tradimenti
A cena
di PuPazzo79
16.10.2024 |
268 |
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"Secondariamente, era una sportiva: aveva giocato a pallavolo fino al livello professionistico, senza mai diventare una campionessa..."
Quella sera Amanda e Fabio erano andati a cena per festeggiare la promozione dell’uomo sul posto di lavoro. Era diventato dirigente del reparto della fabbrica di sacchetti per confezionamento alimentare in cui lavorava.Aveva quasi cinquant’anni ed era ancora di bell’aspetto: aveva una forma tonica, benché non fosse uno sportivo, capelli folti una volta corvini, ora brizzolati in modo che sua moglie definiva “affascinante”, di statura media, con occhi scuri profondi e con un viso armonioso, anche se non era mai stato un Adone. Per gli standard della sua età era decisamente più attraente della media.
Sua moglie lo era ancora di più. Innanzi tutto, aveva otto anni meno di lui e aveva appena superato la quarantina. Secondariamente, era una sportiva: aveva giocato a pallavolo fino al livello professionistico, senza mai diventare una campionessa. Aveva avuto il ruolo di alzatrice e quindi era alta, ma non altissima, circa un metro e settantacinque; dopo l’attività agonistica era passata a fare l’allenatrice e questo l’aveva aiutata a rimanere decisamente in forma e il suo lato B aveva poco da invidiare alle sue giocatrici di 15-20 anni più giovani.
Quella sera, poi, era splendida, tutta in nero: top con abbondante scollatura che metteva in risalto il suo seno e con inserti in pizzo che lasciavano intravedere parti della schiena, del fianco e anche della base del seno, una gonna di pelle aderente lunga sotto il ginocchio, ma con due generosi spacchi laterali, calze velate e scarpe con tacco otto. Bionda, occhi azzurri e con labbra carnose, aveva un volto decisamente bello e le prime rughe attorno agli occhi e agli angoli della bocca erano poco evidenti e sapientemente coperte dal trucco. Dimostrava decisamente meno anni di quanti ne avesse.
I due avevano prenotato in un ristorante ricercato e costoso della città. Il cameriere li aveva fatti sedere ad un tavolo posto vicino alla vasca dei pesci che era di fianco alle scale che portavano al piano superiore. Era una sera di metà settimana, quindi vi erano parecchi tavoli vuoti e pochissime persone nella sala superiore.
La coppia stava mangiando l’antipasto, quando il cameriere scortò un signore distinto, che indossava un abito di sartoria dal taglio e tessuto ricercato, una cravatta di seta e scarpe di alta moda. Doveva avere più o meno la stessa età di Amanda e aveva i capelli scuri, quasi corvini, ma con un accenno di brizzolatura alle tempie che avevano una qualcosa di affascinante. Passò loro vicino mentre saliva la scala, ma fu chiaramente colpito dalla donna, perché la fissò per tutto il percorso da quando la notò a quando sparì al piano superiore.
“Hai visto quel tipo?” Domandò Amanda al marito. “Non smetteva di fissarmi!”
“Ci credo!” Rispose lui “Sei uno schianto!” E le prese la mano e le baciò il dorso.
Sua moglie reagì sorridendo al complimento, ma qualcosa si era smosso dentro di lei, anche se non aveva ancora capito cosa fosse.
Quando fu l’ora del primo, l’uomo di prima fece di nuovo la sua comparsa, scendendo le scale e passando loro di fianco in direzione del bagno. Anche in questo caso sia all’andata che al ritorno i suoi occhi furono solo per Amanda. Sfacciatamente, con un sorriso dalla dentatura perfetta, il suo sguardo indugiò soprattutto sulle gambe, sui piedi e sulla scollatura della donna, incrociando gli occhi solo un breve istante. Quando accadde, lei percepì chiaramente un lampo di desiderio nel suo sguardo.
“Ancora!”
Si lamentò Amanda quando lo sconosciuto fu sparito al piano superiore.
“Cosa cara?” Domandò Fabio.
“Il tipo di prima! Mi ha fissato tutto il tempo e credo proprio che mi guardasse le tette e il culo!”
Con un sorriso a metà tra il divertito e il malizioso, il marito le ribatté:
“Si vede che è un buongustaio…”
“Oh, dai, non scherzare… è una cosa seria!”
“Anche io sono serio! Sei la donna più bella in questo ristorante.”
Lei minimizzò:
“Vabbè, la concorrenza è scarsa! Ci saranno sì e no dieci donne, di cui la metà sotto i quattordici anni e l’altra over sessanta!”
“Allora ti dirò che sei la donna più bella della città!”
“Farò finta di crederci…” Rispose sorridendo lei “Però non so, ma credo che quell’uomo mi salterebbe addosso, se solo potesse.”
“Anche io lo farei, posso capirlo…”
“Ma Fabio, non ti infastidisce che un estraneo guardi con così tanto desiderio tua moglie?”
Lei sembrava iniziare a prendersela un po’.
“No, cara. Almeno, non mi infastidisce che una persona apprezzi la tua bellezza. Anzi…”
“Anzi cosa?”
“Anzi… quando è un uomo così distinto lo trovo fin… eccitante!”
“Cosa?”
“Sì… non so bene perché… ma non è la stessa cosa rispetto ad un tipo rozzo o ad un adolescente con l’ormone a mille… Il fatto che quell’uomo ti abbia letteralmente spogliata con gli occhi mi ha eccitato un po’…”
Lei riprese a mangiare per un minuto, evidentemente rimuginando su tutta la faccenda, poi, senza alzare lo sguardo, sussurrò:
“Sai… ora che ci penso bene… credo che abbia eccitato anche me!”
Si aspettava una reazione negativa da parte del marito, il quale, invece, la sorprese:
“Ah sì? Bene…”
“Come bene?” lo interrogò lei.
“Sai, Amanda, che se la cosa eccita tutti e due… potrebbe essere interessante vedere come va a finire…”
“Cosa intendi?”
“Invitiamolo al tavolo.”
“Ma cosa dici?” disse la moglie sgranando gli occhi. “Cosa vuoi che un uomo mi corteggi davanti a te e cerchi di portarmi a letto?”
Nel dire quella frase, sebbene il tono fosse piccato, un brivido le scorse lungo la schiena perché, in realtà, la cosa la intrigava parecchio.
Dopo un attimo di esitazione, come se stesse cercando le parole giuste, Fabio rispose: “Perché No?”
“Ma dai…”
“Amanda, parlo seriamente: mi piacerebbe che quell’uomo ti corteggiasse e riuscisse a portarti a letto…”
Sorpresa, ma senza essere arrabbiata o fare finta di esserlo, la moglie ribatté:
“E cosa vorresti fare? Stare lì a guardare mentre mi scopa?”
“No… in realtà no… Mi eccita l’idea in sé… probabilmente vorrei guardare finché non vi spogliate, ma poi me ne andrei, aspettando il tuo ritorno per sapere tutto quello che avete fatto.”
Lei abbassò lo sguardo e, mangiucchiando, rifletté. Non aveva mai tradito il marito, respingendo decine di approcci da colleghi, tifosi, passanti, negozianti, pure di un carabiniere che l’aveva fermata per dei controlli e di un cosiddetto “amico” del marito, perché amava Fabio e non voleva dargli dolore, ma ora che sapeva che lui, almeno in quell’occasione, non solo non ne avrebbe sofferto, ma, anzi, sarebbe stato contento, cambiava tutta la cosa e la prospettiva.
Quell’uomo era bello e, ancor di più, aveva un fascino naturale magnetico. Sprizzava testosterone da ogni poro, si trovò a pensare. Più ci pensava, più l’affascinava l’idea di fare sesso con lui o, quantomeno, di essere corteggiata di fronte al marito.
“Però… forse…” Bofonchiò.
“Sì?”
“Se fossi contento…”
“Lo sarei!”
“Non so…”
“Facciamo così, se scende di nuovo e ti fissa, lo invito al tavolo.”
Lei scosse la testa lievemente, poi, al contrario, disse:
“Se scende di nuovo… ok…”
Fabio aveva uno strano sorriso soddisfatto che non gli riconosceva.
I due finirono il primo, ormai quasi freddo, senza fiatare.
Il cameriere ritirò i loro piatti, riempì i loro bicchieri e si allontanò in attesa del secondo da portare al tavolo. In quel momento, l’uomo ricomparve in cima alle scale e fece tre gradini, quindi si soffermò due o tre secondi facendo un profondo sospiro: i suoi occhi puntavano chiaramente alla scollatura di Amanda. La coppia se ne era accorta: entrambi stavano continuando a guardare la scala ansiosi di vedere se l’uomo si fosse o meno di nuovo presentato. Come colto in fallo, lo sconosciuto distolse lo sguardo e scese il resto delle scale con passo più deciso.
Quando fu ad un paio di gradini dal piano, vide che Fabio si stava alzando e un lampo di paura gli attraversò gli occhi: credeva che lo facesse per affrontarlo e, magari, urlargli contro o anche peggio.
Lo guardò in faccia, ma non colse nel volto dell’uomo alcuna ostilità e rimase stupito a fissarlo mentre questi gli porgeva la mano e si presentava.
“Buonasera, piacere di conoscerla, sono Fabio. Caro, a me e mia moglie farebbe piacere averla al nostro tavolo… si sieda con noi e ci faccia compagnia!”
“Piacere, Wilfred” Rispose lo sconosciuto con un marcato accento tedesco in modo automatico, guidato più dall’educazione che da un pensiero cosciente: era troppo sorpreso.
“Si sieda!” Lo invitò Fabio scostando una sedia del tavolo ed indicandogliela.
Guardandosi in giro un po’ spaesato, Wilfred si accomodò, mentre Fabio riprendeva il suo posto.
“Lasci che le presenti mia moglie Amanda!” Lei porse la mano per farsela stringere, ma l’estraneo la prese delicatamente e fece un signorile baciamano.
“Lieto di conoscerla, frau Amanda.”
Lei lo guardava con evidente interesse, ma non disse nulla. Wilfred abbozzò un sorriso.
“Dall’accento, lei non sembra italiano. Di dov’è?” Chiese Fabio.
“Sono svizzero. Vivo vicino a Berna. Ma vengo in Italia almeno dieci volte all’anno per affari.”
“Parla bene l’italiano.” Osservò il suo interlocutore.
Effettivamente era così, solo il marcato accento ne tradiva le origini.
Dopo un’altra breve serie di convenevoli, senza che Wilfred levasse gli occhi da Amanda se non per rispondere velocemente a Fabio e che lei parlasse, il marito osservò:
“Ho visto che apprezza la bellezza di mia moglie…”
Lo svizzero ebbe un sussulto mentre beveva dal bicchiere che il cameriere aveva provveduto a portargli.
Sembrava imbarazzato o, quantomeno, sorpreso, ma si riprese subito e ostentò una sicurezza che Amanda trovò interessante:
“Sarebbe impossibile non apprezzare la bellezza di una donna così tanto bella e così capace di metterla in mostra con classe e charme.”
Scambiò uno sguardo intenso con la persona a cui aveva profuso tali complimenti.
“Ho però l’impressione che lei non si limiterebbe ad apprezzare questa bellezza, se solo ne avesse l’occasione…”
“Prego?”
Fabio lasciò ogni cautela ed eufemismo e parlò in modo diretto:
“Intendo dire che, se potesse, andrebbe a letto volentieri con mia moglie.”
Wilfred esitò un attimo, poi, sfoggiando di nuovo quel sorriso ammagliante e deciso, rispose:
“Se le condizioni fossero diverse e questo fosse possibile, non potrei resistere dalla tentazione di corteggiare frau Amanda.”
Lei sorrise, abbassando lo sguardo come fosse una scolaretta, soprattutto per cercare di nascondere la sua montante eccitazione e la sua chiara soddisfazione nel sentir dire in modo esplicito quello che pareva comunque chiaro.
“E perché, Wilfred, non è possibile?”
Rivolgendo uno sguardo curioso a Fabio, l’uomo rispose:
“Mein Got! Lei è qui! La signora è sposata e lei, suo marito, mi è seduto di fronte!”
Sporgendosi in avanti, con un sorriso accondiscendente e un filo di voce, più per effetto scenico che per necessità, Fabio disse:
“Questo non dovrebbe fermarla. Io non sono un problema. Mi consideri solo un privilegiato spettatore…”
Ci volle un attimo perché lo svizzero comprendesse appieno le parole che gli erano state rivolte, ma, poi, risfoderò il suo sorriso magnetico e, senza dire nulla, prese la mano di Amanda e la sfiorò con le labbra, guardandola intensamente prima negli occhi, poi nella scollatura.
“Frau, lei è incantevole… non c’è nulla in lei che non sia meravigliosamente perfetto!”
E la baciò di nuovo sulla mano, stavolta lasciando indugiare le labbra e dischiudendole, in qualcosa che aveva decisamente una carica erotica più forte del baciamano.
“Grazie!” Fu la semplice risposta della donna.
“Il mio sguardo non può fare a meno di scivolare sul suo corpo per poter apprezzare ogni curva così decisamente femminile.”
Mentre Wilfred parlava, a Fabio si manifestò una erezione: non avrebbe mai creduto possibile eccitarsi nel vedere qualcuno che era così chiaramente attratto da sua moglie. Lo sguardo dello svizzero era indubbiamente e sfacciatamente orientato verso il seno e le gambe di Amanda, che, sorridendo, ribatté:
“Adulatore…”
L’uomo parve un attimo disorientato, probabilmente perché non conosceva il significato della parola, ma continuò subito dopo a posare la bocca su Amanda, passando dalla mano al polso, poi risalendo lungo il braccio fino alla spalla, dove, una volta arrivato al bordo del tessuto dell’abito a maniche corte, saltò rapidamente al collo che sfiorò fugacemente prima di risedersi, sempre tenendole la mano.
In realtà, l’altra, sotto al tavolo, si era posata sul ginocchio della donna, che ebbe un sussulto, rivelando la cosa anche al marito che, dalla sua posizione, non poteva vederla.
Amanda sentì chiaramente la sua eccitazione crescere al contatto con l’uomo. Con fare malizioso e in parte incontrollabile, scavallò le gambe e le dischiuse un poco, sentendo la mano sinistra di lui che cambiava ginocchio su cui appoggiarsi. Inoltre, si protese un po’ verso di lui, dandogli una prospettiva migliore della sua scollatura.
L’invito era chiaro e Wilfred fece scivolare la mano lungo la coscia della donna, prima poco, poi decisamente più su, incontrando la balza dell’autoreggente. I loro occhi erano magneticamente fissati gli uni negli altri e Amanda dischiuse le labbra mentre il suo respiro si faceva leggermente più affannoso.
Fabio osservava, scoprendosi sorprendentemente, ma piacevolmente, compiaciuto. Il suo membro era ormai completamente eretto e duro e si chiese se anche quello di Wilfred lo fosse.
Anche ad Amanda sorse quel pensiero e, travolta dal desiderio, mentre percepiva chiaramente di bagnarsi nell’intimo, allungò la mano andando direttamente all’inguine dell’uomo. Sentendo il turgore del pene sotto le sue mani sotto il prezioso tessuto dei pantaloni, strabuzzò gli occhi e, se non fosse stato per il marito che si schiariva rumorosamente la voce per attirare la loro attenzione, lo avrebbe baciato e avrebbe armeggiato con i suoi pantaloni.
Fabio lo aveva fatto non perché non volesse che le cose andassero in quel modo, ma perché aveva mantenuto sufficiente lucidità perché comprendesse che in quel luogo e in quel momento si stavano spingendo troppo oltre.
“Non voglio assolutamente interrompervi, ma credo che sia opportuno continuare altrove…”
Wilfred insistette per pagare entrambi i conti e offrì di ospitarli nella sua camera d’albergo.
Considerando i figli a casa, la coppia accettò di buon grado.
I tre uscirono e, nel parcheggio, lo svizzero si offrì di dare un passaggio ad Amanda, la quale era decisamente propensa ad accettare, ma, quando guardò il marito comprese chiaramente che qualcosa in macchina sarebbe successo e lui non voleva perdersi assolutamente nulla della fase preliminare.
Così seguirono l’auto di Wilfred, che costava più o meno come il loro appartamento, fino l suo albergo, non per nulla il migliore della città.
Quando ebbero parcheggiato entrarono nella hall e trovarono lo svizzero che li aspettava alla reception. Senza che avessero chiesto nulla, aveva preso seduta stante una camera anche per loro e li invitò a registrarsi come suoi ospiti. Una volta che ebbero sbrigato le formalità, li accompagnò nella sua stanza.
Wilfred fece accomodare Fabio su una poltrona posta di fronte al letto king size, sul bordo del quale fece sedere Amanda, proprio di fronte al marito, a cui chiese:
“Va tutto bene?”
Dopo il gesto affermativo dell’uomo, Wilfred si disinteressò completamente di lui e si sedette di fianco alla moglie.
La sua mano sinistra riconquistò velocemente la posizione in cui era stata interrotta, andando ad accarezzare l’interno coscia della donna, mentre la sua bocca si posava sul braccio di lei per volare subito al collo. La mano destra andava dal materasso, per questioni di equilibrio, alla schiena della donna, indugiando soprattutto dove il top era più sottile e trasparente.
Le labbra di Wilfred si aprirono sul collo di Amanda, iniziando non solo a sfiorare o baciare, ma anche a succhiare dolcemente mentre la sua lingua, di tanto in tanto, le sfiorava la pelle.
La donna era travolta dall’estasi: era super eccitata da tutta quella situazione e chiuse gli occhi inarcando un po’ all’indietro la testa, mugolando leggermente senza essere in grado di proferire parola.
La mano di Wilfred risalì la coscia, raggiungendo e superando la balza dell’autoreggente, fino alla pelle setosa di Amanda. La mano di lei passava tra i folti capelli dell’uomo mentre questi le leccava il collo, specie dietro l’orecchio, e le prendeva il lobo dell’orecchio tra i denti mordicchiando delicatamente.
L’aria entrava e usciva dalle narici della donna sempre più pesantemente e velocemente, segno dell’eccitazione che montava sempre più, oltre i limiti che credeva potesse raggiungere. Sentì le dita di Wilfred che passavano prima delicatamente, poi con maggior pressione sulle sue mutandine, che l’uomo senti fradice di piacere. A questa sensazione, lo svizzero fu ancora più preso e, con una mano, corse al seno di Amanda, ancora coperto dal reggiseno e dal top, mentre con l’altra scostava le mutandine ed esplorava la femminilità di Amanda, che non seppe trattenere un urletto di piacere.
La manovra fece perdere loro l’equilibrio e così si trovarono semisdraiati sul letto, con il vestito di lei sollevato il più possibile e le sue gambe chiaramente divaricate per consentire un più facile accesso alla sua passera e l’altra mano di Wilfred che palpava energicamente il suo seno dopo essersi insinuato sotto lo strato di tessuto e pizzo. Le loro bocche si erano in quel momento unite in un bacio passionale e Fabio, dalla sua posizione, poteva vedere la frenesia con cui si intrecciavano cambiando posizione e le lingue saettavano alla ricerca l’una dell’altra.
Dopo un paio di minuti, per la bramosia dell’uomo, vestiti e l’intimo di Amanda erano diventati orpelli inutili, quindi, ritirando la mano con le dita bagnate dall’eccitazione di lei e succhiandole brevemente, la fece risedere e armeggiò prima con la lampo della gonna, poi con il top e con il gancio del reggiseno a balconcino senza spalline.
Amanda si alzò e sfilò il top e fece cadere la gonna, mentre lui la ammirava in tutta la sua prorompente bellezza, prima di inginocchiarsi ed abbassarle le mutandine fino a terra. La bocca dell’uomo incontrò le grandi labbra della donna e la sua lingua si mosse decisa ed esperta a saggiare la sua eccitata femminilità, facendola ansimare.
Fabio aveva gli occhi sgranati e l’erezione più granitica della sua vita. Si stava toccando il pacco tastando e stringendo, ma non aveva intenzione di segarsi e nemmeno di tirarlo fuori. Si stupiva ogni momento di quanto gli piacesse essere lì a guardare sua moglie tra le mani di un altro.
Wilfred si staccò e si tolse la giacca, lei fece per sfilare autoreggenti e scarpe, ma lui la fermò:
“No, così, bitte!”
E poi le baciò con forza un capezzolo mentre strizzava l’altro seno e contemporaneamente le palpava il sedere. Mentre passava da un capezzolo all’altro con la bocca, la mano che era sul sedere sodo di Amanda passò alla sua passera ed insinuò due dita dentro di lei. Incapace di contenersi oltre, lei gridò:
“Ti voglio!”
E lo respinse, con il suo clitoride ultra-eccitato in rilievo, lo prese per il colletto della camicia e lo costrinse ad alzarsi. Fabio vide la moglie travolta dalla passione che muoveva frenetica le mani per spogliare Wilfred: gli sciolse il nodo della cravatta, gli sbottonò, quasi strappandoli, i bottoni della camicia ed i gemelli, slacciò la cinta firmata e si inchinò per sbottonargli i pantaloni. Quando lei glieli fece scivolare lungo le gambe, lui si tolse le scarpe di pelle senza slacciarle e le consentì di sfilargli i pantaloni completamente, gettandoli all’indietro, quasi sfiorando il marito alla cieca.
Fabio poteva vedere chiaramente l’erezione dell’uomo attraverso il rigonfiamento dei suoi boxer e decise che per lui era venuto il momento di lasciarli: era davvero eccitato come non mai, ma sapeva che non avrebbe potuto resistere dalla tentazione di segarsi mentre l’uomo prendeva sua moglie e voleva conservare tutte le energie sessuali residue per Amanda, perché voleva fare l’amore con lei mentre gli raccontava tutto quello che avrebbe fatto con Wilfred. Senza dire nulla, convinto che nessuno dei due gli avrebbe comunque prestato attenzione, si alzò ed uscì ad aspettare la moglie nell’altra stanza.
Nel frattempo, lei aveva spogliato completamente lo svizzero ed ora era sempre ai suoi piedi, in ginocchio, mentre succhiava e leccava il suo membro duro con avidità. Aveva un pene più o meno lungo come quello del marito, ma più sottile. In compenso, aveva muscoli più definiti ed era ancora più in forma. Mentre con una mano saggiava le sue palle, l’altra scorreva sul ventre piatto di Wilfred, assaporando ogni rilievo dei muscoli.
Lo stava facendo con gli occhi chiusi, ma poi lo guardò in viso e lo vide fissarla con la bramosia stampata a lettere cubitali. Allora pose termine al sesso orale e si distese sul letto, divaricando oscenamente le gambe. Lui la guardava con occhi ammirati e lei si passò la lingua sulla bocca, si prese un seno palpandolo e si sfregò la passera con l’altra mano.
Lui si ridestò dal tuo torpore ammirato e si lanciò, quasi letteralmente, su di lei. Le loro bocche si unirono nuovamente proprio mentre il suo membro entrava dentro di lei. La prima volta che fecero sesso fu brutalmente breve: la loro eccitazione era tale che entrambi vennero in poco tempo.
Comunque, non ci fu soluzione di continuità, se non per il cambio di posizione: lui la fece mettere a pecorina, poi la prese da dietro facendole sollevare busto e braccia mentre la tirava a sé tenendola saldamente per i seni. Il membro dell’uomo era rimasto duro, incredibilmente duro, ed ora la scopava alternando momenti di frenesia ed altri di colpi più possenti ma meno ritmati. Tornarono poi alla posizione della pecorina, mentre i fluidi corporali dei loro orgasmi scendevano lentamente lungo le cosce di Amanda. Poi lui la fece mettere sul fianco, le sollevò con una mano la gamba superiore, sostenendone il peso e continuando a muoversi dentro di lei e tastandole un seno con l’altra mano.
La mise poi distesa sul letto, girandola senza uscire da lei, le prese una gamba e se la appoggiò alla spalla. La scopò con energia, sbattendo le palle ad ogni colpo di bacino contro il culo di Amanda, la quale non sapeva trattenere mugolii, sospiri e versetti di piacere puro.
Lei venne di nuovo, mentre lui la scopava, le passava una mano lungo la coscia appoggiata alla spalla e le strizzava forte il seno con il capezzolo turgido che poteva sentire chiaramente sotto al palmo.
Anche lui voleva venire di nuovo, ma ormai iniziava ad essere più stanco e allora lei, appena si riprese, lo invitò a sdraiarsi. Così lo cavalcò per poco più di un minuto, sentendo il cazzo dell’uomo tutto dentro di sé e controllando il ritmo, che si fece sempre più frenetico, mentre i suoi seni erano saldamente nelle mani di Wilfred, il quale venne quasi subito dopo.
Con un sorriso pienamente soddisfatto, Amanda lo lasciò sdraiato a braccia aperte sul letto a riprendere fiato mentre andava in bagno a lavarsi. Ritornò poco dopo e si rivestì, mentre Wilfred iniziava a russare leggermente dopo essersi addormentato con un sorriso beato sulle labbra che poco aveva a che fare con quello fascinoso che aveva sfoderato a cena, ma che ad Amanda piacque lo stesso.
Se ne andò lasciando le sue mutandine come ricordo di fianco all’uomo e raggiunse suo marito nell’altra stanza. Fabio, appena fu entrata le si precipitò incontro e l’apostrofò come “troia” appena prima di baciarla con una passione quasi giovanile. In men che non si dica erano entrambi nudi sul letto, con lei a pecorina, che raccontava come era andata con Wilfred mentre Fabio la penetrava e scopava con immensa passione ed eccitazione e lei si apprestava a raggiungere il terzo orgasmo della serata mentre sentiva il grosso membro del marito che la riempiva dove fino a poco tempo prima c’era il cazzo dello svizzero.
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