incesto
La zia
di GattoSilvestro93
27.08.2024 |
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"In spiaggia cercavo di sbirciarla appena potevo e poi usavo quelle immagini paradisiache per fantasticare appena ne avevo l’occasione..."
Fino all'età di 16 anni sono sempre andato in vacanza al mare con la mia famiglia e quella di mia zia, stesso posto e stesso periodo.Noi eravamo in 4, io, papà, mamma e mio fratello più piccolo. Mia zia e mio zio invece non avevano figli. La zia era la sorella minore di mio padre ed è stata la mia prima fonte di ispirazione da quando ho scoperto il piacere della masturbazione. Da giovane era veramente molto attraente: alta poco meno di 160 cm, aveva un fisico piuttosto tonico con una terza di seno ed un culetto bello tondo e sodo che sapeva mettere in mostra benissimo con dei bikini piuttosto succinti. Aveva i capelli lunghi, ricci e mori con due occhi scuri in cui era facile perdersi. In spiaggia cercavo di sbirciarla appena potevo e poi usavo quelle immagini paradisiache per fantasticare appena ne avevo l’occasione. Invidiavo tantissimo mio zio che poteva scoparsi una figa del genere come e quando voleva. E non ero l’unico perché vedevo che attirava l’attenzione di parecchi maschietti.
L’estate in cui ho compiuto 17 anni ho smesso di andare al mare con la famiglia. Ho iniziato ad uscire con la mia compagnia di amici e dopo poco ho conosciuto la mia prima ragazza. Per 6 anni è andata così, finché ci siamo lasciati e anche con gli amici abbiamo iniziato a perderci di vista, chi studiava lontano e chi non si faceva più vivo perché preferivano altro alle scorribande con il gruppo.
E fu così che l’estate successiva, un po’ controvoglia, tornai nel solito posto con la solita gente. La zia nel frattempo aveva superato i 40, ma rimaneva una bella donna. Il seno iniziava un po’ a cadere ma il culetto rimaneva decisamente appetitoso. Già la prima sera mi ritrovai a farmi una sega nella doccia pensando di scoparmela. In spiaggia non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso, vederla uscire dall’acqua mi provocava erezioni a non finire che dovevo nascondere girandomi in pancia sul lettino. Ogni occasione era buona per svuotarmi le palle, non riuscivo a non pensare a noi che lo facevamo in tutti i modi possibili e immaginabili.
La sera del terzo giorno siamo usciti tutti insieme a cenare e ricordo che ci divertimmo molto, bevendo tutti qualche bicchiere di troppo. La zia quella sera era uno splendore. Iniziava già ad avere una bella abbronzatura, dato che aveva la carnagione un po’ scura di suo. Indossava un vestito corto con una scollatura da impazzire e stretto al punto giusto da metterne in risalto le forme ed un paio di sandali con la zeppa che la facevano sembrare più alta e davano alle sue gambe una forma perfetta. Non l’ho mai desiderata come in quel momento. La guardavo di continuo, ovunque, e grazie all’ebrezza senza avere paura che qualcuno si accorgesse della cosa.
La mattina dopo mi sono svegliato più tardi del solito, complice l’alcol ingerito la sera prima. Sono uscito in cucina, ma gli altri se ne erano già andati in spiaggia probabilmente stufi di aspettarmi. Così mi sono infilato sotto la doccia e, credendo appunto di essere solo, mi sono avviato di nuovo verso la cucina per preparami la colazione. A quel punto il gelo: mi ritrovai di fronte mia zia in costume. Era tornata per vedere come stavo, cosa che non mi sarei mai aspettato. L’imbarazzo fu enorme, potete immaginare. Ci guardammo per un istante che duro un’eternità. Poi lei si girò e mi disse di coprirmi immediatamente. Presi un asciugamano al volo e mi coprii meglio che potevo, scusandomi per l’accaduto. A quel punto lei si mise a ridere e mi disse che in fondo era anche colpa sua, che era entrata in casa senza prima chiamarmi. Mi misi al volo il costume e una maglietta e andammo insieme in cucina. Nonostante l’imbarazzo mi aiutò a prepararmi la colazione e prendemmo il caffè insieme. Mentre lo sorseggiavamo io la guardavo e iniziai a fare pensieri strani. Il cazzo mi diventò immediatamente di marmo di fronte a quel ben di dio in costume, complice anche quello che era appena successo. Non so cosa mi prese in quel momento, ma probabilmente annebbiato dall’eccitazione le dissi quello che avrei voluto dirle da tanti anni, cioè che era il mio sogno proibito. Lei mi guardò fisso negli occhi e mentre lo faceva mi resi conto della stupidata che avevo appena fatto. Ma lei mi spiazzò dicendomi che se ne era accorta da tanto tempo, di come la fissavo e di come mi comportavo quando eravamo insieme. E che anche lei faceva pensieri su di me. Che anche la sera prima si era accorta di come la desideravo e che si era eccitata al pensiero. Mentre mi diceva queste cose non riuscii più a trattenermi. Mi alzai, lei fece lo stesso e ci scambiammo un lungo bacio, prima sulla bocca e poi con la lingua, mentre i nostri corpi si attaccavano sempre più l’uno all’altro e le nostre mani iniziarono ad andare ovunque. Mi spinse sul tavolo e mi abbassò il costume. Iniziò a massaggiarmi il cazzo mentre limonavamo. Sentire la su mano sulla cappella mi faceva impazzire, non potevo credere a quello che stava succedendo. Le slacciai il top del bikini e toccai finalmente quelle tette che tanto avevo sognato, erano morbide e con i capezzoli durissimi. La palpavo con avidità. Lei a quel punto si chinò e inizio a succhiarmelo prima baciandomi la cappella e poi leccando l’asta fino alle palle, era veramente brava e dovetti fermarla poco dopo che iniziò a ingoiarlo tutto perché non volevo venire così presto. Così ci scambiammo di posizione, lei seduta sul tavolo e io di fronte. Mentre la baciavo le tolsi anche la parte bassa del costume. Lei si mise con la schiena sul tavolo e io mi abbassai per assaporarle la figa bagnata. Leccavo il clitoride che sentivo diventare sempre più turgido e lo toccavo con un dito, leccavo ovunque mentre la sentivo gemere per il piacere. Mi chiese di prendere un preservativo dal cassetto della camera dove dormiva col cornuto di suo marito perché voleva sentire il mio cazzo dentro. Ci andai di corsa e quando tornai la vidi che si toccava per mantenere il livello del piacere, una visione meravigliosa. La guardai per almeno un minutino mentre lo faceva mentre mi fissava con uno sguardo da troia vogliosa che non potrò mai dimenticare. Indossai il guanto e mi ributtai su di lei, entrai nella sua figa bagnatissima e iniziai lentamente a scoparla mentre ci guardavamo negli occhi. Mi teneva per le chiappe e mi dava il ritmo, mi faceva impazzire. Ci baciavamo e ci guardavamo mentre scopavamo come non mi era mai successo prima. Sono riuscito a resistere fino al punto in cui siamo esplosi insieme in un tripudio di piacere reciproco. Ci siamo coccolati per un po’ dopo essere venuti, prima di renderci contro che dovevamo ricomporci e tornare in spiaggia il prima possibile. E così abbiamo fatto, come se niente fosse successo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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