Lui & Lei
Al matrimonio con Daniela
di GattoSilvestro93
01.08.2024 |
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"Mentre ballavamo cercavamo in ogni modo di entrare il più possibile in contatto attraverso i nostri corpi..."
I ricevimenti per i matrimoni, soprattutto se sei un parente di uno degli sposi e hai meno di 20 anni, spesso sono delle gran scocciature. Così quando mio padre ci annunciò che eravamo stati invitati al matrimonio della figlia di sua cugina non ho di certo fatto i salti di gioia.Era una domenica di maggio, il fatidico giorno, e ci presentammo puntuali in chiesa per la celebrazione. Seduta accanto a me, durante la messa, c'era una signora sui 50 anni. Non altissima e un pochino rotondetta, ben pettinata e truccata data l'occasione. Indossava un vestito piuttosto scollato che le copriva a malapena le ginocchia. Notai in particolare le caviglie, che erano decisamente magre nonostante non fosse un fuscello, e soprattutto il fatto che indossava un bellissimo paio di décolleté con tacco rosa pallido per le quali io ho da sempre avuto un debole particolare. Inevitabilmente, dato il fatto che i banchi non erano grandissimi e che la chiesa era piuttosto piccola e gremita, ci ritrovammo attaccati uno all'altra e lo strofinio della sua coscia contro la mia mi provocò strani pensieri. E il pensare che anche a lei questo potesse suscitare voglie particolari mi provocò un'erezione che fortunatamente riuscii a nascondere con la giacca, che mi ero tolto dato il gran caldo. In realtà lei pareva totalmente indifferente alla cosa, ma questo non mi impedì di passare tutta la cerimonia a fare pensieri che non si addicevano di certo al luogo in cui mi trovavo. Accanto a lei, oltretutto, era seduto quello che doveva essere il marito e un posto più in la la figlia, una ragazza sui 25 anni piuttosto bruttina. Mai e poi mai, pensavo, avrei potuto combinare qualcosa con una donna del genere. Ma la fantasia, si sa, a volte non ha limiti.
Una volta che gli sposi sancirono definitivamente la loro unione, con la macchina di mio padre ci recammo al luogo del ricevimento. Fummo accolti in un giardino dove ci servirono un aperitivo e qualche stuzzichino. Mentre bevevo lo spumante di ordinanza, mi guardavo intorno alla ricerca della donna che tanto aveva sollecitato le mie fantasie di giovane sempre arrapato ma purtroppo sembrava essere sparita. pensai tra me e me, sarebbe forse rimasta un'immagine che avrei potuto usare in un momento di solitudine più tardi.
Ci sedemmo poi al nostro tavolo e fu li che finalmente la rividi. Lei, il marito e la figlia erano seduti al tavolo accanto al nostro, proprio di fronte. Era impossibile, in quella situazione, che i nostri sguardi potessero non incrociarsi almeno una volta ed io cercavo quasi ossessivamente che questo accadesse, anche solamente per alimentare le mie fantasie.
E fu così che finalmente lei mi guardò. Furono pochi istanti, perché abbassò subito gli occhi. Ma la cosa successe ancora, e ancora, e il tempo in cui i nostri occhi si guardavano a vicenda diventava sempre più a lungo. Non capivo se si trattasse di curiosità, per capire magari semplicemente chi fossi. Ma a un certo punto lei accennò un sorriso che interpretai quasi malizioso, forse perché ormai il mio film su di noi era partito. Mi ripetevo, nella mente, che era decisamente impossibile che una donna matura con marito e figlia appresso potesse solo pensare di flirtare con un ragazzo di 30 anni più giovane al matrimonio di chissà quale suo parente.
Ma queste mie convinzioni cascarono decisamente quando, più tardi, la musica prese il posto del giro infinito di pietanze e molti degli invitati iniziarono a ballare. Io non sono mai stato di certo un danzatore provetto, ma forse un po' per l'euforia causata dal vino ed anche il solo avere la possibilità, magari, di poter avere con lei un incontro ravvicinato mi fece prendere la decisione di buttarmi nella mischia. E a un certo punto, non so nemmeno come, ci ritrovammo abbracciati in qualcosa che poteva essere una mazurka per quanto posso ricordare.
, mi disse. continuò. Io borbottai un risposi. Con piacere scoprii che non era per niente timida quando mi fece capire che la lusingava il fatto che l'avessi notata tra tante e che anche in lei quello che era successo in chiesa aveva creato un certo effetto. Mentre ballavamo cercavamo in ogni modo di entrare il più possibile in contatto attraverso i nostri corpi. Aveva un profumo buonissimo e stringerle i fianchi appena sopra il sedere me lo fece diventare di marmo. Lo notò e mi sorrise. "Seguimi in bagno" mi sussurrò all'orecchio appena prima che il ballo finisse, e si allontanò.
Aspettai un interminabile minuto prima di essere sicuro di poterci andare senza destare troppi sospetti. Arrivai davanti al bagno delle signore, controllai che non ci fosse nessuna all'interno e feci un passo dentro l'uscio. Lei mi aspettava sulla porta. mi disse facendo il tipico gesto con l'indice. Non mi feci pregare e mi fiondai dentro il bagno con lei. Ci abbracciammo, in quello stretto pertugio, e mentre le toccavo il culo lei faceva lo stesso con me, ci scambiammo un paio di baci sulla bocca prima che le nostre lingue si avvinghiassero tra di loro assaporando i reciproci sapori. Aveva una lingua piccola, ma la sapeva muovere davvero bene.
Riuscii a sollevarle il vestito e a insinuare le mie mani prima sopra e poi dentro il perizoma di pizzo che indossava. Il mio cazzo era durissimo e dovetti slacciarmi i pantaloni perché premeva troppo sui boxer, quasi da fare male. Lo prese in mano e iniziò a toccarlo mentre continuavamo a limonare come due adolescenti. mi disse. . E poi si abbassò di fronte a me e iniziò a leccarmi la cappella che era già bella gonfia. La sapeva leccare davvero bene, rimasi quasi stupito da quanta foga ci metteva. Leccò le palle e poi iniziò a succhiarlo fino a farlo arrivare in fondo alla gola. Le presi la testa fra le mani, dandole il ritmo. Mi stava facendo impazzire.
Le dissi che volevo la sua figa, e senza esitare si alzò e mi diede le spalle. Allargò le gambe e, mentre con una mano le palpavo le grosse tette che nel frattempo aveva finalmente liberato dalla costrizione del reggiseno, con l'altra scostavo il perizoma e puntavo il mio cazzo sulla sua calda figa molto bagnata. Entrai facilmente ma piano, mentre la tenevo stretta sui fianchi. Cercò di soffocare un gemito mentre iniziavo a scoparla e il brivido che qualcuno ci potesse sentire mi fece eccitare ancora di più. Così iniziai a scoparla con foga. Sempre di più. Le toccavo il clitoride con l'indice mentre la pompavo come un toro fa con la vacca. Stavamo scopando come due animali in calore. Sono venuto prima io, riuscendo a tirarlo fuori poco prima che la mia sborra uscisse copiosa dal mio cazzo durissimo, per poi finire sulle sue splendide chiappe morbide e rotonde.
Mi sono inginocchiato mentre si rigirava verso di me e ho finito il lavoro con la lingua, leccandola prima con appetito e insinuandomi dentro di lei finché ho capito che aveva raggiunto anche lei l'apice del piacere.
Ci siamo baciati a lungo. Credo che per qualche minuto forse ci siamo anche amati.
Sono uscito dal bagno dicendole "Ciao, Daniela" sorridendo. Lei mi guardò e mi lancio un bacio.
Non ci siamo più rivisti, e mi sono sempre chiesto se quel cornuto del marito l'ha più scopata come meritava. A me, di lei, rimane uno dei più bei ricordi di gioventù.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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