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Michela la barista


di tuogianni
27.08.2018    |    4.257    |    0 9.9
"Ero imbarazzato perchè la visione delle sue tettone mi fece rizzare il cazzo..."
Scusate la lunghezza ma essendo una storia vera, è piena di dettagli

Nel 2005 avevo 21 anni e avevo bisogno di lavorare. Parlando con il mio migliore amico mi disse che i suoi zii per il bar cercavano personale per il bar-pizzeria. I coniugi Michela e Angelo furono felici in quanto mi conoscevano e si fidavano di me. Iniziai nel mese di giugno, andavo la mattina alle 10 per caricare i frigo e poi tornavo con Michela alle 14:30, lei preparava l'impasto per la pizza e io stavo al bar. Notai subito dal primo giorno gli apprezzamenti che i clienti abituali del bar rivolgevano a Michela, all'epoca 47 enne in carne ma ben curata, capelli biondi tinti, rossetto, con una 5 di seno e un culo grosso.

Da dopo ferragosto il bar chiuse per le ferie e loro hanno una casa al mare in Calabria ed avendo entrambe le figlie al nord proposero a me e al mio amico di andare con loro. Io e il mio amico dormivamo nella stanza adiacente alla loro e scherzavamo sul fatto che la notte avremmo sentito i suoi zii scopare. Da premettere che Angelo ha 9 anni in più rispetto a Michela. Dopo la prima settimana, non si sentiva scopare, e io e il mio amico pensavamo scopassero il pomeriggio quando noi rimanevamo in spiaggia e loro tornavano per la penichella. Un pomeriggio decisi così di verificare e con una scusa mi liberai del mio amico e tornai in silenzio a casa. Stavano dormendo, ed era impossibile che avevano scopato perchè erano rientrati poco prima di me. I giorni passavano velocemente e Michele iniziava sempre più a farmi venire strani pensieri. Una notte mi alzai per andare in bagno e passai dalla loro camera mi fermai a sbirciare e notai Michela con solo le mutande e le tettone libere. non mi accorsi che era sveglia, e mi disse sottovoce: che c'è anche tu hai caldo? io gli risposi affermativamente con la testa e andai in bagno. Ovviamente con il cazzo duro impiegai più tempo per pisciare, e quando uscii dal bagno, Michela non era più a letto ma era in cucina a bere dell'acqua sempre con solo le mutande addosso. Mi avvicinai per bere anch'io e mi disse che sarebbe uscita in terrazzo a prendere un pò di refrigerio e se volevo potevo andare con lei a fare due chiacchiere. Accettai l'invito e ci sedemmo uno di fronte all'altro. Ero imbarazzato perchè la visione delle sue tettone mi fece rizzare il cazzo. Poi mi disse che se volevamo portare qualche ragazza a casa, loro ci avrebbero lasciato la casa libera per qualche ora, e mi confessò che ci vide andare in spiaggia con due ragazze. la conversazione si fece piccante, con battutine e si scusò se era in topless ma aveva troppo caldo, e poi mi disse che lei non si vergognava di mostrarsi davanti a me perchè mi reputava come un figlio. Ovviamente lo stesso non era per me, che volevo schizzarla ovunque... Poi la conversazione si fece più piccante e gli feci una battuta: tu e Angelo fate l'amore in silenzio. Al che lei iniziò a ridere e disse: non lo facciamo in silenzio, non lo facciamo proprio. Sono 2 anni che non mi tocca..

Rimasi senza parole e cambiammo discorso. Dopo qualche giorno io e il mio amico tornammo al nostro paese e loro rientrarono dopo una settimana per riaprire il bar.

Quell'anno a fine settembre faceva ancora caldo e al bar lavoravamo ancora con la tenuta estiva. pantaloncini di lino e t-shirt. Ovviamente anche Michela nonostante il suo fisico prorompente indossava pantaloncini di lino e magliettina, e quando ci incrociavamo dietro al bancone spesso strusciava il suo culone contro di me. Un pomeriggio, non c'era nessuno, e lei passò davanti a me per prendere il lievito per l'impasto. Si chinò per prendere il lievito e il pantalone di lino mise in mostra il suo culone. in un attimo il mio cazzo si fece duro, e quando passò e i nostri corpi si strusciarono, mi venne d'istinto spingere il mio cazzo sul suo culone. il giorno successivo accadde la stessa cosa, solo che invece di passare dandomi le spalle, passò frontalmente a me, si fermò e guardandomi negli occhi disse: perchè ora non spingi? e mi tocco il cazzo e mi baciò mettendomi la lingua in bocca. le sue carezze sul mio cazzo, in breve tempo mi fecero sborrare nelle mutante, sporcando così anche il pantalone. Lei si rifugiò in pizzeria ed io ero scioccato per quanto accaduto. Mi cambiai nel bagno e ritornai dietro in bancone. per tutta la sera non ci guardammo nemmeno.

Il giorno successivo entri nel bar e lei era con dei clienti, io presi la mia posizione e lei finite le chiacchiere andò a preparare l'impasto. Rimanemmo nuovamente soli, ero deciso ad affrontare la situazione e scusarmi con lei. Ma mi anticipò e mi disse: credevo mi volessi accontentare, ma invece sei troppo veloce e scoppiò in una risata. La porta del bar mi fece ritornare al mio posto, e dopo aver servito i clienti e questi erano usciti, chiusi la porta a chiave, andai nel retro dove Michela stava preparando l'impasto, mi tirai il cazzo fuori e accompagnai la sua testa verso il mio cazzo. La suo bocca larga lo accolse tutto in bocca e mentre ciucciava e con la lingua giocava con la cappella emetteva dei mugolii di piacere. dopo un pò gli tolsi il cazzo da in bocca e sborrai. Si alzò mi disse: oggi già va molto meglio, però la sborra non si spreca. E mi baciò

ero fuori dai panni, michela si svelò essere una gran troia...

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