Racconti Erotici > trans > L'intervista
trans

L'intervista


di LoryCrossdresser
22.10.2024    |    70    |    1 8.0
"Ciro non è mai stato un fenomeno nell’arte amatoria, però, con il mio aiuto è migliorato molto..."
Premessa: questa è un'ipotetica intervista fatta da un giornalista inesistente ad una Trans altrettanto inesistente. Lory è sempre il filo sottile che imbriglia realtà e fantasia. È scritto tutto in prima persona, buona lettura, per chi vorrà leggerlo.

“Buongiorno è un piacere e un onore incontrarla!”
“No per carità, niente baciamano e poi dammi del tu mi fai sentire vecchia!”
“Lei… ehm tu devi aver fatto il patto con il diavolo, magari a casa hai un ritratto che invecchia per te, sei sempre bellissima!”
“Adulatore e ipocrita, voi giornalisti siete tutti così, direste queste cose anche a nonna Abelarda, non ridere è così!”
“Capisco che non sei più una ragazzina, ma, credimi, hai ancora un fascino unico!”
“Grazie, questo lo prendo come un complimento sincero, allora fammi le domande che vuoi”
“Perfetto, non ci siamo ancora presentati io sono Francesco de Lulli della rivista GENERI DIVERSI, la conosci?”
“E chi non la conosce, è il punto di riferimento di tutta la comunità Trans LGBT d’Italia! E’ l’unica rivista che parla di noi come persone e non come fenomeni da circo, con tutto il rispetto per i circensi ovviamente”
“Grazie, troppo gentile, allora Lory, tu sei l’icona incontrastata del transgender italiano, tutti conoscono il tuo impegno e le tue battaglie per la difesa dei diritti di genere, sappiamo tante cose di te, dalla vita sociale ai tanti rapporti burrascosi della vita sentimentale, ma un amore, un amore con la A maiuscola lo hai mai vissuto?
“Certo, che domanda assurda, certo che si”
“E ce lo puoi raccontare?”
“E’ una storia un po’ lunga, non si può spiegare in due parole”
“E io non ho fretta”
“Ok, ma non devi interrompermi, parti con la registrazione e ti racconterò di una Lory diversa, non la pantera che siete abituati a conoscere. Io sono una persona dolce, è che a un certo punto, non ce l’ho più fatta a subire tutte le cattiverie del mondo. Allora avevo circa 20 anni, una ragazzina, mamma mia era un secolo fa! Avevo circa 20 anni e tutto iniziò con una pipì che non finiva più”
“Una pipì?”
“Hai promesso di non interrompermi, che fai già ti rimangi la parola?”
“Per carità, è che mi sembrava curioso… vai avanti”
“Lezione di diritto privato con Rocchi, il professore più carogna tra tutti i professori dell’università, io stavo seduta, anzi allora devo dire seduto, al centro dell’aula che era fatta a semicerchio, tutta in legno ogni piccolo rumore era amplificato, se Rocchi ti guardava eri finito, all’esame ti uccideva. Io dovevo fare pipì, ma, ovviamente non potevo alzarmi sarei stata, e daiii…. sarei stato bocciato sicuramente, la trattenevo, ma più la trattenevo e più mi scappava, pensavo di morire. Al primo vabbè allora ci vediamo alla prossima… del prof sono scappato via portandomi dietro la borsa con i libri. La salvezza stava in fondo al corridoio, due porte identiche, su una c’era un omino stilizzato, sull’altra stesso omino ma con un triangolino che doveva essere una gonna, insomma i bagni dei maschi e delle femmine.
Oggi non avrei dubbi sulla porta da aprire, ma allora imboccai, senza pensarci troppo, quello dei maschi. Mi sono fiondata nel primo libero, i pisciatoi assolutamente mai! Avevo già smesso da tempo di fare la pipì in piedi. Ho pulito la tazza con un pezzo di carta, mi sono seduta abbassando i pantaloni il collant, si sotto indossavo le calze, ho slacciato il body di pizzo e finalmente … wow che libertà!
Avevo appena iniziato a fare pipì quando ho sentito la porta del bagno aprirsi, io ero chiusa, chiuso dentro un vano wc ma il blocco che avevo inserito era veramente malconcio, così anche la porta che mi nascondeva al mondo si è spalancata con fragore!”
“Oddio!”
“Già, oddio, io ho contratto istintivamente i muscoli e il getto si è bloccato mentre Ciro, questo è il non del ragazzo che è apparso si è praticamente inchiodato sui suoi piedi e ha cominciato a farfugliare qualcosa – scusa io… no è che la porta si è aperta… io non volevo … tu, io non sapevo che fosse occupato… scusa io ho aperto… sai non volevo… - e mentre continuava a dire cose tronche e sconclusionate io ho ricominciato a fare pipì. Ciro si è fermato e per un attimo si è sentito solo plin plin, è stato in quel momento che ci siamo guardati, quanto era bello! Capelli neri ricci corti, occhi neri, sopracciglia disegnate e zigomi squadrati. Io lo guardavo da sotto con la frangetta bionda che mi ricadeva sugli occhi mentre continuavo imperterrita a fare pipì. – Scusa – ha detto ancora ed è scappato via. Lo volevo rincorrere subito ma non la finivo più! Finalmente sono uscita-o e ho girato tuto l’ateneo, biblioteca, aula magna, sale studenti, bar, niente, sparito. Per me la cosa sarebbe finita lì, ma poi sono andata a vedere se trovavo un buco in affitto, io alloggiavo in una stanza di hotel che era decisamente troppo cara. In bacheca c’erano tanti annunci, ragazze che cercavano ragazze e ragazzi che cercavano ragazzi per dividere l’affitto, ed io? Come potevo fare? Io ero un ragazzo o una ragazza? Stavo lì a sbirciare nel tentativo di trovare un locale singolo quando ho sentito il farfugliare di prima – Ciao cerchi… qui ci sono tanti che provano… l’affitto è troppo alto… io sto qui vicino – insomma non la finiva più, non riusciva a concludere una frase di senso compiuto, decisamente imbranato, ma quanto era bello! Così sono intervenuta io – tu hai una casa? – Si – alleluia, ce l’abbiamo fatta! – Ciao io sono Lorenzo – Piacere Ciro – ci siamo stretti la mano e me l’ha quasi stritolata. Io lo guardavo fisso negli occhi mentre lui non reggeva il mio sguardo – Ma, Ciro – ma che razza di nome ho pensato – Ma, Ciro affitti una stanza? - No veramente… casa è piccola… due sale… ma io sono … cioè non mi piace stare solo… e allora io pensavo – quando ho capito più o meno che mi stava offrendo un posto letto da lui, forse anche gratis in cambio di qualche dolce effusione, ho praticamente azzannato la preda, l’istinto felino ce l’ho sempre avuto”
“Non ne ho dubbi”
“E insomma per farla breve mi faccio accompagnare all’hotel per prendere le valige, in una c’erano le cose di Lorenzo, nell’altra quelle di Lory. Ciro mi è corso incontro appena mi ha vista, si be lui aveva visto benissimo che sotto indossavo collant, e body di pizzo, quindi da questo momento in poi sarò solo Lory, mi è corso incontro e ha preso le valige in un gesto di cavalleria, ovviamente l’ho lasciato fare. Casa sua era come tutte le case affittate a studenti, scialba e disadorna – Qui c’è un divano, ci dormirò io, tu puoi andare in camera c’è il letto – già mi aveva offerto la soluzione più comoda, non immaginava che non avessi nessuna intenzione di dormire da sola. Era l’una circa un pomeriggio qualsiasi di ottobre e quel giorno stava per diventare il giorno più bello della nostra vita, della mia di sicuro. Ho detto che andavo in bagno a rinfrescarmi un po’ lui avrebbe preparato qualcosa per pranzo. Ho chiuso la porta, questa volta a due mandate, anche se era del tutto inutile, così mi sentivo più sicura, ho aperto la valigia e ho lasciato definitivamente Lorenzo al suo destino. Ero Lory finalmente, cavolo avevo 20 anni ero bellissima, ero sensuale e tenera, mi sono messa un sacco di cose, a ripensarci adesso ero abbastanza ridicola, cioè non servivano calze a rete, guepiere e tacchi, sarebbe bastato presentarmi a lui con la camicia e i collant color carne, scalza e con un filo di trucco, sarei stata molto più carina, ma allora pensavo che la femminilità passasse per quegli oggetti. Così mi sono vestita da … troia, diciamo così, e ho abbondato con il trucco. Sono uscita silenziosa dal bagno avevo calze scure scarpe lucide nere col tacco, guepiere, sottanina di raso, una collana di perle, finte ovviamente, orecchini abbinati e poi rossetto, fard, matita e insomma avete capito. Ciro era intento a preparare un orrida frittata, non si era accorto di niente, quando mi ha vista così un altro po’ ci rimane secco!”
“Posso capirlo sei uno schianto adesso, figuriamoci allora!”
“Allora non avevo le tette e il sedere non era siliconato, ma avevo 20 anni ed era sufficiente per sentirmi la più bella del mondo! Ciro mi ha vista e ha cominciato a farfugliare come al solito. L’ho zittito – Adesso stai fermo faccio io – lui si è pietrificato, ho spento il fuoco della frittata, e ho cominciato. Io sono brava a far perdere la testa ai ragazzi. Ci siamo baciati, ma appena appena, mi devi desiderare, devi sentire il morbido delle mie labbra, devi sentire il profumo del glitter alla fragola, e poi con la lingua giù sul collo, il mio alito caldo ti fa venire i brividi, bacio e mordicchio seta e catena, poi sbottono piano la camicia, stando sempre attenta ad essere vista, devi guardare la mia lingua, le mie labbra. Scendo, morbosa e delicata fino ai capezzoli, il tuo petto da uomo si irrigidisce, voglio sentirti ansimare, voglio sentire tutta la tua voglia, l’odore del testosterone che trasuda dalla pelle. Slaccio tutta la camicia, poi ti sfilo la cinta e, da consumata pornostar, allora ero proprio una bambina, la passo sulla mia lingua, tra le cosce, sul collo poi la butto via. Sento la tua eccitazione, è un bozzo duro, così slaccio i pantaloni che tiro giù in un istante. Ciro era bellissimo così, con gli slip che stavano per scoppiare, la bocca semiaperta a respirare boccate di piacere, aveva i muscoli definiti e un po’ di peli sul petto che mi piacciono tanto. Ho appoggiato la bocca sulle mutande gonfie e con le mani sui fianchi le ho abbassate, e mi è scappata una risatina”
“No!! Non c’è cosa peggiore per ferire un uomo!”
“Lo so, lo so, ma che ci posso fare? La conosci quella barzelletta della coppietta siciliana la prima notte di nozze? Insomma lui si chiama Aldo e si spoglia davanti alla moglie. Si toglie la camicia e lei vede i muscoli delle braccia – Aldo cosa sono quelli? Questa è tutta dinamite - risponde lui si toglie i pantaloni e lei vede i muscoli delle gambe – Aldo cosa sono quelli? Questa è tutta dinamite – la stessa cosa con la canottiera lei vede gli addominali - Aldo cosa sono quelli? Questa è tutta dinamite – poi sfila le mutande – Aldo e con tutta questa dinamite una miccia così piccola ci tieni? Ecco mi è venuta in mente quella barzelletta e ho cominciato a ridere”
“Non è stato bello da parte tua”
“Si lo so, lui si è un po’ offeso, gli ho detto della sua faccia quando mi ha visto la prima volta al bagno in facoltà, ho inventato una balla all’istante, nel tempo sono diventata una specialista in materia, poi un uomo eccitato lo freghi come vuoi. Ho alzato lo sguardo – Guardami – gli ho detto. Il suo coso non era di dimensioni ragguardevoli ma era travertino puro, ho preso in bocca la cappella e piano piano piano, sono scivolata fino in fondo. Ciro ansimava e non si perdeva un istante di quel pompino meraviglioso. Ho ripetuto il movimento una seconda volta e poi una terza e quando stavo per ripartire ho sentito lui che farfugliava qualcosa – Io non ce la faccio… veng… - Ha dispetto delle dimensioni lo schizzo è stato tanto improvviso quanto violento, dritto in faccia! Ho cercato di ripararmi con la mano ma quella pistola spara sperma era una mitragliatrice, sono stata colpita ovunque, anche la bocca era piena. Volevo sputarlo ma quel gesto mi è sembrato veramente offensivo, così ho mandato giù il… diciamo il boccone amaro e l’ho guardato in faccia – Avvertimi la prossima volta – Scusa… io non… è che sono eccitatissimo…- Vabbè vabbè, vado a lavarmi adesso.
Mi sono ripresentata a lui dopo un po’, ha chi è capitato lo sa che togliere lo sperma dai capelli non è cosa facile, quindi ci è voluto un po’ però mi sono ripresentata a lui con collant chiari, gonnellina plissettata tipo scozzese, scarpe da ginnastica e camicetta annodata in pancia.
Una strafica assoluta, se posso usare questo termine, ero più bella e sensuale di prima, mi sono appoggiata al tavolo, ho inarcato la schiena e fatto dondolare dolcemente la gonnellina”
“Lo avrai fatto impazzire!”
“Già, proprio così, Ciro mi ha preso per i fianchi e ha cominciato a strusciarsi sul mio culetto, sentivo il suo cazzo durissimo. Le ho contate, si è strusciato una prima volta, sopra le calze ovviamente, poi una seconda, una terza e… di nuovo – Veng…- così all’improvviso, era venuto neanche mezz’ora prima, un fenomeno! Mi ha inondato la schiena e di nuovo i capelli, mi sono girata nel tentativo di limitare i danni, l’ho preso d’istinto tra le labbra, e giù, un fiume caldo e salato mi ha invaso la gola. Non avevo mai bevuto tanta sborra in vita mia! Ero sconcertata, non mi ero neanche spogliata io, però ero contenta, non si poteva proprio dire che non gli piacessi”
“Chi poteva resisterti? Dai poverino!”
“Si infatti, quando sono tornata da lui sembrava un cane bastonato, aveva lo sguardo basso –Tranquillo – gli ho detto – Tranquillo, è che stavi un po’ carico vedrai che le prossime volte andrà meglio – Ciro non parlava – Dai mangiamo adesso forza – Quella sera stessa abbiamo fatto l’amore ancora una volta, non abbiamo mai usato profilattici, da pazzi, a chi leggerà questo articolo dico NON SI FA! Chiaro! Ma allora, eravamo pazzi, pazzi uno dell’altra. Ciro non è mai stato un fenomeno nell’arte amatoria, però, con il mio aiuto è migliorato molto. Ovviamente quella prima sera abbiamo dormito nello stesso letto, come tutte le sere a seguire, spesso abbracciati”
“Cosa diceva della tua sessualità?”
“Nulla, cosa doveva dire, io ero la sua donna e basta, non avevo la patatina, ma era un particolare irrilevante, ero la più femmina e di tutte la femmine che aveva conosciuto. Era questo che mi faceva impazzire di lui, l’assoluta normalità del nostro rapporto. Siamo stati insieme tre mesi, i mesi più belli della mia vita. Io stavo a casa, avevo già capito che studiare non era per me, lui tornava e io preparavo belle cenette con vino e candele, e poi facevamo l’amore, credimi almeno due anche tre volte al giorno, non si stancava mai, e neanche io però!”
“Immagino”
“Uscivamo, lui mi chiedeva di essere discreta nel palazzo, ma una volta fuori voleva che indossassi sempre la gonna. Abbiamo fatto l’amore ovunque, in macchina, al mare, in pineta, nei camerini di decathlon, insomma eravamo innamorati”
“E poi?”
“E poi è successo quello che doveva succedere, allora non l’ho compreso fino in fondo ma adesso si. Sono rientrata a casa, ero struccata e con i jeans, dovevo essere un maschietto nel palazzo, sono rientrata e lui era seduto proprio davanti a me, aveva l’aria affranta, ho capito subito che qualcosa non andava – Lory devi andare via – mi ha detto senza spiegazioni, sono corsa in bagno mi sono truccata leggermente ho messo qualcosa di carino che lui stesso mi aveva regalato e sono tornata in salone e finalmente ho detto l’unica parola che potevo dire – Perché? – Ciro mi guardava e scuoteva la testa – Devi andare via – Perché, Ciro parlami dimmi perché! – ero disperata non capivo, perché, eravamo così felici insieme, perché dovevo andarmene! – C’è un’altra? – No, cioè si, c’è sempre stata, ma non te l’ho mai detto. Io vengo dalla Sicilia, lo sai, i miei genitori pagano per farmi stare qui, al paese ho una ragazza, si chiama Rita, non te ne ho mai parlato, arrivano domani – Tu la ami questa Rita o ami me! Cazzo! Ciro guardami la ami Rita o ami me!? Dimmelo!! – Non è così facile – Invece lo è! Io lo so che ami me, lo so da come mi baci, da come facciamo l’amore, io lo so. Dillo ai tuoi genitori io amo Lory, è vero non ha le tette, ma un giorno le avrò anch’io, ma è più donna di tutte le donne che conosco, diglielo! – Ciro guardava il pavimento senza dire una parola, adesso lo capisco, ci vuole tanto coraggio per fare quello che gli chiedevo io, buttare alle ortiche la propria vita fatta di certezze e sani valori accettabili socialmente, una trans, invece, l’unica cosa che può fare nella vita è la mignotta. – Guardami Ciro, mi ami? Dimmelo ti prego! – ma lui rimase muto. I piangevo, sono andata a preparare le valige e piangevo, sono andata a struccarmi e piangevo, sono tornata di corsa da lui ho cominciato a baciarlo disordinatamente, sulla guancia, sulla bocca, sul collo. Lui mi ha scansata, delicatamente, ma lo ha fatto, mi sono sentita ferita, ho preso le mie cose e le ho trascinate in salone. Ciro si è alzato per aiutarmi, l’ho rimesso seduto, non ho bisogno del tuo aiuto. Anche lui aveva gli occhi lucidi, un uomo non piange, ma Ciro piangeva come me. Oggi gli avrei permesso di portare ancora quelle due valige come segno di riconoscimento dei ruoli, ma allora no! Sono andata alla porta, sono uscita ma prima di farlo l’ho guardato ancora una volta, ho guardato i suoi occhi neri, le sopracciglia come fossero disegnate, gli zigomi squadrati, l’ho guardato ancora una volta poi ho chiuso la porta e non l’ho più visto”
“Cavolo mi sto commuovendo anch’io! Comunque che bella storia”
“Si proprio bella, mi sono sentita ferita nel profondo, ma adesso posso capirlo, posso comprendere il suo dolore e la fatica che ha fatto nel dirmi quel – Devi andare via. Ciro, se mai leggerai questo articolo sappi che non ce l’ho con te, spero solo che tu sia felice, con Rita o con la tua moglie, chiunque essa sia, tutto qui”
“Grazie Lory sei una persona eccezionale, dopo questa confessione così intima non posso più fare altre domande, quindi grazie ancora”
“Grazie a te che hai ascoltato le rimembranze di questa vecchia zitella”
“Ciao Lory”
“Ciao Francesco”







Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per L'intervista :

Altri Racconti Erotici in trans:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni