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Il vicino rumoroso 2


di Membro VIP di Annunci69.it Lalu74
29.08.2024    |    3.015    |    7 9.7
"Osservo il letto ed in effetti la struttura è in ferro battuto, ci sono dei segni nel muro in corrispondenza della testiera..."
(Da leggere dopo aver letto Il vicino rumoroso)
Qualche giorno dopo ci vediamo in palestra. Decido di ignorarlo, l’imbarazzo per quello che ho fatto è troppo anche solo per salutarlo. A fine corso sto per uscire e mi sento chiamare per nome. Mi giro, è lui:
“Ciao!”
“Ciao. Come sai il mio nome?” Chiedo d’istinto
“Ho chiesto a Caterina”.
“Già…certo” penso tra me e me.
“Ho sentito dei rumori provenire da camera tua l’altra sera…”
“Ah si…e che cosa hai sentito?”
“Non erano i rumori di…i rumori che mi aspettavo. Ho sentito solo dei toc toc.”
“Bhe non potevo fare…non potevo…insomma ci sono i figli in casa…”
Tutta questa discussione sta avvenendo sulla soglia della palestra, alla presenza delle mie compagne di corso, di Cate. I loro sguardi e la loro attenzione è su di me. Taglio corto e me ne vado verso casa a piedi. Marco mi raggiunge dopo poco e cammina accanto a me in silenzio per un po’. Poi riprende.
“Ti sei trattenuta quindi. Non hai goduto…o non quanto avresti potuto”
Lo ignoro e tiro avanti.
“Lui ti ha fatto godere o no?”
“Certo che mi ha fatto godere. Ma non posso svegliare i figli per farmi sentire da te”
“Non devi farlo per me, devi godere liberamente per te”
“Quando siamo soli lo faccio”
“Mmmhhh,,, non ti ho mai sentita”
“Si vede che non eri in casa”
Silenzio ancora, siamo quasi al portone dove le nostre strade si separano.
“Senti. Se ti va, una sera potresti venire da me a cena e poi potremmo….se ti va…Insomma tu a mi piaci molto. Io da quella sera ti penso spesso, provo ad immaginarti mentre lo fai e pensi a me. Perché tu durante…insomma hai bussato, mi hai chiamato…Io ti vorrei da me una sera. Dimmi tu quando…”
“Non esiste, sei matto?” Lo interrompo. Apro il portone e fo per entrare.
“Perché…che ci sarebbe di male? Nessuno lo saprebbe”.
Lo guardo in silenzio, mi giro e me ne vado mentre il portone si richiude.
“Fatti sentire!”
Il sangue mi si è gelato nelle vene, non so se se n’è accorto ma sono quasi rimasta paralizzata dalla sua proposta. Una proposta indecente ma allettante. Non so se sono più sconvolta dalla proposta o da quello che mi ha detto a proposito dell’effetto che ha avuto su di lui il mio gesto. Ha detto che da allora pensa a me, che prova a immaginarsi la scena…Questo mi sconvolge e per i giorni seguenti non faccio che pensarci.
Il tarlo si insinua e lavora nel mio cervello, il dubbio se accettare o no mi tormenta. Se accetto commetto un tradimento e sono di fatto una zoccola. Se ignoro l’offerta il desiderio mi consuma, il rimpianto mi potrebbe tormentare peri resto della mia vita. Sembra una cosa semplice e sicura, una botta e via, finirebbe tutto lì. Una voglia levata, non un vero tradimento, io sto bene con mio marito e lo amo. Basta che mi invento una cena di lavoro ed il gioco è fatto. Entro nel portone accanto senza che nessuno mi veda ed è fatta. Lui è un insospettabile.
In altri momenti vedo solo rischi troppo grossi. Se qualcuno mi scopre, viene fuori uno scandalo di proporzioni bibliche e butto nel secchio un matrimonio.
Passano i giorni nella consuetudine. Lui scopa la sua amichetta una sera sì e l’altra pure e secondo si impegna ancora di più di prima. Ci vediamo in palestra ma ci ignoriamo, anzi lui mi cerca con lo sguardo ma io evito di incrociare i suoi occhi. Non mi ha più avvicinato e più parlato e credo faccia parte del suo gioco. Non insiste, lui è un duro che non deve chiedere, uno che non rimane a bocca asciutta mai.
Una sera mi ritrovo a rientrare da palestra e lui è avanti a me nel vialetto. Quando arriva all’altezza del mio portone lo chiamo. “Marco aspettami” Lui si ferma.
Mentre apro gli dico. “Domani sera ho una cena di lavoro. Tu sei libero?”
“Veramente no, mi vedo con un’amica…” Alzo gli occhi al cielo mentre sprofondo nella vergogna.
“…ma mi libero. Ti aspetto.” E se ne va.
“Oddio cosa ho fatto!” Penso tra me e me, già pentita della mossa. Nulla era pianificato ma vedendolo davanti a me, mi è venuto d’istinto. E’ stato il mio inconscio a prendere il controllo…
La sera dopo sono pronta ad uscire, mio marito sa che sono a cena con i colleghi di lavoro, gli ho detto che siamo fuori città e potrei fare un po’ più tardi. Mi sono vestita normale, fuori, sotto no. Sotto ho biancheria da combattimento, da corpo a corpo. Un tanga che dietro è praticamente solo un filo e davanti si sviluppa con il minimo del tessuto che serve a coprire la fica. Quando l’ho indossato per mio marito, è partito di testa, mi ha scopato senza controllo ed è venuto in un minuto e 30 secondi netti.
Esco alle 7.30 e faccio un giro in macchina, devo ingannare il tempo per una ventina di minuti. Poi ritorno in zona, cerco un parcheggio che sia appartato ma non troppo lontano. Non posso rischiare di farmi vedere a piedi qui ora. Arrivo al portone con circospezione. Suono, aspetto, nessuna risposta, suono di nuovo, attendo e nessuna risposta. Penso: “Oddio….bastardo dove cazzo sei?!?” Mi guardo intorno, non c’è nessuno fortunatamente. Mi attacco al campanello ed il portone si apre. Fuggo dentro e salgo al secondo piano come una ladra. Arrivo alla sua porta e lo trovo sulla soglia che sorride.
“Buonasera”
“Buonasera un cazzo”. Chiudo dietro di me la porta. “Cazzo fai?! Non mi apri e mi lasci li fuori tutto questo tempo?”
“Scusa…ero impegnato in cucina…Non essere così nervosa”
“Certo che sono nervosa, sto facendo una scappatella e mio marito è di là dal muro. Lo capisci?”
“Certo. Scusa ancora”. “Ti va qualcosa da bere?”
“Si. Ho bisogno di bere”
A parte questo inizio un’po’ burrascoso, la serata procede. Non abbiamo molti argomenti di cui parlare. Ha preparato una cena non male, l’atmosfera è curata, luci basse, un po’ di musica, vino bianco frizzante: ha indovinato i miei gusti. Lui versa ed io bevo. Versando e bevendo arriviamo a fine cena. Ci fissiamo in silenzio per un po’, anzi lui mi spoglia con gli occhi tanto è penetrante il suo sguardo, lo fisso anche io. Starà pensando a quello che penso io? Di fatto…non rimane che scopare. Sono qui per questo, sono una birichina stasera.
“Vieni. Ti mostro la casa”
Arriviamo alla camera da letto, mi fa entrare e si ferma sulla soglia, appoggiato allo stipite. Io mi guardo intorno ed è buffo essere dall’altro lato del muro, nella stanza da cui provengono i rumori degli amplessi. Già, ma chi sarà la sua partner, una fidanzata? Un’amante? Sarà giovane o matura come me. Una volta ho intravisto in macchina con lui una biondina, sembrava molto giovane. Osservo il letto ed in effetti la struttura è in ferro battuto, ci sono dei segni nel muro in corrispondenza della testiera. E’ da li che provengono i colpi.
“Allora? A cosa pensi?”
“Che dovresti allontanare un po’ il letto dal muro” Dico sorridendo
“Lo farò ma non stasera”. Si avvicina, mi prende per le spalle e mi bacia. Mi abbraccia e mi palpa il sedere. Lo lascio fare e continuiamo a baciarci. La tensione si scioglie, i baci e le mani si fanno più audaci. Mi slaccia il vestito, scosta le spalline ed il tutto scivola giù. “Sono qui per fare la birichina, no? Anzi la zoccola”. Penso.
Sono nuda, in reggiseno e tanga e lui si discosta per ammirare. Mi gira e mi cinge da dietro, mi bacia sul collo ed inizia a scendere. Ho la pelle d’oca. Mi fa piegare in avanti e mi bacia il sedere e poi va al punto.
Sono in fondo al letto, piegata a novanta gradi, con le mani appoggiate sul letto. Lui da dietro mi lecca già la fica e poi il culo e poi di nuovo la fica. Sposta il filo del tanga e riprende la danza con la lingua. Estasi, la testa gira, sento l’eccitazione che sale ed i respiri profondi diventano gemiti. Mi tremano le gambe, aperte nel frattempo per lasciarlo entrare meglio. Mi cedono i ginocchi e mi aggrappo con le mani alle coperte. Lui geme di tanto in tanto, mentre penetra con la lingua e con le mani mi allarga bene le natiche. Che goduria e mi inginocchio, non ce la faccio a stare in piedi. Mi lecca il culo, oddio…gemo ancora. Poi si ferma, sento il tintinnio della cintura, si sta levando i pantaloni.
“Dove hai il telefono?”
“Eh…sta suonando?!?”
“No ma prendi il telefono”
“Perché?” Intanto si è tolto le mutande mostrandomi ad altezza viso il bel membro, eretto, nodoso, scuro e grande. “Adesso glielo prendo in bocca” penso, ma lui insiste.
“Prendi il telefono e chiama tuo marito”
“Cosa? Te sei matto…non ci penso proprio”
“Non vuoi che senta? Deve sentire la nostra scopata. Non saprà che sei te…dai…vai a prenderlo…presto”
Un brivido mi scuote, fargli sentire la nostra scopata, perché no? Mi alzo e vado a prendere il telefono mentre penso a una scusa. Torno e faccio partire la chiamata. Suona per un po’. Lui riprende a toccarmi, a baciarmi i fianchi, la pancia, arriva ai seni. Lotto per allontanarlo ma ho una sola mano libera e lui due più la bocca. Non mi accorgo che mio marito ha risposto.
“Hey?…Elena?”
“Si…Si scusami”
“Che ti succede?”
“Niente…solo che…non trovo l’orologio e non so se l’ho preso o se l’ho perso. Temo di averlo perso…” Intanto mi ha fatto abbassare mi porta la testa verso il suo cazzo. “Potresti andare a vedere se è…” lotto per non prendere il suo cazzo nel viso e non far insospettire mio marito. “..puoi vedere se è nel mio comodino?”. Fatto, ho finito la frase, posso prenderglielo in bocca adesso ed inizio con il pompino. “Non deve sentire” penso e mi interrompo per mettere il muto e poi riprendo, con più vigore. Lo sento gemere e lo guardo negli occhi, lo voglio vedere godere. I nostri sguardi si fissano. “Siii…Come una zoccola…” penso.
“Si è qui…tu come va? tutto a posto?” Mi interrompo e mi concentro, tolgo il muto e rispondo.
“Si tutto bene. Voi?”
“Tutto ok” e prende a raccontarmi della cena, di cosa hanno mangiato i ragazzi…Intanto Marco mi guida silenziosamente a prendere posizione a pecorina sul letto. Sempre silenziosamente si pone dietro di me, sento il suo cazzo appoggiarsi. Frettolosamente interrompo mio marito.
”Ok, ho capito. Devo andare adesso. A dopo. Scusa. Ciao!”
Mentre pigio per chiudere la chiamata, Marco pigia per entrare. Lentamente all’inizio e poi fino in cima, di colpo. “Ahhhhh” Gemo forte. Il letto colpisce il muro.
Un secondo colpo, lento ma profondo, come quello di prima. Nuovo colpo del letto nel muro e nuovo urletto scomposto.
Dopo colpi a ripetizione, forti: uno, due, tre…sette, otto, bho perdo il conto…Una furia si scatena dietro di me. Colpi che mi rintronano e mi sconquassano, così fitti che mi tolgono il fiato.
“Godi forte. Fatti sentire dai!” Dice lui
Ed io eseguo, d’istinto non perché me lo chiede. Sto davvero godendo come un animale e non ho raziocinio per controllarmi. Lascio uscire quello che sento, esterno tutto, mi unisco al baccano provocato dal letto contro il muro e del suo bacino contro le mie natiche. “Ahh….Ahh…Ahhh….Aahhhh…Aahhh…ohh….ohhh…ohhhh!”

Insomma una scopata memorabile, forse irripetibile. Lui non può non aver sentito, era lì con il mio orologio in mano. Me lo immagino impietrito che ascolta ed assiste. Non so quanto può essere durata ma non ci siamo esauriti presto, ci siamo esplorati in tutte le posizioni ed ho concluso come mi piace a me. Io sopra, lui che mi avverte che sta per venire, io che me lo faccio venire dentro e poi insisto a scopare forte, sempre più forte e sudata raggiungo l’orgasmo.
Vengo per la terza volta e termino sfinita.

Il rientro a casa avvenne a tarda notte, verso le 1.30. Mio marito era sveglio e volle scoparmi.
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