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Autostrada


di Sofy90
18.02.2022    |    149    |    1 8.7
"Godevo nel vedere le mie gambe fasciate dai collant neri, sentivo il tanga all'interno delle natiche, ma..."
Dopo il famoso concerto in trav e relative avventure, era scattata in me la voglia di esibirmi in pubblico, ma la paura di essere beccati in abbigliamento femminile o dalla polizia mi frenava dal farlo, pur continuando a provare a casa.

Una sera, dopo una accurata depilazione delle gambe, trucco fine e non vistoso, rigorosamente in intimo nero, autoreggenti, tacchi e miniabito rosso pensai che tutto questo ben di Dio non poteva restare relegato a casa mia e mi decisi ad uscire, indossando una tuta e le scarpe da ginnastica per mascherare "l'en Femme" mi diressi verso il famoso parcheggio dell'autostrada che trovai deserto e mi dette il tempo per togliere la tuta mettermi i tacchi e indossare un cappotto sopra il vestito rosso e parrucca. Mi esercitai li a passeggiare, a ritoccare il rossetto specchiandomi all'esterno dell'auto , ogni tanto aprivo il cappotto e mi sollevavo il vestito per vedere la balza in pizzo delle autoreggenti, mi eccitai moltissimo e decisi di guidare vestita cosi.

Godevo nel vedere le mie gambe fasciate dai collant neri, sentivo il tanga all'interno delle natiche, ma.......sembrava tutto sprecato solo per me!
Decisi allora di moderare la velocità, soprattutto quando sorpassavo i camion, tenendo accesa la luce dell'abitacolo e lasciando vedere chiaramente le gambe con lo stacco dell'autoreggente , preferivo i Tir quelli con targa italiana e inutile dire che quelli del Sud erano quelli più svelti ad accorgersi dello show, e strombazzavano facendomi i fari affinchè mi fermassi.

Mi sentivo desiderata, per qualcuno visto che non c'era traffico in quel tratto di autostrada, prolungavo volutamente il sorpasso restando affiancata e tirando su la mini gonna, le vampate di calore andavano alla testa, ma non avevo coraggio di andare oltre.

Feci su e giù per tutta la notte, ma ad un certo punto decisi di fermarmi in un area di sosta per sistemarmi, c'era in lontananza solo un camion e andai al bagno pubblico dove tirai su le calze mi passai delle salviettine umide sul buchetto eccitato, rimisi a posto il vestito e tornai all'auto, senza accorgermi che l'unico autista presente era sceso dal camion e stava andando in bagno, credo restò colpito dal mio sculettare tanto che mi salutò con un "buonasera signorina che fa?" il che he dava poco a che pensare.
Io risposi qualcosa e continuai a camminare verso l'auto, ma quando salii lasciai la porta aperta, il cappotto si era aperto e le gambe facevano bella mostra di se i tacchi le sollevavano dal sedile, io feci finta di armeggiare con le salviette e il camionista si avvicinò chiedendo se poteva toccarle .
Naturalmente glielo permisi, "con delicatezza che i collant si rompono", e lui fu molto educato passando leggermente la mano su e giù per poi osare sempre più verso l'interno, arrivando alla pelle scoperta, apprezzando la liscezza delle mie gambe, mi misi con la gamba accavallate cosi che potesse indugiare sulle natiche e vidi il suo pacco notevolmente gonfio che scoppiava nei pantaloni.
Scesi dall'auto, per farmi vedere e toccare tutta, lui mi palpava ovunque, mi sollevava il mini abito, avevo il tanga in bella vista le natiche fuori, le autoreggenti esaltavano le gambe magre, mi girai e mi strusciai su e giù sulla sua patta anche io visibilmente eccitata fuori misura.
Il camionista tiro fuori il suo arnese, voleva che glielo prendessi in bocca, era molto grande e prevedendo quello che sarebbe seguito, lo spompinai bene riempendolo di saliva, sentivo pulsare tutto il sangue nelle sue vene, mi diceva "brava dai continua" e resto come sorpreso quando mi girai e mi appoggiai sul cofano con le mani con la schiena inarcata e le gambe aperte, mi scostò il perizoma mi leccò avidamente il buchetto, appoggiò piano la sua punta e cominciò a spingere, all'inizio fece fatica, ero stretto, ma poi entrò profondamente, mi tolse il fiato , ansimai come se fossi in apnea, lui continuò con regolarità, io spinsi con lo sfintere verso di lui, il chè aiutò la penetrazione, mi guardavo ogni tanto sul parabrezza riflesso dalle luci del parcheggio, sembravo una donna di strada, nel pieno delle sue funzioni, ero eccitatissima , lui continuava a pompare dentro il mio culetto, le sue mani cingevano la mia vita, i tacchi alti, il profumo del fondotinta, tutto mi faceva sentire femmina, mi annunciò che stava per venire, sentiii il calore del suo seme dentro di me, restò dentro un bel pò, a lui piaceva ancora toccarmi, lo lasciai fare, sentendo che anche a me piaceva, mi prese il mio pene in mano e con due o tre strizzate mi fece venire, ancora con il suo cazzo dentro di me, fu una sensazione unica, piena e appagante.
Mi diede una pacca sul sedere si rivesti e se ne andò, io rimasi li seduta sul cofano non so quanto tempo, inebriata dal sesso inaspettato, pieno e soddisfacente , poi mi ricomposi, era tardi, mi cambiai in tuta e ritornai verso casa.

Fu il primo di tanti "viaggi" che continuai a fare, prediligendo l'autostrada fino a nuove avventure che maturarono poi.

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