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Non ancora incesto - Parte 3


di piccololord
18.08.2015    |    16.872    |    5 9.2
"La porta della camera della madre chiusa..."
Breve riassunto dei due racconti precedenti:
In un viaggio di lavoro in autobus incontro una ragazza siriana – Amal - che si sta nascondendo da parenti violenti dopo essere fuggita illegalmente dal suo paese natale. Una relazione erotica travolgente nonostante la considerevole differenza di età. Chiedo aiuto ad un amico avvocato su come regolarizzare la posizione della ragazza in Italia. La ragazza deve rientrare in Siria per poi ritornare con regolare permesso. Amal mi chiede se può portare con se la madre.....

Erano passati un paio di mesi da quando Amal aveva fatto ritorno in Siria e finalmente la vedo scendere dall'aereo che l'ha riportata in Italia. Dopo i vari controlli doganali di rito le vado incontro per abbracciarla – a dire il vero ero eccitato a più non posso – ma il suo sguardo mi blocca
"ti presento mia madre" mi dice " si chiama Nahla "
Vestita con il niqab mi avvicino a lei allungando la mano per presentarmi ma la vedo arretrare quasi infastidita e la sento bisbigliare alla figlia qualcosa di incomprensibile
"mia madre ti ringrazia per averci fatto venire in Italia tuttavia ti prega di rispettare le nostre tradizioni ed una di esse è che, essendo lei sposata, non gradisce alcun tipo di contatto fisico con altri uomini "
Superato il primo momento di imbarazzo carichiamo i bagagli in auto e ci dirigiamo verso casa
" sai Amal " le dico " ho una sorpresa per te o meglio per voi. Nel frattempo che eravate in Siria ho cambiato casa, più adeguata per le nostre esigenze visto che adesso siamo in tre ".
Arrivati a casa ci sistemiamo ed Amal mi racconta del viaggio, della sua terra e poi si dice entusiasta della nuova casa – il tutto sempre sotto lo sguardo vigile della madre – e di quanto ha voglia di scopare. Io sorrido e mi guardo il rigonfiamento dei pantaloni, sguardo che non passa inosservato alla madre che colta in flagrante abbassa gli occhi imbarazzatissima. Amal scoppia in una risata fragorosa subito reguardita dalla madre.
Finita la cena ognuno si ritira nella propria camera. Mi spoglio e mi metto nudo sul letto ad aspettare la ragazza. Avevo il cazzo che svettava prepotente e dolorante per l'erezione prolungata. Mi accarezzo lentamente ad occhi chiusi quando sento la porta che si apre e furtiva entra Amal vestita solo di niente
" non perdi mai l'abitudine di toccarti " mi dice sorridendo " adesso ci penso io "
e si fionda sul letto bella come un sogno. La tocco, accarezzo la sua pelle olivastra liscia come una pesca, il seno impertinente e i capezzoli scuri e ritti come due chiodi davanti alle mie labbra
" succhiali mio porcello, mi sei mancato "
mi do da fare con le labbra, con la lingua con i denti mordicchiandola ed il suo respiro che si fa più profondo mentre si mette a cavalcioni su di me. Sento la sua figa umida che mi bagna l'uccello. Il suo bacino dondola avanti e indietro senza farlo entrare. Spingo la mia pelvi per trovare sollievo nella sua figa oramai grondante. Il suo respiro è diventato affannoso, gli occhi trasognati. Prende il mio membro con le mani e lo punta sulla sua vagina poi di colpo si lascia andare. Una penetrazione improvvisa, profonda. Sento i coglioni che sbattono contro le sue natiche. Dura solo qualche colpo ed ecco il primo orgasmo che la sconquassa. Trema come percorsa da una scarica elettrica e comincia a muoversi in modo scomposto e questo suo movimento mi eccita ancora di più. Sento che mi manca poco ad esplodere e lei se ne accorge
"non provare a venire adesso, ti voglio nella mia bocca"
riesco a malapena a trattenermi e sfilarmi da lei che veloce come un furetto mi arpiona la cappella nel giusto momento del primo schizzo che le riempie la bocca, poi ancora ed ancora. Ingoia tutto diligentemente mentre le lecco la figa. Sfilandomi da lei ci siamo ritrovati in uno splendido sessantanove. La sua figa ed il suo buchetto sono davanti alla mia bocca e non lesino a leccare mentre mi ripulisce per bene. La sua eccitazione non tende a smorzarsi ed il mio cazzo tenuto a digiuno per due mesi vuole subito un'altra dose di piacere. Continuo ad insalivare il suo buchetto e lei continua a leccare la mia cappella violacea.
" prendimi...prendi la mia verginità del culo, voglio sentirti mio "
Mi manca il respiro mentre si mette alla pecorina e i gomiti piantati sul letto. Un culo da urlo, la pelle imperlata di sudore che brilla alla luce del' abat jour. Con le mani apro i suoi glutei e metto in evidenza il suo fiorellino bruno. Infilo un dito ed inizio a rotearlo per allargare quello stretto pertugio. Sento che si rilassa e metto il secondo dito facendo lo stesso movimento, mi sembra pronta. Appoggio la mia cappella sul buchetto ed inizio a spingere, sento che cede, con fatica ma cede mentre Amal grugnisce di dolore mordendo le lenzuola. Mi fermo
" continua maiale, non fermarti, fammi sentire troia fino in fondo. Era questo che volevi ed è questo che voglio. Sono la tua puttana e fammi godere. Il dolore passerà, spero..."
Lentamente ma inesorabilmente spingo tutto il mio cazzo fino in fondo. Mi fermo e guardo lo spettacolo. Sono incollato al suo culo, sto godendo con gli occhi, con il profumo dei nostri sessi, con le dita mentre le accarezzo le chiappe, con le rauche grida di dolore e di piacere, con il sapore dei suoi umori ancora sulle labbra. Un coinvolgimento totale. Sento i muscoli anali che si rilassano e lei che sussurra "fottimi...fottimi....muovi quel pezzo di carne nel mio culo"
Inizio a pomparla, scivolo quasi completamente fuori per poi bordare dentro e ancora e ancora e ancora....vado avanti senza un attimo di sosta. Lo sfregamento nel suo culo mi ha infiammato il glande, lo sento bruciare ma non mi fermo. Sento l'onda del piacere che si forma in fondo allo scroto ed arriva imperiosa, le inondo l'intestino di sborra calda mentre lei ha un nuovo orgasmo violento e duplice....si, perché mentre me la inculavo con le dita le accarezzavo quel meraviglioso bottoncino sulla figa. Rimaniamo fermi per qualche secondo in quella posizione. Impietriti dal piacere, come due statue. Mi sfilo da lei che si abbandona sul letto ed io vicino. I nostri respiri riprendono un ritmo più naturale. Occhi negli occhi.
I muscoli si rilassano le palpebre diventano pesanti
"Amal – le chiedo – non avevi chiuso la porta quando sei entrata in camera?"
" Si, mi sembra proprio di si" mi risponde assonnata.
Che strano, adesso era socchiusa.... dopo un breve sonno mi sveglio e non trovo la mia dolce ragazza accanto a me, dopo pochi attimi arriva e sorridendo mi dice che era andata a fare la doccia e che la porta della camera della madre era chiusa per cui potevo andare anche nudo in bagno. Mi alzo e mi dirigo verso il bagno. La porta della camera della madre chiusa. Faccio la doccia e ancora nudo e mezzo bagnato ritorno in camera e la porta della madre accostata....
"Cazzo – penso – con le porte questa sera non ci azzecco"
La mattina mi sveglio tardi, mi ero preso qualche giorno di ferie e sento le due donne in cucina che parlano piuttosto animatamente. Mi vesto velocemente e come entro nel locale si zittiscono. La madre sempre con il niqab si ritira in un angolo ed Amal che continua a preparare la colazione.
"Buongiorno – dico – tutto bene?"
con occhi furenti Amal guarda la madre e mi dice
"si, diciamo che va tutto bene se non fosse per mia madre che rompe le scatole. Adesso facciamo colazione poi se non ti dispiace esco a fare due passi così ne approfitto per fare un po' di spesa e calmarmi"
Poco dopo, finita la colazione, rimango solo con Nahla che rimane seduta con gli occhi bassi.
Con il mio arabo stentato cerco di intavolare un quasi discorso. Nahla mi guarda stralunata e si chiude ancor più in se stessa. Risponde a monosillabi, cerco di capire ripetendo le sue parole poi si rilassa ed inizia a sfogarsi. Aveva seguito la figlia in Italia per iniziare una nuova vita, il marito era scomparso da anni ed Amal le aveva fatto credere che lavorava come governante da me ma non pensava che questo lavoro dovesse anche sconfinare nella camera da letto. Era sconvolta di avere una figlia sharmuta puttana. Lei non accettava questa situazione ma di contro non aveva scelta. Non poteva certo ritornare in Siria, magari poteva andare dai suoi parenti a Milano.
Le racconto – con gran difficoltà della lingua – cosa avevano fatto i suoi parenti ad Amal e di come ci siamo conosciuti. Vedo il suo viso rigarsi di lacrime e le spalle scosse dai singhiozzi. In assoluto silenzio si alza e si chiude in camera. Dopo un po' rientra Amal più tranquilla e carica di borse della spesa. Mi guarda sorridendo passando la lingua sulle labbra
" ho voglia di te – mi dice – la mamma dov'è? " le racconto tutto. Alla fine si alza dalla sedia e si dirige in camera della madre. Passa più di un'ora e le vedo spuntare mano nella mano. Un balzo al cuore.... Nahla si era fatta convincere dalla figlia ad abbandonare il niqab e vestirsi in modo quasi decente. Sembravano due sorelle. Una fitta allo scroto ed il mio cazzo inizia ad ergersi. Sembra che tutto il sangue in circolo confluisca li. Uno spettacolo, avevo davanti a me uno spettacolo di donne. Mi mancava l'aria e loro se ne erano accorte e sorridevano compiaciute. Amal lascia la mano di sua madre e prende la mia
"vieni, andiamo in camera che la mia voglia di te non è placata"
entrati in camera non mi lascia quasi il tempo di chiudere la porta che già aveva il mio membro in bocca iniziando un pompino degno delle più incallite puttane. Succhia rumorosamente, mi insaliva il glande mentre si spoglia . In pochi attimi rimane nuda. La mia mano cerca la sua figa bagnata e la penetro con due dita. Sento i suoi denti sulla cappella, mi ritraggo e lei ride. La prendo di peso e quasi la scaravento sul letto, apre le gambe in modo osceno ed io mi accomodo infilandola in un sol colpo. Spingo come un forsennato, lei mi incita, avvinghia le sue gambe sui miei lombi, mi trattiene nel momento dell'orgasmo simultaneo e morde...morde la mia carne fino a lasciarmi l'impronta dei suoi denti. Ci abbandoniamo esausti sul letto. Guardo verso la porta – oramai era diventata un'ossessione queste porte chiuse/socchiuse – e vedo Nahla che sbircia all'interno. Come si accorge di essere stata scoperta fugge silenziosa come un gatto. Sorrido e mi lascio andare al sonno.
Il mattino successivo mi alzo piuttosto presto lasciando Amal ancora profondamente addormentata.
Una doccia veloce e poi in cucina per un caffè. Mi siedo in veranda, in accappatoio, a gustare la mia bevanda quando alle spalle avverto una presenza. Mi giro e vedo Nahla ancora in camicia da notte che mi sorride.
" Vuoi un caffè?" le chiedo
"Si – mi risponde – e vorrei anche parlarti"
Seduta davanti al suo caffè Nahla ad occhi bassi inizia a raccontarmi della sua vita, del suo matrimonio, degli orrori che ha vissuto. Una storia narrata a parole e gesti. Una storia che termina in un lago di lacrime. Istintivamente allungo la mano e le accarezzo il viso. Inizialmente si irrigidisce ma poi mi prende la mano tra le sue e me la bacia.
"Grazie a te adesso è tutto diverso. Sarò sempre in debito con te. Chiedi tutto quello che vuoi e per quanto mi sarà possibile farò di tutto per accontentarti"
" Non voglio niente se non che tu ed Amal stiate bene"
I suoi occhi si fissano nei miei, la vedo alzarsi, prendermi per mano e mi dice di seguirla. Si dirige verso la porta che conduce in taverna. Un ampio locale con libreria ed un divano lasciato dal precedente proprietario. Senza una parola mi fa sedere sul divano lei in piedi davanti a me. Fa scivolare ai suoi piedi la camicia da notte. Rimango basito ! Completamente nuda con un corpo che non aveva niente da invidiare ad una ventenne si avvicina ancor di più, prende le mie mani e le appoggia sul suo seno, la sua figa a pochi centimetri dalla mia bocca con un profumo di sesso inebriante mi dice
" Fammi stare bene come fai stare bene mia figlia".
La mia lingua si appoggia sulla sua figa umida, lecco le grandi labbra già turgide di voglia, le sue mani che premono sulla mia nuca e le mie dita che torturano i suoi capezzoli irti. Un paio di minuti di quel trattamento e sento il suo respiro affannoso diventare rauco, un fiotto di nettare uscire dalla sua figa. Era venuta così....evidentemente era in arretrato. Il mio cazzo reclama la sua parte. Duro, svettante, viene preso in bocca da Nahla che senza una parola inizia a spompinare mentre la mia mano cerca ancora la fonte bagnata del suo piacere ed inizio a massaggiare a cercare il suo clitoride che trovo senza fatica viste le dimensioni non proprio piccole. Nahla vibra come una corda di violino, i muscoli tesi, il respiro profondo e rauco si sdraia sul divano aprendo le gambe e mettendo in mostra una figa scura, grondante di umori
"ti prego, entra dentro di me, da troppo tempo questa porta non viene varcata"
non me lo faccio ripetere. La mia cappella gonfia e violacea si appoggia appena sulla soglia del piacere e lei con una scatto di reni se lo fa entrare dentro. Inizio a pomparla con foga e ad ogni colpo lei spinge il bacino contro di me per aumentare la penetrazione. Le mie mani accarezzano il suo culo ed un dito cerca il suo buchetto.
" Riempi il mio ventre con la tua sborra – mi dice – da troppo tempo non viene annaffiato"
I suoi occhi neri fissi nei miei, profondi. Sento che sto per venire. Nahla se ne accorge ed aprendo ancora di di più le gambe mi prende un capezzolo tra i denti e lo morde con forza. Nella mia testa un'esplosione mentre il mio cazzo erutta nella sua vagina tutto il suo contenuto. Sotto di me la sento contrarsi con forza e poi un grido liberatorio di piacere . Avevamo raggiunto l'apice del piacere insieme. Una bella sensazione.
Dopo qualche minuto fermi a riprendere fiato Nahla si alza e mi dice che va a preparare la colazione non prima di avermi dato un'ultima leccatina alla cappella succhiando golosamente le ultime gocce di crema. Mi alzo anch'io per andare in bagno e passando davanti alla camera da letto vedo Amal sveglia e sorridente
"hai scopato la mamma, vero?"
Ero imbarazzato, non sapevo che dire
"ne aveva bisogno, così vediamo se è più tranquilla. Io nel frattempo mi sono arrangiata da sola ma la prossima volta partecipo anch'io"
Il pensiero di quel triangolo magico mi risveglia l'uccello ancora bagnato degli umori di Nahla. Amal si mette carponi sul letto allargandosi le natiche
" ho allargato il buchetto per te mentre di scopavi quella troia, vediamo chi ti fa godere di più ". Oramai avevo il cazzo in tiro e non me lo feci ripetere due volte. Spalmato di gel – sempre a portata di mano – punto la cappella sull'orifizio bruno e spingo. Scivola che è una delizia, affondo il mio arnese fino alla base, le palle che sbattono sulla figa. La piccola puttana geme dolorante ed io mi eccito ancora di più sbattendola violentemente. Dopo qualche colpo sento la sua voce rauca
" muoviti porco, è tutto qua quello che sai fare?"
Non capisco più niente, vedo quel corpo giovane che si dimena come un'ossessa , che spinge il culo verso di me ad ogni affondo, con una mano si masturba e con l'altra infila le unghie nella mia carne. Non sento dolore, solo piacere, tanto piacere. Amal continua ad incitarmi gridando e mentre sto per venire lascia libera la sua vescica innaffiando tutto di pioggia dorata. Mai ero arrivato a certi limiti e con lei li avevo superati. Un grugnito liberatorio mi assale quando svuoto le mie palle nel suo intestino. Un grido liberatorio di Amal quando sente la sborra calda riempirle il culo. Ci fermiamo in quella posizione in attesa che i ritmi del cuore riprendessero il giusto battito. Una voce alle nostre spalle ci fece sussultare
" ora che avete finito potete venire in cucina che la colazione è pronta"
Nahla sulla porta con la mano ancora sulla figa aveva visto tutto e si era masturbata
"adesso tutte le porte possono rimanere aperte" disse sorridendo mentre se ne andava.

Continua....



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