trans
Urla di piacere - Parte Seconda
di ManuelaBulgariTrav
29.08.2024 |
1.284 |
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"Io avevo già goduto un paio di volte ma lui ancora non era venuto..."
Continuai a succhiargli e a spompinarlo per almeno una mezz’ora, mentre lui mi palpava il sedere e continuava a infilarmi le sue dita nel mio culo bagnatissimo.L’atmosfera si stava riscaldando e non poco: cominciò a darmi degli schiaffetti sulle natiche e ogni colpo io tremavo e gemendo di piacere. Ogni tanto mi prendeva la testa la portava su per baciarmi e mettermi la lingua dentro la bocca; sembravamo due innamorati in calore uno avvinghiato all’altro. Ad un tratto mi prese per i fianchi e mi fece appoggiare a pecorina sul sedile posteriore della mia macchina, dopodiché si abbassò e accarezzandomi le gambe cominciò a leccarmi il buchino lubrificando per bene e mordicchiando le natiche.
Ad un certo punto mi disse: «Vieni, scendiamo dalla macchina».
Io acconsentii e scendemmo dalla macchina all’aria aperta. Quel posto era praticamente deserto, non c’era anima viva e quindi potevamo stare tranquilli. Una leggera brezza accarezzava i nostri corpi; lui mi prese di nuovo da dietro e mi fece appoggiare al cofano della macchina si abbassò e continuo a leccarmi e a prepararmi per bene.
La sua lingua mi entrava dentro facendomi tremare tutta di piacere; io con una mano allungavo e cercavo il suo cazzo da avvinghiare e segare. Era turgido, grosso e pronto e io non vedevo l’ora di prenderlo dentro.
Finalmente si decise, non c’è la facevo più, era ormai più di tre quarti d’ora che giocavamo con i preliminari ed eravamo entrambi eccitatissimi. Ma non volle prendermi fuori dalla macchina e quindi rientrammo dentro. Io mi sdraiai sul sedile a pancia in su mentre lui si mise in mezzo alle mie gambe e appoggio la grossa cappella sul mio ano già bagnato della sua saliva. Mi baciò e mise il profilattico; appoggiò di nuovo la sua cappella tra le mie chiappe e spinse dentro infilandomi quell’enorme cazzone di marmo che mi fece per un attimo gemere di dolore ma per il resto della serata gemere di godimento. Comincio a stantuffarmi vigorosamente come un animale in calore ma non trascurava mai la mia bocca e continuava a leccarmi sul collo e a baciarmi. Per un buon quarto d’ora mi scopò così senza sosta facendomi gemere di piacere e facendomi sentire una vera puttana. Dopo un pò mi fece alzare e mi fece girare a pecorina.
Cominciava a fare caldo dietro i sedili di quella macchina ed io ad un certo punto abbassai il finestrino mentre lui mi dava un’altra avida leccata dietro per lubrificarmi ancora. Nel mentre mi spinse più avanti e praticamente avevo quasi la testa fuori dal finestrino aperto. Mi prese per le natiche, me le allargo e mi infilo di nuovo il suo bel cazzo nella mia figa anale e ricomincio a scoparmi, a scoparmi e a scoparmi.
Io a questo punto ero eccitatissima e lo invitavo a continuare; mi sentivo troia, zoccola, puttana, e anche donna in quel momento.
Mi stava possedendo con tutta la sua virilità di maschio, ed a un certo punto cominciai a godere come una cagna in calore gemendo e urlando di piacere tanto che dovette mettermi una mano davanti alla bocca perché con quel finestrino aperto, anche se non c’era nessuno in quel posto, qualcuno avrebbe potuto sentirmi mentre godevo come una gran puttana.
Stavo godendo, e godevo di un piacere immenso con quella verga nel culo che mi penetrava e faceva su e giù, su e giù, su e giù. Allo stesso tempo però volevo fermarmi perché avevo lo stimolo di fare pipì ma non ne ebbi la forza; in quel momento ebbi un orgasmo fortissimo e allo stesso tempo mentre lui mi scopava e mi sculacciava, la feci lì, inginocchiata, a pecora, bagnando tutto il sedile e questa cosa lo arrapò ancora di più e aumento i colpi fino a sfinirmi tutta.
Dopo una buona mezz’ora, eravamo esausti e sudati. Io avevo già goduto un paio di volte ma lui ancora non era venuto. Era molto duraturo e questo a me piaceva moltissimo.
Scendemmo dalla macchina e dopo un pò lui prese un telo mare dalla sua e lo stese per terra.
Si sdraiò e mi disse: «Vieni, siediti sopra..» e io gli risposi «Le vuoi provare tutte stasera».
Lui annuì , era molto eccitato. Allora io mi abbassai e mi sedetti sopra di lui prendendo di nuovo il suo bel cazzo che mi riempiva completamente. Ci alternammo nei movimenti, prima lui si muoveva mentre io stavo ferma trapanando per bene e poi lui fermo e io e andavo su e giù con le mie natiche scivolando sull’asta dura e bagnata dei miei umori.
Dopo un pò ci alzammo di nuovo, ovviamente solo dopo avermi anche preso di lato; mi rimise a pecorina con le mani appoggiate sul cofano della macchina e mi disse: «Abbassati troia».
Di nuovo me lo schiaffò dentro con forza facendomi sussultare e ricominciò a sbattermi come una cagna.
I nostri corpi erano illuminati dal chiarore della luna; lui longilineo, bello, maschio, giovane e duro. Io sembravo una cavalla indomabile; non avevo mai per un momento levato i tacchi. Indossavo calze a rete, un top nero, reggicalze, e perizoma che però a metà della serata mi venne strappato via.
A quel punto era quindi totalmente in balia di lui che comunque era gentile, passionale e sapeva il fatto suo.
Dai suoi movimenti, dai suoi gemiti capivo che stava per venire e gli dissi: «La voglio in viso e in bocca». Fu come farlo venire al comando, lui uscì da me e mi fece inginocchiare.
Si tolse il preservativo e mi infilò il suo cazzo in bocca e mi spinse a spompinarlo finché non esplose sul mio viso e sulle mie labbra il suo piacere e la sua sborra calda e densa che io leccai avidamente.
Ero esausta, un pò accaldata e sudata ma soddisfatta. Ci risistemammo un pò e ci sedemmo in macchina a fare due chiacchiere; io mi accesi una sigaretta (allora fumavo, ora ho smesso) mentre lui. si rimise gli slip. Il suo cazzo era ancora abbastanza grosso, di certo non in erezione ma allo stesso tempo ancora invitante. Glielo accarezzai ancora una volta.
Cominciai a sistemarmi anche io vestendomi e indossando la mia tuta. Rimanemmo ancora una mezz’oretta a parlare del più e del meno dopodiché ci congedammo e ci salutammo.
Io montai in macchina, misi in moto e partii avviandomi verso casa. Sentivo il mio buchino un pò arrossato ma allo stesso tempo morbido, largo, e ancora bagnato. Mentre guidavo ripensavo a tutto quello che avevamo fatto durante la serata. Ero felice, soddisfatta ma allo stesso tempo mi stavo eccitando di nuovo al solo pensiero di rivederlo. Mi aveva detto che mi avrebbe richiamato per rivedermi e infatti in seguito venne un paio di volte a casa mia. Ma intanto quella sera d’estate, tornando a casa, mi riprese l’eccitazione e la voglia. Accostai la macchina in un luogo appartato, mi abbassai i pantaloni della tuta, mi tolsi il giacchettino che indossavo rimanendo in calze, perizoma e top e mi infilai due dita nel culetto mentre presi il mio cazzo e cominciai a masturbarmi fino a schizzarmi sulle gambe e sul mio ventre.
Fu una serata indimenticabile e io ero una donna felice
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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