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Prologo.


di carmentv63
21.05.2015    |    1.875    |    1 9.5
"Nelle poche frasi scritte per descrivere le foto lessi il nome Carmen… Per me sicuramente un imprinting..."
Buongiorno a tutti voi.
Quello di cui vorrei scrivere o meglio raccontare, non sono storie riprese dal web né tanto meno “prese in prestito” ad altri. Sono semplicemente episodi realmente vissuti nell’arco di quasi 35 anni e quindi mi scuso anticipatamente se non riuscirò a ricordare tutto nei minimi particolari.
Perdonate, inoltre, se non sempre i testi saranno scritti perfettamente.
Fatta la premessa inizio con il dire che sono una trav cinquantenne. La mia attuale situazione sentimentale è di sposata, con figli e…. fidanzata segretamente con un uomo di 56. Ed è in questo momento della mia vita, che reputo tranquillo, che ho deciso di scrivere di me. I nomi delle persone coinvolte, i luoghi ed altro che possa ricondurre a qualsiasi identificazione sarà naturalmente ben celato.
La mia vita come Carmen inizia diciamo diversi anni fa. A 17 anni, come tanti altri allora, frequentando il liceo era prassi darsi una mano tra compagni di scuola. E’ così che almeno una volta la settimana mi incontravo con un compagno a cui davo una mano in matematica mentre lui mi aiutava in inglese.
Ero un ragazzo come tanti. Mi ero innamorato, avevo avuto qualche fidanzatina, qualche bacetto, ma nulla di più. Uniche “trasgressioni” quelle, quando ero solo in casa, di indossare qualche volta i collant di mia madre o, se riuscivo a trovarne, qualche abito e le sue. Scarpe. Non che avessi pensieri incestuosi, anzi, facevo il tutto volendo provare quello che una ragazza sente nell’indossare queste cose…. Avere la sensazione così di averla vicino, di poterla toccare.
Dunque, ritornando a quanto detto in precedenza, una volta alla settimana mi recavo a casa del mio amico a fare il ripasso. Stavamo lì un paio di ore al massimo anche perché obiettivamente la voglia di studiare era pochina. Finito di fare quel poco si scappava dagli amici per una partita a biliardo o una partitina al tennis nel vicino campetto. Del resto, allora non c’erano play station, tv digitale, internet e altro.
Un pomeriggio però, appena arrivato a casa del mio amico, la madre incrociandomi mi disse che usciva per fare degli acquisti. Mi raccomandò di studiare e ordinò al mio amico di fare la stessa cosa. Chiusa la porta e aperti con tanta, ma tanta voglia i libri, ci mettemmo o almeno provammo a studiare. Saranno passati due minuti che il amico mi disse che voleva mostrarmi una cosa. Mi fece scostare dalla scrivania e sfilò uno dei cassetti. Sotto, ben nascosta, c’era una rivista porno. In copertina una donna, bionda, con una camicetta bianca aperta ed il seno scoperto ed una gonna rossa a pois neri. Non ne ricordo il titolo ma ricordo che era sicuramente estera.
Allora al massimo avevo visto qualche fumetto di quel genere, ma mai una rivista. Con foto reali, in cui si vedeva tutto e lo si vedeva benissimo. Iniziò a sfogliarla e disse che l’aveva “presa in prestito” ad un suo zio. Era una specie di fotoromanzo ed all’interno c’erano più storie. In una vi era una donna di colore, abbastanza in carne, con un seno abbondante ed un culo notevole. In un’altra una ragazza bionda che giocava con un ragazzo. E l’ultima quella che mi è rimasta impressa e che mi ha “battezzato, la signora mora rappresentata in copertina. Nell’episodio, molto sommariamente, faceva sesso con due operai che avevano due sessi notevoli. Lo faceva in tutti i modi, succhiandoli, facendosi scopare in fica e, soprattutto, prendendolo dietro. Nelle poche frasi scritte per descrivere le foto lessi il nome Carmen… Per me sicuramente un imprinting.
Tutto questo era eccitante. Ero imbarazzato, confuso, volevo alzarmi e andarmene o… non è vero, volevo continuare a vedere quelle foto.
So già che penserete che sia banale, già visto e sentito, ecc. ecc….
Ma fù proprio così. Il mio amico poggiò la rivista sulla scrivania e mentre io continuavo piano a sfogliarla, soprattutto le pagine relative a Carmen, lui iniziò a toccarsi. Prima da sopra la tuta, poi se l’abbassò e se lo tirò fuori. Ero imbambolato, lui con il coso di fuori… lo vedevo con la coda dell’occhio e, in quel silenzio stranissimo, lo sentivo scappellarsi. Ancora adesso con capisco come lo abbia permesso ma prese la mia mano e se la poggiò sul membro. Me la fece stringere intorno alla sua asta…
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