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03 - Marco tra Anastacia e Roberta - Voglia di nuove esperienze estreme


di ombraerotica
10.04.2020    |    6.839    |    0 9.4
"Il respiro pesante e affannato le fece capire che era quasi giunta all’orgasmo, ma a lei sembrò troppo semplice che venisse così facilmente quindi, ..."
Capitolo 3
Marco tra Anastacia e Roberta


Daniela non parlò con suo marito per giorni interi e lui ne fu dispiaciuto. Aveva pensato che dopo che Lorenzo avesse rotto il culo di sua moglie lei si fosse convinta di darlo anche a lui, l’uomo sapeva che il suo vecchio compagno di scuola aveva un cazzo fuori dal comune, così pensava di farlo aprire prima a lui per poi tuffarci il suo cazzo. Ma la realtà fu ben altra, Daniela prese quel gioco erotico come un vero inganno che l’aveva portata alla perdita della sua verginità anale, nonostante le fosse piaciuto da morire, ma ormai era lei a considerare il marito un traditore.
Marco non la vide nuda per diversi mesi e capì che tra loro era praticamente finita, ma il suo cazzo aveva bisogno di sfogarsi, di entrare in una donna, anche se quella donna non dovesse essere più Daniela.
Una sera, dopo l’ennesimo litigio con la moglie, decise di mandarla a quel paese e andare a farsi una passeggiata notturna, entrò in un bar che sapeva non essere ben frequentato.
Intorno a lui vi erano tizi poco raccomandabili, riconobbe almeno due di loro che avevano la fama di spacciatori e diversi altri uomini avevano dei tatuaggi sul viso: pensò che doveva essere dei galeotti.
Si sedette al bancone accanto a una donna che le parve una prostituta, lo si capiva dal modo di vestire.
Rimase lì per diversi minuti, senza dir nulla a quella donna, non sapeva come fare per parlare con una puttana, non lo aveva mai fatto prima d’ora, intanto un altro uomo l’avvicinò e senza neanche sedersi al bancone la portò fuori dal locale dopo appena una chiacchierata e un sussurro all’orecchio di lei.
Il posto accanto a Marco rimase vuoto per altri interminabili minuti in cui lui aveva soltanto bevuto una birretta. Poi a un certo punto si voltò e vide una ragazza bionda che aveva già preso il posto della prostituta.
Era bella, con un viso semplice e dalla pelle chiara, i suoi capelli erano biondi e le cascavano sulle spalle con leggerezza, non era prosperosa come la moglie, ma aveva tutte le curve al posto giusto, era più magra di Daniela.
«Un quattro bianchi per favore» disse la ragazza al barman.
«Ehi e tu che ci fai qui? Non sembri una prostituta, non è posto per una ragazza questo» disse Marco pensando che non fosse un posto per una ragazza tanto carina.
«E tu chi sei? Mica sono minorenne» disse lei guardandolo stranito.
Effettivamente non sembrava minorenne, a dire la verità era anche molto alta, ma stonava comunque con quel contesto.
«Sei… giovane… insomma»
«Ho 25 anni e per la cronaca sarei una prostituta.»
«Wow» fece lui.
«Diciamo che sono orientata più verso le donne, ma se mi capitano gli uomini non disdegno mica.»
Marco non sapeva se quella fosse una proposta, comunque se voleva farsi una bella scopata non poteva trovare di meglio in quel posto.
«Mi piacerebbe poterti dare piacere, non sono una donna ma se ti accontenti. Come ti chiami? Di dove sei? Non sembri italiana!»
«Mi chiamo Anastacia e ho origini dell’est Europa, comunque credo che non disdegnerò neanche te» disse alzandosi e non aspettando neanche che il suo cocktail fosse pronto.
«Andiamo, su!» disse la donna aspettandosi che Marco lo seguisse fuori.
Si accorse che era davvero alta e aveva un fisico longilineo simile a quello di una modella, non in carne, ma neanche anoressica.
Marco pagò la birra e il cocktail che in tanto era arrivato al bancone e poi la seguì.
«Dove andiamo?» chiese lei.
«La macchina è da questa parte. Ma la usiamo soltanto per arrivare in una più comoda camera da letto.»
Marco si era premurato di far fare una copia delle chiavi della casa di campagna che possedeva Daniela, era una vecchia catapecchia in cui non andava più nessuno, ma per i suoi scopi era perfetta, l’aveva sistemata alla bella e meglio per poterne usufruire in un’occasione simile.
Guidò andando fuori città, durante il tragitto lui si presentò e parlarono un po’ del più e le meno, dicendole inoltre il motivo per cui aveva scelto di stare una prostituta quella sera.
«Mi stai dicendo che tua moglie si è presa un palo di 25 cm nella fica e nel culo e c’è l’ha con te?! Sembra assurdo, magari tutti i mariti fossero come te» disse lei.
Lui fu rincuorato scoprendo che Anastacia fosse molto vogliosa, certo era una prostituta, ma una di classe, a cui piace il piacere, soprattutto quello lesbico.
Arrivarono nella vecchia casa e Marco aprì la porta, molte stanze erano ancora in un completo stato di abbandono, ma c’era ancora l’energia elettrica e al piano di sopra l’aspettava la camera da letto che aveva provveduto a ripulire di recente.
Salirono subito di sopra e non persero tempo in smancerie.
La donna si denudò completamente con pochi movimenti e Marco la vide, alta tanto quanto lui, e bella da morire.
Le sue tette erano più piccoli di quelle di Daniela ma i suoi movimenti erano più sensuali, si girò per mostrargli il fondoschiena che non aveva nulla da invidiare a quello di Daniela anche se sera meno in carne.
L’uomo si spogliò e rimase in mutande, il cazzo in astinenza era già duro e si notava parecchio sotto la stoffa.
Anastasia lo spinse sul letto e gli tolse l’ultimo indumento, il cazzo svettò davanti al suo naso.
Lo guardò con interesse.
«Ce l’hai davvero di diciassette centimetri e devo dire che anche questa misura non è facile da trovare in giro, penso che mi divertirò parecchio anche se non hai le tette» disse la donna facendogli l’occhiolino.
Mentre era ancora inginocchiata sul pavimento cominciò a prendere in bocca il cazzo di Marco che si sentì subito ribollire il sangue quando la cappella entrò in contatto con la bocca calda di Anastacia.
La donna gli leccò per bene tutta l’asta e la cappella per poi iniziare a succhiarla con sempre maggiore vigore.
«Sei un’aspirapolvere vivente. Dai sì, succhiamelo, fammi sentire di nuovo vivo!» esclamava l’uomo in estasi pensando che la moglie in fondo era soltanto una principiante in confronto a lei.
Anastacia smise di succhiarglielo e disse: «Sento che già stai per venire, non voglio che finisca tutto prima di sentire il tuo cazzo nella mia fica»
Entrambi salirono sul letto matrimoniale, marco supino e la donna in piedi sopra di lui pronta a farsi impalare. Marco poté notare che la fica di Anastasia era rasata intorno alle grandi labbra, ma sul monte di venere aveva lasciato un triangolino di peluria bionda come i capelli che non le stava male.
La donna piegò le gambe e, abbassandosi, la cappella turgida e bagnata di Marco le dilatò la fessura della fica.
«Mmmh… sì… hai un bell’arnese in mezzo alle gambe», disse lei sentendo che stava entrando, «mi stai aprendo per bene».
«Dopo che ti avrò scopata dimenticherai di essere bisessuale e ti convertirò. Vorrai solo il mio cazzo» disse lui.
«Non credo succederà mai» e con un solo movimento lo fece entrare di parecchi centimetri.
Il cazzo di Marco avrebbe urlato di piacere se avesse potuto, ma non poteva e si limitò a diventare più duro.
«Sììì, dai fallo entrare tutto» disse lui.
«Ce l’hai di marmo! Allora è vero che non scopi da mesi» disse Anastacia.
L’uomo l’afferrò per gli stretti fianchi e la trattenne mentre il suo cazzo la impalò del tutto con un solo colpo di reni verso l’alto.
«Ahhh!» gemette la donna portando la testa indietro e il bacino in avanti. «Me lo hai piantato tutto dentro, cazzo quanto mi ha fatto male, me lo sento nello stomaco quasi».
Marco pensò a quanto doveva aver fatto male a sua moglie quando il cazzo di Lorenzo l’aveva spaccata in due. L’uomo si eccitò ripensando alla registrazione audio che aveva a casa e cominciò a scopare Anastacia con violenza, come se volesse punire lei sfogando la su frustrazione.
Anastacia si sentì sobbalzare ad ogni colpo che riceveva da Marco e gridò di piacere e di dolore a un tempo. Sentiva la verga dell’uomo aprirla e andare sempre più in profondità, era stata con molti uomini ma un cazzo del genere unito a quella violenza non l’aveva mai ricevuto dentro la sua fica.
«Mi stai scopando al massimo! Ahh Ahh! Fottimi fottimi sììììì» diceva mentre i capelli biondi si dimenavano insieme a lei.
«Prendilo tutto, troia che non sei altra, i tuoi ti hanno portata qui in Italia per farti scopare da me e poter godere come una cagna in calore.»
«Hai ragione! Sono tua, sono solo una troia, la tua troia! Mettilo dentro con più forza, mi devi spaccare se vuoi che io venga!»
L’uomo alzò il bacino al massimo e la donna si sentì ancora più impalata. Dopodiché la fece cadere di lato per poi ritrovarla sotto di lui, cambiando posizione e iniziando a scoparla nella classica, quella del missionario.
Lui la baciò in bocca, sul viso e soffermandosi sulle tette dai capezzoli così turgidi da lasciare intendere che la donna non fingeva, era eccitata davvero e si stava divertendo da pazzi.
L’uomo continuò a stantuffarla in fica e lei per assurdo lo sentiva ancora farsi strada più in profondità, ogni stoccata fu micidiale e la portò rapidamente all’orgasmo.
«Vengo!!! Ahh!»
La donna sussultò diverse volte, silenziosamente, ma il suo corpo fu eloquente, stava venendo da parecchi secondi senza riuscire né a respirare né ad aprire gli occhi.
Marco intanto colpiva ancora senza pietà e con violenza mentre Anastacia lo abbracciò, poi si rilassò e l’uomo capì che era venuta alla grande.
«E tua moglie non vuole fare sesso con te? Sei un vero animale» disse lei sorridendo e mettendosi le mani sul viso per asciugarsi il sudore.
Marco estrasse il suo cazzo e lo porse al suo viso per lasciare che lei leccasse i suoi stessi umori. Lo prese in bocca e iniziò a spompinarlo nuovamente, Anastacia voleva bere il suo sperma.
Poi la porta della stanza si aprì e una voce li interruppe.
«Marco… che cazzo stai facendo?»

Poco tempo prima!

«Hey Daniela, come va?» chiese una voce uscendo dal cellulare della donna.
«Ciao, Roberta, cara sorellina… diciamo che ci sono stati tempi migliori.» rispose la donna pensando al marito che era uscito dopo una litigata con lei.
Roberta si trovava nella sua auto e aveva deciso di chiamare la sorella maggiore Daniela per un motivo preciso.
«Vedi, mi chiedevo se sai qualcosa della nostra casa in campagna. L’hai usata di recente?»
«Non ci vado da una vita» rispose Daniela.
«Allora sarà in pessime condizioni.»
«Credo di sì, è disabitata ormai, come mai ti interessa?»
«Sai, è da un anno ormai che sto insieme a Ivan e… diciamo…»
«Avete deciso di fare il grande passo» concluse Daniela per lei.
«Sì ecco, credo di essere pronta ormai e lui aspetta da troppo tempo.»
«Credevo che fosse frocio,» disse Daniela ridendo, «e invece sei tu che sei una santarellina. Sono contento che finalmente avete deciso di fare sesso sul serio, superando i soliti ditalini e pompini».
Roberta arrossì e la voce gli divenne rauca: «Lo sai che non mi piace parlarne…»
«L’importante è che finalmente ti se decisa, cara la mia sorellina, hai venti anni ormai, era ora che cominciassi a prendere il cazzo anche tu.»
«S-si, hai ragione, adesso però devo andare, grazie dell’informazione. Ciao Daniela!»
«Ciao, mia cara prossima ragazza ad essere sverginata!» disse ridendo per metterla ancora di più a disagio.
Roberta chiuse la chiamata e fece un lungo respiro poi accese l’auto e si diresse nella sua casa in campagna per andare a dargli una ripulita per far sì che la sua prima volta con Ivan fosse una bela esperienza da ricordare, non voleva perdere la verginità nell’auto di lui.
Roberta era una ragazza molto carina, ma anche molto insicura, aveva i capelli neri come quelli della sorella, somigliava molto a lei ma era più minuta, il seno era sempre una bella terza piena e il culo era più piccolo ma anche più sodo rispetto a quello della sorella maggiore.
Arrivò nella casa di campagna e subito notò l’auto, le parve quella di suo cognato Marco, ma non ne era sicura. Di certo qualcuno si trovava dentro casa, ma Roberta ne era la proprietaria e se Marco era lì voleva conto e ragione.
Aprì la porta con il suo mazzo di chiavi ed entrò lentamente, senza fare rumore, si diresse subito al piano superiore, era da lì che provenivano i rumori e le parve di sentire la voce di Marco.
“Perché si trova qui? Ma soprattutto, Daniela lo sa?” si chiese la ragazza.
Percorse il corridoio che conduceva alla stanza da letto e sentì chiaramente la voce di Marco, insieme a quella di una donna che non riconobbe, di sicuro non era sua sorella perché poco prima le sembrò che si trovasse a casa propria.
Aprì la porta e si trovò davanti una scena che la fece rimanere a bocca aperta.
«Marco… che cazzo stai facendo?»
Sul letto si trovava suo cognato Marco con una donna a lei sconosciuta, ma dovette ammettere essere molto bella. Lui reggeva il suo lungo cazzo in mano e lei lo tolse proprio in quell’attimo dalla sua bocca, la guardò con la bocca ancora aperta, Marco la guardò, anche lui stupito di essere finito in quella situazione tanto assurda.
Anastacia fu la prima a riprendersi e disse alla ragazza: «E tu chi sei?»
Roberta non sapeva se avrebbe fatto bene a rispondere e si mise una mano sulla faccia per coprirsi la vista.
«Marco, stai tradendo mia sorella! Per quale cazzo di motivo?» continuò a chiedere vergognandosi di essere finita nel mezzo di un amplesso.
«È tua cognata questa ragazza?» chiese Anastacia.
«S-sì» dovette ammettere lui.
«Mi sa che sei proprio nella merda allora» disse lei ridendo.
«Non so che fare… sono veramente nella merda adesso…» disse Marco sottovoce in modo che sentisse soltanto la ragazza posta sotto di lui.
Roberta intanto si era girata per non guardare.
Anastacia gli prese il cazzo e gli dette un ultima leccata prima di dirgli: «Adesso risolvo tutto io, ma ricordati che mi devi un favore.»
L’uomo non capì come Anastacia avrebbe potuto risolvere. Lei lasciò stare il suo cazzo e si alzò dal letto per andare verso Roberta.
Anastacia si avvicinò alla ragazza e le tolse le mani dal viso.
«Perché ti nascondi, sei così bella» le disse in tono amorevole.
Roberta rimase di sasso e non seppe che dire, non era mai stato tanto vicina a una donna completamente nuda.
Anastacia richiuse la porta senza perdere di vista Roberta, poi le scostò i capelli dal viso. La ventenne guardava prima la donna, nuda e imperlata di sudore, poi guardò suo cognato Marco e il suo cazzo che svettava ancora grazie alla sua possente erezione.
La ragazza non sapeva cosa fare e sentì che la sua fica ancora vergine si stava scaldando parecchio.
Anastacia era esperta in questo genere di cose e le afferrò il mento con delicatezza per poi avvicinarsi per baciarla con passione.
A Roberta mancò il respiro nell’attimo in cui la donna poggiò le sue carnose labbra sulle sue. La ventenne sentì salire il fuoco in viso e Anastacia si accorse di come le gote della ragazza si accesero di rosso e capì che ormai era in mano sua quando le sue labbra si staccarono da lei.
«C-cosa significa?» chiese Roberta disorientata.
«Significa che ti piaccio,» rispose Anastacia, «dai, vieni a divertirti!» la prese per un mano e l’avvicinò al letto. Roberta era inerte e di lì a pochi secondi la ragazza dell’est le aveva già tolto la t-shirt e il reggiseno.
Marco si mise a sedere su letto e iniziò a gustarsi quello spettacolo. La bellissima cognata aveva delle tette molto simili a quella della sorella, ma essendo più minuta gli apparivano ancora più piene, infatti la fessure tra i due seni era molto stretta, come se fossero schiacciate tra di loro. L’uomo cominciò a segarsi e Roberta lo guardò, non aveva mai visto un cazzo di quelle dimensioni, il suo fidanzato era semplicemente un ragazzo nella media, 13 cm scarsi e vedere quel palo affiorare dal bacino di Marco la eccitò moltissimo, la cappella era molto gonfia e la invitava ad essere presa in bocca.
Anastacia le tolse anche i jeans mentre Roberta era ancora estasiata da quella visione.
“Non credevo che mio cognato l’avesse tanto grosso, Daniela deve godere come una porca” pensò.
Anastacia le tolse le mutandine e si avvicinò al pube di lei.
«Che stai facendo?»
Anastacia non le rispose e annusò semplicemente quella zona: «Hai un bel profumo, un profumo che mi lascia capire che sei molto bagnata» si mise di nuovo in piedi, la donna superava Roberta di diversi centimetri così che la ragazza si ritrovò le sue tette vicino alla sua bocca.
Roberta le guardava con interesse i capezzoli interessata nel vedere quanto fossero turgidi.
«Ti piacciono, non è vero?» chiese Anastasia afferrandole la nuca e tirandola a sé, contro il suo petto.
Roberta parve farle resistenza soltanto inizialmente, poi Anastacia le mise una mano in mezzo alle gambe e la ragazza si rilassò cominciando ad ansimare sul petto della donna.
«Hai la figa che è un lago! Allora ti piaccio davvero!» esclamò Anastacia continuando a giocare con il clitoride della ragazza, sempre più velocemente.
«Ahhh… sì… mi piace…» cominciò a sussurrare Roberta alternando ogni parola con una leccata di capezzolo.
«Ehi Marco, lo sapevi che a tua cognata piacciono le donne? È eccitata da morire!»
«Forse l’ha eccitata la vista del mio cazzo!» rispose lui vanesio, si trovava più a suo agio e capì che Roberta non era più una minaccia, Anastacia la stava neutralizzando per benino e forse quella sera l’avrebbe anche convertita, rendendo la cognata una vera lesbica. Lui di certo si sarebbe divertito un mondo a vedere quella scena.
Anastacia lasciò la nuca della ragazza che adesso non doveva più essere convinta a fare sesso con lei, ormai l’aveva in pugno. E in pugno aveva anche uno dei suoi seni grazie alla mano ormai libera e iniziò a palparlo dolcemente, ma decisa allo stesso tempo.
Si accorse che era grande e sodo, proprio come piaceva a lei, invidiava quel genere di ragazze italiane con un seno tanto pieno. Si soffermò a toccarle il capezzolo, l’aureola era molto ampia e le piacque giocarci e strizzarlo con forza. Piacque anche a Roberta che aveva smesso di leccargli il capezzolo e adesso si trovava con la testa poggiata sulla sua spalla e gli occhi che a tratti la guardavano e a tratti salivano rivoltandosi. Il respiro pesante e affannato le fece capire che era quasi giunta all’orgasmo, ma a lei sembrò troppo semplice che venisse così facilmente quindi, dominandola con una mano sulla fica e l’altra sul seno la fece muovere e la spinse sul letto.
Roberta con un gridolino si ritrovò distesa supina lungo il letto e Anastacia si era già premurata di alzarle le gambe.
«Adesso ti faccio impazzire, mia cara Roberta!» esclamò poco prima di fiondare il proprio viso in mezzo alle cosce della ragazza. A Roberta mancò di nuovo il respiro e poté constatare che la lingua della donna non era come quella di un uomo, o perlomeno non era come quella di Ivan. Sentì che il clitoride stava impazzendo e l’orgasmo montava sempre di più a ogni secondo che passava.
«Dai sì, per favore fammi venire. Per favore fammi impazzire, la tua lingua mi sta facendo venire e credo che sarà l’orgasmo più bello della mia vita!» diceva tra gli ansimi mentre con le dita stringeva forte le lenzuola e il suo bacino si muoveva ritmicamente come a volersi strusciare sul bel viso di Anastacia.
La donna infine le infilò un dito dentro e cominciò a farle un veloce ditalino mentre succhiava il clitoride che si era gonfiato molto, a Roberta piaceva da morire e per dimostrarlo afferrò senza ritegno la testa di Anastacia con entrambe le mani e la spinse con forza tra le cosce.
«Vengoooooo!» disse come se la vocale finale fosse un ululato.
Le gambe le tremarono parecchio e a Marco ricordò molto sua moglie, era rimasto sempre da parte a segarsi e a guardare quel magnifico spettacolo lesbico.
Anastacia si alzò e si asciugò il viso era grondante di umori della ragazza.
«Quanto liquido perdi, fino a ora una tale quantità di liquido l’ho vista uscire soltanto alle ragazze ancora vergini» disse Anastacia.
Marco si ricordò di una conversazione avuta con sua moglie molto tempo prima e si rivolse a Roberta.
«Ma sei ancora vergine? Con Ivan ancora niente?»
Roberta annuì mentre era ancora distesa sul letto nella posizione in cui l’aveva lasciata Anastacia, le gambe prive di cellulite ancora spalancate in quella posizione oscena mentre guardava con ammirazione Anastacia, ne era rapita ormai, come se fosse una dea.
«Credevamo che Ivan fosse un frocietto e invece sei tu che non lo vuoi, sei una lesbica» disse Marco.
La ragazza non disse nulla, parve confusa su quell’argomento.
«Beh, per capirlo basta soltanto vedere se ti piace il cazzo, e per come lo guardavi poco fa credo che il mio ti piacesse molto cara cognatina»
Roberta lo guardò intimorita, poi lui si avvicinò a lei e glielo mise davanti al viso, trasversalmente, giusto per vedere quale fosse la sua reazione.
Roberta si vide quel palo davanti al viso e rimase inerme, evidentemente era tentata di prenderlo in bocca, ma non ne aveva il coraggio.
«Dai, prendilo in bocca» disse Marco dando un colpo di cappella sulle carnose labbra della giovane ragazza.
Lei sentì il duro cazzo sbattergli sui denti attraverso le labbra, ma era ancora restia ad aprire la sua bocca.
«Non vorrai che Ivan sappia quanto sei lesbica, dimostra che il cazzo ti piace pure» la esortò Marco.
La ragazza schiuse le labbra e prese il cazzo dell’uomo, la cappella formò subito un rigonfiamento su una guancia, poi Marco si spostò e si mise cavalcioni sopra di lei, all’altezza delle tette.
Adesso il cazzo Roberta se lo sentì spinto fino alla gola e sopra di sé Marco si stava muovendo scopandole il giovane viso.
«Sapevo che saresti diventata una troia, Roberta. Almeno i pompini li saprai fare bene spero» continuò lui toccandole le tette e continuando a infilare il suo cazzo nella bocca della ragazza, poi l’afferrò per i capelli e cominciò a stantuffare la testa di lei senza alcun ritegno.
Anastacia guardando entrambi si eccitò molto e non voleva rimanere fuori dal divertimento. Così si fiondò nuovamente tra le gambe di Roberta per continuare a leccarle la fica e stavolta le dita nella sua fica diventarono due.
Marco si accorse che Anastacia si era aggiunta a loro soltanto perché vide Roberta iniziare ad ansimare in maniera quasi incontrollata, togliendosi il cazzo dalla bocca per gridare sempre più forte. Era di nuovo in estasi.
Marco così scese un po’ più giù, poggiando il culo sul ventre di lei e mettendole il cazzo tra la fessura delle due tette dopo averle insalivate bene bene con la lingua. Cominciò così a godere tra i seni della ragazza che con due dita in fica ormai era alla loro mercé. La cappella di Marco attraversava inesorabile la fessura tra le tette per sbattere con forza sul collo della ragazza, facendole non poco male, dopo qualche botta sul quel punto la ragazza si decise a riaprire la bocca e prenderlo tra le labbra.
«Ti piace?» chiese l’uomo continuando a strusciare il cazzo tra le tette.
«Sì, cazzo sì! Il tuo cazzo lo adoro!»
«Bene, vediamo se con quella boccuccia sei brava come tua sorella allora» disse Marco togliendosi da sopra la ragazza e afferrandola per le braccia.
Anastacia si dovette spostare insieme a lei quando Marco la posizionò trasversale al letto ponendole la testa ciondoloni al di fuori del letto. Roberta non capì cosa volesse farle.
L’uomo, in piedi, senza pietà le penetrò di nuovo la bocca stavolta ancora più fondo, le teneva ancora le braccia impugnandole con forza e sentì che la sua cappella le era arrivata in gola.
Roberta si sentì violare in un punto della gola in cui il cazzetto di Ivan non sarebbe mai potuto arrivare.
Marco aveva diversi centimetri fuori dalla bocca di lei e tornò indietro per poi colpire ancora più duramente. Il cazzo gli fu dentro per la maggior parte dei suoi 17 cm e iniziò a vedersi il rigonfiamento sulla gola di Roberta che non immaginava di poter prendere un cazzo fino a quel punto e cominciò a dimenarsi, forse perché non voleva o forse perché Anastacia la stava facendo godere di nuovo come una cagna con le sue dita piantate in fica.
Marco intanto dette un altro affondo ancora più potente con il bacino e il cazzo penetrò ancora. Roberta se lo sentiva almeno a metà collo e immaginava che si fosse gonfiato prendendo la forma della cappella di Marco. Sentiva strusciarla dentro di sé come se volesse arrivare fino al suo stomaco.
Marco cominciò a scoparla con vigore, menefreghismo, sentimento e una velocità davvero sovraumana.
«Ivan ti ha mai scopato la gola? Credo proprio di no!» disse Marco.
Roberta si sentì martoriare la gola dall’enorme intruso, ma allo stesso tempo la cosa la stava eccitando e grazie alla maestria di Anastacia il suo clitoride si era trasformato in un piccolo cazzetto per quanto era turgido. La ragazza cedette del tutto e venne con il cazzo di Marco in gola, le sue braccia si contrassero e le gambe si chiusero sulla testa di Anastacia che continuò inesorabile con il suo ditalino. Erano passati pochi secondi da quando era stata presa contemporaneamente dai suoi due nuovi amanti e bastarono per portarla ancora all’orgasmo.
Marco non si lasciò scappare l’occasione di venire dentro alla gola della cognatina e si ritrasse un po’ giusto per lasciare la cappella all’ingresso della gola che cominciò a fiottare caldo sperma inondando la bocca e la gola della ragazza. Dopo una decina di schizzi che la inondarono si ritrasse per lasciarla respirare. Lei si mise prona e iniziò a boccheggiare, lo sperma le era andato di traverso e dovette sputarlo sul pavimento mentre tentava di riprendere fiato. Anastacia osservò il culo sodo di Roberta, adesso era davanti a lei e poteva ammirarlo, le piaceva moltissimo e avrebbe voluto scoparlo se solo avesse avuto con lei uno dei suoi cazzi finti. Si limitò ad accarezzarlo per poi darle una sonora sberla. La ragazza sussultò e intanto sputava il copioso sperma di Marco. L’uomo non veniva in quel modo da mesi e così le sue palle ne avevano conservato parecchio.
Anastacia colpì con ancora più violenza la chiappa di Roberta che si accese di rosso. Vederla sussultare e strillare mentre sputava sperma la fece eccitare da morire e pensò che era arrivato il suo turno di venire di nuovo.
Così afferrò per la caviglie la povera Roberta e la rimise di nuovo supina così la ragazza fu costretta a ingoiare lo sperma rimanente.
Anastacia le fu addosso, con la propria fica che si strusciava sul ventre della ragazza e iniziò a leccarle il viso per ripulirglielo dallo sperma e dalla sua stessa bava.
«Ti è piaciuto, non è vero?» le chiese.
Roberta annuì ancora molto rossa in viso per essere quasi stata strozzata.
«Adesso devi fare godere me però» le ordinò.
Così strusciando la fica dai peletti biondi sulle tette della ragazza la pose sul viso, Roberta era totalmente inesperta ma iniziò comunque a leccarle il clitoride mentre veniva soffocata dal peso della sconosciuta.
Anastacia non perse tempo e iniziando ad ansimare decise di ripulire anche il cazzo di Marco posto di fronte a lei. Ovviamente non era duro come prima, ma la donna si eccitò comunque a succhiarlo e a menarlo.
Roberta intanto riuscì a passare un braccio tra le gambe di Anastacia per farle un ditalino con due dita, gli umori che colavano dalla fica di lei Roberta non volle perderseli e li leccò fino all’ultima goccia.
Intanto il cazzo di Marco stava tornando di nuovo duro e Anastacia se ne stupì.
«Io e la tua cognatina facciamo resuscitare i morti a quanto pare»
«Il mio cazzo non è mai morto» rispose lui cominciando a fottere la testa di Anastacia che sentì di nuovo quel palo arrivarle sino in gola.
Poi quando l’uomo fu alla massima erezione lasciò la sua testa e girò intorno alle donne, ponendosi tra le gambe spalancate di Roberta.
«Adesso dì addio alla tua verginità!» esclamò Marco poggiando il cazzo sul ventre della cognata e battendogli la base sul clitoride ancora gonfio per farle sentire che era tornato solo per lei.
Roberta si dimenò e comprese che Marco era pronto a metterglielo dentro la fica.
«No, no, non sono pronta» disse allarmata.
«Come no, ti ho sverginato persino la gola!»
«Lì è diverso»
«Devi darla a Ivan la tua fica? A Ivan cazzetto moscio?»
«S-Sì… con il tuo cazzo mi spaccherai in due, non voglio» disse piagnucolando, era davvero spaventata.
«Ivan ti troverà molto slabbrata dopo che il mio cazzo ti avrà scopato» disse l’uomo sorridendo con perfidia.
Anastacia si avvicinò e le disse sussurrando: «Ci penso io a lui, ma tu ricordati che mi devi un favore».
Poi si rivolse verso marco ruotando il bacio, la fica sempre sulla bocca di Roberta.
«Lasciala stare, in cambio sarei lieta di darti il mio bel culetto, non è quello che hai sempre voluto da tua moglie?»
«Mi sta bene» disse subito l’uomo senza pensarci due volte e prima di allontanarsi dalla fica di Roberta le dette due sonori colpi con la cappella giusto sul clitoride, lei sussultò entrambe le volte e cominciò di nuovo a bagnarsi.
«Comunque le sarebbe piaciuto da morire» disse Marco.
«Questo senza dubbio» disse Anastacia flettendosi in avanti e raggiungendo la fica di Roberta. Stavano facendo un 69 di tutto rispetto. Roberta le fu grata per averle salvato la verginità e cominciò anch’essa a leccarla infilando persino la lingua nella fica aperta di Anastacia.
L’uomo tornò in piedi, fuori dal letto e si posizionò vicino alla testa di Roberta, il culo di Anastacia era davanti a lui.
Decise che era meglio inumidire meglio il suo cazzo così lo ficcò prima dentro la gola di Roberta e la stantuffò con forza, quasi a volergliela fare pagare per essersi opposta poco prima, intanto con un dito penetrò il magnifico buco del culo di Anastacia dopo averci sputato sopra.
Era stretto e pensò che nonostante facesse la prostituta non era facile che desse il suo culo a chiunque.
Anastacia aveva allargato bene la fica di Roberta con due dita e la stava leccando, ma sussultò e dovette fermarsi quando il dito di Marco la penetrò, ma quell’intruso non le dispiaceva, anzi inarcò ancora di più la schiena per favorire la penetrazione.
Marco estrasse il cazzo dalla bocca di Roberta che tornò a leccare Anastacia, poi la ragazza lo vide puntare il culo di lei, aveva quel grosso cazzo a poco centimetri e non poté perdersi quello spettacolo tanto eccitante.
La cappella dell’uomo forzò lo sfintere della donna dell’est e con non poca fatica la sua cappella entrò, lei mugugnò, sentiva due dita di Roberta nella fica e la grande cappella di Marco che si faceva strada dentro di lei. Non era la prima volta che lo prendeva in quel posto, ma succedeva raramente che fosse tanto eccitata da concedere a un uomo di introdursi lì.
«Quanto mi sto bagnando! Dai aprimi in due!» lo esortò la donna.
Marco tornò indietro di qualche centimetro per tornare all’attacco con un colpo di bacino deciso che si fece strada nel retto della donna.
«Dai sì, che aspetti a mettermelo tutto dentro, affondalo tutto con un colpo soltanto, voglio che mi scopi lo stomaco!» disse la donna.
Roberta così vide l’uomo uscire dal culo di Anastacia e decise di aiutarlo allargando le chiappe della donna, lui le si gettò addosso puntando il cazzo sullo sfintere e con una spinta bestiale lo introdusse fino alla radice.
«Ahhh!» gridò Anastacia. «Mi hai spaccato il culo in due, ho sentito che mi è entrato nell’intestino!»
L’uomo cominciò a stantuffarla con forza e Roberta tornò a infilare le dita nella fica della donna.
Anastacia non riusciva più a leccare la fica della ragazza perché ormai aveva perso il controllo e si sentì sconquassare lo stomaco a causa dei colpi inferti da Marco, sempre più prepotenti.
Anastasia aveva il buco del culo così largo che non sapeva se sarebbe tornato come prima, ma non ci pensò più di tanto, in quel momento le andava soltanto di godere.
Anastacia si dovette sporgere in avanti sotto le spinte di Marco e la sua fica si allontanò dal viso di Roberta che vide l’uomo salire con i piedi sul letto e iniziarla a scoparle il culo colpendola da sopra verso il basso. Le ginocchia di Anastacia si distendevano ad ogni colpo di cazzo e la sua figa si poggiò sul seno di Roberta che le faceva da cuscino. Roberta sentì così tutta la potenza dei colpi di Marco sul proprio seno.
«Le stai massacrando il culo! La stai rompendo!» esclamava eccitata e stupita a un tempo.
Marco era eccitatissimo e non accennava a venire, Anastacia si sentiva al settimo cielo.
«Aiutami a farla venire» disse Marco a Roberta.
La cognata non sapeva cosa fare, ma fece una cosa che non credeva di poter mai fare in vita sua, vista tempo prima in un video su internet.
Unì le dita della sua piccola mano, formando come un becco, e le introdusse insieme nella larga fica della bionda Anastacia e con un colpo deciso le fece entrare allargandola di molto una volta che la mano di Roberta le entrò fino alle nocche.
«Cazzo, ma che stai facendo?» chiese Anastacia.
«Ti stiamo fottendo alla grande» disse Roberta sorpresa di riuscire a dire quelle parole. «Non ti piace?»
«Sìì, certo che mi piace, continua!»
Roberta ruotò la sua mano e la fece scivolare sempre più a fondo mentre riusciva a sentire il cazzo di Marco farsi strada nel condotto anale.
«Sento il tuo cazzo duro dentro il suo culo, Marco. La stai dilaniando!»
Era una sensazione estremamente eccitante per la ragazza.
Anastacia si sentì chiusa in trappola tra Roberta e Marco che adesso era sdraiato sopra di lei, con le gambe larghe per permettere a Roberta di continuare a scoparla con la sua mano, le sue palle che sbattevano sul braccio della cognata.
«Fottila Roberta, spaccale la figa mentre io penso al suo bel culetto!»
Anastasia sentì il suo palo giungere in luoghi in cui nessun era arrivato prima d’ora e capì che quella serata fu tra le più memorabili della sua vita. Poco prima voleva divertirsi con quella verginella e invece era lei ad essere abusata in entrambi i buchi dai due cognati. Ma la cosa le piaceva da impazzire.
«Sìì, sìì! Mi sento completamente aperta!» gridò Anastacia.
Marco le tirò i capelli e le disse urlando: «Vengo puttana! Vengo!!!» urlò poco prima di sborrarle dentro l’intestino.
La donna si sentì inondare del caldo liquido e quello fu il via per farle raggiungere un orgasmo mai provato. Roberta dovette toglierle la mano dalla fica perché aveva iniziato a spruzzare liquido e le stava inondando le tette del suo piacere. La ragazza non aveva mai visto nulla di simile prima di quel momento e si eccitò a vedere le sue stesse tette che colavano umori di un’altra donna.
«La tua fica ha gradito» disse Roberta con un sorrisetto mentre si toccava i capezzoli.
L’uomo tirò via il suo cazzo dal culo di Anastacia tenendole le chiappe larghe per vedere di quanto si era dilatato il suo sfintere, Roberta notò che le era diventato bello largo tanto da poter inserire almeno tre delle proprie dita senza toccare nulla.
Anastacia stava ancora ansimando respirando affannosamente con il viso premuto sul letto.
Marco fece qualche passo indietro per lasciare che Roberta gli pulisse il cazzo, e lei obbediente lo fece, voleva sentire il gusto del culo aperto di Anastacia.
Quest’ultima si alzò e notò quello che aveva combinato sul bel corpo di Roberta, si recò quindi verso i grossi capezzoli e iniziò a leccarglieli come segno di gratitudine mentre con le mani gli toccava, amava quei seni così sodi.
«Sei una vera lesbica! Spero che dopo questa notte potremo giocare ancora insieme» disse Anastacia.
Roberta non seppe cosa rispondere e si limitò a sorridere.
Anastacia dette un leggero schiaffo sulla fica della ragazza e lei ansimò nuovamente guardandola con estremo interesse.
«Siete perfette voi due,» disse Marco, «vi vedo bene come coppia fissa».
«E Ivan?» chiese Roberta come se prendesse veramente in considerazione quell’idea.
«Lasciala quella checca, se hai bisogno di un vero cazzo, sai dove trovarmi!» disse Marco.
«E Daniela? Non puoi parlare così quando stai con mia sorella…» disse Roberta indispettita.
Marco le raccontò tutta la storia e di Lorenzo. Così Roberta poté capire come mai aveva deciso di andare con Anastacia.
Rimasero qualche altro minuto in quella camera, poi si ripulirono come poterono e tornarono alle auto, Anastacia decise di fare compagnia a Roberta.
La prostituta non volle neanche essere pagata, in fondo le dovevano un favore sia Marco che Roberta e sapeva come farsi ripagare a pieno da entrambi.


Continua!!!

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