tradimenti
La fidanzata del mio amico
di Sicilydoc85
24.12.2020 |
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"Io - Ma che dici!?
Provai a sistemarmi..."
Puoi avere il giardino più bello del mondo. Ma l'erba del vicino sarà sempre più verde, o almeno così la vedrai, a prescindere che sia più o meno bella… Ero fidanzato con Maria da 3 anni. Una donna meravigliosa sotto ogni punto di vista. Sessualmente eravamo sempre più attivi. Il suo fisico formoso ma tonico mi faceva impazzire, le sue curve facevano girare la testa a chiunque la incrociasse per strada. Inizialmente la gelosia riusciva letteralmente ad accecarmi, poi cambiai atteggiamento e la indussi a vestirsi sempre più sexy, con maglie molto scollate e gonne molto corte. Perché tenere in garage una Porsche quando invece puoi mostrarla e vantartene?
Avevamo un rapporto molto stretto con una coppia di amici. Fabrizio era un mio collega di università, ormai eravamo quasi fratelli. La sua ragazza, Letizia, era una vecchia compagna di liceo di Maria. Stessa altezza, 1.65, ma fisicamente opposta alla mia ragazza: magra, corpo da ballerina, poco seno ma un culetto meraviglioso, bionda, occhi verdi. Molto maliziosa, sapeva di piacere, la classica ragazza che se la tirava.
Condividevamo tutto ed eravamo sempre insieme.
Una sera d'estate, intento a fare zapping alla tv, sentii squillare il mio cellulare. Era Letizia, appena rientrata a casa sua dopo una lunga giornata di lavoro, mi informava di un blackout elettrico nella sua zona che non sarebbe stato risolto a breve, e mi chiedeva la cortesia di fare una doccia da me. La mia disponibilità fu scontata.
Arrivò in pochi minuti, non abitavamo molto distanti l'uno dall'altra. Maria invece abitava ancora con i genitori dalla parte opposta della città.
Classico outfit da segretaria. Camicetta bianca, gonna nera, scarpe col tacco, capelli legati.
Dopo qualche scambio di parole di circostanza, si diresse verso il bagno.
La guardai camminare lungo il corridoio. Il tacco non le dava alcun impedimento, era naturale come fosse in scarpe da tennis. Ancheggiava vistosamente, probabilmente faceva lo stesso in ufficio. Come a sottolineare "ho un bel culo, guardatelo".
Io e Fabrizio ci raccontavamo tutto. Sapevo ogni cosa di lei, anche intime. Conoscevo la sua predilezione per il sesso orale e soprattutto anale, ed ammetto che più volte ho fantasticato su di lei. Quel culetto piccolo fa venire pensieri ben poco casti. E quel modo di camminare da puttanella rende quei pensieri non solo poco casti, ma anche animaleschi.
Presi gli asciugamani, mi girai e la vidi già senza camicetta. Mi bloccai, lei rise.
L - Che c'è? Mi hai già vista in costume, non cambia molto con l'intimo no?
Mentre pronunciava questa frase, la sua mano aprì la zip della gonna e la fece scivolare per terra.
Era davanti a me in intimo. Reggiseno e perizoma bianchi di pizzo, che lasciavano ben poco all' immaginazione essendo praticamente quasi trasparenti.
I suoi costumi sono tutti molto striminziti e avevo già potuto ammirarla in spiaggia. Però quella immagine era molto sexy, inoltre eravamo da soli in casa. Tornai in me, e con il sorriso sulle labbra le dissi che aveva ragione, ma anche di non provocarmi troppo.
Prima di chiudere la porta del bagno, le chiesi se avesse cenato e se gradisse qualcosa.
Dandomi le spalle, portò le mani sulla schiena e slacció il reggiseno facendolo cadere a terra. Solo dopo, mi rispose di essere troppo stanca e di non avere fame, ma che avrebbe gradito un calice di vino.
Rimasi qualche secondo ad ammirarla coperta, si fa per dire, soltanto del perizoma.
"Ora però non è più come quando sei in costume" .
"Ti sto mettendo a disagio?
Immagina che io sia in spiaggia in topless" - mi rispose mentre apriva il getto d'acqua della doccia, piegandosi inevitabilmente in avanti.
Che culetto meraviglioso!
Chiusi la porta in un attimo di lucidità.
Mentre aprivo una bottiglia di vino rosso, pensieri piccanti invasero la mia testa.
No, non era giusto. Era la fidanzata del mio migliore amico, che in quei giorni era fuori città per un meeting aziendale.
Faticai a tornare in me, ma ci riuscii. I miei sforzi però durarono pochi minuti.
Letizia uscì dal bagno e mi sembrava una dea. Porca puttana, quanto era sexy. Scalza, con un vestitino molto corto, quasi inguinale, senza reggiseno, capelli raccolti, pelle ancora umida e profumata.
Prese il calice che avevo preparato, mi ringrazió poggiando una mano sul mio petto e con un bacio sensuale a ridosso delle labbra, e si sedette sul divano, accavallando le gambe. Il vestitino si sollevò.
La guardai con stupore. Sembrava non avesse le mutandine. Non potevo certo indugiare troppo con lo sguardo, così mi misi accanto a lei, e le chiesi se aveva intenzione di tornare a casa con quel vestitino, perché avrebbe rischiato lo stupro per strada.
L - No, no. Prima di scendere metterò un paio di pantaloncini che ho portato. Ma fammi stare libera e in relax per qualche minuto. Oppure rischio di essere violentata anche qui in casa?
Io - Beh, tu evita di spogliarti davanti a me così non ci saranno stupri.
L - Potrei anche correre il rischio. Oppure mi preferisci vestita? Se vuoi vado a mettere i pantaloncini. Anche se così dai un brutto colpo alla mia autostima.
Io - Penso che solo un gay possa preferirti vestita piuttosto che mezza nuda.
L - Ora va meglio. Anche perché mi sembra che tu abbia apprezzato quello che hai visto in bagno. Ed anche quello che stai vedendo ora.
Non capivo.
Sorrise.
Mi guardai. Cazzo! La mia erezione era ben visibile. Letizia scoppiò a ridere.
L - Ammettilo che vorresti scoparmi.
Io - Ma che dici!?
Provai a sistemarmi.
L - Stai tranquillo, non è mica una cosa di cui vergognarsi. Anzi, mi fa piacere. E poi almeno intravedo quello che Maria ha sempre vantato.
Io - Cioè?
L - Pensi che solo tu e Fabrizio vi raccontiate le cose quando scopate con noi? Anche noi facciamo lo stesso, e dettagliatamente. Praticamente so cosa ti piace e cosa sai fare.
Io - E sentiamo, cosa sai?
L - Più di quanto pensi. Ma soprattutto Maria mi ha sempre detto che se non è abbastanza bagnata si fa male per quanto ce l'hai grosso, e che l'anale non ha mai voluto provarlo con te perché ha paura.
Questo lo sapevo anche io. Non che Fabrizio fosse messo male, ma la mia dotazione era decisamente superiore, soprattutto in larghezza.
Letizia mi stava stuzzicando. Tanto valeva stare al gioco, e vedere dove sarebbe arrivata.
Io - Vabbè, dai pantaloncini mica puoi fare un paragone. Dovremmo uscirlo entrambi e solo lì puoi verificare.
L - Il suo lo conosco bene, me lo scopo da anni. E poi, se è vero quello che mi è stato raccontato, rischierebbe di essere umiliato. E se vedesse la sua ragazza con gli occhi a cuoricino mentre desidera il cazzo del suo amico?
Io - Ah si? Desideri il mio?
Aveva già quasi finito il secondo bicchiere. E lo stomaco era vuoto. Di suo era già maliziosa, divenne sempre più esplicita.
Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurró con voce sensuals:
L - Vorrei tanto scoparmi un cazzo più grosso. E ne avrei uno molto vicino...
La sua mano era già sulla mia coscia e risaliva lentamente. Era troppo. Girai il viso verso il suo, ci baciammo e si mise a cavalcioni su di me.
Mi baciò con un desiderio ed una passione mai visti. Aveva una lingua così morbida…
Le mie mani andarono subito dove avrebbero voluto sin da subito, ossia suoi suoi glutei.
Lo afferrai per bene. Le sue labbra si staccarono dalle mie.
Sfilò il vestitino confermando il mio dubbio. Non aveva neanche le mutandine. Era sopra di me, nuda.
Le baciai il collo ed il piccolo seno.
La girai e la misi a pancia in su. Volevo godermi quel corpo perfettamente liscio. Scesi fino alle cosce, per poi rientrare verso la zona proibita. Era già bagnata, e profumava di sesso. Inserii un dito, poi due, quindi iniziai a mordicchiarle le grandi labbra ed a leccarla avidamente. La mia lingua si concentrò quindi sul clitoride, mentre due dita la scopavano. I suoi gemiti si fecero sempre più forti, una mano stringeva il divano, l'altra spingeva la mia testa contro la figa, la schiena inarcata. Le piaceva, non c'era dubbio. E il suo respiro sempre più corto era indice che da lì a poco sarebbe esplosa. Decisi quindi di succhiarle il clitoride, non ci volle molto perché l'orgasmo la scuotesse. Ma quanto era buona?
Mi sollevai, tolsi la maglietta. Letizia mi stava già abbassando i pantaloncini, liberando finalmente la mia voglia imbrigliata. Si mise in ginocchio, ammirandolo qualche secondo prima di afferrarlo.
L - Che meraviglia!
La sua bocca lo bramava. Passò ben presto all'azione, leccandolo e succhiandolo. La ragazza ci sapeva fare, nonostante la difficoltà iniziale riusciva man mano ad abituarsi e ad ingoiarne sempre più.
Col cazzo in bocca si fermò e mi guardó fisso con i suoi occhioni verdi.
Rimase ferma qualche secondo, probabilmente il suo intento era stamparmi quella scena nel cervello.
Si alzò e mi fece sedere. Venne sopra di me, puntandolo sulla sua figa che lo accolse pian piano. La sua bocca aperta, gli occhi chiusi, i gemiti delicati. Dio, quanto era figa!
"Oddio" - esclamò mentre lo sentiva scivolare.
Iniziò a muoversi lentamente, così da abituarsi, aumentando man mano il ritmo fino a farlo furiosamente, le mie mani sul suo culo seguivano i movimenti del suo bacino. La sua lingua non riusciva a staccarsi dalla mia. Era incredibilmente bagnata, sentivo i suoi umori colare indistintamente. Così piccola, così esile, eppure così selvaggia. Venne, e quell'orgasmo calmó per qualche secondo la sua furia.
Si sfilò il cazzo, mettendosi a pecora. Schiena inarcata, culo all'insù.
"Sbattimi" - mi disse con voce decisa.
Non me lo feci ripetere. Mi posizionai dietro, penetrandola senza troppi complimenti. Il suo respiro si bloccò per un paio di istanti.
"Ti piace il mio cazzo?"
"E' fantastico"
"Dimmi la verità, ti sei scopata anche altri di recente, vero?"
"Si".
"Chi e quando?"
"Il mio istruttore di palestra.
"Puttana! Chi altro?"
"Un collega"
"Quando?"
"Un mese fa dopo una cena aziendale".
"Sei una puttana" - le dissi, con un paio di colpi di bacino.
"Da stasera sarò solo la tua puttana" - mi rispose con naturalezza.
Non riuscii più a ragionare, usai una violenza di colpi mai usata nemmeno con Maria. Le misi le mani dietro la schiena, tenendo bloccati i polsi con una mia mano mentre l'altra le tirava i capelli.
"Quindi ti piace il mio cazzo? "
"Lo amo! Oddio, scopami ancora, ti prego. Non ti fermare! "
Un nuovo orgasmo la sconvolse poco dopo, le sue gambe iniziarono a tremare.
L - Lo so che vuoi provare a metterlo dietro. Ma devi fare lentamente altrimenti rischi di farmi male.
Cazzo, ero troppo al limite.
Io - Leti, fra poco vengo purtroppo.
L - Peccato. Allora ti aiuto a finire, so bene come ti piace sborrare. Avremo altre occasioni per il resto...
Si mise nuovamente in ginocchio ed accolse il mio cazzo nella sua calda bocca, succhiando senza darmi tregua.
Quando sentì il mio respiro sempre più affannoso ed il mio cazzo pulsare, si staccò ed uscì la lingua, masturbandomi ed attendendo la mia esplosione, che riversai in parte nella bocca ed in parte sul viso.
Mi ripulì come una professionista,senza perderne una goccia, portandosi con le dita quello che aveva sulla faccia e continuando a guardarmi negli occhi.
Prese il vestitino dal pavimento e si diresse in bagno. Nel frattempo io mi sistemai, ancora quasi incredulo.
Quando Letizia uscì dal bagno, aveva indossato anche i pantaloncini.
Si sedette nuovamente sul divano, sorseggiando ancora del vino.
L - Dormirò sicuramente rilassata grazie a te.
Io - OK, poi verifica e se non hanno risolto il problema ed hai bisogno di qualcosa, fammi sapere.
L - Ancora non lo hai capito che non c'era nessun problema? Volevo scopare con te da un bel po', e stasera mi sono decisa. E mi mangio le mani per non averlo fatto prima. Dobbiamo recuperare il tempo perduto.
Io - Sei sicura di voler rischiare?
L - Io amo Fabrizio. Ma ogni tanto ho bisogno di avere i miei spazi. Per questo ho stuzzicato il mio istruttore, ogni tanto mi faccio scopare nella sala spinning quando non è in programma di usarla. Ma sono solo sveltine, più che altro mi eccita la situazione visto che è sposato.
Io - E il tuo collega?
L - Alla cena aziendale dello scorso mese avevo bevuto molto, avevo voglia e gli ho fatto un pompino in macchina. Non ho scopato solo perché avevo il ciclo.
Avevo pensato di proporre a Fabrizio una relazione aperta, poi però ho scoperto che il rischio mi eccita. Se mi chiedessi di farti un pompino mentre lui è in doccia, non ci penserei due volte.
Io - Sei proprio una puttana.
Il mio tono era tra lo scherzoso ed il divertito.
L - Tesoro mio, ancora non hai visto nulla. Dimmi, tu sei geloso di Maria?
Io - Beh...lo sai che non sono geloso in modo morboso. Un po' lo sono, ma non troppo. Perché me lo chiedi?
L - Curiosità...
Mi diede un casto e dolce bacio sulle labbra, e si incamminó verso la porta.
Prima di aprirla mi guardò nuovamente, aprì la borsa, prese qualcosa e si riavvicinó.
Mi infiló la lingua in bocca e mi diede qualcosa.
Si staccó, guardai cosa aveva messo nella mia mano.
Era il perizoma bianco che aveva prima di infilarsi in doccia.
L - Per tutto il giorno ho aspettato la sera e il tuo cazzo, sono stata otto ore in ufficio bagnata al solo pensiero. Il perizoma sa di me.
Aprì la porta e andó via.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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