trio
L’ iniziazione... il seguito

01.03.2025 |
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"Senza farla attendere troppo cominciarono una danza di mani, sguardi, lingua e saliva con al centro l’unico oggetto del desiderio: Leila..."
L’esplosione di G. fu forte al punto che lasciò sorpreso anche lui, che imbarazzato provava a giustificarsi. Nino lo tranquillizzò e lo mise a suo agio, era del tutto prevedibile vista la carica erotica che si era creata in quella stanza: una fame di sesso non meccanico, una voglia di cercare l’altro, scovare i suoi punti sensibili e una volta trovati, afferrarli con la lingua, i denti, i seni, le dita… pelle contro pelle fino a sentire i brividi.Si trattennero sul divano a chiacchierare d’altro, a distogliere l’attenzione e provare a rilassarsi come tre amici che conversavano del più e del meno… quel divano ora assumeva la sua funzione iniziale smettendo di essere l’alcova di amanti focosi…
Mentre la conversazione sfumava, Nino si avvicinò lentamente ma con decisione a G. e prese in mano il suo uccello, glielo strinse forte ma con dolcezza. Nonostante l’orgasmo G. non tardò a reagire, il suo membro si ingrossò a vista d’occhio, il desiderio si riaccese, ma questa volta fu sul letto che ripresero quel discorso inaspettatamente interrotto perché la loro voglia non si era placata.
Leila si distese vogliosa ed inquieta, Nino e G. la circondarono avvicendandosi in carezze, baci e leccate succulente. A Leila era scomparso qualsiasi freno inibitore, si agitava in quel letto come un’anguilla che striscia disorientata, emetteva mugolii ancor prima che i suoi uomini la toccassero, e, come le sirene per Ulisse, con quei gemiti invitava i due amanti ad approfittare di lei, era tutto molto chiaro: aveva fame e sete di sesso. Nino e G. senza farla attendere troppo cominciarono una danza di mani, sguardi, lingua e saliva con al centro l’unico oggetto del desiderio: Leila.
Quel vortice di dita, mani, lingue si alternavano sul corpo di Leila, addentrandosi nei punti più proibiti e sensibili, procurandole altri nuovi e molteplici orgasmi.
Quella donna così lasciva invitava a non smettere bensì a donarle altro piacere per vedere fino a che punto poteva godere. G. sentendola così calda, desiderosa, inquieta ma addomesticabile, le si avvicinò da dietro e senza esitazione infilò quel grosso membro nel suo culo fradicio di umori misti, lei lo accolse con sorpresa e piacere e quasi non ne sentì il dolore. La possedeva da dietro mentre Nino le leccava la fica e le infilava le dita per non farla smettere di godere, per farla impazzire.
A quel punto Nino si distese supino e Leila si avvicinò per appoggiargli la fica sulla faccia, ma non fece in tempo perché G., come un toro impazzito mirò dritto al suo culo con il suo bel cazzo sempre in tiro, infilandolo dentro di lei tutto d’un fiato. Leila urlò di dolore questa volta, crollando con tutto il corpo su Nino. Leila si sentì sopraffatta da quel gesto inaspettato e da quel membro che ora si faceva più presente quasi a provocarle dolore, ma le piaceva, sentirlo dentro di lei le piaceva. G. la montava e voleva sentire quel culo solo suo, incurante delle implorazioni di Leila che lo supplicava dicendo: “così mi sfondi il culo!” ma lui incurante le ripeteva: “Sì, ti sfondo il culo!”. Nino, intanto, era rimasto schiacciato dal bacino di Leila quasi soffocato, la situazione a tratti comica era sfuggita di mano ad entrambi, finora G. era stato un buon esecutore sotto la regia di Nino, ma questa volta aveva voluto improvvisare e questa sua iniziativa aveva lasciato sia Nino che Leila muti e attoniti. Fu anche per questo che Nino non si ribellò e lasciò che il suo amore godesse e soffrisse sotto i colpi di G.
G. era completamente rapito dalla voglia di sfondarle quel culo così accogliente e alternava i suoi colpi con spinte sempre più decise! La camera da letto si saturò dei loro odori, le urla e i gemiti invece oltrepassavano le mura in quella notte di inaspettata lussuria.
In un momento di tregua, Nino sorprese tutti con un invito strano, improvviso e inaspettato, chiese a G. di rimanere a dormire con loro. G. accettò e anche Leila, per una volta, non si fece domande e un pò per la stanchezza e un pò per la sensazione di ebbrezza da cui si sentiva pervasa, si lasciò andare all’idea di Nino senza opporre nessuna resistenza.
Come una bimba nel lettone dei genitori, Leila si adagiò al centro, ai due lati, in uno schema del tutto casuale vennero ad aggiungersi, successivamente, i due amanti. Leila era ancora eccitata e si strinse a Nino in cerca delle sue mani e della sua bocca. Nino era dolcissimo, l’accarezzava e sottovoce le chiedeva come si sentisse e se le era piaciuto quell’approccio finora solo immaginato. Leila si contorceva sperando che il suo corpo fosse più loquace della sua bocca, muoveva le gambe fino ad intrecciarle con quelle di Nino, mentre alle sue spalle c’era G. che steso su un lato dormiva. Leila allora sicura di non essere ascoltata se non dal suo amore, gli sussurrò: “mi sento una cagna in calore!”. Fu in quel momento che sentì il respiro di G. ancora più vicino, le distanze tra i tre si erano improvvisamente accorciate, si sentiva schiacciata dalla presenza di quell’uomo e seppur Nino la teneva tra le sue braccia sentì il desiderio di allungare una mano verso G.
La mano sfiorò un membro rigido e pronto a ricominciare, Leila si sentiva all’apice della femminilità, in mezzo a due uomini che la desideravano in quel momento in modo diverso. Nino la stava coccolando, solleticando la parte dolce di Leila, G. invece era pronto a sedare la cagna che si affacciava prepotente in lei. Fu inevitabile che Nino rimanesse escluso dal gioco che in un attimo, e senza averlo deciso, si trasformò in un duetto feroce tra Leila e G.
Leila, non ebbe il tempo di rendersene conto, che G. inquieto le saltò sopra come un cavallo imbizzarrito e la montò così forte da farla gemere incessantemente. I colpi erano forti e a tratti dolorosi, ma la linea sottile tra il dolore e il piacere a volte si sbiadiva perdendosi in un insaziabile desiderio. La sottoveste si sgualciva, il reggicalze stentava a resistere…G. le aveva tirato su le gambe ed era su di lei in un ritmo incessante e serrato. Leila urlava, gemeva, provava in alcuni momenti ad allontanare il suo bacino…sembrava tutto inutile, era condannata a godere e a saziare quella fame da “cagna in calore”.
G. aveva ripreso tutte le sue forze lasciando Nino nell’ombra e occupandosi di Leila senza sosta, non smetteva di girarla, rigirarla, leccarla e possederla in qualunque posizione. Leila era nel pieno della sua maialaggine, egoisticamente concentrata sul suo piacere, non si ribellava a quell’uomo, continuava a bagnarsi e ad avere orgasmi multipli. Quando rinveniva, cercava Nino con lo sguardo ma lui era talvolta lontano seppur la incitava sempre a godere senza mai fermarsi. Su quel letto la sua puttana amorosa stava dando il meglio di sé, senza remore e senza pudore, proprio come la voleva lui.
L’apice dell’eccitazione era tangibile, Nino e G. non resistevano alla sensazione di essere vicini all’orgasmo ma allo stesso tempo non cedevano ad esso. Leila si stese supina, G. iniziò a possederla completamente, estraeva il suo pene a ritmo alternato dalla fica per rallentare l’orgasmo, Nino invece era a cavalcioni su di lei, con i suoi testicoli sulla sua bocca.
Leila era famelica del suo uomo, non si accontentava di leccargli solo i testicoli e il pene mentre riceveva le sferzate di G. La sua vagina era piena e mai paga, ma la sua lingua in preda alla follia dell’eros andò a cercare l’ano di Nino e cominciò a leccarglielo con più intensità e voluttà.
Nino e G. comunicavano con lo sguardo soffocati dal piacere, Leila sotto di loro non poteva desiderare altro, erano un ingranaggio perfetto che però, di lì a poco, esplose in un’incontenibile orgasmo liberatorio.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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