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Al mare


31.05.2024 |
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"Non so chi fosse o da dove venisse ma, questo, rendeva la situazione ancora più porca ed eccitante… e me ancora più troia!
La lingua scivolava sul suo..."
Impazzivo dalla voglia: non ne potevo più!Avevo bisogno di sentirmi posseduta, avevo bisogno di dare piacere e godimento, avevo bisogno di sfogare la mia passività…
Pertanto, in una di queste ultime calde giornate dall’atmosfera decisamente estiva, in preda alla porca voglia, ho deciso di dare sfogo alle mie arrapantissime fantasie e… vivere questa meravigliosa avventura!
Scelsi di tornare nella località che frequentavo nella mia turbolenta gioventù, dove andavo a farmi scopare da qualche operaio in pausa-pranzo o da qualche turista di bassa stagione, e trovavo sempre grandi emozioni, piacevoli godimenti e… bellissimi cazzi a riempirmi e soddisfarmi.
In preda all’eccitazione cominciai i miei porci preparativi e, tra doccette anali e lubrificazioni, decisi di approntare al meglio il buchino introducendovi un dilatatore, un plug in acciaio, con bottone diamantato, mio caro compagno di giochi!
Col culo pieno… piacevolmente pieno e dilatato, infilo uno striminzito slippino da mare, particolarmente adatto per queste peccaminose performances, e con indosso un paio di laceri e succinti short con vita bassissima, mi copro con un’abbondante t-shirt e mi metto subito in viaggio.
Giunta sul posto, nell’area adibita a parcheggio era presente una sola auto ed io, contenta per la favorevole condizione di pace e tranquillità, imbraccio lo zainetto con tutto il bagaglio, adagio il telo in spalla e m’incammino verso la spiaggia.
Nel cercare il giusto punto dove potermi sdraiare, spaziavo con lo sguardo per cercare di scoprire dove si fosse sistemato l’occupante dell’auto vista nel parcheggio ed improvvisamente, davanti a me, apparve quello che nessuna nudista avrebbe mai volto incontrare: genitori e due bambini, la classica famiglia inevitabilmente ignara delle frequentazioni tipiche di quel posto.
“Noi naturisti dobbiamo rispettare tutti ma succederà, in questo modo, che non avremo più alcun posto dove poter andare…” - pensai tra me e me, mentre riprendevo il percorso verso la vettura -“…fortunatamente, spiagge e calette riservate abbondano nella zona!”
Imboccai, allora, una stradina decisamente impervia per cercare di raggiungere un’altra baia della zona, nella convinzione che il difficoltoso tragitto costituisse un valido deterrente per i frequentatori meno graditi.
Anche qui, però, tra pudiche coppie di giovani e famiglie con prole al seguito, dovetti desistere…
Il tempo trascorreva invano e, sopraffatta dalla delusione, all’ora di pranzo decisi di fermarmi in una grande spiaggia che mai prima avrei considerato.
La presenza di una sola auto nell’area parcheggio, vista la precedente esperienza, non mi illuse o entusiasmò per cui, con rilassatezza, mi indirizzai verso la spiaggia.
Con andatura sculettante, ispezionavo la vegetazione sulle dune di sabbia alla ricerca di una postazione riservata e confortevole quando, a circa venti-trenta metri da me, un’abbronzatissima figura giaceva sdraiata al sole.
Ancora qualche timoroso passo nella sua direzione per verificare le condizioni: era un uomo, solo, sui 50 anni, nudo, sdraiato con ventre a terra.
“Finalmente!” - esplose il mio entusiasmo ed adagiai il mio bagaglio sulla sabbia.
Mi fermai in prossimità di alcuni grossi cespugli di macchia mediterranea, distesi immediatamente il telo, sfilai la t-shirt e cominciai ad esibirmi e ad ostentare le mie porche voglie…
Gli short calarono lentamente ed i ridottissimi slip, naturalmente arrotolati tra le chiappe, mostravano i miei rotondi glutei ancheggiare con spudoratezza, mentre mi’incamminavo verso la riva, chinandomi più volte per ostentare il favoloso culettino.
Lui continuava a stare sdraiato col ventre a terra e mi guardava attraverso i capelli arruffati: era completamente nudo, con sodi glutei e fisico curato e, appoggiato sui gomiti, mi osservava con interesse…
Con innocente indifferenza, procedevo con andatura provocante, fermandomi frequentemente per proiettare il culettino verso il suo attento sguardo, fingendo di osservare nella direzione opposta e chinandomi per dedicargli la visione delle mie gradevoli natiche.
Ormai l’esca è buttata e la preda non potrà più sfuggirmi!
Cammino verso il mio telo con estrema lentezza e, sentendomi il suo sguardo appiccicato addosso, sfilo delicatamente gli slip e mi allargo le chiappe per consentirgli la visione del bottone diamantato del mio plug, perennemente inserito nel culettino!
Poi, lentamente mi sdraio in posizione prona, protendendo il culo al cielo: il plug risalta tra i miei depilati glutei ed io comincio ad eccitarmi nella mia favolosa troiaggine…
Lo osservo con sguardo invitante, mentre i miei piedi puntano sulla sabbia ed il mio culetto è tenuto prominente verso l’alto: lui, inebriato dalla mia spudoratezza, puntando le mani al suolo si solleva sull’asciugamano mostrando il… notevole vigore del suo cazzo!
È decisamente eccitato e con una dotazione meravigliosamente strutturata e perfettamente dritta che esibisce con spavalderia, svettante sul suo pube, mentre si solleva e si incammina verso di me…
Mi sollevo e, nella breve attesa, continuo ad esibire il mio fantastico culettino: mi chino per prendere la bottiglia d’acqua e lo protendo sfrontatamente nella sua direzione, con il bottone diamantato che continua a brillare sotto i raggi del sole.
“Ciao…” - mi dice cercando in qualche garbata maniera di rompere il ghiaccio - “…è la prima volta che vieni qui?”
Volto semplicemente il viso, rimanendo di spalle per continuare a mostrargli il culo, e gli sorrido maliziosamente: “Si… è un posto tranquillo? Si può stare in relax… liberamente?”
E, mentre gli parlo, fisso con ammirazione il membro eretto tra le sue gambe con uno sguardo volutamente estasiato e voglioso…
Mi volto completamente e mi esibisco con repertorio troiesco: continuo a guardarlo con manifesta malizia e, portandomi un dito alla bocca, la lingua si affaccia tra le mie labbra per accarezzarle dolcemente, negli angoli, su tutto il tratto superiore e lo sguardo, poi, si posa altalenante tra il meraviglioso cazzo ed il suo viso, per provare a percepirne le reazioni…
Lui, imbarazzato: “Si, come vedi anche io sono… molto libero” - e, cosi dicendo, indica istintivamente le sue nudità.
“Sei molto abbronzato…” - ribattei - “e, mmmhhhh… dappertutto!” - continuai riprendendo a fissare il suo meraviglioso bastone.
“Beh, infatti sono qui da stamattina presto e… sto per andare via!” - aggiunse con tono quasi dispiaciuto.
“Ma dai…” - mi lasciai andare con voce leggermente titubante - “trattieniti…” - gli dissi con fare infantilmente supplichevole e poi, con sguardo sempre più porcellino, voltandomi lentamente per mostrargli ancora il posteriore, aggiunsi: “…fin’ora eri solo e adesso siamo in due: sai quante belle cose si possono fare in due…!?”
La sua mano si posò immediatamente nell’incavo tra i miei rotondi glutei e le sue dita andarono subito a frugare sul plug: rimasi immobile assecondando ogni sua mossa e, chinandomi ulteriormente, concedetti l’esplicito assenso alla sua delicata estrazione.
Lo afferrò, senza titubanze, e lo tirò dolcemente verso l’esterno, dilatandomi lo sfintere e provocando l’inevitabile mio gemito di piacere; lo lasciò cadere sul telo e, poi, riprese a cercare il buchino, ottimamente lubrificato, per penetrarlo con le due dita mediane ed agitarle sditalinandomelo…
“Mmmmhhhh…” - lo assecondavo mugolando per il piacere e poi, voltandomi verso il suo bastone, continuai: “Adesso, a lui ci penso io…!”
Quella gonfia e lucida cappella era li davanti al mio viso: la verga era tesa, le vene rigonfie e la muscolatura ben irrigidita.
Non usai le mani e, a bocca aperta, accolsi il suo membro tra le mie labbra, avvolgendogli dolcemente il glande ed adagiando delicatamente le mie papille gustative sul frenulo.
Il suo inevitabile gemito di gradimento mi stimolò e, tenendogli il cazzo con la mano sinistra, presi a scorrere su tutta l’asta aderendo con le labbra alla sua circonferenza, mentre le sue mani accarezzavano le mie tempie ed accompagnavano la testa nel suo ritmato movimento.
Scorrevo sul suo membro umettandolo con impegno, in un paradisiaco pompino, percorrendo l’asta in tutta la sua lunghezza, avvolgendola a labbra serrate, sempre più in fondo, arrivando a baciargli il pube e sentire la cappella penetrarmi la gola, dilatandomela… sentendomi soffocare dai colpi ripetitivi della sua nerchia, fino alla gola profonda!
La densa secrezione salivare avvolse il suo bellissimo pisello lubrificandolo alla perfezione ed io, con la mano destra, lo accarezzai spalmando i filamenti e masturbandoglielo con delicatezza, poggiandomi il glande sulle labbra per baciarlo appassionatamente mentre la mano continuava a strofinarsi sulla sua rigidissima muscolatura tesa.
Si ingrossava, con le mie affettuose attenzioni, e continuava ad affondare i colpi nella mia bocca riempendomi piacevolmente la gola… fino a togliermi il respiro!
Lo estrasse ricoperto dalla filamentosa secrezione ed io, nel riprendere fiato, ne approfittai per leccargli con dolcezza quella favolosa cappella, perfettamente sagomata e dura, avvolgendola con la lingua sull’intera circonferenza e stimolando il frenulo con lo sfregamento delle mie papille insaziabili: ne assaporai il gusto acidulo, il sapore di cazzo che tanto desideravo, godendo della sua inebriante fragranza.
Continuai a leccarlo per tutta la sua lunghezza, baciandolo con delicatezza, arrivando alla sua base per succhiargli dolcemente i coglioni, aspirandoli all’interno delle labbra socchiuse ed accarezzandoli, nel contempo, con colpetti di lingua.
Non so chi fosse o da dove venisse ma, questo, rendeva la situazione ancora più porca ed eccitante… e me ancora più troia!
La lingua scivolava sul suo cazzo, sul suo glande e sul frenulo: leccava, scorrendo sul rilievo della sua tesissima muscolatura.
Era un cazzo statuario, dritto e grosso, con un teso prepuzio e sferici coglioni belli sodi.
“Adesso lo facciamo entrare nel paradiso!” - gli sussurrai mentre la saliva filante colava giù dalle mie labbra ed io mi chinavo a rovistare nello zaino alla ricerca del guantino.
Con la bocca, glielo posai sul glande e cominciai a srotolarlo sul suo bastone, facendolo aderire alla perfezione, quindi, sdraiandomi sul telo e tirando a me le gambe, gli offrii il mio buchino da penetrare.
S’inginocchiò e lascio che posassi i miei piedi sulle sue spalle, appoggiò il glande sull’orifizio ed afferrandomi le cosce, con una lenta e costante pressione, lo introdusse interamente nel mio culo!
Lo sfintere lo avvolse in un caldo abbraccio mentre si dilatava per accoglierlo nella sua interezza: ero piena di cazzo, dopo tanto desiderio, e mi dimenavo per cercare di percepirlo in tutta la sua dimensione.
Lui cominciò a muoversi ritmicamente, in un costante movimento di affondi, prima docili e poi sempre più cadenzati, sempre più decisi, sempre più in profondità!
Il suo cazzo mi riempiva il culo piacevolmente, in un continuo movimento alternato… lui, sapientemente, nel prolungare il godimento allo spasimo, lo estrasse di colpo per poi reintrodurlo con maggiore decisione, in una costante azione di deflorazione del buchino che instancabilmente si richiudeva per poi riaprirsi alla nuova stimolazione.
Si irrigidiva, l’amico, cercando di modulare il suo piacere ed io, approfittando di una ulteriore estrazione del membro, cercai di assecondarlo variando la posizione.
Adagiandomi sul fianco destro e sollevando la gamba sinistra fin sulla sua spalla, lo invitai ad incularmi in quella posizione…
Tenendosi alla mia gamba con entrambe le mani, prese a trapanarmi forsennatamente ed io, nel timore dell’imminente godimento, ancora una volta lo rallentai accarezzandogli il viso delicatamente col mio piedino.
Ripulendolo dalla sabbia, lo baciò affettuosamente succhiando delicatamente l’alluce, leccando gli spazi interditali ed imbavando le altre dita con maestria.
L’eccitazione montava e la forza esplosiva del godimento premeva sempre più forte: “Fottimi, tesoro…” - lo implorai in preda al piacere sublime - “… e poi sborrami in faccia!”
Riprese a stantuffare con foga inaudita: il suo ritmato movimento veniva accompagnato dal incessante rumore dei suoi coglioni che sbattevano ad ogni affondo.
Sentivo la verga percorrere interamente l’orifizio anale del mio slabbratissimo culettino: ero preda del godimento puro determinato dai suoi prepotenti affondi, rallentamenti, irrigidimenti che, raggiunto l’apice del piacere, lo portarono ad estrarre velocemente il membro, sfilarsi il guanto e, mentre mi accovacciavo al suo cospetto, masturbarsi vigorosamente per l’imminente eiaculazione!
A bocca aperta attendevo il delizioso secreto e la sua fuoriuscita fu una piacevole e copiosa cascata che, dal glande, si riversò tra le dita della sua mano e poi sulla mia lingua…
Ne assaporai immediatamente il gusto pungente e gradevole, il gusto del prodotto del piacere, il gusto del godimento!
Leccai le dita intrise di sborra, cercando di recuperare tutto lo sperma evacuato, le succhiai con le labbra socchiuse quasi maniacalmente…
E poi, leccando e succhiando la cappella, la strizzai fino al recupero dell’ultima goccia di succo secreta per me…
La mia voglia di cazzo era stata soddisfatta?
O, riavvicinatomi a queste esperienze, avevo semplicemente riesumato un vecchio amore?
Squillò il cellulare e, mentre parlavo al telefono, con un cenno della mano l’amico mi salutò.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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