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Sesso a tre: la nostra fantasia


di dmleilui
11.12.2017    |    58.950    |    49 9.8
"” Lei si avvicinó a quel cazzo che stava imparando a conoscere, mi guardó ancora una volta negli occhi, quasi a chiedermi il permesso per quello che stava..."
(scritto da Lui)


Era da tempo che nel nostro letto si era insinuata questa fantasia. Una fantasia che era entrata nel nostro rapporto con timidezza, in punta di piedi per farsi spazio un po’ alla volta sempre di più. Fui io il primo a proporla, avevo paura quando la tirai fuori per la prima volta. Lei un po’ alla volta iniziò a farla sua, fino a dirmi che aveva voglia di provarla tanto quanto me. Volevamo, entrambi, scoprire che effetto avrebbe fatto fare sesso in tre: io, lei e un altro uomo.

La cosa più difficile da fare era trovare, e coinvolgere, un altro uomo disposto a giocare con noi e poi sparire. Sarebbe stata una piacevole comparsa nel nostro letto, avremmo giocato con lui, ma poi non avremmo più voluto incontrarlo. Questa era la nostra regola.

Lei aveva gusti assai difficili, resi ancora più difficili dall’imbarazzo e dalla paura di scoprire qualcosa di completamente nuovo.

Presi in mano la situazione, decisi di inserire un annuncio su un sito di incontri per coppie e singoli. Cercavo un uomo che avesse più di quarant’anni, curato nell’aspetto, capace di essere cerebrale e soprattutto molto paziente. Perché io a quell’uomo non potevo garantire nulla. Probabilmente neanche un semplice caffè.

All’annuncio risposero in tanti. Scelsi solo i messaggi più intriganti, erano una decina. Risposi ai dieci messaggi chiedendo qualche informazione in più sulle loro precedenti esperienze. Tra quelli che pazientemente risposero e quelli che abbandonarono ancora prima di rispondere, ne scelsi tre. Probabilmente, uno di quei tre uomini avrebbe giocato con noi, realizzando un fantasia che era cresciuta talmente tanto da non riuscire nemmeno più a restare nel nostro letto.

A questo punto vidi le foto dei tre uomini. Uno era troppo basso, lo eliminai. Un altro era completamente depilato. Lei li detesta così, dovetti eliminarlo. Ne rimase uno, aveva scritto cose interessanti, più degli altri, aveva un aspetto gradevole. Gli scrissi chiedendogli di scambiarci i numeri di telefono, avrei voluto sentirlo per conoscerlo. Ci sentimmo, ci conoscemmo. Io ed il terzo iniziammo a sentirci con assiduità, anche se il suo sarebbe stato solo il ruolo di una comparsa, avevo bisogno di conoscerlo bene, di entrarci in confidenza. Io ed il terzo saremmo dovuti diventare amici a tempo. Avremmo dovuto condividere qualcosa di estremamente prezioso, prima che lui sparisse per sempre.

Dopo alcuni giorni che ci sentivamo telefonicamente gli proposi di vederci per una birra, proprio come due amici. Accettó e quella sera stessa ci vedemmo in un bar per aperitivi. Era imbarazzante conoscere un uomo a cui avrei concesso di fare sesso con la donna che amo. Ma smisi di pensarci e l’imbarazzo un po’ alla volta si dileguò, lasciando due amici davanti ad un paio di birre.

Quella sera parlammo di tutto, davvero come due vecchi amici. Gli parlai di Lei, gli feci vedere le foto che avevamo scattato nel nostro ultimo weekend in campagna. Fu una serata molto piacevole. Ci salutammo senza alcuna aspettativa. Era paziente per davvero.

La mattina dopo gli scrissi, lo invitai a bere un caffè a casa nel pomeriggio. Gli dissi che lei non sapeva nulla di noi due e che sarebbe stato un semplice amico che veniva a bere un caffè a casa.

Arrivò il pomeriggio, suonarono al citofono, aprii lo feci salire. A Lei avevo anticipato che sarebbe passato un amico a salutarmi e a bere un caffè con me. Il terzo salì, gli presentai Lei, che dopo i convenevoli si congedò andando nell’altra stanza. Rimanemmo io ed il terzo in cucina. Era arrivato il momento di andare oltre. Gli spiegai il mio piano. Dopo una mezz’oretta il terzo andó via, Lei uscì dalla stanza per salutarlo e rimanemmo da soli, come sempre, io e Lei.

Accesi la musica e andai in bagno a farmi una doccia. Fu una doccia molto lunga, avevo bisogno di raccogliere i miei pensieri e preparami a qualcosa che non riuscivo neanche ad immaginare.

Uscii dalla doccia, misi l’accappatoio ed entrai nella camera da letto. Lei era sdraiata, leggeva un libro, le tapparelle erano chiuse, ad illuminare la stanza solo la luce dell’abat jour. La guardai, era bellissima ed io ero perdutamente innamorato di lei. Mi avvicinai, avevo bisogno di baciarla e mentre le nostre labbra s’incontravano anche i nostri occhi, che si erano come agganciati, si baciavano seguendo il ritmo delle labbra. Succede così, un bacio tra di noi racconta tutto il nostro amore e anticipa tutta la passione che ci sarà. Le mie labbra scesero sul suo collo, sulle sue spalle, le mie mani s’infilarono sotto il pullover facendolo salire fino a toglierlo del tutto. Avevo davanti a me il suo seno, piccolo e armonioso. Iniziai a morderlo, sentendo le sue mani tra i miei capelli e il suo respiro che iniziava a ritmarsi come a voler iniziare una danza. Scesi più giù, sul ventre, indugiai davanti alle sue mutandine nere, alzai la testa, la guardai negli occhi, gliele sfilai con le mani e con la bocca e dopo averle tolte piazzai la mia testa tra le sue gambe, pronto a baciarla nel punto più segreto, come un attimo prima avevo baciato le sue labbra. Lei accompagnava le mie labbra e la mia lingua, tenendo la mia testa come un joystick. Sapevo che quando la mia testa diventava sua, di lì a poco anche la sua sarebbe diventata mia. Fu così, dopo poco la sentii gemere sempre di più, il suo corpo si contorceva mentre a poco a poco veniva raggiunta da un orgasmo che quasi sembrava penetrarle sotto pelle. Risalii a baciarla e le mie labbra sapevano di lei. In quel bacio non c’era più l’amore romantico di prima, in quel bacio adesso c’era tutta la passione e la libidine che sentivamo dentro. Ci baciavamo quasi a volerci consumare le labbra, mentre i nostri occhi, adesso, sembrava quasi si stessero sfidando a chi avrebbe fatto impazzire di più l’altro.
Senza fermare quel bacio le fermai i polsi sopra la testa, e con il mio bracciale le legai le mani. Aprii il cassetto del comodino, presi la mascherina nera per dormire, gliela misi. Lei era bendata e aveva le mani legate. Questo gioco lo avevamo fatto tante volte e ci eccitava immaginare un’altra persona, lí con noi. Già, immaginavamo. Questa volta sarebbe stato diverso.

Mi staccai da lei per qualche istante, presi il cellulare, scrissi un messaggio, lo inviai. Andai in corridoio, aprii la porta d’ingresso tenendola socchiusa e dal citofono aprii il portone. Tornai in stanza, da Lei, che mi aspettava legata e bendata, nuda, sul letto. Ripresi a baciarla su tutto il corpo, la feci girare. Le sfioravo la schiena con le labbra, scesi fino ai piedi e risalii. Feci scivolare una mano sotto di lei per accarezzarla. Non resistevo più, entrai dentro di lei. Ero eccitatissimo e divenni ancora più eccitato sentendo il suo piacere umido. Iniziammo a fare l’amore, poi iniziammo a scopare. Con il mio cazzo dentro e la mia mano destra sul clitoride in poco tempo Lei venne di nuovo. In quel momento sapevo che la sua testa partiva letteralmente, era allora che riuscivamo a dire le porcate più forti sulla nostra fantasia a tre. Mi comportai come sempre, le sussurrai all’orecchio: “e se adesso non fossimo soli?”, mi rispose come sempre:”adesso potrei fare qualunque cosa, se solo avessi un altro cazzo qui”.
Nel frattempo sentii chiudere la porta d’ingresso. Era il terzo, era salito seguendo le miei istruzioni. Lei non sapeva nulla e nell’impeto non si era nemmeno accorta della porta. Il terzo ci raggiunse in stanza, io ero ancora dentro di lei che mi muovevo lento. Lei era assorta nel suo piacere. Il terzo, silenziosamente, si spoglió e si mise in un angolo ad osservare. Era molto eccitato.

Mentre continuavo a scoparla lentamente, mi avvicinai con le labbra al suo orecchio e le sussurrai:”e se adesso ci fosse qui il mio amico di prima?” e lei mi rispose:”glielo prenderei in mano un po’ alla volta...”.
Feci un cenno con la testa al terzo, invitandolo ad avvicinarsi piano piano. Le dissi:”ti ho fatto godere già due volte, adesso fai qualcosa per me?” e lei mi rispose:”che cosa vuoi che faccia, porco?” “bhè, vorrei che fossi gentile con il mio amico” le dissi. Le slegai le mani, le presi la mano sinistra e lentamente la avvicinai al cazzo del terzo, che silenziosamente si era avvicinato al letto. Lei ebbe un sussulto. Ritiró la mano, le si accelerò il battito del cuore, si spavenntó. Io da dietro l’abbracciai e le sussurrai: “lasciati andare, amore mio, è quello che abbiamo sempre voluto”. Le ripresi la mano e la riportai sul cazzo del terzo. La lasciai e continuai a scoparla. La sua mano prese confidenza con il terzo. Il mio ritmo crebbe, ero eccitatissimo come non lo ero
mai stato prima. Iniziai a parlarle, come quando tutto era solo una fantasia. Lei iniziò a rispondermi. “Ti piace quello che sta accadendo?”, le chiesi, “sì, amore mi piace” mi rispose. Allora continuai:”allora fammi vedere quanto sai essere troia, amore mio, adesso ti tolgo la benda, ho voglia di vedere anche i tuoi occhi.” Le tolsi la benda, la guardai negli occhi e uscii da lei, facendola girare in posizione supina. “Hai voglia di assaggiarlo?” le chiesi, annuì con lo sguardo. “Allora prendilo, è tuo.” Lei si avvicinó a quel cazzo che stava imparando a conoscere, mi guardó ancora una volta negli occhi, quasi a chiedermi il permesso per quello che stava per fare e poi posó le sue labbra sul cazzo dell’altro uomo. Inizió con la sua solita delicatezza a fare un pompino ad un cazzo che non era il mio, proprio davanti ai miei occhi. Più lo baciava, più lo succhiava e più prendeva confidenza con il terzo, con me, con la nostra fantasia.
Mi posizionai alla sua sinistra, in ginocchio sul letto. Ora lei aveva due maschi in piena erezione davanti a lei. Afferró il mio cazzo con una mano e il cazzo del terzo con l’altra mano. Iniziò a masturbarci entrambi e un po’ la sua bocca veniva a succhiare me, un po’ andava a succhiare l’altro. Andammo avanti così per diversi minuti. Poi le chiesi:”hai voglia d’altro?”, mi guardó, i suoi occhi erano tornati a sfidare i miei sul campo della libidine, “ho voglia di provare com’è farsi scopare da un altro” mi disse. “Okay, ma mi raccomando tratta bene il mio amico” le risposi.
Il terzo allora si posizionó tra le sue gambe, gli occhi di lei incrociavano i miei mentre il terzo in poco tempo inizió a penetrarla.

Stavo vedendo la mia donna che scopava con un altro uomo. E mi stavo eccitando tanto per questo. Il terzo si abbassó su di lei per cercare le sue labbra, lei si giró opponendo resistenza, io le sussurrai “lasciati andare amore mio, gioca fino in fondo, giochiamo a fare l’amore”. A quel punto accettó le labbra del terzo sulle sue e inizió a baciarlo. Stavamo realizzando una fantasia estremamente erotica, giocando a fare l’amore. Io, eccitatissimo, sussurravo domande all’orecchio di lei:”ti piace come ti sta scopando, amore? ti piace sentire due uomini eccitati per te? ti piace giocare a fare la nostra puttana, adesso?” Lei rispondeva con dei “sì” sempre più lunghi e intrisi di piacere.
Guardai il terzo e gli feci cenno di lasciarmi il posto, adesso ero io tra le gambe di Lei a scoparle la fica, mentre lui le scopava la bocca. Io e il terzo ci alternammo più volte, prendendola in più posizioni sentendola venire almeno altre tre volte. Poi ci fermammo. La guardai e senza più alcuna inibizione da una parte e dall’altra, le dissi:”hai goduto tante volte, sei stata molto troia, adesso diventa un po’ puttana, fai godere noi. Hai voglia di sentire il nostro sapore e vedere il nostro piacere?” “oh sì, amore mio, voglio essere davvero la vostra puttana, voglio il vostro sperma su di me” rispose lei mentre si stendeva tra noi due. Io e il terzo eravamo entrambi in ginocchio sul letto, lei al centro sdraiata, io alla sua sinistra, il terzo alla sua destra. Avevamo due cazzi così gonfi che quasi scoppiavamo. Le poggiammo entrambi incazzi sulle labbra. Lei li prese in mano e inzió a leccarne prima uno e poi l’altro in maniera alternata. Ad un certo punto la fermammo. Il terzo dopo due colpi di mano inizió a godere riempendo il seno e le labbra della mia donna con il suo seme. Era tantissimo. Io vedendo la mia donna che aveva appena fatto godere un altro uomo, non riuscii più a resistere e in poco tempo le scaricai addosso tutto il mio piacere. Ero sfinito. Anche lei era sfinita. Ma ancora riuscivo ad eccitarmi nel vedere il suo seno e le sue labbra piene di sperma, il mio e quello del terzo. Lei raccoglieva avidamente con le mani dal suo seno il nostro seme e lo portava alla bocca assaggiandolo senza riuscire più a capire a chi appartenesse.
Era la scena più eccitante che potessi vedere. Lei era una dea del sesso e io non potevo che amarla e venerarla incondizionatamente. Rimanemmo distesi sul letto io e lei. Il terzo, in silenzio, si rivestì e andó via. Dopo circa un’ora in silenzio, al buio, ci alzammo per farci una doccia. Ci vestimmo, uscimmo per andare a cena fuori e non parlammo di quello che era successo. Poi tornammo a casa e fummo colti da un’incredibile passione che ci portò a fare l’amore per tutta la notte. Un po’ facevamo l’amore e un po’ ci scopavamo. E solo lì, in quel momento, uno dentro l’altra, ci raccontammo tutte le sensazioni che avevamo vissuto.
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