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Il vicino rumoroso


di Membro VIP di Annunci69.it Lalu74
29.08.2024    |    13.419    |    9 9.8
"Passo il tempo ad ascoltare e ad immaginare cosa sta accadendo, sento lei che geme e gode sotti i colpi che rintronano nel muro..."
Abito in una palazzina in periferia, al secondo piano, ci sono in tutto 8 appartamenti. La palazzina ne ha altre due identiche ai lati e costituisce quindi un condominio.
Da un po’ di tempo mi capita di sentire rumori strani, diciamo pure ambigui, provenire dall'appartamento accanto. I rumori si sentono dalla camera da letto mia e di mio marito e dopo un po’ abbiamo convenuto che si tratta di due che fanno all’amore, anzi che scopano.
La cosa inizialmente ci ha divertito, poi ci ha disturbato, nel senso che avviene quasi tutte le sere, e durano un bel po’. Devono avere un letto con testiera in metallo perché sentiamo sbattere qualcosa di metallo contro il nostro muro. Anche gli orari sono poco ortodossi, spesso noi abbiamo già terminato di leggere, spento la luce e addormentati. I rumori ci svegliano puntualmente, in effetti credo che tengano sveglia solo me, mio marito dorme come una sasso e non sente niente. Tutto ciò mi disturba non tanto perché mi tiene sveglia ma perché si tratta di sesso duro e duraturo, di scopate sontuose. Passo il tempo ad ascoltare e ad immaginare cosa sta accadendo, sento lei che geme e gode sotti i colpi che rintronano nel muro. Me la immagino a pecorina oppure lei sopra di lui che lo cavalca, sudata e sconvolta. Mi immagino lui che la colpisce e la fa venire. Mi eccito a tutti questi pensieri e sudo mentre li sento. Il tutto dura un tre quarti d’ora, poi silenzio. Resto io nell’oscurità, eccitata e con il sonno andato perduto.
Poiché l’appartamento appartiene all’altra palazzina non ho idea di che siano lui e la ragazza.
Poi un giorno vedo arrivare una macchina al garage dell’appartamento. Mi trattengo apposta per vedere chi scende e noto con sorpresa che si tratta di un ragazzo dalla faccia conosciuta. Mentre salgo le scale penso a chi è e dove l’ho incontrato. “Ecco dove l’ho visto….in palestra!”
La palestra si trova in fondo alla strada e lui c’è spesso, come me. Fa pesi, ha un bell’aspetto, è più giovane di me ma non sembra simpatico. Sempre taciturno e serio, non parla mai con nessuno. La palestra è di una mia amica per cui mi informo. “Cate, ma te sai chi è quel ragazzo?”
“So che sia chiama Marco, credo abiti in questa via ma non so dove di preciso. Non lo conosco, viene da un po’ ma non spiccica parola con nessuno”
“Si è di poche parole ma va decisamente al sodo”
“Ah si? E tu come lo sai? Lo conosci?”
“Abita nell’appartamento accanto al mio e lo sento scopare quasi tutte le sere….”
“Ah però…”
“Si e la cosa mi disturba un tantino….dovrei trovare il modo di dirgli di fare più piano”
“Se vuoi te lo chiamo”
“Non scherzare…”
Nei giorni a seguire lo incontro di nuovo, mentre rientra da una passeggiata con il cane, mi faccio coraggio e con la scusa delle feste al cane, attacco discorso.
La cosa però non funziona granché perché quasi non mi parla e mi risponde solo a monosillabi.
Da quel giorno però quando ci vediamo in palestra ci salutiamo. Un giorno all’uscita dalla palestra ci riprovo.
“Scusa Marco”
“Si?”
“Posso una parola?”
“Come sai il mio nome? Ci conosciamo?”
“No…il tuo nome me lo ha detto Caterina….Volevo dirti che…i nostri appartamenti sono accanto…no?”
“Davvero?”
“Si. Le nostre camere sono adiacenti e ….i muri sono sottili…si sente tutto, ma proprio tutto”
“OK e allora? Non capisco…”
“Ecco io vi sento quando….il vostro letto sbatte contro il muro mentre…insomma….vi sento fare l’amore”
Silenzio. Imbarazzo.
“Quindi? Ti do noia? Io non vi sento quindi tu non fai mai all’amore?”
“Certo che lo faccio….non è questo il punto”
Mi interrompe:“Magari lo fai ma non godi abbastanza perché io non ti sento…”
“Come?”
“Si dico che o non lo fai o non godi perché io non ti sento….Fatti sentire anche tu. Stasera per esempio…starò in ascolto”
Gira e se ne va, lasciandomi di stucco.
Torno dentro e Cate mi chiede. “Che ti ha detto?”
“Come?”
“Si…ti ho visto che ci parlavi bella. Che ti ha detto?”
“Mi ha detto di fare rumore anche io…che se non mi sente è perché non….lascia stare”
Il suo atteggiamento mi ha punto nell’orgoglio e passo la serata a pensare a cosa fare, cosa dirgli al prossimo incontro. Io voglio dormire, non lo voglio sentire più, devo dirgli di fare più piano.
Intanto quella sera vado a letto con l’intenzione di scopare, sicché mi metto biancheria da guerra ed entro a letto senza camicia da notte. Mio marito strabuzza gli occhi, commenta positivamente e, come sempre, risponde al richiamo. Iniziamo a fare i nostri preliminari, mio marito non è tipo che si fa sfuggire le occasioni e lo sento bello eccitato. Nei suoi pensieri, il fatto che ho preso l’iniziativa così apertamente e così fuori programma deve averlo fatto eccitare al massimo. Di solito le nostre scopate sono “per appuntamento”. Con i figli in casa e ormai grandi, che vanno a letto dopo di noi, le occasioni sono poche e vanno segnate nel calendario. Questa sera però no. Mi ha visto entrare a letto così e quindi abbiamo aspettato che tutte le luci fossero spente e che ci fosse silenzio assoluto.
Mi sta leccando la fica adesso ed io sto già godendo ma non posso fare rumore. Penso a lui, a cosa mi ha detto…chissà se è lì che ascolta? Non può sentirmi. Allora mi viene un’idea, gli busso nel muro così magari capisce. Godo ancora di più al pensiero che sia di là ad ascoltare.
Proviamo: toc, toc. Due colpetti leggeri leggeri con le nocche, nel muro alle mie spalle. Mio marito non li ha notati.
Toc, Toc. La risposta!
E’ li, in ascolto, ed ha capito che io sono qui. L’eccitazione sale. Vorrei che il muro sparisse, si aprisse come un sipario.
Intanto mio marito è sazio di figa, mi ha fatto venire abbondantemente, ma non è tutto merito suo. Salgo su di lui ed inizio a scoparmelo forte. Lui gode e grugnisce ma devo tappargli la bocca. Non possiamo svegliare i figli per farci sentire da Marco. Con le mani mi aggrappo alla testiera del letto, ma questa è fissa, non sbatte nel muro. Voglio un contatto con Marco. Con qualche difficoltà perché sto cavalcando e godendo do un nuovo Toc nel muro e poi un altro, più distanziati dei precedenti. Qualche attimo interminabile e poi la risposta arriva, due Toc, stessa distanza.
Mi butto indietro, immaginando che la parete sia di vetro, inarco la schiena, le tette in fuori, la testa indietro, immagino gli occhi di Marco addosso, il cazzo di mio marito mi arriva in cima. Mio marito grugnisce di nuovo e lo sento venire. Dopo mi scateno. Movimenti convulsi con il bacino, tutta sudata raggiungo l’orgasmo anche io, dopo di lui.
Così mi piace: dopo che lui è esploso stremato, dopo che la sua resistenza a venire è vinta, lo torturo e lo scopo finché io non vengo, finché io non sono soddisfatta. Questa volta è stata speciale perché eravamo in tre.
Mio marito poi va in bagno e io do altri tre Toc di chiusura. La risposta è immediata e suona come un “Brava, mi sei piaciuta”.
(Continua…)
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