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La mia Passione per Lora
di Maurocollant
29.02.2024 |
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"Era bagnata, io sotto di lei sentivo l’umido che colava sulle mie gambe dalla sua figa..."
Premessa....
Avevo già pubblicato questo racconto, però poi l'avevo cancellato perchè mi ricordava troppo intensamente il periodo di passione, ma soprattutto d'amore, vissuto con Lei, la protagonista. Ora decido di rimetterlo qua, perchè, comunque, quei ricordare ha un peso importante della mia vita e non è il racconto, o meno, che riaccende quei ricordi. I ricordi restano comunque.
Conoscevo Lora da alcuni anni, per motivi professionali, poi, terminate le condizioni per cui il nostro rapporto era solo di lavoro, cominciammo a vederci lo stesso e, piano piano, la nostra amicizia si trasformò in qualcosa di più, di profondo, di intenso, di passionale....
Cominciammo ad amarci non intensità, a raccontarci delle nostre vite, dei problemi, delle frustranti quotidianità che limitavano la nostra vita e laq voglia di poterla vivere intensamente sotto tutti i punti di vista.
Ci ricavammo i nostri spazi, i nostri momenti di ...”libera uscita” che tanto libera non era viste le situazione che ci obbligavano a mantenere i legami con famiglie all’interno delle quali sentirsi realizzati era, ormai, diventato un sogno irrealizzabile.
Con Lora i momenti di intimità erano così intensi che per me era naturale e piacevole aprire la mia mente a lei, raccontandole tutte quelle fantasie che mi eccitavano, tutti quei desideri nascosti che fin da ragazzino erano i miei segreti desideri.
Che ero bisessuale glielo avevo detto fin dalle prime volte che ci siamo incontrati e anche della mia passione nell’indossare intimo femminile, tanto che non di rado mi lasciava usare qualche suo indumento intimo, un paio di collant, un reggicalze con le calze, il suo reggiseno.
Il piacere, la voglia delle mie fantasie sessuali era così coinvolgente, che sempre più frequentemente anche lei ci aggiungeva del suo, così assieme aprimmo un profilo su Annunci69 e ci divertivamo a fare sesso in cam con qualcuno che ci dedicava le sue seghe, le sue sborrate, era un modo per eccitarci sempre di più, sapere di essere visti, ma anche, e forse soprattutto, trasformare quelle mie, o nostre fantasie, in giochi reali.
Così su Annunci69 cominciammo a cercare fra i vari profili presenti di persone che vivevano nella nostra stessa città, Belluno, o in zone limitrofe, persone che facessero al caso nostro, da incontrare e coinvolgere nei nostri momenti di passione, per aggiungere pepe, divertimento, ma soprattutto eccitazione, ai nostri giochi.
Ci sarebbe piaciuta un’altra coppia con entrambi bisessuali, come noi, ma non era cosa semplice o, forse, non era proprio così difficile, solo che a gestire il gioco era lei e, col senno di poi, mi vien da pensare che i suoi desideri fossero ben altri, più che leccare una figa bagnata, forse Lora preferiva avere due cazzi a disposizione, uno dominante, che era poi l’oggetto della ricerca, ed uno sottomesso, da dominare, che ero io.
Un po’ alla volta, sfoltite le varie amicizie che ci contattavano sul sito, individuammo, o forse solo lei individuò, ed io accettai perché la mia condizione di sottomesso mi portava ad accettare ogni sua scelta ed ogni sua decisione, un ragazzo il cui profilo si confaceva a ciò che desideravamo.
Marco, bisessuale, versatile, sicuramente dominante, bel ragazzo, viveva in città, quindi senza problemi per incontri organizzati all’ultimo minuto, non sprovveduto in cose di questo genere, incontri ne aveva già avuti con coppie e, quindi, quel tanto di esperienza di non trovarlo né imbarazzato né impreparato, da coinvolgere senza problemi.
Al primo incontro fu subito sesso.
Lo invitammo a casa di Lora, un caffè giusto per avere quei dieci minuti utili a conoscerci e neanche finito di bere quello, Lora arrivò in salotto già nuda, con indosso solo un paio di autoreggenti color carne.
Si sedette sul divano dove le facemmo posto fra di noi e cominciò ad accarezzarci il cazzo che era, per entrambi, duro già da un po’, non c’era stato bisogno dell’arrivo di lei nuda, per solleticare quelle molle del piacere che ci aveva fatto rizzare il sesso. Sicuramente le sue abili mani furono determinanti per far sì che i nostri cazzi, prigionieri degli indumenti, venissero velocemente liberati e mostrati senza nessun problema.
Lora, da buona padrona di casa, con la sua abile bocca di dedicò al cazzo del nostro ospite Marco, mentre io le accarezzavo le schiena ora piegata sulle gambe del nostro nuovo amico poi fu lei a farmi segno di mettermi fra le gambe di Marco e, assieme a lei, prendermi cura del cazzo dell’ospite.
Un invito che non ammetteva replica, anzi, condividere con la sua bocca la cappella e l’asta vogliosa di Marco fu un piacere unico; le nostre lingue giocavano su quella asta, incontrandosi, bagnandosi una della saliva dell’altra, passavamo dallo scambiarci baci vogliosi e scorrere su quel cazzo venoso, voglioso, invitante, la cappella lucida e bagnata usciva dalla bocca di Lora per entrare nella mia per poi lasciarla di nuovo a lei e riaverla mia ancora. Era un piacere impagabile.
Ci spostammo nel letto, più ampio, più comodo del divano.
Mi distesi e Lora fu sopra di me, senza nessuna indecisione prese il mio cazzo e lo spinse dentro la sua figa bagnatissima, colava umori da quanto era eccitata.
Marco, come in una situazione concordata, ma che era invece creata al momento, senza bisogno di parole, si mise dietro di lei e dopo aver bagnato con la sua saliva la cappella ed il buco del culo di lei, appoggiò l’asta a quell’invitante foro e spinse, lei si fermò dal cavalcare il mio cazzo, mi fermai anche io in quel religioso silenzio e in quel momento di voglia speciale che Lora voleva vivere, avere due cazzi dentro di lei…
Le spinte di Marco furono lente, ma senza sosta, e fu dentro di lei. Le guardavo il viso, gli occhi mentre sentiva quel cazzo entrare, mentre ero già dentro di lei.
Il viso era estasiato, gli occhi a momenti chiusi per assaporare nel silenzio quel piacere che stava provando, ora era lei a comandare il gioco, noi eravamo solo due sessi duri dentro di lei, cominciò a muovere il bacino in modo da far sentire al cazzo di Marco il piacere di quel movimento, alternava questi movimenti a pause in cui si chinava sul mio viso per avere la mia bocca e scambiarci lunghissimi e bagnati baci, ad altri in cui girandosi cercava la bocca di Marco per ricevere la sua lingua, la sua saliva, i suoi baci.
Poi si abbassò su di me, senza cercare di baciarmi. Il corpo di marco seguì quello di Lora e così il mio viso e quello di Marco furono vicini, così vicini che cominciammo a baciarci.
Sentivo la sua lingua calda, la sua bocca vogliosa che giocava con la mia.
Lora però voleva essere al centro delle attenzioni e sciolse quel piacevole momento. Il suo bacino riprese a muoversi dando piacere sia a Marco che le era dentro il culo, che al mio cazzo che era nel caldo umido della sua figa.
Poi Marco lasciò sfilare dal buco il suo cazzo duro, Lora percepì quell’assenza e ne rimase sorpresa, per un attimo, giusto il tempo che bastò a Marco per appoggiare la cappella alla figa di Lora, già occupata dal mio cazzo e spingere per entrare anche lui nello stesso accogliente buco, senza farmi uscire.
Lora non percepì subito la cosa come un nuovo piacere, anzi, sul suo viso comparve una smorfia di dolore, sorpresa del cambio di Marco, forse sentì le sue labbra allargarsi per ricevere quell’ospite in più in modo impreparato e, quindi, doloroso.
Entrambi fermi lasciammo che fosse lei a gestire il gioco. Dentro la figa di Lora il mio cazzo e quello di Marco erano attaccati in una doppia penetrazione che non era prevista, non immaginata dai racconti delle nostre fantasie.
Lora cominciò a muoversi piano piano, in modo da lasciare all’elasticità del suo sesso di adattarsi alle misure dell’apertura che i due sessi dentro di lei ora le imponevano.
Il suo viso passava da smorfie di dolore a momenti di eccitazione che via via andavano prendendo sempre più il sopravvento.
Era bagnata, io sotto di lei sentivo l’umido che colava sulle mie gambe dalla sua figa.
Seguendo il crescendo del suo movimento sia Marco che io cominciammo a muoverci, bisognava andare con il giusto ritmo, in tre, non bisognava perdere il senso di quel movimento per evitare di dover ricominciare e, soprattutto, per evitare che i movimenti inadatti procurassero, a Lora, dolori che avrebbero reso il momento tutt’altro che sublime come, invece, lo stavamo vivendo sempre di più.
Eravamo tutti e tre eccitati, come nel momento in cui Marco la stava inculando, anche ora a momenti lei si chinava su di me per avere i miei baci, la mia lingua, e poi si girava di quel po’ che bastava per avere la bocca di Marco, la sua lingua, i suoi baci.
Dettava lei il ritmo dei movimenti, non la seguivamo come musicisti che conoscono il ritmo che il maestro d’orchestra comandava.
Ero troppo eccitato, sentire il suo corpo sudato su di me, vedere le sue tette che si muovevano e vedere Marco dietro di lei, sentire i due cazzi dentro quell’antro umido e voglioso fu quello che bastò perché il mio cazzo esplodesse in una serie ripetuta di schizzi di sborra dentro la figa di Lora.
Dopo di che anche per Marco fu il momento di godere e, a sua volta, le schizzò dentro la crema del suo piacere, facendola urlare perché quel momento anche per Lora fu appagante e anche lei venne dall’immenso piacere che i nostri cazzi le avevano dato.
Marco si sfilò e si distese al mio fianco baciandomi.
Poi anche Lora scese dalla mia asta e si mise al mio fianco, ora ero io in mezzo a loro e Lora si unì al nostro bacio.
Le nostre lingue scambiavano di bocca in continuazione. La mia mano scese sul cazzo bagnato di Marco e cominciai a segarlo piano piano, lasciando che la mia mano scorresse su quell’asta bagnata di sborra, la mia e la sua mischiate, e di umori di Lora.
Poi mi sposati da quella posizione fra di loro e lasciai che loro due continuassero a baciarsi, scesi a leccare la figa impregnata di umori di lei, della sborra di Marco e mia, un cocktail unico, inebriante, alternavo leccate alla figa di Lora a succhiate al cazzo di Marco che stava riprendendo vigore, voglia, durezza.
Bagnavo di saliva la figa di lei e poi il cazzo di lui, fu come se ci fossimo accordati, ad un certo momento Marco avvicinò la cappella umida alla figa vogliosa di Lora e la penetrò, quella cosa avveniva a dici centimetri dai miei occhi ma, soprattutto, a dieci centimetri dalla mia bocca.
Così mentre Marco la penetrava io leccavo il clitoride di Lora, alternando a leccate dell’asta di lui che entrava ed usciva lentamente dal caldo ed umido nido di lei.
Marco si fermò dal quel lento amplesso, afferrai alla base il cazzo di lui e lo feci uscire dalla figa per infilarlo subito nella mia bocca, ohh ero estasiato da quel sapore, da quel piacere unico che per la prima volta provavo.
Loro due si baciavano ed io da schiavo quel mi sentivo mi dedicavo ai loro sessi.
Rimisi il cazzo di Marco sulla fessura di Lora e lui con una spinta ritornò dentro di lei ed io, ancora, a leccare le palle di lui, la sua asta, e poi la figa di lei.
Quella scopata durò a lungo ed io potei assaporare gli i loro umori prendendoli una volta dalla figa di Lora ed un volta dal cazzo di Marco che, abbandonando la fessura di lei, mi scopava in gola.
Sentivo che quello era il ruolo che mi apparteneva, soddisfare come potevo le voglie della mia Padrona e di quello che in quel momento era il suo maschio, io ero solo uno schiavo che doveva impegnarsi ad essere disponibile e soddisfare al massimo le loro voglie.
Marco accelerò il movimento e capii che era pronto per venire, avrebbe deciso lui dove, e nel momento del massimo piacere fu veloce a togliere il cazzo dalla figa di Lora e io altrettanto veloce a metterlo nella mia bocca, in modo che gli schizzi, che arrivarono subito, soddisfacessero la mia sete di sottomissione, la mia sete del suo piacere, la mia sete della sua sborra.
Loro si baciavano ed io godevo nel vedere la loro intesa, e volevo che mi guardassero mentre deglutivo il frutto del piacere che mi era stato gentilmente donato dal maschio.
Quando decisero di poter avere occhi anche per me, aprii la bocca per far vedere loro che il succo dell’orgasmo di lui era nella mia bocca e in un attimo deglutii.
Ricordo ancora quel sapore un po’ acre salato, della sborra di Marco, anche se ebbi altre volte modo di assaggiare quel nettare degli dei, quella prima bevuta aveva un sapore nuovo, particolare, non era la prima volta che bevevo sborra, ma quella volta era stata davvero speciale, era l’atto sublime della mia sottomissione.
Dopo avermi visto deglutire Lora mi fece segno di avvicinarmi a lei, mi volle baciare per sentire anche lei in gola un po’ di quel sapore speciale.
Da quel momento i ruoli si erano ben definiti, loro due sembravano due amanti ed io una specie di servitore, un’odalisca pronta ad ogni loro sguardo, in attesa di una parola di attenzione che facesse capire che io c’ero, che mi degnavano dei loro sguardi, delle loro parole.
Quindi diventai cameriera, porgendo loro qualcosa da bere per rilassarsi mentre parlavano, mi dedicai alla figa di lei, come da suo ordine e al cazzo di lui, come Lora mi ordinava.
Loro chiacchieravano, si baciavano, mezzi sdraiati sul letto ed io pronto ad ogni loro richiesta, fosse di leccare i loro sessi, o prendere ciò che desideravano bere, o per qualsiasi cosa venisse loro in mente, come per esempio massaggiare i piedi, la schiena, fra i glutei, a volte con le mani, a volte con la lingua.
Era Lora che mi impartiva gli ordini, sapeva della mia indole remissiva, sapeva delle mie voglie di sottomissione e le piaceva quel ruolo da severa Padrona alla presenza di quel maschio deciso, gaudente nel vederla impartire ordini.
Quel vederlo compiaciuto le dava sempre più carica, e quindi dalla parole all’inizio gentili, tutto sommato, passò via via a dimostrarsi più decisa, più energica, più Padrona.
E così passò dal dirmi….”amore” a definirmi “zoccola”, “troia”, vacca” fino alla più eccitante delle definizioni… “vacca di una frocia”….
Chiamandomi in questi modi mi obbligava a leccare ora lui ora lei, baciare i loro piedi, leccare i loro culi, penetrarla con la lingua, pompare il cazzo di lui.
Godeva di quella situazione, si sentiva davvero Padrona, padrona del suo ruolo, mi assestò uno schiaffo nel momento in cui ritenne che non avessi succhiato bene il cazzo di lui, non vedendo sul suo viso nessun segno del piacere che potevo procuragli, ritenendo quindi che non stessi facendo un buon lavoro.
Fu una sorpresa quello schiaffo, e al di là dell’immediato bruciore, sentii il piacere dell’eccitazione sopprimere quel bruciore e appagarmi del mio essere schiavo, umiliato come è necessario che sia.
Marco a quel punto volle scoparla nel culo, io ero sempre nella posizione tale da vedere i loro sessi proprio in faccia a me, strusciò il cazzo fra le natiche di lei, provò una prima volta a penetrarla senza riuscirci, ancora strusciò quella nobile asta fra le natiche di lei cercando quell’umido che poteva lubrificare il sua cazzo ed anche lo stretto buco, ancora non riuscì a entrare.
Allora imperiosa Lora…
“Vacca cosa aspetti a lubrificare con la tua lingua, frocia, non lo vedi?, sono io che devo dirti quello che devi fare? Muoviti vacca…!”
Aveva ragione lei, io ammiravo quello spettacolo senza essermi reso conto che stavano aspettando che la mia bocca lubrificasse a dovere il cazzo di Marco e lo stretto buco del culo di Lora.
Con piacere eseguii l’ordine impartito, cercando di trovare più saliva possibile dalla mia bocca, in modo che potessi inumidire al massimo quel sesso duro e quello stretto buchetto in cui quel sesso voleva e doveva entrare.
La mia bocca ottenne il risultato voluto, al terzo tentativo, bagnato e ben lubrificate le parti, il cazzo di Marco scivolò dentro il culo di lei che mugolò dal piacere in modo da farmi sentire quanto le piaceva.
Lei restava ferma, era lui che muoveva il suo bacino entrando ed uscendo dal culo di lei, e ad ogni uscita il cazzo di lui era più lucido, più bagnato.
Cercai di baciare e leccare lo scroto di marco, in modo che fossi parte attiva anche io di quel momento e non solo piacevole spettatore, passavo dai coglioni di lui alla figa di lei, in modo che la mia Signora sentisse che partecipavo al suo piacere.
La scopata fu lunga, per me un tempo piacevolissimo, in cui potevo far sentire la mia bocca a lui ed a lei, alla mia Signora.
Infine Marco assestò alcuni colpi decisi, dalla sua voce capii che stava per raggiungere il culmine del suo piacere, Lora accompagnò quel momento con il suo respiro, ansimando in modo sempre più veloce e un grido nel momento in cui sentì gli schizzi possenti, immagino, del cazzo di Marco dentro il suo intestino.
Nettare, ancora nettare per il mio palato, quando Marco spossato fece uscire il suo cazzo un po’ afflosciato, lasciando aperto quel buco della mia signora, capii che era venuto il momento per la mia bocca di dedicarmi alla crema che le contrazioni della Signora facevano uscire.
A dire il vero sarei stato schizzinoso a mettere la mia bocca a disposizione di quel buco, ma quel momento aveva una carica di sessualità così forte, che non ci fu tempo per pensarci o rinunciare, mi avvicinai, leccai, pulii, bevvi quella sborra che le colava dal buco.
Insultandomi Lora mi disse che avrei dovuto anche pulire il cazzo del maschio, di quello che in quel momento era stato eletto maschio alfa, quindi padrone, suo amante, a cui dovevo amore e dedizione, quindi staccai la bocca dalle natiche umide di lei per dedicarmi al cazzo floscio, bagnato di lui.
Lei sapeva quanto io mi sentissi appagato in quel momento e le sue voglie erano ancora più appagate delle mie sicuramente, in quel momento lei aveva a disposizione due maschi, anche se Marco era il maschio alfa chi, in quel momento comandava veramente era lei, aveva due maschi a suo servizio, uno il maschio dominante e l’altro il remissivo, da umiliare, da comandare perché Marco vedesse come sapeva essere donna lei, Lora, la donna che a lungo o amato e anche saputo adorare come mia signora, ma prima di tutto l’amavo e quel giochi erano per noi un modo di dare tutto l’uno all’altra.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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