Lui & Lei
Domenica
di EWS-55
02.12.2023 |
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"Ho visto con i miei occhi il dito che inesorabilmente entrava nella sua passera, l’ho sentita fermare il respiro e poi sciogliersi per farlo entrare fino in..."
Domenica dopo pranzo, io e mia moglie ci prendiamo il gusto di un riposino giusto e gratificante.Sono oramai parecchi giorni che non scopiamo e la voglia sale (soprattutto la mia…), lei ovviamente dopo un paio
di minuti dorme di brutto, io no!
I figli sono nelle loro camere assorbiti dal gioco on line, si sarebbe potuto fare una sveltina perlomeno, ma lei non è tranquilla quando sono per casa e se non è rilassata non si lascia andare del tutto. Sonnecchio, e in questo stato di dormiveglia, quando sei per metà vigile e per metà assopito, ritorno con la mente alla serata estiva dello scorso fine giugno. Solo qualche giorno prima aveva imperversato un temporalone con
conseguente ribasso delle temperature, ma quel venerdì il caldo era tornato piacevole e intenso e anche se
con qualche folata frescolina, il clima era perfetto per la serata che stavamo trascorrendo con un’altra coppia nella bella casa di amici comuni. Cena all’aperto, giardino illuminato da filari di luci disposti tra le
piante e piscina con acqua leggermente calda. I nostri ospiti sono una coppia che abitualmente trascorre le
vacanze in costume adamitico, sono dei naturisti, e nemmeno con chi non ne è avvezzo non si preoccupano
di spogliarsi e godersi l’acqua in totale libertà. È quasi mezzanotte, l’altra coppia è già andata a casa, restiamo con loro e ci godiamo gli ultimi minuti tra bere qualcosa e fare gli ultimi tuffi. Mia moglie, non me ne sono accorto, si è spogliata anche lei per poi immergersi in acqua. Io resto leggermente stupito ma non
più di tanto, sia chiaro, ahimè, che non sia una sua abitudine lasciarsi andare e mostrarsi nuda in pubblico,
ma la situazione e, soprattutto, qualche bicchiere di buon vino le hanno tolto i cosiddetti freni inibitori, se
fosse sobria col cavolo che si sarebbe tolta anche l’intimo. In acqua ci sono lei e il nostro amico io e sua
moglie ci stiamo scolando l’ultima bottiglia e chiacchieriamo tranquillamente. Parlo con lei e guardo P. nuotare, intravvedo le sue tette e mi immagino la fica mentre allarga le gambe nuotando a rana.
Passa un quarto d’ora e li vediamo uscire, nella bottiglia sono rimasti giusto un paio di bicchieri, quelli della staffa per salutarci e ritornare anche noi a casa. P. è alquanto su di giri, e quando è così non devo fare altro che cogliere l’occasione. Dato che il tragitto fino alla nostra abitazione è breve P. ha deciso di non rivestirsi e di coprirsi solamente con l’asciugamano. Non ci credo! Siamo in macchina percorrendo la strada e lei è li
praticamente nuda! Ad avere il cambio automatico sarebbe stato più pratico per me agire, ma non
avendolo vado piano e cerco di sfruttare la marcia al meglio, quindi infilo la mano sotto e vado in cerca della patatina, non trovo ostacoli tra le pieghe dell’asciugamano e nemmeno le solite gambe serrate di quando non ne vuol sentire di concedersi, anzi, lentamente, le allarga per bene e si stende sullo schienale che avevo già reclinato. Passo le mie dita sulle labbra e ne infilo uno nella fessura, l’umidità che percepisco forse sarà ancora quella della piscina ma mi sembra un tantino vischiosa, la accarezzo lentamente e dolcemente, vado con calma, so che è eccitata e che il vino gioca a mio favore infatti inarca la schiena e gira la testa verso il finestrino aperto, i capelli sono mossi dall’aria che entra, continuo a stimolarla e premo delicatamente il clitoride, lo strizzo gentilmente con due dita, lei risponde con un sospiro che è come il
ruggito del leone della nota casa cinematografica prima dell’inizio del film e il film che sta iniziando è reale!
È già bagnatissima, pizzico e gratto con il polpastrello il clitoride, infilo il dito nella fica e lo affondo, mi bagno completamente la pelle, ne infilo due e cerco di affondare ancora di più, lei alza la gamba destra e mi offre ancora più libertà, apre il più possibile le gambe nonostante lo spazio che l’abitacolo conceda sia poco. Infilo tre dita e inizio a sfregarle la fica con più vigore, ho le dita totalmente inzuppate e lei si agita
sempre di più, mi vuole, lo vuole! Stiamo ancora percorrendo la strada in discesa che porta alla provinciale,
sono un’po' indaffarato tra guidare e masturbarla e non vedo l’ora di arrivare a casa e scoparla, magari anche in giardino.
Continuo a toccarla e ogni tanto ne assaggio il sapore, le offro le dita perché lecchi, lei me le morde e le ripulisce con la lingua. Ho il cazzo che oramai si spezza dentro ai pantaloncini ma per fortuna lei lo libera
szippando la cerniera, lo prende in mano, lo stantuffa, con l’altra mano prende la mia e me la riporta nuovamente sulla sua passerona morbida e paffuta, ne ha una voglia pazzesca!
Arriviamo sulla strada principale, l’ora è tarda ma siamo di venerdì e il traffico è intenso, chi torna a casa e chi parte per la discoteca o altro.
I fari delle auto ci illuminano quindi sposto del tutto l’asciugamano e metto in vista le sue tette, anzi le sue
tettone, una quinta quasi sesta! Mi eccita da matti pensare che qualcuno le veda e ne apprezzi le dimensioni e magari si stia pure eccitando o toccando il pacco. P. sembra gradire la cosa, o forse non se ne
è accorta, immersa com’è nel piacere. Continuo a toccarle la fica, sempre bagnatissima, mi sposto anche
sulle mammelle e rallento la velocità sperando di offrire lo spettacolo a chi ci incrocia o ci sorpassa.
Lo vuoi? Si, mi risponde con un tono basso e profondo quasi sussurrato.
Al semaforo le sfilo l’accappatoio da sotto per impedirle di coprirsi, voglio che la vedano, voglio che la
desiderino e che se la scopino con gli occhi. Il gioco le deve piacere, mi dice “toccami ancora”, allora le spalanco le cosce, guardo in giro se qualcuno ci ha notato e le infilo violentemente due dita poi le estraggo e le schiaffeggio le grandi labbra, lei sussulta, geme e gode. Sto impazzendo, sto letteralmente godendo
della troiaggine di mia moglie, mi vien da pensare che tutto questo sia quasi meglio che scoparla, godo di lei
e per lei e godo nel mostrarla ad un pubblico passeggiero e incredulo, sembra che un’auto abbia fatto inversione e si stia affiancando ma scatta il verde io proseguo dritto e loro invece svoltano, peccato.
La guardo, nuda, formosa, rotonda, vogliosa, calda, porca e troia come e solo quando quel grado d’alcool in più la scioglie e mi ritrovo con la più gran puttana del mondo a disposizione. Riesco a farle fare quello che voglio (o quasi), è così che le ho violato il lato b una volta, infilandole poi il dildo nella fica in una doppia artificiale che nella mia immaginazione si trasforma in due veri cazzi che la sbattono a martello. Temo per la resistenza del mio uccello, a volte l’eccitazione è più forte ma cerco di trattenermi. Gli ultimi chilometri
prima di casa si percorrono attraversando la zona industriale, conosco bene le vie tra i capannoni, viali lunghi e larghi e un bel parcheggio isolato completamente alberato, posto da coppiette in cerca di svago e follie, ovviamente i singoli sono la fauna stanziale.
Svolto a destra all’ultimo momento, ma vado piano e la manovra non è brusca, spero che qualcuno ci segua, magari ci scappa la realizzazione del mio sogno erotico proibito. “Dove vai?” mi chiede, in un posto tranquillo le rispondo, ti voglio scopare all’aperto stasera, “e se c’è qualcuno?” mi chiede, tanto meglio le
rispondo. La guardo, la bacio e le dò una sberletta sulla fica, lei sussulta e mi pianta la lingua in gola, roba
che finiamo sul marciapiede…
Arriviamo al parcheggio, nessuno, meglio penso io, sarà più facile farla uscire dall’auto e sbatterla sul cofano. Mi fermo sotto ad una pianta, i lampioni ci illuminano parzialmente, ci posso vedere ma siamo anche protetti dall’ombra della pianta. Mi giro verso di lei, le prendo una tetta e la lecco, stimolo il capezzolo poi la bacio con le dita conficcate nella figa, continuiamo così per qualche momento, lei mi masturba, mi strizza le palle, fa scorrere il suo dito tra le chiappe e la cosa mi manda in estasi. Potrei
spogliarmi, metterla a pecorina sul cofano dell’auto e sfondarla ma invece preferisco gustarmi questi preliminari da amanti infoiati. A dire il vero spero anche, e butto l’occhio, che arrivi qualcuno, una coppia
porcellina, un singolo assetato, anzi, più singoli… oramai sono talmente eccitato che immagino le situazionipiù porche che mi vengono in mente. Ma non posso andare oltre, se aspetto troppo la pressione potrebbe scendere e la sua troiaggine anche…
Siamo li, persi nel trambusto dei palpeggiamenti, limoniamo come due adolescenti in calore, raccolgo con
le dita la sua eccitazione, la lecco e le faccio leccare le dita, lei mi tiene forte il cazzo e me lo smena
impaziente quando, mi accorgo di un uomo vicino al finestrino, ci guarda, le dico “hei, abbiamo un ospite”, lei perde, anzi, riprende il controllo vorrebbe coprirsi, ma la mia mano scende sulla fica e con due dita le allargo le grandi labbra mentre con il medio scavo e simulo il cazzo che entra ed esce, “apri bene le gambe” le sussurro, e, incredibile, porta la sinistra oltre la leva del cambio e la destra fuori dal finestrino. Lo spettacolo va in scena! Non ci posso credere, ma lo devo dirigere bene, se voglio concretizzare il mio sogno proibito, quindi accendo la lucetta di cortesia, in modo che il nostro spettatore possa vedere e godere
ancora meglio della vista della sua fregna sbrodolante. Un fascio di luce le illumina le gambe e la fica, il resto è in ombra così che lei si sente più tranquilla, non la vede in viso. Lui c’è ma lei è come fosse invisibile, è il suo corpo a comandarla non la mente.
Lui le accarezza prima il piede e poi la gamba, gli faccio segno di andarci piano, non so se lei regga e quanto
questo gioco. Capisco però dal suo sguardo e dai baci linguosi che ci scambiamo che non solo è tranquilla
ma sembra che la cosa non le dia fastidio, tra l’altro la vedo sbirciare fuori per vedere come sia il tipo che la
tocca e nota con piacere che è calvo, e lei va matta per le teste lisce. Cosa dicevano i latini? La fortuna assiste gli audaci, e non ci poteva essere di meglio di una bella testa rapata per indurla a lasciarsi accarezzare, con un gesto e una strizzata d’occhio lo invito (senza bisogno di incoraggiarlo) a proseguire e risalire nel percorso che porta alla sua fregna.
Il tipo è scaltro e intelligente, non dimostra fretta, le accarezza la coscia, ritorna al polpaccio, compie dei giri
larghi ma sempre più decisi mentre anch’io continuo a perlustrarle il corpo e soprattutto i seni, mia moglie
apprezza il tutto e anzi quando le mani di lui scendono in basso lei divarica le gambe e offre la vista della sua fregna che sotto la lucetta mostra un velo luccicante di umori. È il momento, tolgo la mia mano e lascio la via libera, la sua mano scivola lenta e delicata lungo l’interno della coscia, non ha fretta, ha capito che deve conquistarla, rassicurarla, portarla a chiedere di più. Raggiunge il suo fiore lentamente, sfiorandolo, lambendolo, stuzzicando la sua voglia di qualcosa di estremo. Non ci sono tentennamenti da parte di mia
moglie, lo lascia fare e lo dimostra rimanendo aperta e vogliosa, io la bacio e mi gusto la situazione, le
massaggio le tette e guardo la mano estranea che si spinge sempre più all’incrocio delle cosce. Lei fa scivolare una mano verso l’inguine e separa le grandi labbra, l’interno, roseo e vivace viene scoperto al nostro compagno di avventura. Il segnale è stato lanciato, non la ferma più nulla. Le dita tozze e forti di lui percorrono le pieghe tra la vagina e la coscia, un condor che ha fissato la preda e che piano piano si appresta a scendere, in volteggi sempre più vicini per saggiarne il sapore e cibarsi delle carni prelibate.
Ora direi che i più avveduti avranno capito che forse la finzione e la fantasia hanno preso il sopravvento, ed infatti ammetto e confesso che la realtà del mio racconto termina con il nostro rientro a casa (con lei effettivamente in asciugamano e tutto il resto del viaggio raccontato) dove le cose non sono terminate come avrei voluto ma semmai con le riversa sulla tazza del bagno a svuotare lo stomaco per poi filare a
letto.
Non so se la fantasia femminile galoppa come quella di noi maschi, ma è così bello perdersi nei sogni che
spesso mi faccio prendere la mano…
Per cui riprendo da dove ero rimasto. Una cosa così non mi era mai capitata, estate, caldo, lei nella migliore delle predisposizioni al sesso, e che sesso! La serata all’aperto, il vino, la piscina e la nudità del suo corpo, la sua voglia di fare qualcosa di azzardato, eccessivo, forse un regalo alle mie “velate” proposte di vederla posseduta, anzi, montata da un estraneo. Fatto sta che tutto procedeva oltre le mie migliori aspettative e
fantasie.
Vedevo la sua fica pulsare, il rosato delle mucose accendersi, i capezzoli svettare come borchie di metallo, sospiri e mugolii aumentare sempre di più, totalmente succube e presa dal piacere, un sogno, un miraggio, no, lei era mia moglie e li fuori c’era in carne ed ossa uno sconosciuto. Tutto avveniva sotto i miei occhi mentre a fatica trattenevo il cazzo dall’esplodere. Penso che a quel punto si siano scambiati almeno uno sguardo, perché per qualche secondo il tempo sembrava essersi fermato. È stata l’intesa, l’accordo, il permesso di lei a farsi violare da un estraneo. Ho visto con i miei occhi il dito che inesorabilmente entrava nella sua passera, l’ho sentita fermare il respiro e poi sciogliersi per farlo entrare fino in fondo. Mi ha
guardato prendendomi la testa e ci siamo baciati, la sua fica era di un altro ma la sua mente era mia. Avevo
sicuramente e oltre ogni previsione soddisfatto la mia voglia di vederla inerme e quasi schiava di altri ma
sicuramente un nuovo domani si apriva tra noi due. Ora con indice e medio uniti, partendo dalla rosellina
anale e scorrendo verso la fica lui aveva iniziato a penetrarla lentamente, fino alle nocche della mano. I
“siiiii”, “ancora”, daiiii” di mia moglie uscivano sempre più intensi e decisi dalla sua bocca. Mi ero scostato
da lei, la lasciavo armeggiare con il mio pisello e mi gustavo la scena. Lei era totalmente coinvolta e
sottomessa dal piacere che una mano ignota la stesse portando verso il piacere assoluto. Forse non l’avevo
mai portata a questo livello di estasi, ma vederla sprofondare in un mare di orgasmi infiniti e profondi mi
dava più piacere della migliore delle nostre scopate.
Poi è successo quello che non avrei mai e poi mai immaginato, guardandomi negli occhi mi ha chiesto, ma
sarebbe più giusto dire gentilmente ordinato, di scendere ed aprire la portiera dell’auto. Ho eseguito, poi
sono tornato al posto di guida, a quel punto lei ha allungato il braccio e con la mano ha tastato la
consistenza del sesso di lui poi con il suo aiuto lo ha liberato dalla gabbia dei pantaloni. Un possente cazzo
ancora ricurvo sporgeva sull’inguine depilato, la camicia leggermente già sbottonata in basso faceva
scorgere un ventre segnato dalla linea dei muscoli tonici. Girandosi verso di lui lo ha impugnato con una
mano mentre con l’altra gli stringeva le palle e con un lento e sapiente movimento in su e in giù
scoperchiava la cappella che non aspettava altro che essere inumidita dalle labbra di mia moglie. Pochi
istanti e venti centimetri si sono inturgiditi e sollevati tra le sue mani, quindi la testa di mia moglie è stata invitata con calma e decisione ad avvicinarsi fino a sentirne l’odore e dopo un attimo di incertezza e forse un bacio di presentazione tutta l’asta è sparita tra le labbra di lei. Nei cinque minuti successivi se lo è
passato e ripassato in lungo e in largo inumidendolo per bene concedendo anche allo scroto un bagno di saliva intervallando il tutto con delle appassionate leccate a tutto l’inguine. Era assolutamente persa nel
gustarsi un cazzo di pochi centimetri più lungo del mio ma decisamente più grosso e come da copione
pornografico con delle grosse vene che come nervature lo percorrevano in tutta la sua lunghezza.
Nuda com’era il nostro amico aveva tutta la libertà di esplorarle il corpo ma da buon intenditore come il
sottoscritto, le sue grandi mammelle, decorate da due areole decisamente larghe con i capezzoli oramai
spinti all’estremo del loro turgore, erano il centro principale delle attenzioni. Dopo il profondo e apprezzato
pompino lui l’ha presa per le mani invitandola ad uscire e, dopo una breve passeggiata con lei
vergognosamente nuda sotto la luce potente dei lampioni e io dietro come un cagnolino, sono arrivati
all’auto di lui, una ben più spaziosa familiare. La cosa più eccitante ed elettrizzante, non bastasse quello che
era appena avvenuto, è stata vederla nuda e tranquilla senza nessun desiderio di coprirsi le tettone o altro
in mezzo al parcheggio mentre lui reclinava i sedili posteriori per offrirle un approssimativo letto per la
monta. Probabilmente offesa per il trattamento e l’attesa si è presa la rivincita iniziando a spogliarlo
completamente e riprendendo il pompino li, in mezzo all’asfalto con la possibilità dell’arrivo di qualche
altro avventore e chissà mai che a quel punto non lo desiderasse più di me. Volevo vederla con le gambe
divaricate le cosce spalancate la fica aperta e succosa pulsare e aprirsi al cazzo. Mentre lo stava
spompinando si era messa a toccarsi la figa e con un gesto mi fece capire che avrebbe desiderato che
continuassi io a pastrugnarle le labbra e a penetrarla con le dita, così mi avvicinai e potei sentirla ansimare
tra una imboccata e l’altra. La sua lingua scorreva famelica lungo quel palo duro e nodoso, alternava leccate
a delle appassionate immersioni di quel cazzo che spariva del tutto tra le sue labbra e in quei momenti le
affondavo le dita così lei in risposta vibrava e inarcava la schiena quasi volesse che entrassi con tutta la
mano.
Anche il nostro tipo aveva un limite di resistenza per cui al massimo dell’eccitazione l’ha presa di brutto
facendole appoggiare le mani sul pavimento del bagagliaio e dopo averle talmente allargato le gambe che
la figa si sarebbe potuta vedere da un chilometro e senza a quel punto tanti complimenti e indugi, tanto gli
umori oramai colavano copiosi dalla passera le ha decisamente piantato i venti centimetri in un solo colpo.
Quell’ “aaahhhhh” uscitole dalla bocca era tutto tranne che di dolore, semmai di liberazione e di conquista
dopo il lungo lavoro di labbra e lingua che aveva eseguito su quel cazzo comparso nel buio.
A quanto pareva il nostro bull di resistenza ne aveva da vendere, infatti per un buoni venti minuti ha
inesorabilmente continuato a stantuffarla con suo massimo piacere immagino ma sicuramente e
decisamente anche mio che vedevo entrare ed uscire il cazzo mentre le tette sbattevano e strusciavano sul
fondo del bagagliaio. Presa dal godimento mia moglie gemeva forte, inarcava la schiena per poterlo sentire
sempre più in profondità si toccava e mi chiedeva di toccarla cosa facevo con immenso piacere il mio
desiderio di vederla trasformata in una cagna in calore era li concreto davanti a me. Decisi di riprendere in
mano la cosa e, avvicinandomi a lei, le dissi che era ora di aprire anche il buchetto anale visto che la figa
oramai era stata dilatata a dovere quindi mi rivolsi al bull che con una strizzatina d’occhio tirò fuori l’arnese
si bagno le dita per lubrificarle un minimo la rosellina poi, appoggiando la grossa cappella iniziò a spingere
fino a superare la resistenza dello sfintere e un po' anche quella di mia moglie, poche e leggere spinte per
abituarla al cazzo nel culo e la monta riprese il ritmo di prima.
Chiedendo il permesso ad accomodarmi all’interno mi abbassai i pantaloni e porsi a mia moglie il mio cazzo
che era da un’ po' che non riceveva attenzioni, il pompino iniziò lento e quasi svogliato, forse era più il male
che il piacere che il cazzo nel culo le procurava, ma quando il tizio evidentemente più appassionato alla figa
riprese a stantuffarla nuovamente nel canale vaginale anche il pompino divenne più deciso. Non l’avevo
ancora scopata, forse nemmeno mi interessava, ma tutta la cosa mi aveva portato ad uno stato di
eccitazione che la sgorgai tutta nella sua bocca. Sentendomi anche il bull probabilmente voleva contribuire
al riempimento e con una serie di spinte forti e profonde esplose dentro di lei.
La serata o per meglio dire la nottata si concluse con noi tre, chi semi vestito chi nudo, a fumare una
sigaretta seduti sul retro della macchina scambiandoci i numeri per poterci rivedere vista l’assoluta
soddisfazione di lei e anche mia…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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