercavano di guadagnarsele, arrivate tiravano su le magliette mettendo in mostra il petto, due tettine piccole per la ragazza due mammelle lunghe e cadenti per l’altra.
Poi quella giovane oltre a toccare il culo di Fausta infilava anche un dito nel buco muovendolo avanti ed indietro e quando si sollevava andava a cercare il sesso stimolando il clitoride.
Quando godevo, Fausta prendeva la mano della ragazza e l’usava per tappare la figa poi mi scavalcava ed usciva dalla macchina per scaricare sperma e piscio.
Quella cosa della pipì eccitava Fausta che dopo la prima volta prese a farla due volte, la prima dopo i preliminari che consistevano in una leggera masturbazione ed un lavoro di bocca.
Con il vestito aperto scendeva dalla sua portiera e passando dietro la macchina arrivava fino alla mia che apriva.
Si metteva davanti alle due rom con le cosce aperte ed urinava con la pipì che le finiva quasi addosso poi senza neppure asciugarsi entrava in macchina, scavalcandomi ed impalandosi sull’uccello.
Con il passare dei giorni le due diventarono sempre più disponibili, a casa fantasticavamo su cosa fargli fare pensando cose sempre più audaci.
Un giorno portammo un vibratore e chiedemmo a quella giovane di infilarlo davanti a noi.
Non voleva ma la compagna insistette, dopo aver ricevuto un extra, sollevò la gonna, come pensavamo sotto non aveva le mutande, Fausta bagno il vibratore con il gel e glielo diede, la ragazza lo passò sul sesso e poi lo infilò dentro quasi tutto.
Altre volte mi coricavo sul divano posteriore con Fausta sopra di schiena e la portiera aperta.
Quando ci fermavamo faceva avvicinare quella giovane per farsi leccare la fica e poi il mio uccello e le palle e dopo rimetterlo dentro e dopo esser venuto anche tutti i succhi che colavano.
O ancora a Fausta piaceva sentire le dita magre della ragazza che frugavano l’interno della vagina mentre io mi riposavo un poco per rallentare la venuta e poter riprendere a scopare.
Le ultime volte poi, quella più anziana, che dominava la giovane, la costrinse appena arrivata a spogliarsi questa si vergognava ma quella le tolse di forza i vestiti di dosso invitandoci entrambi a prenderla se ci fosse andato.
Intanto stavamo sempre attenti, le due cercavano sempre di sapere in anticipo quando saremmo ripassati e noi stavamo sul vago.
Un giorno decidemmo di fare una verifica e comunicammo la data dell’incontro successivo.
Con un’altra macchina feci la strada al contrario alcuni metri prima della nostra piazzola notai un vecchio furgoncino con targa straniera, un giovane sulla strada ed altri all’interno, l’aspetto era inequivocabile.
Passai al semaforo in direzione opposta al solito, faticarono a riconoscermi poi vidi sul loro volto la sorpresa e la paura per quello che le aspettava.
Non passai più da quel semaforo fino a quando non mi accorsi che le due Rom erano andate via.
Con Fausta invece la storia continua.
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