trio

A 69


di jessyka
06.05.2016    |    2.409    |    1 9.6
"Ci salutiamo velocemente e mi ritrovo appoggiata alla porta a pensare a cosa fare..."
Era un giovedì pomeriggio ed insieme a mio marito ci stavamo recando in ufficio, sarebbe stata una giornata con pochi impegni ed avevamo già un programmino stuzzicante per la sera; infatti attigua all’ufficio c’è la nostra stanza dei giochi, ovvero dove facciamo le foto sexy, il luogo dove il serio avvocato e la sua segretaria diventano veri porcellini, un vano dove è tutto foderato di bianco per renderlo anonimo. Una volta arrivati, come sempre lui va nel suo ufficio, mentre io mi fermo in quello all’ingresso dove ho la mia scrivania, mentre la segretaria, quella che davvero lavora, oggi è in ferie. Trascorre circa un’ora quando lui esce per andare ad un appuntamento con un suo cliente e mi dice che dovrebbe essere di ritorno per le 19. Mi invita a farmi trovare già vestita da troietta, un bacio e una palpatina veloce e va verso l’ascensore; io resto sola in ufficio, non ho nulla da fare, quindi mi ritrovo ben presto a navigare un po’ su internet, inevitabilmente vado a controllare la mia pagina su A69, dove tanti porcelli mi dicono cosine eccitanti, si lo so, forse esagerano, ma mi piace lo stesso. Faccio una pausa caffè utilizzando la macchinetta nell’ufficio del capo, poi guardo l’ora, il tempo è volato, sono le 17,30 e penso quindi di cominciare a prepararmi; vado nella stanzetta e prendo l’occorrente, l’abitino nero in pizzo molto leggero e attillato, le autoreggenti, altre cosine ed accessori come l’inevitabile maschera, nel mentre suona il telefono, vado a rispondere della mia scrivania portando tutto con me. Era un cliente che voleva un appuntamento, me la sbrigo in pochi secondi e poi inizio a vestirmi, beh, si fa per dire. Sono pronta scarpe comprese, solo guanti e maschera rimangono da indossare, li sistemo in un cassetto e torno a navigare su A69, un’altra telefonata interrompe i miei messaggini, è mio marito che dice che ritarderà, che palle, va beh. Rispondo anche a qualche mail piccante, invio qualche foto, quando ho le risposte immediate, tendo ad eccitarmi molto, sto parlando con l’amico Marco, lui sa come farmi andare su di giri, mentre leggo i suoi commenti e le sue idee, la mano destra è sul mouse, ma la sinistra sta premendo sul perizomino nero che si bagna sempre di più. Arrivo anche a scostarlo di lato e con le dita mi stuzzico seguendo le istruzioni, ma proprio in quel momento squilla il citofono. Chi cavolo sarà?, non avevamo appuntamenti, penso di non aprire, ma suonano ripetutamente; vado a rispondere, sono venuti a consegnare le nuove stampanti con due giorni di anticipo, non mi resta che aprire, sarà roba di pochi minuti penso. Intanto telefono a mio marito mettendolo al corrente della situazione e cioè che sono con un abitino un po’ estremo, lui se la ride e mi dice: “Dai ci mettono dieci minuti ad installarle e poi se ti guardano il culo, al limite chiederai uno sconto” Nel mentre sento che sono dalla porta, mi tiro verso il basso il vestitino per farlo sembrare come posso un pochino meno corto ed apro, c’è un tipo grassoccio sui sessant’anni mal portati e un ragazzo giovane con l’espressione da imbranato, hanno tre grosse scatole che posano a terra appena entrati. Si presentano, il titolare è Gino, il ragazzo si chiama Valerio, mi dicono che ritireranno le vecchie stampanti ed in pochi minuti saranno funzionanti le nuove. Non mi resta che attendere, Gino mi guarda un po’ insistentemente, fingo di non accorgermene, ma vista la sua insistenza, dico di aver da fare nell’altro ufficio e li lascio da soli. Sento che aprono le scatole, che parlano di collegamenti, poi il ragazzo chiede il permesso di entrare dove sono io, gli dico di fare pure e mi alzo dalla scrivania per facilitargli il lavoro e non mi accorgo che il vestito è salito in modo vertiginoso, lui si e mi fissa con gli occhi sgranati, mi giro verso di lui e gli dico: “Che hai da guardare, mai visto una minigonna?” Lui arrossisce e si rimette al lavoro. Ad un tratto spunta dalla porta Gino e mi chiede se potessi andare un momento di la, il ragazzo intanto è indaffarato con i suoi cavi di collegamento. Mi indica la stampante nuova dicendo che è operativa ed intanto si siede alla scrivania invitandomi a vedere il funzionamento, ha fatto una stampa di prova, ma ha un atteggiamento strano. Quando sono al suo fianco, apre il mio portatile, si quello che stavo usando, mi mostra che è ancora sulla pagina di “A69”, ora ricordo!, mi sono dimenticata di uscire dal sito, mi osserva con un sorriso malizioso, sto pensando che scusa trovare per togliermi da questa situazione complicata, ma lui rincara la dose e mi mostra la maschera dicendo: “Ma sei tu Jessyka! Sei proprio una bella troia” e intanto mi da una sonora palpata al culo tirandomi verso di se. Ho visto il tuo messaggio, stavi scrivendo ad un certo Marco … vieni qui e mi fa sedere a forza sulle sue gambe, continua a chattare, digli che il Gino ti sta per scopare, perché dunque domani tutto il quartiere saprà di te. Sono impaurita ed incazzata nello stesso tempo, mi trattengo da tirargli uno schiaffone, ma ho poco tempo per scegliere il male minore, senza parlare mi alzo mettendomi di fronte a lui che rimane seduto, le sue mani mi sollevano il vestito, poi da sopra mi fa uscire i seni, mi palpa con le sue mani grasse, poi ansimando come un animale si struscia con la faccia sul mio corpo, leccando ovunque. Resto impassibile, forse spero che vedendo che non lo assecondo, lasci perdere, ma mi fa sedere sulla scrivania e mi strappa il perizoma, sembra assatanato, penso persino che gli possa venire un infarto, mi lecca la fica e con le mani strizza i seni, io non reagisco, ma i suoi rumori attirano inevitabilmente l’attenzione di Valerio che entra per vedere cosa stia succedendo e resta imbalsamato scoprendo l’inaspettata scena. Gino, tutto fiero, spiega in poche parole al ragazzo, il fatto del sito, del gioco a mettersi in mostra e conclude dicendo: “Ora almeno la mettiamo alla prova, così domani la possiamo commentare in maniera appropriata anche noi” e ridacchia sguaiatamente. Mentre lo spettatore osserva silenzioso, Gino mi fa inginocchiare davanti a lui, si denuda parzialmente e mi ordina di prenderlo in bocca. Ha un odore poco invitante ed oltretutto non è molto duro, obbedisco, faccio del mio meglio e vi assicuro che sono una brava pompinara, ma non riesco a fargli avere una vera erezione. Mi sdraia sul divanetto, vuole scoparmi, è più la confusione che fa, che la sostanza, dice che è troppo eccitato e neanche aiutandosi con frasi tipo: Ti sfondo troia, o Prendi il cazzo puttana, riescono a risolvere il suo vero problema. Vuole ancora una pompa, mi ritrovo nuovamente in bocca quel salsicciotto mezzo moscio, mi do davvero da fare perché l’idea e quella di farlo venire rapidamente, perché sicuramente poi smetterebbe. Pompo in un modo che anche Cicciolina impallidirebbe, mi aiuto con le mani, sento che sta per sborrare, urla, io non voglio bere, ma lui mi tiene la testa, riesco ad evitare qualche schizzo, che va sul vestitino, ma un po’ mi arriva anche in bocca, è molto aspro e pizzicante. Lui si butta sul divano esausto, come avesse fatto chissà che cosa, mentre io mi ripulisco come posso. Intanto Valerio si è avvicinato a me e timidamente chiede se può anche solo toccarmi, guardo Gino dritto negli occhi e rispondo: “Si caro tu puoi mostrare al tuo capo, come si fa godere una donna” Il ragazzo si denuda completamente, mentre io mi tolgo l’abitino che il vecchio porco aveva sporcato. Siamo nudi uno davanti all’altra, con uno spettatore che rimane seduto e in silenzio, Valerio ha un cazzo perfettamente eretto e per i suoi, presumo 18 anni, anche bello grosso. Mi inginocchio e lo prendo in bocca, vedo che gli piace ed ovviamente anche a me, è gustoso, sa di buono ed è duro come non ricordavo da tempo. Mi vuole toccare, vuole esplorare il corpo femminile, lo lascio fare, succhia i seni, accarezza, mette due dita, o anche tre, dentro il mio sesso, sfiora il buchino, forse non osa del tutto. Gli dico di scoparmi, è molto agitato, mi sussurra all’orecchio che è la prima volta ed io gli rispondo che farò in modo che non se la dimentichi mai più. Lo aiuto ad entrare in me e quando inizia a sbattermi è davvero impagabile, duro e potente, non conto i miei orgasmi, spero solo che resista e quando sento che aumenta il suo respiro, lo fermo con la scusa di farmi sbattere alla pecorina. Lui è felice di provare diverse posizioni, nel mentre Gino è ammutolito e sta invano cercando di masturbarsi un coso moscio. L’idea che ho, è quella di mettere a disagio Gino in modo che abbia poi timore a vantarsi in giro. Valerio mi cavalca anche da dietro, ora lo sento ansimare, riesce a dirmi che sta per venire, gli rispondo: “Si sborrami dentro, la voglio tutta dentro” non faccio in tempo a finire la frase che sento una quantità di sborra entrare in me. Quindi mi alzo in piedi allargando leggermente le gambe, ne scivolano gocce a terra, mentre altri rivoli di sperma mi colano giù dalle gambe. Mi avvicino a Valerio e gli chiedo se gli è piaciuto, il suo sguardo è una risposta, lo accarezzo e sento che il suo pene si irrigidisce ancora, che bello essere giovani. Gino intanto si sta rivestendo, credo più imbarazzato per la sua performance, che esaltato per aver abusato di me. L’atmosfera è ancora carica come il membro di Valerio che continuo a toccare, nel mentre chiedo cortesemente ad ambedue che la cosa rimanga un segreto, Gino mi rassicura, guardo Valerio e gli dico: “So che agli amici vorresti farlo sapere, ma se saprai tenere il segreto, io saprò ricompensarti ancora” Mi risponde con decisione di stare tranquilla, ora pare aver acquisito sicurezza ed anzi è lui che mi chiede un pompino. Non aspettavo altro che gustarmi quel giovane cazzo, do prova della mia abilità e vedo che il ragazzo apprezza, ora aiuta, mi invita a succhiargli le palle, me lo sbatte sulle guance, pompo, pompo, pompo ed infine mi bevo il suo caldo nettare, ora è meno denso, ma molto buono. Le gocce che mi escono dalla bocca, le raccolgo con le dita e me le gusto. Dopo poco, si sono rivestiti, Gino fa finta di nulla e dice che le stampanti sono a posto, chiedo quanto debbo pagare, mi osserva, sono ancora tutta nuda, ho solo le scarpe e mi fa segno che siamo a posto così. Ci salutiamo velocemente e mi ritrovo appoggiata alla porta a pensare a cosa fare. Mi metto il vestitino, anche se è un po’ conciato, il perizoma no, perché è rotto e mi siedo alla mia scrivania, molto stanca, ma appagata. Scrivo al mio amico Marco che presto gli racconterò cosa mi è successo oggi e mentre penso e spero che quei due sappiano mantenere il segreto, squilla il telefono, è mio marito che chiede quanto ho pagato per le stampanti. La mia risposta è: “Nulla, mi sono fatta scopare” e lui si è fatto una risata, ma avrà capito? Beh, io glielo ho detto.
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