Lui & Lei
Confusione
di piccololord
29.04.2017 |
6.924 |
6
"Rasatura perfetta, liscia e morbida..."
Era da tanto tempo che non mi sentivo così bene.
Passeggiavo per le vie della città godendomi il tiepido sole primaverile, la brezza marina, lieve, che accarezzava i vestiti e la pelle del viso. Ne sentivo il profumo, ne godevo la fragranza.
Mi fermo a guardare una vetrina. Accanto a me, come d’incanto, appare una figura femminile. Molto più giovane di me, alta e snella. Un sorriso smagliante. Rossa di capelli e gambe affusolate che uscivano abbondantemente dall’orlo di una gonna decisamente corta. Uno schianto. - Che figa stratosferica - registra il mio cervello.
La guardo e la riguardo come un ebete e lei con naturalezza, come se ci conoscessimo da anni mi dice “bella camicia….e bello anche il vestito. Credo che le starebbe bene ed anche la cravatta è perfetta.” Ma chi cazzo è questa…. “davvero? - le dico con voce da imbecille – piace anche a me ma sono indeciso”
- Vuoi vedere che è una venditrice del negozio che accalappia gli sprovveduti come me? -
“Dai, entriamo e lo provi, vedrà come starà bene” Mi lascio dolcemente trascinare da quello schianto della natura. Faccio la mia richiesta alla commessa e la “rossadaschianto” si siede su una poltroncina mettendo in mostra tutto il nylon che le copriva le gambe “dai...forza...fatti vedere come stai” Mi cambio ed esco dal camerino. Vestito, camicia, cravatta e scarpe nuove. “sei perfetto...andiamo” “ma...aspetta...andiamo dove….aspetta un momento, non ci capisco niente….” Lei esce dal negozio ed io faccio appena in tempo a pagare che la inseguo. “Abito qui vicino. Un aperitivo da me? Ti va?”
- Magari un battona d’alto bordo, ma si, chi se ne frega -
“Certamente, volentieri….” Mi metto al suo fianco e lei mi prende sottobraccio, cammina con eleganza e la gente – i maschietti – si girano a guardare quella bella stangona rossa su tacchi vertiginosi che procede accanto a me. Mi seno inorgoglito. Una leggera eccitazione mi pervade. Mi sento euforico e il mio pene comincia ad avere dei sussulti, un formicolio allo scroto mi avverte della piacevolezza del suo profumo. Si ferma davanti ad un portone, si gira verso di me e con i suoi occhi verdi piantati nei miei, avvicinandosi pericolosamente con le labbra rosse vermiglio alle mie sussurra “ Non sono una puttana, non lo faccio per denaro, i soldi non mi interessano. Mi piaci .” Socchiude le labbra e le stampa sulle mie, sento la sua lingua mulinare nella mia bocca, le nostre lingue che si intrecciano in una danza selvaggia. Sa di buono, il mio pene passa immediatamente dallo stato barzotto allo stato di eccitazione piena. Lo sento pulsare. La sua mano cerca la mia e la porta sulla sua coscia e poi me la guida in alto, lentamente, senza mai smettere di baciarmi. Sento il nylon, sento la balza, non mi sono neanche accorto che porta autoreggenti,
- che coglione che sono -
e sempre più su fino alla sua figa porcaputtana, non porta l’intimo bagnata, pregna di umori. Mi fa introdurre un dito tra le sue grandi labbra e poi se lo porta alla bocca succhiando golosamente “ecco l’effetto che mi fai, uomo” Sono inebetito. In mezzo alla strada con la gente che ci passa vicino. Mi guardo intorno ma nessuno fa caso, solo qualche sorriso di compiacimento ma nessuno che grida allo scandalo. “Entriamo, ho voglia di te” mi sussurra all’orecchio prima di mordicchiarlo. Portone, ascensore, porta d’ingresso…. Sono nel suo appartamento.
L’arredamento di buon gusto e minimalista mi accoglie piacevolmente. Una scala di legno porta al piano superiore. Luce soffusa, musica soft, bottiglia di vino bianco nel cestello del ghiaccio “per favore versa da bere intanto che …..” frase lasciata in sospeso e lei che sale le scale con le scarpe in mano. Stappo, verso il vino e mi metto seduto sul divano avendo cura di avere le scale davanti a me. Il tempo scorre veloce, almeno così mi pare, sorseggio il vino fresco mentre sento l’acqua della doccia scorrere. Silenzio...bisbigli dal piano di sopra, piccole risa,
- ma con la voglia che ho si mette a telefonare? -
poi appare sulle scale indossando una guepiere nera con decolté tacco 12 e per mano una ragazza asiatica, capelli nero corvino e pelle ambrata. Uno spettacolo. Anche lei con lo stesso abbigliamento della rossa
- non le ho ancora chiesto il nome -
due splendide creature che mi si avvicinano sorridendo. Si siedono ognuna di fianco a me, la mora mi prende il bicchiere dalle mani e sorseggia il vino mentre la rossa scioglie la cravatta. “Non hai bisogno di sapere i nostri nomi e neppure farti altre domande, goditi questo momento, per le risposte ci sarà tempo dopo” mi bisbiglia la rossa mentre la mora annuisce.
- Ma si, che cazzo me ne frega dei formalismi e dei nomi -
le mie mani si fiondano sulla rossa alla ricerca della sua pelle, del suo seno, dei suoi capezzoli che appena sfiorati si inturgidiscono, scendono lentamente fino a trovare la sua figa. Rasatura perfetta, liscia e morbida. I suoi respiri sempre più profondi mi invitano ad essere più audace, prima la esploro con un dito, poi due. I suoi respiri diventano rantoli di piacere “non sono più una verginella – mi dice con voce rauca – datti da fare” intanto la mora afferra il mio pene e comincia a segarlo con foga, sento la sua lingua lambire le palle e prendere il posto della sua mano per una pompa senza eguali. Le mie labbra sulle sue grandi labbra, lecco, succhio, mordicchio, la rossa sempre più bagnata si lascia andare ad una specie di sommesso ruggito quando le torturo con la lingua il clitoride esplodendo in un lungo orgasmo mentre la mora si fa ancora scopare la bocca. “Non ti dimenticare di me – sussurra – voglio anch’io la mia parte” Si siede accanto alla rossa e con il culo sul bordo del divano apre oscenamente le gambe offrendomi la visione di una figa con un triangolino di pelo sul monte di venere. Ben curato, perfetto. Le grandi labbra gonfie di desiderio accolgono il mio pene marmoreo senza la minima difficoltà. Mi sento risucchiato in un vortice di piacere.
- Da una vita mi volevo scopare due donne ed adesso il sogno si avvera con due splendide fighe. -
Mi sento esplodere, accelero il mio movimento pelvico cazzo come me la sto sbattendo la rossa mi accarezza i capelli e mi incita, respiro come un mantice poi l’esplosione del piacere. Uno schizzo, due, tre… un piacere liberatorio mentre la mora si divincola come un’anguilla in un orgasmo senza freni. Silenzio, solo i nostri respiri che faticosamente riprendono un ritmo normale. Le palpebre si abbassano nonostante lo sforzo che faccio per tenere gli occhi aperti. “lasciati andare – mi bisbiglia la mora – non opporre resistenza al tuo corpo, fai quello che ti senti” mentre la rossa continua ad accarezzarmi dolcemente. Non so quanto tempo ho dormito ma che vergogna, volevo fare un altro round e riapro gli occhi lentamente. Ma dove cazzo sono??? Sono disorientato, dolorante, immobilizzato e sdraiato su un lettino contornato di macchinari e fili…. La rossa vicino a me che mi sorride “bentornato tra noi” mi sussurra, giro appena la testa e vedo la mora “ Sei in ospedale, hai avuto un incidente tre giorni fa e portato qui in rianimazione. Sapevamo che ti saresti ripreso….vero? - dice rivolgendosi alla rossa, che annuisce sorridendo. Si allontanano nella loro divisa da infermiere. Che confusione….
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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