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Il proprietario - III


di Menteannebbiata
28.07.2024    |    6.237    |    19 9.9
"-"Lascio la porta aperta, vieni da me..."
Ancora frastornato e vergognandomi di me stesso, mi recai traballando sui tacchi sino alla porta d'ingresso. In fretta e furia tolsi prima le scarpe e poi le autoreggenti. Utilizzai quest'ultime per pulirmi lo sperma che che avevo addosso e del quale sentivo l'odore pungente. Gettate le autoreggenti a terra, slacciai il reggiseno e sfilai il perizoma che si impigliava nel mio cazzo eretto e duro come il marmo.
Mi rivestii rapidamente e uscii dall'appartamento del vecchio senza dire una parola, richiudendo dietro di me la porta di ingresso.
Feci i gradini a quattro a quattro e trovai rifugio nel mio appartamentino. Ansimavo, il cuore mi scoppiava nel petto e mi girava la testa. La situazione era peraltro aggravata dal fatto che mio uccello non accennava ad ammosciarsi; mi sfilai quindi i pantaloni liberando l'uccello durissimo, mi sedetti sul letto e cominciai a segarmi. Tuttavia, subito mi vennero in mente le immagini del vecchio che godeva ed ansimava.
- "Cazzo, non sono gay" mormorai.
Accesi quindi il pc e misi in sottofondo il mio porno preferito che consisteva in una ragazza bionda con il seno rifatto che succhiava un grosso cazzone fino a farsi sborrare in faccia. Mi segai di gusto e sborrai copiosamente sui miei addominali, anche se mi rimase il dubbio di essermi immedesimato nella posizione della bionda, piuttosto che del ragazzo che se lo faceva succhiare.
Poco importa. Ero comunque rinfrancato nella mia eterosessualità e nella mia virilità, tant'è che cominciai a gongolare al pensiero di non essere bocciato. Tutto il resto era contorno. Quello che era successo nell'appartamento del proprietario si limitava ad un episodio a sé stante ed ero stato astuto non solo nel cogliere l'occasione ma anche nel creare i presupposti affinché il vecchio mi aiutasse.

Cercai anche di convincermi nei giorni seguenti, anche se le immagini di quanto successo continuavano a riaffiorarmi nella mente. Cercai di non darci peso comportandomi come se nulla fosse.
Spesi diverso tempo con gli amici e con la mia fidanzata, atteggiandomi come sempre a ragazzo macho e, sopratutto, etero.
Tuttavia, più passava il tempo e più mi rendevo conto che quello che era successo mi aveva segnato. Scacciavo il pensiero ma spesso, sotto la doccia, prima di dormire, o la mattina nel bus, riaffiorava l'immagine del vecchio che grugnendo mi sborrava addosso. Scacciavo sistematicamente il pensiero ma questa tornava sempre con prepotenza, tanto che addirittura una volta dovetti combattere per non pensarci mentre scopavo la mia fidanzata.

Comunque, i giorni si susseguivano senza che avessi mai più sentito nulla dal vecchio, fino a quando rincasando una sera dopo un aperitivo prolungato con gli amici, trovai una lettera appesa alla porta.
Incuriosito, la presi e la portai in casa, mi sedetti alla scrivania e la aprii.
Era una lettera del proprietario. Mi diceva che aveva provato a bussare ma che non ero in casa, e mi chiedeva di aggiungere il suo contatto ad una nota applicazione di messaggeria istantanea.
Mi venne un tuffo al cuore. Lasciai passare qualche minuto cercando di respingere l'idea, ma poi, temendo che fosse una questione importante, cedetti.
Creai un profilo e nel farlo, tutti i miei contatti ricevettero la notifica che ero ora attivo. Anche la mia fidanzata mi scrisse chiedendomi se anch'io adesso usassi quell'applicazione. Io me ne uscii con la scusa che la stavo semplicemente testando e lei, credo, ci credette.
Aggiunsi quindi il vecchio e gli scrissi.
Erano già le 21.00 e dopo meno di 10 minuti mi rispose.
-"Ciao, ci hai messo parecchio ad aggiungermi"
- "Sono tornato poco fa da un aperitivo, avevi bisogno?" dissi io.
-"Avevo voglia di parlare con te di quello che è successo"
-"No grazie, non ci tengo proprio" risposi seccamente.
-"Guarda che ho visto come ce l'avessi duro quando ti sei alzato...".
Io non negai e non risposi.
-"Ho visto male?" insistette lui
Non risposi
-"vabbè ho capito" continuò lui, "comunque devo ringraziarti per quello che mi hai lasciato".
-"???" fu la mia risposta. A cosa si riferiva?
-"Quando sei uscito hai lasciato il completino nero all'ingresso...adesso ti faccio vedere".
E subito dopo il proprietario mi inviò un breve video nel quale si ritraeva nudo, con in mano il perizoma che avevo indossato. Lo annusava dicendomi che mi profumava il buco del culo e che lo eccitava tantissimo. Nel mentre si segava il cazzone di marmo e grugniva di piacere. Era un video di 35 secondi massimo e la scena era così surreale che feci fatica a capacitarmene. Mi sentii però stranamente onorato dalla faccenda e, anzi, mi venne il cazzo duro al pensiero di eccitare quel vecchio anche solo con il sudore del mio ano.
-"Purtroppo il tuo odore sta scemando" continuò lui senza nemmeno darmi il tempo di rispondere, "domani lascio il pacco davanti alla porta, voglio che lo indossi e che poi me lo ridai".
Non replicai immediatamente per due ragioni. La prima è perché ero ancora frastornato da quanto stava succedendo. La seconda ragione è perché già mi stavo menando l'uccello.
Appena prima di sborrare vigorosamente, risposi telegraficamente "ok" e poi, mentre ancora gli spasmi dell'orgasmo mi agitavano, spensi le notifiche dell'app per non più vedere i suoi messaggi, pensando in qualche modo che questo potesse mettere un freno agli sviluppi che tanto potevano minare la mia eterosessualità.
Quindi mi pulii, guardai un film e andai a dormire.
Il giorno dopo la realtà si ripresentò però alla mia porta. Uscendo a mezzogiorno per incontrarmi con degli amici, vidi che il vecchio aveva in effetti lasciato il pacco sullo zerbino.
"Porca troia, chissà che cazzo penserebbe la gente se avesse guardato dentro!".
Lo presi, lo portai in casa e lo appoggiai sulla scrivania. Lo ignorai ed uscii con gli amici.
Passai tutto il giorno con loro e senza neppure tornare a casa prolungai la serata sino a tarda ora. Prima andammo a cena e poi ci spostammo in un localino dove bevemmo abbondantemente. Vi confesso che ad ogni bicchiere che ingurgitavo, l'idea di tornare a casa ed indossare il completino nero si faceva strada sempre più...e infatti, inevitabilmente alle 23 avevo ormai preso la mia decisione. Scrissi alla mia ragazza che non avrei dormito da lei quella notte, rimasi ancora una mezz'oretta con i miei amici per un ultimo bicchiere e poi mi avviai verso casa con passo incerto. Ero ubriaco, eppure incredibilmente lucido circa quello che avrei fatto arrivato a casa. Appena arrivato nel mio appartamento feci una rapida doccia e poi mi sedetti alla scrivania, fissai un secondo il pacco e lo aprii. Mi investì un odore di maschio. Difficile da descrivere diversamente. Un vero e proprio odore di uomo. Presumo che fosse dovuto al fatto che avevo usato le calze per pulirmi dalla sborra del vecchio e che difatti ancora avevano delle macchie bianche...
Tolsi un capo d'abbigliamento alla volta e cominciai a vestirmi. Man mano che aggiungevo un pezzo l'eccitazione cresceva e mi dava alla testa amplificando gli effetti dell'alcool.
Eccomi...in meno di 15 minuti ero vestito di nuovo come una zoccola e il mio cazzo non avrebbe potuto essere più duro di così. Poi guardai sul fondo del pacco e vidi che il vecchio aveva aggiunto un rossetto rosso e un eyeliner. Preso dall'eccitazione mi misi pure quelli, il rossetto bene, l'eyeliner meno peggio di quello che pensassi per essere la prima volta.
Mancava però un dettaglio, camminai sui tacchi alti (barcollando) fino al bagno, aprii la scatoletta dove la mia fidanzata lasciava alcuni gioielli, estrassi una catenina con un cuoricino e la indossai.
Il mio cervello non connetteva più, ero in uno stato catatonico e non ero più in grado di ragionare.
Riattivai le notifiche sull'applicazione che avevo spento in precedenza e vidi che il vecchio la sera prima aveva continuato a scrivermi, senza che io rispondessi. Mi chiedeva di mandargli delle foto mentre indossavo il perizoma, così da essere sicuro che lo avessi fatto per davvero.

Feci come richiesto. Scattai un paio di selfie e glieli inviai. Era ormai mezzanotte e mezza eppure, con mia sorpresa il proprietario rispose subito.
-"Guarda come ti sta bene...ma è di adesso la foto"?
-"Si" dissi io.
-"Hai indossato anche il rossetto?".
Gli risposi con un selfie che ritraeva tutto il mio corpo fino alle labbra rosse.
Luì manifestò la sua approvazione con un "mmm", e poi mi chiese:
-"Ti è piaciuto succhiarmi il cazzo, vero?".
-"Si..."
-"Sai che me lo hai fatto diventare durissimo?"
-"Si?" dissi facendo il finto gnorri.
-"Lascio la porta aperta, vieni da me...rimani vestito come sei. Hai 5 minuti".
Il cuore mi esplodeva nel petto. Mi guardai in giro, presi il telefono e mi avviai barcollando sui tacchi fino alla porta d'entrata.
"Cazzo" pensai "non posso uscire conciato così, nemmeno per fare qualche rampa di scale...se mi vede qualcuno sono finito...". Allungai la mano e presi un trench che tenevo appeso lì vicino, poi aprì la porta assicurandomi di fare il meno rumore possibile e rimasi in ascolto.
"Via libera" pensai dopo aver teso l'orecchio per qualche minuto.
Presi fiato ed uscii dalla soglia di casa chiudendomi la porta alle spalle.
Il rumore dei tacchi sulle piastrelle del pianerottolo era però fortissimo e non v'era modo di attutirlo. Affrettai quindi il passo ma non era cosa facile fare le scale con dei tacchi alti. Con il cuore in gola e il terrore di essere visto da un vicino, arrivai finalmente sul pianerottolo del proprietario. La porta era socchiusa, la spinsi ed entrai nell'appartamento.
Il cuore pompava così forte che sentivo i battiti nelle orecchie e la tensione aveva nel frattempo ammosciato il mio cazzo, che giaceva ora tranquillo nel perizoma.
Camminai lungo il corridoio e giunsi nella sala dove si erano svolti gli avvenimenti la volta prima...
Il vecchio stava seduto sul divano di pelle bianca, con le gambe divaricate e il cazzo durissimo in mano.
-"Ho sentito il rumore dei tacchi, sembrava che stesse arrivando una prostituta...togliti quell'impermeabile".
Io lo lasciai scivolare lungo il mio corpo e rimasi lì in piedi vestito come una troia con i tacchi e le autoreggenti nere, il reggiseno e il perizoma coordinati, anch'essi neri. Rimanevo immobile davanti a quell'uomo che si masturbava lentamente.
-"Sai cosa voglio vero?" mi disse fissandomi negli occhi.
-"Si" risposi con un filo di voce.
-"Cosa aspetti allora?".
Barcollai fino a lui, appoggiai da parte a lui il mio telefono che ancora tenevo in mano, e senza dire una parola presi in mano il suo cazzo e cominciai a succhiarlo.

Mi resi conto che era quello che avevo desiderato sin dal momento in cui avevo lasciato l'appartamento la prima volta. Mi sentivo così eccitante e desiderato mentre andavo su e giù con le labbra rosse che lasciavano tracce di rossetto su quel cazzone nodoso. Il proprietario apprezzava, grugnendo e godendo ad alta voce:
-"mmm siii succhialo così siii, dimmelo che ti piace il mio cazzo dai".
-"Mi piace il tuo cazzo" gli risposi riprendendo fiato e poi ricominciando subito a succhiare quell'asta durissima.
Passò qualche istante e il vecchio allungò la mano, prese il mio telefono e sbloccò lo schermo girandolo verso di me in un momento in cui riprendevo fiato senza cazzo in bocca (non so come abbia fatto a riconoscere il mio viso il riconoscimento facciale, visto com'ero conciato). Apparse quindi la foto di me e la mia fidanzata in vacanza ma lui, noncurante, aprì la fotocamera e prese a filmarmi mentre io gli succhiavo il cazzo.
-"Guarda come lo succhi come una puttana...poi ti riguardi questo video e sborri".
All'idea divenni se possibile ancora più eccitato. Cominciai a recitare imitando la ragazza del mio porno preferito.
Tiravo fuori la lingua guardando dritto nella fotocamera mentre segavo l'uccello di quell'uomo e pronunciavo frasi sconnesse quando riprendevo fiato:
-"quant'è duro il tuo cazzo... mmmm ....ci ho pensato tutti questi giorni...mmm...filmami mentre te lo succhio...".
Ad un certo punto lui si alzo in piedi (mentre continuava a filmare). Ero convinto che fosse quindi sul punto di sborrare e assunsi la stessa posizione della mia porno attrice preferita, con la lingua fuori.
Il vecchio in tutta risposta mi guardò e mi disse:
-"lo vuoi nel culo vero troia?".
Rimasi di stucco.
Lo guardai inebetito mentre lui continuava a segarsi l'uccello duro.
-"Lo vuoi nel culo, vero, puttana?" ripeté.
Non avevo considerato quest'aspetto. Ero stato preso in contropiede; pensavo di potermi sfogare con un pompino ma evidentemente non era il caso. Lo volevo nel culo? La mia testa diceva no, il mio cazzo - duro come il marmo e a stento contenuto dal perizoma che a questo punto era tornato ad essere una tenda - insisteva di si.
- "Si" risposi infine mentre lo guardavo negli occhi.
-"Si, cosa?".
-"Si, voglio il tuo uccello duro nel culo".

Il vecchio, pienamente soddisfatto dalla mia risposta mi vece mettere a gambe aperte sul divano, prese un preservativo dal tavolino e lo indossò sul cazzo di marmo mentre io lo guardavo come una puttana.
Poi si inginocchiò, spostò il perizoma scoprendomi il buco del culo, inspirò profondamente sniffandomi il culo e mentre si segava prese a leccarmi il buco del culo.

Durò qualche minuto e mi fece mugugnare. Poi si alzò e senza tanti convenevoli appoggiò la cappellona dura contro il mio buco del culo vergine.
Cominciò a spingere piano piano. Sentivo il mio ano bagnato che lentamente avvolgeva quella mazza dura anche se un dolore lancinante mi dava l'impressione che mi stesse spaccando in due.
-"Ti prego fai piano mi stai spaccando" supplicai il vecchio. Ma lui in tutta risposta continuò a scoparmi il culo e mi mise la lingua in bocca.

Immaginatevi la scena. Io a tarda notte, con con le gambe spalancate, avvolte in autoreggenti e tacchi, mentre un vecchio mi incula e mi bacia in bocca.

Era troppo. Smisi di fare quel minimo di resistenza che ancora facevo e mi lasciai andare. Sentivo il suo cazzo che pompava sempre più profondo ma il buco del culo a questo punto era completamente sfondato e l'alcool aiutava ad anestetizzarlo. Avevo del resto preso anch'io a segarmi e godevo come mai avevo sin lì goduto in vita mia.

Non so quanto durò, ma ad un certo punto il vecchio sfilò il cazzo lasciando il mio ano oscenamente aperto, si sfilò il preservativo e con diede due manate al cazzo grugnando:
-"nghhh ti sborro addosso siii aaah".
Aspettai i suoi schizzi rimanendo a gambe aperte con il cazzo in mano. Sborrai prima di lui e lui schizzò subito dopo.
Dense corde di sborra coprirono il mio buco del culo e le mie palle, stendendosi sino alla pancia...

Cos'era successo, mi chiesi mentre il mio ano era un anello di fuoco e pulsava...
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