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La mia prima violenza sessuale (reale)


di Membro VIP di Annunci69.it Bella_Trav
20.04.2020    |    4.917    |    34 9.7
"Poi vedo due che da passano una “interruzione” di una siepe e vado a vedere dove va, mi trovo in una piccola radura isolata e loro sono qualche metro più..."
VIOLENTATA PARTE 1: QUELLA REALE
Su richiesta di molti lettori del mio racconto “violentata” e poiché sono stata vaga nelle indicazioni, scrivo quella che realmente mi successe quando ancora ero una ragazzina e frequentavo un luogo di “battuage” ben conosciuto a Firenze ancora prima che esso fosse invaso di trans, prima delle siciliane, prima delle napoletane e infine prima delle brasiliane, cerano solo prima di me la Romanina e la Carlotta, già, le famose cascine di Firenze la notte.
Come spesso mi capitava il sabato sera mi faceva piacere passarlo con gli amici e le amiche, però, quel sabato sera erano tutti e tutte andati/e al mare e io non potevo, serata calda di luglio Fiorentino, non c'era di meglio da fare che uscire con il motorino per prendere un po d'aria, anche se bollente, mi avrebbe solo fatto piacere.
Naturalmente metto in una borsa un paio di shorts di jeans che erano, qualche anno prima, un paio di jeans ma che avevo tenuto, li avevo tagliati con le forbici per poterli indossare come piccoli pantaloncini, insomma quelli che oggi vedi a certe fiche con le tasche uscenti sul davanti. In realtà a quei tempi non erano molto di moda, però io stavo con le gambe nude e di questo avevo piacere, anche nel farle vedere. Naturalmente prima di arrivare li indosso, anche con un po di fatica perché nel frattempo ero un po cresciuta.
Sicuramente le ha apprezzate un tipo che alle cascine mi affianca con la sua auto e mi fa qualche gesto, mi fermo e scendo dal motorino, chiudo col lucchetto chinandomi e lui da dietro, vedendo parte delle mie mele in vista mi fischia. Mi giro e vedo un bellissimo ragazzo, mi infilo nel controviale e lui scende dalla macchina e mi viene dietro. Vado verso la piramide. Ma poi appena fuori dal controviale (un controviale sterrato e solo pedonale) mi fermo vicino a una siepe. Mi raggiunge e mi dice “ciao” io gli rispondo, lui mi guarda meglio e mi dice “ma sei un ragazzo?” “e cosa cercavi qui?” “una trans” “Vai più avanti” “ok, ciao” “ciao”. Che delusione!
Ormai che sono lì, a piedi, faccio i vialetti interni, ci sono gay che ti squadrano nel buio come se volessero vedere sotto le mutande, naturalmente qualche commento e poco concludenti.
Poi vedo due che da passano una “interruzione” di una siepe e vado a vedere dove va, mi trovo in una piccola radura isolata e loro sono qualche metro più avanti di me in piedi che parlano, poi uno tocca l'altro che si slaccia i pantaloni e quello si china e glielo prende in bocca, mi hanno fatta eccitare , ho la pisella negli shorts che impazzisce, ritorno indietro perché ancora non avevo esperienza in incontri con due maschi.
Al pensiero mi ribolle tutto addosso e ogni tanto mi torna dura.
Proseguo sui vialetti fino a una costruzione che credo fossero cessi pubblici, o lo saranno ancora ma chiusi a quell'ora, vedo gay che girovagano lì intorno cercandosi, certe volte mi domando perché esitano a farsi un saluto, che male c'è e se non c'è desiderio “ciao”, bho, farà parte del rituale, oppure si conoscono già?
Perseguo oltre e c'è un grande slargo, qui vedo più persone, sarà mezzanotte, giro un po, poi decido di tornare un po indietro, casomai tornerò dopo, anche perché lì non mi parevano gay o interessati, ma solo maschi e femmine ubriachi, dopo scoprirò che ero arrivata sul retro di una delle più famose discoteche trasgressive fiorentine.
Cammino e le scene che ho visto finora sono simili, andando in su e giù fino alle Pavoniere poi torno su quel pratone, adesso non c'è nessuno, cammino sotto un bellissimo cedro del libano che ha una enorme ampiezza, accanto il lungarno, c'è uno a piedi, molto composto e elegante.
“ciao” mi fa, “ciao” “ti va di fare qualcosa?” domanda che a quei tempi era per dire ti va di scopare?
“va bene, ma dove?” “vieni con me” “ok” si incammina e vedo una collinetta che prima non vedevo, lui la sale e io dietro, in cima una serie di staccionate in legno per proteggere le cadute sugli altri lati, senza altra uscita.
Quando in cima si cala i pantaloni e lo tira fuori, barzotto, mi dice “prendilo un po in bocca” lo prendo tranquilla, però sento dei rumori, non faccio a tempo a alzare la testa per vedere, lui mi prende una mano e da dietro mi prendono l'altra mano, lì per lì non capisco, poi appena comprendo cosa sta succedendo urlo “cazzo fai?” “zitta troia!”
L'altro che è arrivato in silenzio passa la mia mano a quello che mi ha condotta lì, e, immagino si toglie i pantaloni, poi con gesto sbrigativo slaccia i miei shorts, io continuo a dire “no, no, non così”
Ma non ho altra risposta che “zitta troia”, non ero assolutamente navigata a ciò che mi stava succedendo e non riuscivo a capire, l'unica cosa che ho sentito è stato che mentre uno mi teneva l'altro mi ha inculata selvaggiamente, quella volta mi hanno usata per i loro voleri e realmente mi hanno sborrata nel culetto. In una condizione così disperata e stremata non sono riuscita neppure a opporre resistenza quando, il primo ha finito e l'altro gli ha passato i miei polsi per godermi dentro al culo a suo piacere. Ero affranta. Avevo paura.
Sicuramente questo è stato un altro problema, infatti invece di andarsene hanno continuato a umiliarmi, uno si è levato la cintura dei pantaloni e ha legato i miei polsi alla staccionata, oddio no! Ho pensato!
Invece si, mi hanno ripresa e scopata almeno due volte a turno.
Quando sono andati via, mi hanno slacciato i polsi dalla staccionata e hanno detto “questo è quello che ti meriti”.
Sono crollata a terra.
Già piangevo prima adesso ero in preda a una crisi isterica, ma non avevo la forza di urlare, l'unica cosa che mi è uscita dalla bocca è stato un languido “AIUTO!!!”.
Ma alle 2 di notte chi cazzo c'era in giro!
Credo che sono rimasta una mezz'oretta lì in lacrime, cercando fazzolettini e cercando alla belle meglio di pulirmi dietro, solo tanto sperma e qualche linea di sangue perché se ne sono stra fregati di ungermela.
Con fatica vado più avanti dove avevo visto una fontanella, apro l'acqua e mi sciacquo meglio dietro, mentre mi sciacquo, sempre piangendo, vedo un ragazzo, lui vede me e credo capisca che sto piangendo, si avvicina e il mio primo impulso e di mandarlo via “cazzo vuoi anche te” lui mi dice “che ti è successo che stai così”, vedo che mi sorride e ho fiducia “sono stata violentata”, “dove?”, “qui cazzo”, “posso aiutarti?” “grazie”.
Finisco di sciacquarmi e mi alzo, non posso altro che fidarmi, ormai non ho altre possibilità.
Mi prende per braccio e mi chiede dove volevo andare, “al motorino, vicino alla piramide” andiamo subito sul contro vialetto dove almeno lì ogni tanto passa un'auto, per fortuna, è un ragazzo tranquillo e ogni tanto mi passa la mano tra i capelli sudaticci per tranquillizzarmi, al motorino mi abbraccia e mi dice “forza!”.
Non scorderò mai quel suo incoraggiamento, è stato per anni l'unico segno di affetto reale che ho ricevuto.
A casa doccia e poi nel letto ripenso e ricomincio a piangere, la tua volontà violata, hanno fatto di te ciò che volevano contro la tua volontà, con le lacrime agli occhi mi addormento.
Nelle settimane seguenti scoprii di avere lo scolo, gonorrea, una infamia a quei tempi anche se curabile, ho fatto tutte le cure e guarendo augurandomi che quei due non le avessero fatte.
Purtroppo questa è una storia verissima.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
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