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Possessione


di Cavalla
28.12.2021    |    464    |    3 8.8
"Sentivo il viso tirare per lo sperma che si stava asciugando..."
Era una grigia giornata d’autunno.
Avevo inserito un annuncio come travesta e cominciai a ricevere molti messaggi.
Tra questi spiccava quello di un uomo maturo che non proponeva foto ma era stuzzicante per il suo modo di proporsi.
Diceva che mi avrebbe donato forti emozioni.
Così mi decisi di approfondire e intuii che non era solo.
Questa cosa mi impensieriva un po’ ma mi eccitava nello stesso modo.
Ero completamente trasformata e indossavo un soprabito.
Così mi diressi a quel indirizzo.
Era una bella casa nascosta dagli alberi.
Mi decisi a suonare e la luce della telecamera si accese.
Mi sentivo osservata e dopo qualche minuto il cancelletto si apri con uno scatto che mi fece trasalire.
Fissavo le mattonelle del vialetto e in fondo trovai la porta dischiusa e per istinto mi venne di entrare e così feci.
La pesante porta si chiuse dietro di me.
Le luci si spensero e restai non senza timore ferma ad aspettare.
Una porta interna si aprì preservando il buio.
Alle mie spalle qualcuno in silenzio mi tolse il soprabito.
Le stesse mani ora mi toccavano è stranamente avvertii altre presenze.
Quelle mani mi spinsero ad inginocchiarmi.
Di fronte a me si avvicinarono delle persone sentivo i loro glande cercare il mio viso.
Erano almeno quattro, non vedevo i loro volti ma percepivo la loro dimensione.
Erano ben dotati e cominciai a succhiare uno dopo l’altro.
Dopo un po’ gli si abituarono alla oscurità tanto che cominciai a vedere le loro sagome.
Erano tutti maturi poiché avevano un po’ di pancia.
Lo stesso che mi tolse il soprabito si chino da dietro per afferrarmi i fianchi.
Mi tirò su e sentii che il pollice frugava tra le natiche alla ricerca del buchetto.
Quando lo trovò avvicinò il pube e sentii il suo grosso glande che insisteva tra le natiche.
Era forse più grosso degli altri e come fosse il capo si stava prendendo il meglio da subito.
Con irruenza cercò la mia intimità.
La posizione approssimativa e il movimento rapido fecero in modo che la penetrazione fu dolorosa.
Per istinto mi discostai ma mi trattenne.
Inarcai la schiena ma quelli davanti mi trattennero per la nuca per costringermi a continuare a succhiare...volevano la loro parte.
Quello dietro era entrato e comincio’ a muoversi spaccandomi fino in fondo.
Il dolore presto fece spazio al piacere .
Ero ormai aperta e continuai a sopportare quella invadenza.
Tutti a turno mi presero con forza e man mano risucchiavo i loro membri che avevo sapore mio mescolato a quello del liquido seminale.
Poi mi rimisero in ginocchio e lo sentii schizzarmi uno dopo l’altro in bocca , sulla bocca, in viso.
Mi sorprendeva il loro silenzio sembravo sospesa nel nulla , come se il seme arrivasse da chissà dove.
Avevo la certezza delle loro venute per il sapore acre dello sperma.
Finito tutto mi ritrovai solo.
La porta a scatto si riaprii.
Ripresi il soprabito buttato in un angolo.
Mi ricomposi uscendo sul vialetto.
Sentivo il viso tirare per lo sperma che si stava asciugando.
Risalii in macchina e mi guardai nello specchio retrovisore.
Quella maschera era la sola cosa che testimoniava la mia strana avventura.
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