Lui & Lei
Cala il sipario (Il suono della tua voce)
di PrincyTorny
09.10.2024 |
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"Mi sfiori la schiena nuda..."
“Cosa vedi fuori dalla finestra?”Me lo chiedi con la tua voce incredibilmente sexy, pur sapendo benissimo che sono bendata. Mi hai bendata tu.
_ Il mare agitato!_ Provo lo stesso a rispondere, azzardo. Una tua mano mi palpa il culo come un’onda. “Sai già come andrà a finire vero, sgualdrina?”. Te lo concedo. Con questa voce roca, da fumatore , puoi dirmi tutto ciò che vuoi.
Mi sfiori la schiena nuda. Mi percorre un brivido. Tremo. Mi abbracci, mi mappi tutta. La tua voce è rassicurante. Mi baci il collo, mi prendi davanti alla finestra sul mare.
Mi massaggi con le tue manone la spalle per allentare lo stress che sai che mi provocheranno le prove più che imminenti. Il sesso di poco fa è stato fantastico. Sei ancora duro. Mentre le mani mi massaggiano le spalle, il tuo cazzo di nuovo duro mi massaggia il solco tra le natiche. Non so se ci sarà un domani per noi. Non me ne importa niente. Almeno finché tu continuerai a parlare mentre mi fai quello che mi fai.
_ Eloisa!_ Mi chiamano, devo scendere in sala trucco…uff so già che mi mancherai, mi mancherà lo strano effetto che fa il tuo cazzo su e nella mia fica. Il modo in cui si muove, lo muovi, ti muovi. Ogni volta diverso. E che poesia c’è nelle tue grandi mani che si aggrappano ai miei piccoli seni? In quel gesto solo tuo, disperato, che ti fa sembrare un bimbo il giorno di Natale?
Il giorno dopo. Il mare è calmo. Tra uno schiacciante impegno e l’ altro ti chiamo. Con una voce da gattina ti sussurro al telefono:_ Ho voglia di sesso, selvaggio, di te.
Un bagno caldo, noi due nella vasca. Sono distrutta dalla pressante mole di lavoro, dalla vita che mi sono scelta. Il caldo è rigenerante, la schiuma lo è, le mani, il membro, il suono della tua voce, tutto ciò mi rimette a nuovo. E mentre mi scopi dietro, ormai entrambi all’ asciutto, il mio cuore batte al ritmo di un tamburo, sempre più forte. Sempre più forte, sempre più forte. E tutto ciò grazie alla tua fottutissima voce, così vitale. E il siluro lacrima nel profilattico.
Sei l’ unico che avrei voluto qui al mio fianco, nonostante a volte i colpi del tuo bastone di carne mi sembrino delle vere coltellate. Mi feriscono nel profondo mentre si inabissano nei miei meandri. Ma io sono un buco nero, risucchio tutto. Inoltre mi sento pure in colpa per averti trascinato qui in questo periodo! Poi, ovvio, ho voglia di concedermi tutta, senza risparmiarmi.
Abbiamo poco tempo, e ci baciamo. Io sono in un tritacarne e anche tu di riflesso, e ci divoriamo le lingue. I pettegolezzi su di noi si sprecano. Le labbra vanno a sangue.
_ A te preoccupa? _Ti chiedo tra una ciucciata e l’altra.
_ Che si faccia gossip su di noi? Mmmm …così! Sei una dea del pompino!
_Mmm…slurp…be’ non ci sono nostre foto in giro…”
_Per ora!...cazzooo, vengooo!
Mi vieni praticamente in gola, se non fossimo entrambi distrutti lo rifarei, subito, adesso.
E alla fine tutto avrà inizio stasera. Sono triste. So già che da oggi in poi ci vedremo pochissimo. Approfittiamo dei buchi, sperando di non essere visti. Dopo un’ intervista, trovi sempre un attimo di tempo e un angolo in cui darmi una carezza ruvida, come piace a me. Sai come toccare il mio sesso gonfio, facendola sembrare una manovra casuale. Sei il mio antistress di carne. E prima della mia entrata in scena, mi scosti la frangetta decolorata per baciarmi la fronte. E mi dai una fugace toccatina “alle mie chiappe di marmo”, come le chiami tu. Un po’ per portarmi fortuna, un po’ per darmi la carica giusta.
La tua voce ridotta ad un cerino arrapato mi domanda:” Come mai?”
Ti fulmino con lo sguardo. Intanto mentre costringo un tuo ginocchio, ancora imprigionato nel pantalone a strusciarsi sulla mia figa calda.
Hai gli occhi lucidi come un bambino che è appena penetrato nella città dei balocchi. Sbuffi. Che rumore fai con la bocca, quando hai voglia?
Sei sempre qui, al mio fianco, ormai tutti sapranno di noi. La verità è che non sai dirmi basta, anche perché la tua bocca è troppo impegnata ad assaporarmi. Voglio farlo qui, adesso, prima di rientrare in scena, correre il rischio. Mi alzo il microvestitino quel tanto che basta, tanto di suo mica copre un cazzo. Ti libero l’ animale dalla priogione della zip. Tu protesti per finta. Lui cresce davvero però, dentro di me.
È il mio turno. Baby ho gli occhi lucidi. Gli applausi mi sembrano rumore. Poi il silenzio. Il panico. Penso a te. Ripenso a noi nudi. Sorrido. Inizio a…
Mi porti fuori a cena a festeggiare. Io protesto che porta sfiga e poi quelli della “banda” mi avevano già invitata a cena con loro. Ma tu mi ubriachi, i tuoi modi, la sinuosità , le parole, la tua voce. Brindiamo, non so a chi, non so a cosa, forse al sesso grandioso che faremo dopo in camera. Siamo abbastanza lontani dalla città infernale, ma poi al diavolo! Amoreggiamo come ragazzini brilli nei vicoli. Assistiamo ad una coppia che si “dedica” le parolacce per strada, e ridiamo come due cretini.
E approdiamo in riva al mare. Su una spiaggia deserta. Il mare è nero come la notte che inghiotte. Mi prendi su una duna di spiaggia bagnata. Io stessa sono fradicia e non di acqua di mare. Torno ad essere un buco nero vorace. Divoro ogni fibra di te. Mi dici che sono la tua porca, una troia. Mi lascio dire tutto. Non perché soggiogata dall’ incantesimo della tua voce, ma perché mi va. Mi fulmina il tuo eros selvaggio. Mi lascia stordita. Sto sbrodolando di gioia, dalla vagina contenta.
Sono talmente rapita dall’epifania dell’ orgasmo che non sento più il rumore del mare. Sento solo il tuo respiro, sempre più affannoso, animale. Vedo le stelle. Mi sembra di danzare. Dammelo dammelo dammelo, ancora ancora ancora ancora, non ne ho mai abbastanza. Sento che ci sei quasi anche tu amore mio, me ne rendo conto dal ritmo che cambia, si fa più frettoloso. Ora sento di nuovo il rumore delle onde. Stai per avere un orgasmo. Poco prima di venire mi chiedi: “Come fa la tua canzone in gara?”. Ridiamo. Un colpo_ allora, come fa?_ un altro_ allora?_ con filo di voce stonata intono:” Da te voglio solo due cose…ah!...il sesso...mmm… la tua voce!”. Vincerai tu il Festival, gridi mentre mi scarichi la tua voglia di vita dentro e mi esplode nella pancia e oltre. Oltre il mare.
E cala il sipario. Non me ne frega più niente.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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