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La dolce Gioia


di snoooopy82
29.11.2016    |    546    |    0 9.0
"Ansimante e col cazzo duro e bagnato vedevo lei far godere il suo compagno e ingoiare tutto fino all'ultima goccia..."
Quel giorno pioveva forte e io mi annoiavo in strada zuppo d'acqua, perennemente in ritardo nel fare qualunque cosa, ero seduto nel bus 69 e guardavo le goccioline scendere dal finestrino. Mi appisolai per due minuti che mi parvero due ore e d'improvviso fui svegliato da un profumo delicato di cocco e fragole, così intenso che me lo fece subito venire arzillo ancor prima di aprire gli occhi.

Voltai lentamente la testa a sinistra e vidi lei immersa nei suoi pensieri, capelli lunghi fino al collo, morbida e burrosa, labbra carnose. Mi sentii subito eccitato e cercai d'attaccar bottone, ma si mostrava del tutto indifferente, i suoi occhi dicevamo “Scopami!” i suoi atteggiamenti sembravano ostili.

Notai che giocava con le scarpe ma purtroppo non riuscivo a vederle i piedi, cosa che mi mandava ai pazzi, all'improvviso le cadde qualcosa, e senza aver il tempo di aiutarla lei si catapultò in mezzo alle mie gambe a raccogliere qualunque cosa fosse strofinando la sua faccia contro il mio pene in stato di semierezione. Ebbi la sensazione di un morsetto, ma poi si alzò all'improvviso per scendere alla fermata. Decisi di seguirla.

Camminava a passo svelto con i tacchi sotto la pioggia, il tip tap rimbombava nella mia mente sollazzando i miei pensieri, e rendendomi sempre meno lucido, obnubilato dalla voglia, cercai di tenermi a distanza ma non la persi d'occhio da sotto l'ombrello, si voltò in un vicolo e si fermò sotto un portone a cercare qualcosa in borsa.

La presi da dietro e lei si rilassò e subito la sua mano si rivolse indietro per accarezzarmi prima il culo e poi il membro ormai folle di erezione, iniziammo a baciarci e a dimenarci, poi finalmente udì la sua voce delicata e sensuale “Vieni”.

Nell'ascensore non ci pensò due volte prima di concedermi la sua bocca , e quando tirò fuori il mio uccello, nel vederlo tutto bagnato, inizio ad ansimare e succhiare, avvolgendo il mio cazzo nella sua bocca bollente carnosa e stretta, era la macchina perfetta per fare pompe, era come una fica, non pote fare a meno di esplodere dentro di lei in meno di un minuto credo, e non si tirò indietro di ripulire tutto il latte schizzato e ingoiarlo mentre i suoi occhioni golosi mi guardavano godere.

- Io la amo - pensai, e senza dire una parola entrai in casa sua, dove rimasi di sgomento quando vidi il suo fidanzatino seduto sul divano, con lo sguardo compiaciuto dicendole “Ce l'hai fatta allora!?”, “stai zitto stronzo” fu la sua risposta fredda che mi fece tornare il cazzo duro.

Prese il suo ragazzo per i capelli e quasi lo trascino fino alla sedia, dove lo legò senza pantaloni e a cosce aperte, io intanto ero rimasto in piedi sbigottito vicino alla porta. Lei si voltò.

“Sai il mio ragazzo è impotente, gli piace guardare mentre scopo con altri”

mi avvicinai deciso e la presi di forza sbattendola sul divano e strappandole quasi i vestiti di dosso, leccavo la sua pelle burrosa e ben presto mi ritrovai a leccarle persino i piedi, con le dita lunghe e affusolate, che giocavano col mio cazzo come sul bus con le scarpe.

“sei una zoccola” le dissi ansimante,
“si sono una troia” rispose lei tenendo fermo il cazzo con i piedi e succhiandolo con la sua dolce e bollente bocca
“dimmi che sei la mia troietta” continuavo ad ansimare
“sono la tua zoccola, sbattimelo dentro ti prego, e tu cornuto guarda come si scopa una femmina”

il suo ragazzo era seduto e impotente col cazzo duro

“vaglielo a succhiare” la invitai
“ma non si merita niente”
“ti prego succhiaglielo”

si alzò dal divano o da qualunque posto, e sculettando iniziò a lavorarsi il suo ragazzo a pecora, mentre io mi gustavo la sua fichetta carnosa e umida, talmente umida che gli umori iniziavano a colare nell'interno coscia. Non ci pensai due volte e mi tuffai in quel caldo bagnatissimo, e più mi intrufolavo, più sentivo i suoi gemiti strozzati dal cazzo del suo compagno, non sapevo manco i loro nomi ma iniziai a stantuffare prima piano gustandomi l'entrata e l'uscita e poi forte, smettendo appena in tempo prima di venire e conservando l'orgasmo per la sua bocca bollente e dolce.

Ansimante e col cazzo duro e bagnato vedevo lei far godere il suo compagno e ingoiare tutto fino all'ultima goccia... poi mi bacio, un bacio allo sperma, che mi faceva godere della sua bocca infuocata. Slegò il compagno e ci fece sedere sul divano, mettendosi in mezzo con le mani occupate dai due cazzi, il suo moscio, il mio duro che stava per spruzzare

“guarda che bel cazzo ha il nostro amichetto” diceva con l'aria sbarazzina mentre lo ingoiava
“ti prego scopalo, fammi cornuto” diceva ansimante il compagno”

senza capir come mi ritrovai di nuovo dentro di lei, mi eccitava vedere la sua faccia sbarazzina sul cazzo moscio del compagno, mentre l'accarezzava con dolcezza come si accarezza una dolce bambina. Intanto io stantuffavo ripetendo

“che troia che sei! Lo stai facendo di nuovo cornuto”
“siii scopami tutta davanti al cornuto ti prego, vienimi dentro”
rispondeva lei ansimante, intanto fece segno al compagno che si alzò e si mise a sedere sulla sedia gustando e filmando la scena.

Mi resi conto che stavo per venire e feci appena in tempo a toglierlo e gustarmi i suoi giochetti di piedini, le sue dita affusolate accarezzavano e massaggiavano delicatamente il mio cazzo duro

“che bei piedini che hai”
“ti piacciono?” chiedeva lei con l'aria maliziosa e sbarazzina da troietta mentre aumentava il ritmo del footjob
“sii mi fanno impazzire... ti amo”

Stavo delirando di piacere, la presi per i piedi la misi sul divano a cosce aperte e mi tuffai dentro di lei, assaporando a sua bocca dolce e scopandola con foga tra le sue urla strozzate dal piacere, mantenendo le sue gambe alte in modo da poterle baciare i piedi.

“ohh sii vienimi dentro” diceva lei
“che troia fatti sborrare tutto dentro, fammi cornuto, dammi un figlio illegittimo” sussurrava il compagno eccitato in estasi.

non riuscii a trattenermi e rilasciai il mio caldo sperma tutto dentro di lei, dieci, dodici, venti schizzi mentre la cappella pulsava nella sua fica, e venimmo insieme mentre lei urlava e faceva il gesto delle corna al compagno che in preda all'estasi si accarezzava dolcemente e leccava ingordo le nostre parti intime e lo sperma che colava fuori di lei, venne anche lui su di noi.

Alla fine di tutto stesi ignudi sul divano ad accarezzarci e farci la coccole per completare in grande stile il tradimento le chiesi

“Ma come ti chiami?”
“Sono la tua Gioia” lei rispose, mentre ricopriva di dolci baci il mio uccello di nuovo voglioso.

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