Un marito perverso Il

Era passato parecchio tempo dalla nostra avventura con Gianni, ma le immagini di quel periodo erano rimaste impresse nella memoria e riapparivano in tutta la loro nitidezza tutte le volte Elsa mi mostrava le sue grazie e nasceva il preludio a un nuovo amplesso. La sua educazione catto-borghese reprimeva tuttavia la voglia di dare spazio a nuovi incontri, che a suo dire potevano avere un senso solo se casualmente improvvisati, ma la voglia di scendere nei meandri oscuri del piacere mi portava necessariamente a escogitare un piano per rendere realizzabile l’ipotesi o casuale incontro. Oltre tutto Elsa è una donna esigente, che non si accontenta del primo che capita, serviva una persona colta raffinata, contestualmente di età adeguata pertanto non troppo giovane ne’ di età avanzata, dai lineamenti regolari e dal fisco piacente, non invadente ma al tempo stesso determinato nel momento opportuno. Fra le centinaia di proposte che giungevano dal sito apparve quella di Mario, che con un lessico concreto e al tempo stesso interlocutorio mi propose una conoscenza sobria e non necessariamente finalizzata. Qualche giorno dopo lo contattai, scrivendogli che quel giorno saremmo andati in un noto locale della nostra città dove passavano musica e si bevevano cocktail, lui aveva mandato una foto del viso e io avevo ricambiato, pertanto malgrado la confusione riuscimmo a riconoscerci. Lei era andata a prendere un cocktail, così ebbi modo di scambiare due chiacchiere da solo con lui, e scoprii che già si conoscevano in quanto entrambi ingegneri e che avevano addirittura lavorato insieme. Lei ritornando con due bicchieri in mano fu molto affabile con lui, la sua mano poggiandosi sul collo di Mario lo attrasse a se facendo sì che si scambiassero due casti baci che al mio aspetto assunsero l’idea del preludio a un amplesso. Scambiammo un po’ di chiacchiere per un po’ ripromettendoci di incontrarci presto. Non trascorse molto tempo prima che Mario scrivesse un messaggio a Elsa dove ci invitava a cena, fissammo una sera così di incontrarci e ci recammo in un posticino fuori città famoso per le degustazioni di pesce. Avevamo preso appuntamento in un posto convenuto dove invitai Mario a lasciare la sua auto e salire sulla nostra. Il mio invito non era casuale, avevo in mente un programma da realizzare al ritorno, pertanto ci dirigemmo al locale dove un cameriere ci accolse facendoci accomodare in un angolo molto discreto della sala. Durante la cena la conversazione fu formale, alternata a qualche battuta piccante accompagnata da sguardi ammiccanti che facevano presagire che ci sarebbe stato un dopocena. Infatti usciti da ristorante pregai Elsa di accomodarsi dietro insieme a Mario dicendo loro che quella sera avrei voluto essere il loro autista, lei non se lo fece ripetere due volte e iniziammo il tragitto verso casa. Da subito osservando lo specchietto posteriore vidi le loro labbra che si univano in un bacio lussurioso, e dopo qualche minuto Elsa mi avvisò che aveva una mano tra le cosce che sondava le sue auto reggenti. Guidavo con il cazzo che mi scoppiava e implorava di volere uscire dalla patta dei pantaloni, cosa che invece il nostro amico Mario aveva già concesso liberando l’anguilla dalla cerniera e affondando il viso tra le cosce di Elsa. Continuavo a guidare frastornato dal vino della serata, dai lampi delle auto che si rifrangevano sui miei occhi impegnati a sbirciare quel che succedeva nel sedile posteriore, ma soprattutto dai sospiri e lamenti erotici che rimbalzavano nelle mie orecchie come un film eccitante i cui attori erano in mia presenza e per questo ancora più infoiati nella loro lussuria.