Gay & Bisex

Sguardi


di Bsx_930
18.03.2016    |    10.412    |    5 9.4
"“La prossima volta la voglio sentire sul petto”..."
Amo la perversione, quella piccola parte del cervello umano che ti dice che una cosa è sbagliata ma il corpo e la psiche la desidera da morire. La perversione nasce con noi e si sviluppa lentamente in tutti noi nelle nostre menti malate nelle nostre fantasie più perverse, come un piccolo verme che striscia e piano piano cresce fino a diventare un serpente.
Sapete la parte che preferisco del corpo umano è la lingua quella piccola parte del nostro corpo che può strisciare dal collo al cazzo passando per il petto, soffermandosi sui capezzoli e scendere giù per l'addome fino ad arrivare ala fonte di ogni piacere terreno che sia uomo o donna.
E proprio la sua lingua che mi scivolava addosso insieme alla tequila quella sera. Lo avevo incontrato in un pub, un semplice ragazzo si è no diciottenne, biondo occhi castano chiaro, lineamenti da ragazzino. Non come me, no come quel ventitreenne con la testa di un sopravvissuto alla rivoluzione francese. Ho subito sulla mia pelle tante cose e sono dovuto maturare in fretta, tutti mi vogliono per questo. Il viso di un ragazzo con la mente di un adulto fin troppo concentrato e cinico. Il ragazzo cominciò a fissarmi da subito, appena entrato. Ero lì con degli amici ancora con il vestito da lavoro, una camicia bianca e una giacca grigia con jeans neri e scarpe eleganti.
Vedevo che bisbigliava con la sua amica al tavolo davanti al mio e quando mi arrivò il mio drink lo alzai in segno di gentilezza e lui fece lo stesso.
"Ma almeno sarà maggiorenne?". Chiese la mia amica accanto a me.
"Tu a sedici anni non ti facevi sbattere da un venticinquenne?" Chiesi.
"Il sesso migliore della mia adolescenza". Disse.
"La cosa potrebbe essere uguale per lui". Continuai sorridendo
I suoi sguardi continuavano a seguirmi per tutta la sera, fino a che con un segno gli dissi di seguirmi. Mi alzai dal tavolo e mi diressi verso il bagno.
Arrivato alla porta aspettai lì davanti. Un minuto più tardi arrivò lui.
"Ciao biondo" dissi sorridendogli.
"Ciao a te" disse poggiandomi una mano sul petto.
"Abiti nei dintorni?". Chiesi.
"No sono in provincia". Disse avvicinandosi al mio viso.
"Sei maggiorenne?". Chiesi.
"Io si, te?".
Sorrisi e distolsi lo sguardo dai suoi occhi.
"Cerchi una scopata?".
"Cerco ciò che il mio corpo desidera, cerco qualcuno che mi prenda e mi faccia godere fino a che non ho voce né energie per urlare il suo nome". Disse lui.
“Io non ti dirò il mio nome”. Dissi prendendogli i capelli biondi nella mano.
“Allora urlerò altro”. Continuò lui cercando di avvicinarsi alla mia bocca.
Aprì la porta del bagno e lo spinsi dentro.
Richiusi la porta dietro di me mentre lui si strusciava al mio corpo leccandomi il collo dietro la nuca.
Mi sganciai la camicia e feci scivolare la cravatta fino alle sue mani per poi legarle.
“Mi piace”. Mi sussurrò all'orecchio.
Gli presi il volto nella mano e lo abbassai fino ai miei capezzoli.
Cominciò a leccarmi prima il sinistro, poi scese e leccò il mio petto per poi risalire al capezzolo.
Il cazzo era già duro e pronto per essere servito nella gola del ragazzo.
“Lo sai succhiare?”. Chiesi.
“Se me lo sbatti fino in gola prometto che ti offro da bere”. Disse ridendo mentre mi sganciavo la cintura.
“E te non vuoi nulla da bere?”. Chiesi.
“Non ingoio”. Disse lui fissandomi.
“Bravo”. Dissi spingendo la sua testa contro il mio pacco duro sotto le mutande.
Cominciò a leccarlo, mordicchiarlo, lo prese in bocca attraverso la stoffa, poi quando oramai era troppo bagnata, feci calare le mutande e sul suo volto esplose un sorriso.
Si fiondò sul cazzo duro senza guardarlo molto.
Prese in bocca subito la cappella e cominciò a giocarci leccandola e succhiandola.
Sentì lo schiocco quando la rilasciò e la riprese.
Aprì la bocca e si spinse verso il mio corpo, portai una mano dietro la sua testa e la avvicinai ancor di più. Sentì il cazzo scivolare nella sua gola e trattenni un gemito.
Cominciai a scoparlo, ma lui si divincolò subito staccandosi e tossendo. Lo riprese subito in bocca e continuò a succhiarmelo con andare sempre più veloce.
Si staccò e mi guardò con gli occhi lucidi.
“Potevi smettere se ti faceva male”. Dissi alzandolo.
“Perché fermarsi quando una cosa mi piace?”. Disse avvicinando la sua bocca alla mia, e questa volta non lo allontanai.
Gli slegai le mani per toglierli la maglietta e mezze maniche bianca che indossava.
La poggia sulla porta del bagno e gli slacciai i pantaloni facendoglieli calare fino al ginocchio.
Misi la mano in quei boxer rossi e gli strizzai il culo mentre la sua bocca si riavvicinava alla mia.
“Hai un preservativo vero?”. Disse.
“Ne ho sempre tre con me”. Dissi prendendone uno dalla tasca dei jeans.
“Sei stretto?”. Chiesi.
“Un po'”. Rispose lui.
“Sei vergine?”. Chiesi.
“Un po'”. Ripeté lui togliendo il suo sguardo da me.
“Non c'è nulla di cui vergognarsi, ma vuoi perdere la verginità in un bagno?”. Chiesi poggiando la cappella sul suo buchetto.
“Preferirei in un letto”. Disse ansimando.
“Casa mia è qui vicino se ti va”.
“Non posso lasciare qui i miei amici”. Disse.
“Staranno con i miei”.
“Non tutti sanno che mi piace succhiare l'uccello”.
“Forse piace anche a loro”. Continuai mentre spingevo la mia cappella bagnata nel suo buchetto vergine.
“Fottimi”. Disse.
“Fottimi ora e dopo e quando vuoi”. Disse tirando il mio corpo al suo.
Sorrisi mentre aprivo il preservativo.
Me lo infilai e sputai sulle mie dita e li passai sul suo buchetto oramai bagnato e voglioso.
“Sai che fa male?”. Dissi.
“Si, mi sono scopato con un dildo”. Disse.
“Ti sei sverginato con un dildo?”. Chiesi mentre mi lubrificavo il cazzo.
“Volevo provare e mi è piaciuto da matti”. Disse prendendo il mio cazzo e portandoselo al culo.
“Fottimi”. Ripeté.
Cominciai ad entrare e portai una mano sulla sua bocca per non farlo urlare.
Sentivo il suo cuore battere più veloce mentre entravo.
“Come primo cazzo non te la cavi male”. Dissi mentre il ragazzo strizzava gli occhi dal dolore.
“Esco?”. Chiesi e lui fece segno di no con la testa.
“Ok”. Entrai tutto e gli lasciai la bocca.
“Brucia”. Disse poggiando la tua testa sulla mia spalla.
“Si, lo so”. Dissi dandogli uno schiaffo sul culo.
“Fottimi”. Continuò.
Iniziai piano, con movimenti lenti, facevo quasi uscire del tutto il cazzo e lo ributtavo dentro. I suoi gemiti da dolore diventarono di piacere.
Aveva le mani poggiate al muro e la testa che era un continuo dondolare in avanti ed indietro.
Dalla bocca uscivano piccole frasi come “non smettere”. “Cristo più forte”. “Ancora”.
Presi una mano e la portai al suo cazzo cominciando a segarlo. Aveva un gran bel cazzo, simile al mio, era bello grosso e molto lungo.
“Uno con il cazzo come il tuo perché lo vuole in culo?”.
“Volevo provarne uno vero, e cazzo mi piace”. Disse poggiandosi al mio corpo.
“Vengo!”. Disse.
“Vengo!”.
Uno, due, tre schizzi saltarono sul muro mentre dalla sua bocca uscirono gemiti di piacere.
Portai la mano sporca della sua sborra alla sua bocca e lui la leccò tutta.
Mi staccai da lui e cominciai a segarmi ancora col preservativo.
Lui mi fermò e mi riportò nel suo culo.
Ricominciai a scoparlo e lui riprese a segarsi.
Venne ancora dopo pochi minuti e anche io venni nel preservativo.
Eravamo sudati con i capelli che si attaccavano alla fronte e lui aveva imbrattato il muro giallo del bagno con i suoi schizzi bianchi.
“Non avevo mai goduto così tanto”. Disse.
Poggiandosi alla porta ancora con le mutande abbassate.
“Vestiti, siamo qui dentro da troppo”. Dissi dandogli un altro schiaffo sul culo.
“Posso rivederti?”. Chiese toccandomi il cazzo ancora sporco di sborra.
“Dipende”. Dissi sorridendo.
Si inginocchiò e riprese a succhiarmelo pulendolo tutto.
Continuò a succhiarmelo per altri cinque minuti ma non venni.
“Non mi ci vogliono cinque minuti sai”. Dissi alzandolo.
“Voglio vederti schizzare”. Disse tornando a succhiarmelo.
Lo alzai di nuovo e cominciai a tirarmi una sega. Velocemente.
Lo riabbassai e cominciai a scoparlo di bocca, dopo poco lo staccai e sborrai dove poco prima aveva sborrato lui macchiando ancora il muro.
“La prossima volta la voglio sentire sul petto”. Disse strusciandosi al mio per ribaciarmi.
Gli sorrisi. Mi tirai su i pantaloni, agganciai la camicia e ripresi la giacca poggiata sulla porta del bagno.
Presi la cravatta che era caduta nei suoi pantaloni e gliela legai al collo. Frugai nella tasca della giacca e gli passai un biglietto da visita.
“Quando sei per qui e ti va una scopata chiama”.
Aprì la porta del bagno e lo lasciai li da solo mentre si rivestiva.
Tornai al tavolo e mi risedetti al mio posto.
Dopo poco tornò anche lui tutto sorridente con la mia cravatta che spuntava dalla tasca dei jeans.
“Visto che sei stato la dentro per tipo mezz'ora e il sorriso del biondino penso che tu l'abbia scopato alla grande”. Disse la mia amica.
“Non essere gelosa, te la tua parte l'hai avuta”. Dissi dandole una piccola botta con la spalla.
“Si, da ubriachi, al tuo diciottesimo, dentro la vecchia panda di tuo padre”. Disse.
Le sorrisi e le diedi un bacio sulla guancia.
Il ragazzo mi richiamò più e più volte...
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