Racconti Erotici > Gay & Bisex > Momento di piacere
Gay & Bisex

Momento di piacere


di Bsx_930
26.11.2018    |    7.942    |    6 7.5
"Disse stuzzicandomi un capezzolo..."
Dati i commenti, e i messaggi (prima volta che mi viene scritto privatamente per un mio racconto), ecco a voi un racconto pieno di descrizioni, di nomi propri di cose, persone ed animali (anche se non ci saranno), un racconto come piace al pubblico di oggi, crudo, volgare e senza una storia da poter immaginare prima o dopo, personaggi frivoli, senza spessore, messi li a raccontare non molto di loro stessi, ma molto di chi li legge, un racconto che prova ciò che è diventato il sesso oggi: un fugace momento di piacere fino a se stesso.
Buona lettura

Bussai alla porta e dopo qualche istante sentì un rumore dalla parte opposta.
Un cigolio accompagnò la porta e dalla parte opposta vidi un bel ragazzo moro dagli occhi chiari, carnagione abbronzata, alto un metro e ottanta, no forse un metro e ottantacinque, boh, fondamentalmente a chi importa quanto sia alto uno a cui stai per aprire il culo?
Era in mutande, con una canottiera gialla canarino.
Entrai e mi tolsi gli occhiali da sole.
“Come va?”. Chiesi.
“Bene dai, te? Trovato facilmente il posto?”.
“Si, posso chiederti un bicchiere d’acqua?”.
Mi portò in cucina dove poggiai la giacca sulla sedia.
“Quindi che fai nella vita?”. Chiese.
Quanto odio le frasi fatte, le domande banali e inutili a quello che andremo fare, chiedimi piuttosto se riesco a prenderti tutto il cazzo in gola, o che ne so, se mentre ti apro il culo sentirai le mie palle sbattere contro le tua, no mi chiedi cosa faccio nella vita.
Risposi che facevo un lavoro comune, in un luogo comune con altri comini mortali.
Scoppiò a ridere mentre mi versava l’acqua nel bicchiere.
Mentre lui riposava la bottiglia decisi di cominciare a togliere qualche strato di vestiti.
Mi tolsi le scarpe e la maglia, rimanendo in pantaloni.
Il mio addome allenato sembrò distrarre il moretto del quale disgraziatamente, o forse, volutamente non sapevo il nome.
“Vai velocemente al sodo vedo”. Disse lui avvicinandosi per toccarmi il petto.
“Mi piace il pelo sai? Fa molto maschio”. Disse stuzzicandomi un capezzolo.
Sorrisi e bevvi il mio bicchiere d’acqua.
“Quindi? Parliamo ancora dei miei peli o ti fai scopare come chiedevi in chat?”. Dissi facendogli l’occhiolino.
Mi prese per la cintura dei pantaloni e mi trascinò nel corridoio per attraversarlo ed entrare nella sua camera.
Una camera vuota, alle pareti giusto un quadro di un artista non conosciuto, ma abbastanza fortunato da far si che una sua opera assistesse alla gloriosa scopata che sarebbe scaturita da li a poco.
Nella piccola libreria bianca che era poggiata alla parete vicino al muro solo alcuni libri universitari, nulla più, ne Shakespeare, ne Dante, ne la più sciatta E. L. James con le sue corde e i suoi frustini.
Sul letto aveva posto un lenzuolo celestino chiaro, forse quello che anni prima aveva lavato inavvertitamente con della candeggina.
“Sai mi piace farmi aprire bene il culo anche con i dildi mentre mi scopano, ti va di giocare col mio culo?”. Chiese aprendo un cassetto del comodino accanto al letto.
Popper, dildi, ghb, chi più ne ha più ne metta. Insomma stavo per sbattermi una puttana in piena regola, una di quelle che se il preservativo si rompe in culo c’è il rischio che tu venga risucchiato in un buco nero e che non faccia più ritorno. Comunque scusate, sto divagando troppo.
Dov’ero rimasto? Ma si andiamo dritti al punto in cui mi succhia il cazzo.
Presi la bottiglietta di popper e tirai su un bel respiro. La testa cominciò a girarmi poco dopo, la voglia di spaccare la gola a quella troia con la mia cappella era irresistibile. Gli presi la testa tra le mani e cominciai a fottergli la gola più forte che potevo. Gli spinsi il cazzo giù in gola e lo sentì soffocare per quei tre secondi di pura goduria e puro potere che un uomo ha mentre l’altro è in ginocchio.
Si staccò da me e tossi forte.
“Hai una bestia tra le gambe, vuoi ammazzarmi?”. Chiese per poi leccare la saliva che colava dalla mia cappella gonfia.
“Sali sul letto e taci”. Dissi prendendolo per i capelli e buttandolo a 90 sul letto.
Gli aprì il culo e sputai sul buchetto, cominciai a leccargli quel buchetto all’inizio stretto, ma infine così largo da far entrare quasi tutta la mia mano.
Mentre glielo leccavo prese il popper e annusò bene anche lui.
Mi passò un dildo e mi chiese di buttarglielo dentro.
“Aprimi con questo, lo voglio tutto dentro”.
Poggiai la cappella del dildo blu e venoso sul suo buco e spinsi forte.
Entrò fino a metà e lui urlò bloccandomi il polso.
“Pensa che non ho usato nemmeno molta forza”. Dissi spingendo ancora il dildo dentro di lui.
“Piano piano”. Chiese mentre continuava a tirar su di popper. Continuai a spingere quel dildo fino alle palle di plastica e poi cominciai a rotearlo dentro di lui che gemette dal piacere.
Tolsi il dildo, presi il popper e feci una bella tirata. Poggiai la cappella contro il buco, e appena l’effetto si fece vivo in me entrai come i tedeschi in Polonia il primo settembre del ‘39. Che dite? Troppa cultura?
Lo presi per i fianchi e cominciai a sbatterlo mentre la botta di popper e ghb (si a quanto pare si era fatto di ghb prima del mio arrivo, così che fosse ancora più troia del normale, almeno è ciò che ha detto lui appena finito di farsi aprire il culo) mixate entravano in circolo portandolo in una nuova dimensione della troieggità.
Entravo e uscivo a mio piacimento mentre lui continua a sniffare popper passandomelo per poi farselo ripassare. Sentivo le mie palle sbattere contro le sue e il suo cazzo moscio.
Lo voltai e gli presi le gambe per portare sulle mie spalle, entrai nuovamente e lui urlò buttando la testa all’indietro mentre con una mano si teneva le palle e con l’altra stringeva il lenzuolo che ormai si era spostato dal materasso.
Continuai il mio lavoro di scavatore di gallerie facendomi strada con la cappella bagnata nella sua carne, e mentre gridava di fotterlo come una troia, gli mollai un ceffone in pieno viso e continuò a dirmi di farlo, di trattarlo come la peggior puttana che avessi mai visto, di sputargli in faccia, di picchiarlo, farlo sanguinare, voleva sentire tutto ciò mentre il mio cazzo gli apriva bene bene il culo.
Lo presi per i capelli e lo feci alzare, lo sbattei contro la finestra che dava sulla strada e ripresi a fotterlo come un cane in calore.
Poggiai una mano sul suo cazzo e finalmente lo sentì duro. Comincia a segarlo come Dio comanda e poco dopo mi bloccò con la mano.
“Fermo sennò vengo”. Disse.
Lo ripresi e lo abbassai portando il mio cazzo davanti alla sua bocca.
La riaprì velocemente prendendolo ancora.
Sentivo i suoi spasmi mentre gli puntavo il cazzo in gola e cominciò a battere la mano contro il mio addome per farmi spostare. Mi spostai all’ultimo e lui riprese fiato con le lacrime agli occhi. Lo presi per il collo e gli sputai in faccia.
“È questo quello che ti piace eh troietta?”.
Non rispose fece cenno di si con la testa.
Lo buttai sul letto, portai il suo culo sull’orlo del materasso e ripresi a fotterlo ancora mentre lui cercava di raggiungere la bottiglietta di popper dall’altro lato del letto.
Lo ripresi, voltai e entrai ancora dentro quel culo ormai slabbrato.
Gli presi il cazzo in mano e ripresi a segarlo.
Gemeva mentre il popper entrava nuovamente in lui.
Lasciai andare il suo cazzo e presi la bottiglietta mentre lui cominciò a segarsi.
Feci due tiri belli lunghi, sapevo che di li a poco avrei riempito il culo di questa puttana come non mai.
E così avvenne. Gli schizzai in culo mentre lui si schizzava sul ventre.
Urlai nel venire e lui pure.
Uscì da lui e strinse subito il buco per non far fuoriuscire la mia sborrata calda.
Lo tirai giù dal letto, gli misi il cazzo in bocca e me lo feci pulire bene bene. Lo staccai dal mio cazzo ancora duro, presi un angolo del lenzuolo, mi asciugai il sudore sulla fonte e poi il cazzo. Presi le mie mutande i miei pantaloni e andai in cucina, rimisi le scarpe, la maglia, presi un altro bicchiere d’acqua, recuperai la giacca e gli occhiali, tornai in corridoio, mi affacciai alla porta e lui era ancora li per terra che ansimava e mi guardava.
Gli feci un cenno e uscì dalla sua casa.
In strada mi accesi una sigaretta e tutto tornò come prima.
Era stata una scopata.
Una scopata violenta che non mia aveva lasciato nulla nell’anima se non il Piacere di aver consumato un rapporto con un bel ragazzo



“Non ho mai cercato la felicità. Chi vuole la felicità? Ho cercato il piacere”.
“E lo ha trovato Mr. Gray?”.
“Spesso. Troppo spesso”.

Il Ritratto di Dorian Gray, 1890 Oscar Wilde.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 7.5
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Momento di piacere:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni