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I lavori di ristrutturazione


di ellatravesta
07.06.2014    |    3.303    |    1 9.3
"Si mise a ridere dandomi della puttana e dicendo che volevo sempre cazzo e mi salutò..."
Quando mi comunicarono che per esigenze di servizio non avrei potuto prendere le ferie in agosto e che pertanto sarei dovuto restare in città per tutto il mese mai avrei pensato che sarebbe stato per me il periodo più godereccio della mia vita. E mai avrei immaginato che da una situazione assolutamente spiacevole avrei potuto avere tanto piacere. La città era deserta, nessuno in ufficio, nessuno per strada, nessuno nel palazzo, se non una squadra di operai che tranquilli del fatto che non era rimasto più nessuno, lavoravano a tutte le ore alla ristrutturazione dell'appartamento accanto al mio. Non vedevo mai nessuno ma sentivo sempre un gran casino. Un giorno rincasando incrociai sull'ascensore il ragazzo del bar dietro l'angolo, un bel tunisino di 23 anni col quale più volte me l'ero spassata. Era salito a portare loro delle cose fresche da bere, mi fece l'occhiolino dicendo che dopo circa mezzora avrebbe finito il turno e sarebbe passato a trovarmi. Eccitatissimo entrai subito in casa e iniziai a prepararmi. Trucco, parrucca e un bel vestitino corto e semitrasparente che metteva in mostra il mio corpo femminile e mi faceva sentire una gran troia. Dopo 30 minuti esatti mi chiamò sul cellulare e io gli aprii la porta, eccitatissima. Era già in tiro, come si poteva vedere dal gran bozzo che mostravano i sui pantaloni. Piccoletto, molto muscoloso e con un gran cazzo amava scoparmi a lungo, questa volta però mi disse che aveva fretta e voleva fatto solo un pompino perché doveva passare nell'appartamento accanto ad aiutare gli operai, che erano dei suoi amici. Un fremito di piacere mi face sussultare e dopo averlo leccato e fatto godere come un cavallo sulla mia faccia gli chiesi se i suoi amici erano come lui. Si mise a ridere dandomi della puttana e dicendo che volevo sempre cazzo e mi salutò. Rimasta con una voglia pazzesca di essere sfondata iniziai a sditalinarmi il culetto per dargli un po' di pace, quando mi ritelefonò il mio barista dicendomi che i suoi amici erano come lui e che se volevo mi avrebbero fatto divertire. Riuscii a stento a rifarmi il trucco che mi suonarono alla porta. Era un nordafricano sui 30 anni, anche lui bassino e muscoloso che senza troppe cerimonie inizio a palparmi il culo dicendo che voleva fottermi. Me lo fece leccare solo qualche istante. Voleva il mio culo. Si mise un preservativo e senza troppe cerimonie me lo piantò tutto dentro sino alle palle. Non era lunghissimo ma molto largo. Fortunatamente avevo già lubrificato il buchetto o mi avrebbe spaccata. Pompò per circa 15 minuti con forza tenendomi per i fianchi finché non venne ululando come un lupo. Era solo l'inizio...
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