tradimenti
La moglie del "cummenda"
di diavolettotentatore
19.04.2010 |
16.182 |
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"Sistemati l'accompagnai in albergo..."
Sto percorrendo la Salerno-Reggio Calabria, diretto in Sicilia, di ritorno da uno dei miei tanti viaggi di lavoro. L'autostrada è deserta in tutti e due i sensi di marcia. In lontananza scorgo una macchina nera ferma al bordo della strada, e man mano che mi avvicino scorgo un uomo che mi fa larghi gesti con le braccia. Rallento e fermandomi mi accodo alla macchina. L'auto è nuovissima, di quelle da 30 mila euro in su ed è targata Milano. Scendo, e, contemporaneamente scorgo che dal lato passegero ci sta una figura femminile. L'uomo mi si avvicina "buon giorno, grazie per essersi fermato! La mia macchina è guasta, non so che le è preso...". "Diamo un'occhiata, è sicuro che c'è benzina?" dico io. "Si il serbatoio è pieno a metà". Mi avvicino all'auto e do un'occhiata alla passeggera, sarà la figlia del "cummenda", un pezzo di fica giovane, bella e provocante. Appena metto le mani sul cofano, il cummenda mi dice precipitosamente "No no, non c'è bisogno che lei si dia da fare, volevo chiederle il favore di portare la signora alla più vicina città, per chiamare i carro attrezzi della concessionaria di questa macchina, sa sono robuste ma anche delicate, è meglio che sia uno competente a metteci le mani dentro!" "va bene, come vuole lei!" rispondo. La ragazza scende dall'auto prende una pelliccia e una borsetta di coccodrillo e si accomoda in macchina. "Allora Elena, facciamo così: appena arrivi mi mandi il carro attrezzi e tu vai direttamente in albergo, si, quello che abbiamo prenotato. Forse farò tardi ma aspettami lì". Salgo anch'io in macchina, faccio un cenno di saluto al "cummenda" e parto. Subito dopo do un'occhiata alla passeggera, la quale ricambia lo sguardo e fa un risolino: "ho visto la faccia che ha fatto quando lui gli ha impedito di guardare il motore!", "ma suo padrea crede che davvero non sia capace di mettere le mani in quella macchina?". "Mio padre? Ah no! S'è sbagliato! E' mio marito!". "Marito?" esclamo io stupefatto. Ride. "Si marito... è un pò più anziano di me, vero? Succede sa! E' geloso della sua macchina, più di quanto non lo sia di me!" "Bravo il coglione!" esclamo a piena bocca. Il vestito le si è adagiato morbidamente sulle cosce dischiuse e mi viene una voglia matta di buttare una mano su quelle belle cosce. Lei vede la direzione dei miei occhi ma, anzichè ricomporsi, traffica nella borsetta con sigarette e accendino. "Fuma lei? Gliene accendo una?" "Si grazie!". Accende, sul bocchino rimane una traccia di rossetto e un profumo di violetta da farmi venire il cazzo duro. E in più una lieve traccia di saliva. Dopo dieci minuti di chiacchiere sulla mia vita,su suo marito industrialotto, vedo lontano un miglio che è in calore. Più di una volta ha lanciato uno sguardo affamato al mio inguine gonfio, ma non s'è ancora decisa. Forse aspetta un cenno d'incoraggiamento. "Si vuole riposare un pò?" chiedo. "Si, se però si ferma...". In mio aiuto viene un parcheggio alberato, completamente deserto. Una volta fermati, lei si distende sul fianco, resto ad ammirare quel capolavoro, aspettando un invito. "E tu non ti riposi?" sussurra. "Si,certo!". Blocco gli sportelli dall'interno e mi stendo accanto a lei. Tette: d'acciaio temperato. Culo: di compatto marmo. Pelle: di finissima seta. E un profumo...Le passo una mano lungo tutto il fianco, sale e scende, accarezza tenerissima e soffice carne, le strizzo un capezzolino, la guardo fisso in faccia e le sbottono il vestitino per trarne fuori la tettina. Lei mi aiuta e si muove in modo da porgermela in bocca. Lecco il capezzolo,succhio, raschio con i denti. Lei aspira sibilando aria tra i denti. "Mi fai venire la voglia..." bisbiglia. Tiro il cazzo fuori dai pantaloni "Esagerato!" mugola, infoiata. "Ne hai per due!". Lo afferra, lo palpa, lo stringe, lo scappella. Intanto le tiro su il vestitino. Si lascia smutandare, aiutandomi, sollevando il culetto. Scivolo fra quelle cosce burrose e le lecco la passerona intrinsa di miele "Dammelo, dammelo..." bisbiglia tremante. La chiavo d'impeto, la sbatto, la infilzo e la pompo rapidamente con un gusto sadico. Ma lei ci prova un gusto folle, si sbroda teneramente, continuando a ripetere: "Questo si che è cazzo! Dammelo, dammelo ancora, fammelo uscire dagli ochhi!". Mi viene un'idea folle. Chissà che... Glielo sfilo dalla fica gocciolante di sbroda, la giro a pancia in giù. la sollevo con un braccio alla vita. Lei comprende: "No no, li no, per favore, non l'ho mai fatto". "Vedrai che ti piacerà" mormoro io, infoiato come una bestia. "Mi farai male, ce l'hai troppo grosso". "Se mi aiuti, ti piacerà subito". Le appoggio la cappella sullo sfintere e spingo. Sussurro: "spingi con gli intestini, come se dovessi farla, spingi. spingi. vedi che sta entrando? Ti faccio male?" "No no, non sento male, mi sento allargare, voglio che sborri pure tu, sgrillettami, toccami le tette, così così. me ne sto venendo, vengo vengo oddio com'è bello! si più forte, cosi ahhhh!!". Sistemati l'accompagnai in albergo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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