tradimenti
In montagna
di massimocurioso
25.01.2025 |
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"Sembra che non faccia sesso da mesi, e forse è vero..."
La settimana di ferragosto. Questo periodo dell’anno per me è sinonimo di Croazia. Fino all’anno scorso passavo la settimana centrale di agosto sempre nello stesso albergo posto a poca distanza dal mare insieme a Paola. Le giornate passavano serene, lei in spiaggia sul lettino a rinforzare l’abbronzatura e leggere il bestseller del momento, io sul lungomare per approfondire la conoscenza di prestanti turiste tedesche e ragazze locali in cerca di divertimento facile. Ogni sera poi si andava su un locale diverso per bere e divertirci e si finiva sempre scopando in riva al mare o ben nascosti in qualche luogo pubblico. Sembrano ricordi di un'altra vita, invece è passato appena un anno. O forse è vero e sono finito dentro uno di quei film che parlano di mondi paralleli, fatto sta che invece del tramonto sull’Adriatico sto guardando da una finestra un paesaggio sud tirolese e con le mani non sto strizzando le tette di Paola ma quelle di Veronica, la mia amante.L’ho sentita decine di volte interpretare il suo copione di troia, e anche adesso, mentre la monto alla missionaria, lei sembra interpretare quella parte. Apparentemente è così, ma sento che adesso non è come quando affittavo il suo corpo. Lo capisco dal tono della voce, da come si avvinghia a me, dal suo sguardo, appunto, che esprime desiderio.
«Ti piace farti sbattere, eh, troia?» lei alza le gambe e le allarga di più, mentre il mio movimento si fa più rude, quasi frenetico
«Godi, puttana, godi, ti riempio.»
Frasi buttate là, che risalgono a un passato che non esiste più, quello in cui pagavo per farle quello. Una volta mi davano carica, mi facevano sentire maschio alpha, adesso non mi fanno più alcun effetto, ma al contrario sembrano finte. Non a lei, a quanto pare. Infatti, la sento venire.
«Oooooh, siii. Scopami ancora, porco.»
si prende i seni e li strizza tra loro mentre le contrazioni della sua vagina fanno vibrare il mio pene come un diapason. Poi aggiunge una cosa che non mi ha mai detto: «Sono tua.»
Veronica non è mai stata di nessuno. Lei è uno spirito libero, una donna che ha sempre rifiutato di farsi incatenare dal pensiero comune, una anticonformista. E adesso se ne esce con due parole accompagnate da un bacio che mi sembrano più oscene del copione che ha appena interpretato con maestria. Devo mettere le cose in chiaro, non è la prima donna che si infatua di me e non sarà l’ultima che la respingo.
«No, sei una troia.»
E affondo nella sua carne in modo forsennato, fino a riempirla con il mio seme. Poi mi rivesto e le dico, ignorando il suo sguardo interrogativo.
«Ti aspetto giù.»
Mezz’ora dopo sono ancora seduto nella hall che aspetto, e tiro fuori dalla tasca il telefono, per chiedere a Veronica dove cazzo è finita, ed eccola apparire proprio con i genitori della ragazzina che siede un divano più in là.
«Eccomi, scusa ma mi sono fermata a parlare.»
Mi alzo e i due si fanno avanti
«Vi presento Flavio, loro sono Valentina e Lorenzo.»
La donna è la prima a darmi la mano, ha dei begli occhi grigi.
«Lei è nostra figlia Lisa.»
Mi giro a guardare la ragazzina che non si scompone di un millimetro e continua a farsi i fatti suoi.
«Lorenzo e Valentina conoscono un sentiero a una ventina di chilometri da qui. Ho visto le foto: è stupendo.»
Appoggia una mano sulla spalla dell’uomo e posso leggere la stessa espressione di tutti quelli che l’hanno conosciuta sotto le lenzuola, me compreso. Ecco dov’era finita ieri sera … la guardo in modo eloquente e lei sbatte le palpebre in un modo che accentua il sospetto e a questo punto non so più se lo ha fatto veramente o se sta solo cercando di farmi ingelosire.
«Si sono gentilmente offerti di accompagnarci. Che ne dici?»
Cerco di nascondere la delusione. L’unico motivo per cui avevo accettato di fare quella sfacchinata era per fare un secondo giro di giostra con lei in mezzo a un bosco, a quanto pare non ha colto. Stringo le mandibole e abbasso lo sguardo. Ha vinto.
«Va bene.»
Saliamo sulla mia auto e ci dirigiamo verso il parcheggio dove inizia il percorso. Valentina e Veronica parlano per tutto il tempo. Dallo specchietto retrovisore noto, però, che la donna che ho appena conosciuto parla con la mia amante ma guarda me.
Ad un certo punto avanza con il viso in avanti e chiede: «Non ci hai detto di cosa ti occupi.»
Rispondo in modo sintetico: «Logistica.»
«Ah, interessante.» Si gira verso il marito in cerca di approvazione ma l’altro rimane impassibile.
Puntualizzo per smorzare l’apparente entusiasmo: «Non è il più bel lavoro del mondo, ma mi trovo bene .»
La voce di Valentina assume una sfumatura di malizia.
«Conoscerai un sacco di gente.»
È un boccone irresistibile per un barracuda come me.
«Non sai quanta.»
Sorride mentre esce con una battuta.
«Ah, sono passati i tempi degli idraulici!»
La cosa si fa interessante. Guardo la ragazzina e la madre dallo specchietto retrovisore. È chiaro che la donna sta flirtando con me, forse pensando che io e Veronica non abbiamo una relazione. Mi meraviglio, però, del modo spudorato con cui lo fa, davanti a suo marito ma soprattutto a sua figlia!
«Hai proprio ragione. Adesso tutto il lavoro tocca a noi corrieri.»
Fa una risata sciocca e si mette una mano davanti alla bocca per mascherarla.
Meno di tre ore dopo stiamo camminando il fila lungo il sentiero. Io e Valentina siamo in coda e avanziamo in silenzio, sento una fortissima tensione sessuale sprigionarsi dalla donna, sono certo che vuole essere scopata. Veronica è in testa, subito dietro a Lorenzo e Lisa, si gira spesso per controllare cosa sto facendo, poi torna a guardare avanti.
Quando siamo alla base di una salita, si ferma e mi dice piano: «Mi sto annoiando a morte.»
Annuisco, rincarando la dose.
«Mi sono rotto i coglioni, vorrei essere in albergo a ubriacarmi dentro la piscina.»
Lei si morde un labbro e sussurra.
«Si potrebbero fare cose più interessanti.»
Le appoggio una mano sul culo, giusto per essere certo di aver capito bene, e lei sorride. Subito dopo si rivolge agli altri ad alta voce: «Mi fanno male i piedi, ho sbagliato a venire con le scarpe nuove. Andate avanti, vi aspetto qui.»
A una decina di metri da noi, Lorenzo si gira verso di noi.
«Non ti lascio da sola per mezz’ora, siamo quasi all’imbrunire.»
Non mi lascio scappare l’assist, e mi offro.
«Resto io. Non sono messo molto meglio di Valentina.»
Lorenzo prosegue il cammino, seguito dalle altre, e rimaniamo soli. Lei si siede su un tronco steso sul bordo del sentiero e libera i piedi.
«Spero di non aver fatto vesciche.» Poi, quando gli altri spariscono dall’orizzonte, ne appoggia uno sulla mia coscia. «Ne vedi?»
Non mi resta che massaggiare lievemente il piedino sofferente, a dire il vero troppo segnato dall’attività fisica che svolge di sicuro con costanza.
«Hai i piedi da runner.»
«Vado a correre spesso. Non ti piacciono?»
Lo alzo e bacio l’alluce con la punta delle labbra. Quando lo lascio, lei lo fa scivolare fino al mio pacco e lo guarda con un’espressione di insano appetito. Si guarda in giro, poi rimette lo scarpone.
«Seguimi.»
Mi porta nel bosco, una decina di metri dal sentiero, e si appoggia sul tronco di un pino secolare.
«Ti osservo da quando siete arrivati, tre giorni fa. Sei troppo bello e giovane per Veronica. Sei un toy boy?»
Puntualizzo.
«Solo un amico.»
Punta gli occhi sul mio petto, poi infila le mani sotto la maglia e risale.
«Ero in piscina, ieri pomeriggio. Vi ho visto, non sembrate solo amici.»
Mi avvicino a pochi centimetri da lei.
«Ha importanza per quello che stiamo facendo?»
Sospira, sento il suo alito, infilo le mani sotto la sua maglia e imito quello che lei sta facendo sul mio petto. Quando arrivo ai seni, sospira.
«No.»
Ci baciamo, subito dopo le maglie volano via. Una sua mano scivola sul mio sesso, lo stringe forte, quasi al punto da farmi male e a quel punto perdo la ragione. La giro e le abbasso i leggings fino al ginocchio, poi mordo il frutto del desiderio.
Poco dopo è aggrappata al pino mentre io, alle sue spalle, affondo due dita dentro di lei. Lo facciamo a secco, senza protezione perché non ne ho portate con me e ho capito che l’occasione non si ripeterà: se non la colgo adesso, perderò il treno di certo. Lei non batte ciglio e accetta la penetrazione nuda emettendo gridolini talmente acuti da rompere i timpani. È troppo persino per me; potrebbe attirare l’attenzione di altri turisti, per cui le metto una mano sulla bocca per attutire il suono stridulo. Lei lo prende come un gioco di dominazione e s’infiamma ancora di più. Sembra che non faccia sesso da mesi, e forse è vero.
Non è la prima madre di famiglia che rendo felice, e fino a qualche mese fa avrei cercato di sfruttare l’occasione fino a fondo, come si fa con il tubetto del dentifricio: si spreme fino a che non esce più niente. Stavolta, però, sento che qualcosa è cambiato, qualcosa che ha reso insipido quell’adulterio.
Mezz’ora dopo, siamo seduti nuovamente sul tronco vicino al sentiero e ripenso all’indifferenza disarmante con cui Lorenzo si è bevuto la scusa di sua moglie per stare sola con me.
«Eccoli!» Si alza in piedi e solleva un braccio per salutare, quasi non li vedesse da mesi. Poi mormora.
«Domani sera, nella mia stanza, prima di cena.»
Poi si alza e cammina incontro al marito, fingendo di zoppicare, e lo bacia con la bocca ancora imbrattata del mio sperma.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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