trans
un sogno

06.12.2024 |
54 |
4
"Tuttavia, c’era qualcosa di bizzarro nella scena..."
Mi trovavo in un convegno di scacchisti, di quelli che trasudano serietà e concentrazione. Davanti a me, due giocatori erano immersi nella loro sfida: ogni mossa sembrava carica di significato, ogni pedina una questione di vita o di morte. Tuttavia, c’era qualcosa di bizzarro nella scena. Le torri della scacchiera non erano affatto pezzi d’avorio o di legno pregiato, ma bicchierini di liquore. L’unico colore che spezzava la monocromia della sala era dato dall'ambrato brillante del liquore nei bicchieri. Eppure, nonostante tutto, la partita non mi interessava affatto.Accanto a me c’era una hostess, di quelle tipiche dei convegni: bionda, con lunghi capelli lisci e un sorriso impeccabile. Era bella, indubbiamente, ma la sua bellezza mi sembrava quasi artificiale, priva di attrattiva. Rimasi seduta per qualche minuto, fingendo di seguire la partita, ma la noia aveva già preso il sopravvento. Decisi di alzarmi e uscire dalla sala.
Mentre camminavo verso l’uscita, il mio sguardo venne attratto da un vestito appoggiato su una sedia. Era un abito scintillante, coperto di paillettes argentate che riflettevano la luce artificiale della sala in mille direzioni. Sentii un fremito attraversare il mio corpo, come mi accade sempre quando passo davanti al reparto intimo femminile e senza indugio, lo presi e mi diressi verso i bagni. Ero determinata a indossarlo.
Il bagno era vuoto, e questo mi diede un senso di sollievo. Chiusi la porta, o almeno così credevo, e cominciai a cambiarmi. L’abito era da ballerina, con una gonna a veli leggeri che sembravano fluttuare nell’aria e un top scollato, decorato con stelline argentate che sembravano danzare sulla mia pelle. Lo indossai e mi guardai allo specchio. Mi sentivo... Libera! mi sentivo me stessa. Un sorriso si disegnò sulle mie labbra mentre mi giravo per ammirare il vestito da ogni angolazione.
Fu allora che sentii delle voci maschili provenire dall’esterno. Mi resi conto con un tuffo al cuore che la porta non era chiusa bene. Mi affrettai a sospingerla, ma nel farlo feci troppo rumore. Le voci si interruppero, e una di esse chiese:
Chi c’è?
Non risposi. Mi ritrassi in un angolo atterrita, nella speranza che se ne andassero. Ma non fu così. La porta si aprì, rivelando due ragazzi. I loro occhi si allargarono in un misto di incredulità e divertimento, che presto virò in un sorriso di scherno. Mi sentii nuda, esposta. Nonostante l’abito, cercai di coprirmi il petto con le braccia per l'imbarazzo che provavo.
Uno dei due ragazzi, con un ghigno stampato sul volto, fece un passo avanti.
Ce lo faresti un... - disse, mimando con la mano e la bocca un gesto inequivocabile.
E io senza esitazione alcuna con la testa feci cenno di si...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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