Area cani

Le abitudini si mantengono e infatti ogni giorno, regolarmente, porto i miei cagnolini 🐶 all’area cani. Hanno fatto amicizia con un cagnolino di una signora molto discreta che non da confidenza a nessuno. Ieri però è cambiato qualcosa. Ah, ecco la coppia di amici dì cui mi parla mia madre, sono i tuoi? Mi giro e mi viene spontaneo sorridere, lei ricambia. Si sono i miei questi monelli. Ho cambiato turno al lavoro e allora ora lo porto io. Giorno dopo giorno aumenta la confidenza tra di noi fino a farmi dire: “stasera ci facciamo un aperitivo?”. No, replica lei, ma puoi raggiungermi a casa dopo le 20. Suono il campanello e mi invita a salire. Non è bella, neppure io mi ritengo tale, ma ha quel fascino delle rosse dagli occhi azzurri e piene di lentiggini. Nel silenzio totale ci siamo fissati, immobili e le nostre bocche si sono attratte come calamite. Avide mani si cercavano mentre i vestiti si ammucchiavano sul pavimento. Senza timore lei mi ha donato il suo fiore 🌺 lasciandomi godere dei suoi umori, aveva un sapore inebriante e più volte le ho fatto raggiungere l’orgasmo leccando e succhiando il suo bocciolo. Mi ha preso e gettato sul tappeto, senza distogliere lo sguardo dal mio mi è salita sopra e ha iniziato a succhiare avidamente il mio pene. Era risucchiato dalle sue labbra che salivano e scendevano alternando dei colpi di lingua che lo facevano diventare sempre più duro. “Adesso è come lo desiderio” disse a un tratto. Mi venne a cavalcioni e punto’ il mio arnese granitico dentro di lei. Era calda, accogliente mentre si muoveva lentamente per godere insieme a me ogni istante. La cavalcata prese ritmo e più lei gemeva più io la infilzavo con vigore. Il suo umore colava lungo le mie gambe, era splendida mentre ansimava, urlava e godeva tremando a ogni orgasmo senza mai scendere da cavallo. Anche io arrivai al culmine del piacere, lei si sfilò e accolse il mio caldo sperma a bocca aperta per poi ricominciare a leccare il mio pene e farlo risorgere in men che non si dica. La girai immediatamente e la misi alla pecorina. Aveva fianchi generosi con un giro vita stretto, il culo delle meraviglie ai miei occhi. Appoggiai la cappella e senza sforzo alcuno ero dentro di lei, adesso era bollente la sua figa e la cosa mi eccitava ancora di più. Pompavo e la sculacciavo; ad ogni sculacciata un gemito di piacere e l’ incitamento a non fermarmi. Si sentiva nell’aria l’odore dei nostri umori che si mischiavano e per me erano come una droga. So solo che a un certo punto lei disse di fermarmi che era esausta. Mi sdraiai accanto a lei, la abbracciai tra le mie braccia e sentivo il suo corpo emanare una energia unica. Con la mano avvinghiò il pene ancora duro e cominciò a accarezzarlo con una dolcezza infinita, la sua mano sembrava seta. Ci baciavamo con delicatezza e lei continuava a masturbarmi trascinandomi in un oblio mai provato. So che venni copiosamente e lei non lasciò la presa fino all’ultima goccia che zampillò gioiosa.