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Repetita iuvant


di Membro VIP di Annunci69.it Lui_enfemme
11.11.2024    |    18    |    1 6.0
"Poi prese a baciare di nuovo Fabri sul collo..."
Fabri era rimasto elettrizzato, eccitato, profondamente colpito dalla sua prima esperienza. Un po' anche sconvolto a dire il vero, però poi quando ci ripensava, nel chiuso della sua stanza, indossava intimo, calze, reggicalze e mutandine, ed ancora gli pareva di sentire la lingua di Massimo affondare nel suo splendido pertugio, e quel pompino meraviglioso che aveva ricevuto.
Un giorno di qualche settimana fa, ricevette improvvisamente un messaggio di Massimo su Telegram.
Dopo i primi convenevoli, Massimo andò al sodo: "troietta, so che ti è piaciuto l'altra volta, e come a poker si tratta ora di alzare la posta..."
"Che vuoi dire?" replicò Fabri.
"Vuol dire che quel bel corpo fremente con quel bel viso da maschia puttana, non può rimanere a lungo inutilizzato. Hai bisogno di più e d'altro"
"Ossia?"
"Ossia che io ti condivida con altri. Mai pensato di fare la escort?"
"Ma tu sei matto" disse rapidamente Fabri, diventando paonazzo in viso.
"No, non lo sono, leggo solo i tuoi desideri da lurida troia"
"Senti modera il linguaggio, in certi momenti è un conto, ora lo trovo sgradevole e fuori luogo"
"sshh - zitta puttanella... Vediamoci domani alla Rotonda di Ostia".
"A che ora, non so se posso"
"Alle 21.30 e si che potrai, non ammetto repliche né buche".
Il suo tono piuttosto imperioso davvero non ammetteva repliche. Fabri in cuor suo era eccitato da morire, ma non voleva ammetterlo, anche perché infastidito dal tono direttivo ed aspro dell'altro. Ci pensò tutto il giorno successivo, davvero indeciso sul da farsi. Era come se avesse due personalità che si scontravano, un dialogo interiore in cui una parte di sé gli consigliava di mandare a cagare il vecchio ed un'altra gli suggeriva... perché no?
Decise allora di andare: dette retta alla parte più audace, o per meglio dire, più zoccola di sé. Indossò autoreggenti velate nere, reggicalze nero e tanga anch'esso nero lucido, sotto jeans, scarpe da ginnastica, maglia bianca e spolverino verde.
Prese la sua Mini e si avviò sul luogo dell'appuntamento ed arrivò che era in ritardo di 5 minuti circa.
Il posto era buio e desolato e per fortuna i jeans erano piuttosto ampi e nascondevano la lingerie sotto.
"Pensa se questo stronzo mi ha dato buca" disse tra sé. Non si scorgeva nessuno...
Passati due minuti gli si affiancò una Rover Evoque nera. Si abbassò il finestrino lato guidatore ed era Massimo. "Che ti ho detto? Guarda che bel fighetto che conosco" disse al passeggero misterioso della sua auto, di cui Fabrizio non riuscì a scorgere nulla.
"Seguici Fabri".
La Evoque ripartì e fece 300 metri posizionandosi in un parcheggio.
Fabri lo seguì e parcheggiò accanto.
"Scendi e vieni dietro" disse Massimo.
Fabri, quasi come un automa obbedì ed entrò dallo sportello posteriore destro.
"Fabri, ti presento Gabriele, ma per te sarà solo "mio Signore" stasera. Ok?"
"Ma tu sei matto"
"Sshh Fai quello che ti dico e zitto".
Massimo sussurrò qualcosa nell'orecchio di Gabriele che uscì dall'auto, fece il giro ed andò a sedersi accanto a Fabri, aprendo la portiera posteriore sinistra.
"Ma che bella pisellina!" esclamò Gabriele sinceramente colpito rivolgendosi a Fabri.
Gabriele, a quel punto Fabri lo vide meglio, era un 65-70enne stempiato, occhi simpatici, sorriso amichevole, baffi abbondanti bianchi che gli incorniciavano il volto, corporatura normale con una pancetta prominente. Non si poteva certo definire un tipo attraente.
"Sai, Massimo mi ha parlato tanto di te e molto bene". Gli occhi di Gabriele stavano scrutando Fabri, come una preda pregiata, da capo a piedi.
"Sei ancora più attraente di quanto pensassi" e senza preavviso gli mise una mano sul collo a bloccarlo ed una sulla patta e gli schioccò un bacio con la lingua sul collo. "E che buon profumo, cos'è?"
"Bulgari" rispose Fabri sinceramente schifato per la leccata..
"Yumm da mangiarti tutto Fabrizia, Alza la maglietta e fammi vedere le tette".. Fabri fece finta di non aver capito, ma Gabriele non perse tempo e gli alzò con forza la maglietta.. Gli toccò da sotto i seni, i capezzoli e poi mise la testa sotto la maglietta, succhiandogli con forza prima il capezzolo sinistro e poi quello destro. "Piano cazzo, mi fai male!" a quel punto arrivò un sonoro ceffone di Massimo.
"Mio Signore, devi chiamarlo, mio Signore, troia"
"Che buon profumo Fabri che hai, e che zinne uhmmm.. fammi vedere la lingerie, forza".
In men che non si dica Gabriele girò Fabri col culo verso di lui, gli sbottonò i pantaloni, gli calò i jeans e vide le autoreggenti, il tanga ed il reggicalze di Fabri...
"Ma che puttana!"
"Ma che coglioni che siete!" replicò Fabri " e se passa qualcuno?"
"Tranqulilo ci siamo noi a vegliare sulla tua incolumità" disse Massimo e gli partì una risata sgangherata.
"Fabrizia, adesso ti faccio vedere quanto mi hai eccitato" disse Gabri.
Spinse Fabri a sé, abbassandogli ulteriormente i jeans, gli tolse con un gesto brusco il tanga e gli fece sentire dai pantaloni il suo cazzo turgido che pareva di ragguardevoli dimensioni...poi prese a baciare di nuovo Fabri sul collo..
"Cavolo mi stai eccitando"
Massimo scese dall'auto e si andò a posizionare dietro, alla destra di Fabri. Perso ogni freno inibitorio cominciarono a tastargli cazzo e buco del culo a turno, mentre lo leccavano chi sul collo e chi sui seni e a turno lo baciavano.. Quindi mentre Gabri gli baciava i seni, Massimo prese a spompinarlo e tra una pompata e l'altra gli leccava le cosce quasi a delimitare il contorno lasciato dalle autoreggenti.
Fabri mugolava sempre di più e poi invertirono: Massimo gli cominciò a leccare i seni e Gabriele a ciucciare il cazzo.
Quella macchina odorava di sesso, quello di Fabri, la saliva dei due maturi, quella di Fabri ed il cazzo di Gabriele che stava facendo uscire prepotentemente dai suoi pantaloni. Se li slacciò, si abbassò gli slip bianchi (che sinceramente non parevano freschi di bucato) e liberò un cazzo notevole, circonciso, nodoso di oltre 20 cm con una cappella piuttosto imponente.
"Vieni Fabri, odoralo"... Gabriele spinse con forza la testa di Fabri sul suo uccello, e gli fece annusare con una certa veemenza quel cazzo che sapeva di tabacco, sperma e che era incorniciato da peli incolti bianchi e neri.
"Vedi Fabrizia, il tuo cazzo è bello, non circonciso, tutto depilato con quel ciuffetto sopra a mo' di fregna. Il mio è rustico ma ti piacerà sono sicuro, ed è più grande del tuo."
"Non amo il cazzo mio Signore".
"Imparerai ad amarlo"
(CONTINUA)



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