Scambio di Coppia
Una sera d’estate
di Asteroide1962
30.03.2021 |
18.553 |
10
"Verso le 13 il nostro versante va in ombra e i due tedeschi si rivestono, ci dicono che tornano verso casa a pranzo e caricata la loro roba salutano e vanno..."
“È come la gelosia? La gelosia è la paura di perdere la persona che ami. Capisci?”Chi parla è Giovanni, un mio coetaneo e compagno di banco e, come ogni volta che siamo insieme, partiamo dai discorsi più impegnati per arrivare poi a parlare di donne.
“Giovanni che c’entra la gelosia ora? Vuoi dire che non sei geloso? Vuoi dire che se vedi qualcuno flirtare con la tua donna non esci di testa? Non ti credo!”
Siamo seduti nel giardino casa sua una sera dell’estate scorsa, niente vacanze in questo periodo disgraziato, le nostre donne sono fuori a cena con le amiche, lo fanno almeno due volte l’anno, e noi ci godiamo il panorama: una splendida vista del Golfo di Trieste, lo sguardo che vaga dal Castello di Duino, qui vicino, al più lontano Castello di Miramare.
“Marco tu lo sai che sono sempre stato un progressista del sesso” lo dice accentuando la parola progressista per dare enfasi alla frase.
“Tu sei sempre stato avanti in tutto! Sei uno dei pochi che anziché cercare un posto sicuro si è messo sempre in gioco, passando da una azienda ad un’altra, inventandosi lavori ed io ti ho sempre ammirato! La differenza tra te e me è che tu cercavi, costruivi e distruggevi ed avevi la forza di ricominciare, io, invece, ho cercato la stabilità, il mio orticello da coltivare.”
Si alza e mi versa ancora un bicchiere di Malvasia istriana, stiamo bevendo l’aperitivo e non sia mai che ci facciamo un aperol spritz come tutti! No. Con lui è così: beveva l’aperol spritz quando la moda degli aperitivi non esisteva ed ora invece Malvasia!
Va verso la griglia, le braci ormai sono fatte e lui, dopo averle distribuite sotto la graticola, ci adagia sopra due bistecche di brontosauro con tanto di osso.
“In amore, Marco, vale la stessa regola: se hai paura di sbagliare, se hai paura di perdere qualcosa l’unica cosa che otterrai sarà di perderti una parte del godimento.”
“Quindi tu e Valeria....”
“Sai da quanto stiamo insieme?”
“Dal primo anno di università. Me lo ricordo bene, io c’ero! Quando il venerdì lasciavo Trieste per tornare a Udine, ti lasciavo la mia stanza alla casa dello studente, tu facevi su e giù da Duino e non avevi una stanza, Lei è di Trieste e avevate la stanza tutta per voi. Cosa mi dicevi il lunedì? FUOCO E FIAMME. Non ho mai voluto sapere che cosa combinavate ma una volta sono stato richiamato perché altri studenti si erano lamentati della confusione (qualcuno mi ha confidato che si sentivano ululati di piacere!) che facevano nella mia stanza.”
“Ecco, con Valeria è iniziata così. Solo che Lei era molto pudica, non riusciva a godersi il sesso in tutte le sue sfumature fino a quando...”
“Fino a quando?? Adesso sono curioso, racconta!”
Si alza brandeggiando il bicchiere di Malvasia, ne beve un sorso, controlla la cottura della carne, mi guarda, sorride tra se e se e inizia a raccontare.
Estate 1985, la Jugoslavia non si era ancora frammentata, la sua costa dall’Istria al Montenegro era ancora selvaggia ed era ambita dai popoli nordici soprattutto perché si poteva praticare il naturismo praticamente in ogni calletta o spiaggia. Con Valeria abbiamo affittato un appartamento a Lussinpiccolo tramite l’agenzia governativa che all’epoca gestiva tutto.
Il viaggio non era comodo come adesso, non esistevano autostrade in Jugoslavia e la strada che attraversava l’isola di Cherso era veramente stretta per non dire dell’attesa del traghetto!
L’appartamento è situato al piano terra di una serie di case accostate ed ha il giardino sul retro dal quale parte un sentiero che scende fino al mare, non dalla parte del porto ma dall’altra parte della collina quella che guarda verso la terraferma.Non esistono stabilimenti o spiaggette attrezzate ma piccoli anfratti nella costa rocciosa per cui devi andare alla ricerca del tuo posto però il mare è cristallino e quando nuoti sei circondato dai pesci.
Ci sistemiamo in appartamento verso le 5 del pomeriggio e dopo aver fatto la spesa, non ti racconto com’erano i negozi dell’epoca, ci sediamo nel giardino a goderci un Martini bianco (a Valeria piace ancora!) con ghiaccio.
Stanchi dal viaggio ci rilassiamo e quasi non ci accorgiamo che dal sentiero arriva una coppia che vedendoci saluta con un gioioso “HALLO!”.
Lui bermude, torso nudo e Birkenstock è alto più o meno 190, muscoloso, dal mio punto di vista un bel uomo.
Lei, camicione lungo stretto in vita da una cintura di cuoio, cappello di paglia e faccia arrossata dal sole, ha due gambe lunghe e, come avrei scoperto dopo, un seno sodo ed un bel culo.
Valeria risponde in tedesco e comincia a parlottare con loro, soprattutto con lui che è più loquace mentre la donna ascolta ed ogni tanto annuisce, terminato lo scambio di battute passano dalla loro parte di giardino ed entrano in casa.
“Che vi siete detti?” Chiedo io
“Mi hanno detto che sono tedeschi di Amburgo e che sono felici di essere qui al solo. Sono arrivati stamattina presto, hanno viaggiato per tutta la notte. Le solite cose, insomma.”
La sera ci godiamo la frescura del giardino mentre prepariamo la cena e mentre sono li che preparo la tavola, in attesa di Valeria con il cibo, vedo la nostra vicina, shorts e reggiseno, che sul loro patio si pettina i capelli ancora umidi di doccia. Le sorrido e saluto e lei ricambia, in inglese le chiedo se desidera un bicchiere di vino, annuisce e mentre lo sto portando esce lui con un asciugamano sui fianchi e così riempio un altro bicchiere e vado da loro.
“È vino tocai, vino friulano, non quello che compri qui nei supermercati.”
Ti ricordi il vino della Jugoslavia? Era terribile, niente a che vedere con quello che producono ora sia nella Brda che in Istria!
Intanto Giovanni si alza a controllare la carne, la gira, aggiusta le braci e poi si siede di nuovo vicino a me e ricomincia.
Comincio a parlare in inglese con lui, sai che casino faccio quando parlo inglese! Ci presentiamo sono Margritt e Helmut e sono simpatici, lei è più taciturna, lui è allegro, casinista, sembra più latino che tedesco!
Quando Valeria esce con la pastasciutta fumante nei piatti mi scuso con loro ma loro, facendo i complimenti per il profumo della pasta (il ragù della mamma di Valeria è insuperabile) conquistano un posto alla nostra tavola e, assieme alla carne che loro avevano preso in macelleria nel pomeriggio, improvvisiamo una cena a quattro.
“Quindi lui è rimasto tutta la sera con l’asciugamano sui fianchi?” Chiedo io
“No! Quanto ci stai ad infilarti un paio di pantaloni ed una polo?” Fa lui è continua.
La mattina dopo ci svegliamo e dopo colazione decidiamo di andare al mare lì sotto per non muovere la macchina, così con stuoini, asciugamani, acqua e cose varie scendiamo dallo stesso sentiero da dove la,sera prima erano saliti i tedeschi (che da quel giorno lo avremmo chiamato la via dei tedeschi).
Arrivare da lassù al mare ricorda la canzone di Mango: Mediterraneo, ricordi? I colori e i profumi sono intensi e la bellezza selvaggia del luogo sono un’esperienza indimenticabile.
Sotto, le leggere onde del mare rompono appena appena il silenzio del luogo che, purtroppo, all’epoca non aveva un sentiero comodo sulla riva ma tutto era lasciato al tuo ‘spirito di avventura’.
“Andiamo a destra o a sinistra?” Chiedo a Valeria non notando posti comodi dove metterci a prendere il sole.
“Boh! Proviamo di qua” e mi fa strada.
È scomodo camminare sulle rocce e lo è ancor di più con tutta la roba da spiaggia che abbiamo, così non ci accorgiamo che una donna, solo la testa sporgeva dalle rocce, ci guarda e ci chiama:
“Valeria! Giovanni!” È Margritt che con la mano ci fa segno di andare da lei.
Scavalco per primo le rocce e mano a mano che salgo vedo scoprirsi piano piano il corpo di Margritt che, senza reggiseno è un bel vedere, è seduta su uno scalino di roccia.
Passato dalla parte opposta aiuto Valeria a scavalcare e ci ritroviamo assieme alla nostra amica in una specie di terrazzino dove possiamo stendere stuoini e teli da mare.
Mentre completiamo l’operazione dal mare vediamo una mano che ci saluta è Helmut sorridente che con quattro bracciate si avvicina a riva, cerca un punto dove poter risalire e sale.
Quando emerge dall’acqua rimango un po’ basito, mi giro a guardare Valeria e noto che anche Lei è stupita perché l’uomo è completamente nudo e mette in mostra, oltre al bel fisico, un cazzo che seppur moscio è di buone dimensioni ma, soprattutto, completa la statuarietà del suo corpo.
Solo dopo aver visto nudo Helmut realizzo che pure Margritt è nuda, solo che da seduta, impegnato com’ero in mezzo alle rocce non avevo fatto caso al ciuffetto di peli che si staglia sul suo ventre.
Valeria mi guarda interrogativa ed io le dico “Che c’è di male? Se non vogliamo spogliarci nessuno ci può obbligare ma non possiamo nemmeno obbligare loro a vestirsi e non possiamo essere scortesi da andarcene!”. Valeria titubante ma non riluttante accetta e si stende.
La mattina passa tranquilla, i due nudisti sono persone veramente simpatiche e non pretendono che noi ci spogliamo anche se quando Valeria si è tolta il reggiseno Helmut ha esclamato “Super!” che, come mi ha spiegato Valeria dopo, equivale al nostro “Bello” e, devo dire, che a quelle parole ho notato un moto di piacere nel viso della mia ragazza.
Verso le 13 il nostro versante va in ombra e i due tedeschi si rivestono, ci dicono che tornano verso casa a pranzo e caricata la loro roba salutano e vanno.
“Piaciuto lo spettacolo?” mi chiede Valeria con un pizzico di ironia.
“Che intendi?” le chiedo
“Ohhhh...dimmi che hai guardato Margritt SOLO NEGLI OCCHI!”
“In quegli occhioni azzurri? Naaaa...le ho guardato anche la bocca...”
“E le gambe, le tette...il culo? C’è stato un momento che le hai fatto la radiografia completa!”
“Beh....non sono stato l’unico eh! Mi pare che anche Helmut abbia apprezzato la latteria italiana...ed ho visto che anche tu quando lui camminava eri piuttosto.....ipnotizzata. Sarà stato il pendolo magico?”
“Non dirmi che sei geloso! Tu, una volta mi hai detto: io non sono geloso perché la gelosia è paura e la paura ti impedisce di fare esperienze nuove......ed ora eccoti qui!”
“No, non sono geloso e te lo confermo”
“Quindi ti è piaciuto che Helmut abbia apprezzato le mie tette?”
“Si, lo confesso vostro onore. Avrò la clemenza della corte?”
E per troncare il discorso mi alzo e mi tuffo in acqua.
“A che punto è la cottura della carne?” chiedo vedendo il mio amico che alza le T-bone e controlla
“Serve ancora un attimo. So che a te piace a cottura media, quindi dicamo 10 minuti, il tempo che finiamo l’aperitivo.”
“E il racconto! Ora sono curioso!”
Anche quella sera prepariamo la tavola fuori, in giardino, per godere della frescura serale.
Le luci all’interno dell’appartamento dei vicini si accendono solo verso le 22, quando noi abbiamo sparecchiato e seduti su comode sdraio guardiamo le stelle parlottando tra di noi.
Li sentiamo uscire in giardino, li salutiamo e parlando del giorno dopo ci dicono che hanno noleggiato una barca a motore e che è loro intenzione esplorare la costa e se possibile arrivare fino all’isola di San Pietro. Stiamo parlando dell’isola di San Pietro, di come sia quasi disabitata nonostante il bel villaggio e del fatto che quasi tutti gli abitanti siano emigrati in USA quando Helmut, dopo aver parlato con Margritt dice “Perché non vi unite a noi? La barca è omologata per sei e a noi farebbe piacere.”
Valeria ed io ci guardiamo e dopo una piccola esitazione ringraziamo ed accettiamo.
La sera a letto Valeria mi provoca “Sei felice che domani puoi ammirare il culo di Margritt?”
Canticchio “Gelosia...nanana..na..naaa” e la bacio e mentre lo faccio le infilo la mano sotto la T-shirt, che usa per dormire, e le accarezzo il seno.
Le sento il respiro che accelera segno che si sta eccitando e io, insistendo con la mano, le dico: “E non sono l’unico che potrà godere di un bel panorama!”
“Parli di Helmut?”
“Si, parlo di Lui e di te che lo guarderai!”
“Stronzo!” mi dice facendo il broncio e girandomi le spalle. Sorridendo le infilo la mano tra le chiappe, sotto gli slip, e, insinuandomi tra le cosce scopro che è molto bagnata ed eccitata e così le sussurro all’orecchio: “Chiudi gli occhi ed immagina, questa è la mano di Helmut che ti accarezza...mmmm...mi piace sentirti così bagnata! È per lui?”
“Oddio...ho una voglia! La mano! Accarezzami.....mmmmm...”
“Amore sei eccitata? Ti sento! Sei tutta aperta!” Le sfilo le mutandine e la sento che spinge il culo in fuori così ora ho la sua figa a portata di mano.
“Tesoro, Helmut ora è dietro di te ti sta toccando il culo e la figa...mmmm..” con un dito le entro nel culo, lo sento elastico ricettivo poi esco e vado di nuovo in figa. Le guardo il viso ha gli occhi chiusi: di sicuro è persa nella sua fantasia.
“Sogna Amore mio, sogna il tuo amante che ti tocca. Lo sentì?”
“Siiii...lo sento, fammi venire, fammi venire!....Lo sentoooooo!”
Scossa da tremiti di piacere si rilassa e la abbraccio da dietro: niente è così bello come scatenare la fantasia della donna che ami!
La mattina scendiamo verso il porto a piedi, il clima caldo e secco non appesantisce la camminata e tra noi quattro si sta creando una bella atmosfera.
Arriviamo nella zona del porto adibita a noleggio e, guidati dal noleggiatore, arriviamo alla barca che, devo dire, è una abbastanza grande con comandi al centro e motore potente; guardo Helmut con aria interrogativa e lui mi mostra una tessera che scopro essere una patente nautica, sorride e carichiamo le cose in barca.
Dopo aver aiutato le donne a salire, il noleggiatore molla le cime e partiamo uscendo dalla bocca di porto.
Valeria e Margritt sono sedute a prua sulla parte superiore della barca ed ogni tanto indicano qualcosa e parlano tra di loro ma capirle è impossibile a causa del vento e del motore.
Helmut ed io siamo ai comandi e lui mi sta insegnando le cose basilari, un po’ in inglese un po’ a gesti. Usciti dal porto e allontanati leggermente dalla costa Helmut si sfila i bermuda rimanendo nudo, mi giro e noto che pure Margritt è nuda e si stende per prendere il sole sulla schiena: faccio spallucce a Valeria che guarda dalla nostra parte e capisco il perché! Helmut è in piedi e il suo cazzo sporge appena al di sopra del quadro comandi! Così faccio l’occhiolino a Valeria che di rimando mi fa una linguaccia che Helmut non nota intento a guardare le onde per tagliarle nel verso giusto.
Arriviamo all’isola di San Pietro dopo una sosta in una calletta nascosta dove facciamo il bagno e dopo aver visitato il borgo, reimbarcati di nuovo, circumnavighiamo l’isola fino a trovare una spiaggia di sabbia dall’acqua così cristallina che immaginiamo di trovarci ai Caraibi!
È stupendo vedere le due donne, una nuda e una in topless, stese a crogiolarsi al sole.
Io e Helmut siamo all’ombra degli alberi, appena alle spalle della spiaggia, con una birra in mano ad osservare quel panorama. Relax.
Valeria si alza, viene verso di noi e si siede tra di noi, mi chiede da bere e dice: “Grazie Helmut! Questo posto è meraviglioso, pare di essere ai Caraibi e se non c’eravate voi...grazie ancora!”
E lo bacia sulla guancia forse indugiando un po’ troppo, tant’è che Helmut le mette il braccio sopra le spalle e la stringe a se. Margritt, che nel frattempo si era alzata e veniva verso di noi sorride e dice “Ehi voi due! Guardate che sono gelosa!” ma il tono della voce è scherzoso e continua “Giovanni tu non dici niente? Sai che c’è una tradizione tedesca che se la tua donna bacia un uomo tu devi baciare la donna dell’altro? E se non lo fai avrai 10 anni di sfortuna!”
“Chi sono io per infrangere antiche tradizioni teutoniche?” Così mi alzo e vado incontro a lei di slancio ma quando ci incrociamo per baciarci, casualmente, molto casualmente anziché la guancia mi trovo le sue labbra e quando ci stacchiamo siamo un po’ in imbarazzo ma nemmeno tanto perché Helmut ride e dice “Sarebbe stata una foto perfetta! Amanti in spiaggia, così l’avrei chiamata.”
E vedo Valeria che sorride, stretta dal braccio di lui, che gli accarezza il petto.
Navighiamo di nuovo, siamo sulla via del ritorno, io sono in prua con Margritt mantre Valeria è con Helmut che la mette ai comandi le spiega i fondamentali e poi si siede. Valeria ha lo sguardo concentrato sulla navigazione e non si accorge che stanno arrivando delle onde di scia da una imbarcazione più grossa della nostra, Helmut, vigile, si alza di scatto e dalle spalle di Valeria prende il timone e vira la barca con prua ottimale rispetto alle onde. Il sobbalzo che facciamo è leggermente forte e gli spruzzi bagnano Margritt (che ride divertita) e me, Valeria, che è in piedi, vacilla ed Helmut la sostiene passandole un braccio all’altezzza del torace e stringendola a se.
Valeria arrossisce e si gira a guardare Helmut che le sorride tranquillo ma non la lascia nemmeno quando le onde sono passate.
“Che bello il fresco dell’acqua di mare sulla pelle calda!” mi ero quasi dimenticato di Margritt che con una mano si accarezza dove l’acqua di mare l’ha bagnata, poi, si avvicina a me e indicando con un cenno del capo la scena mi chiede: “Geloso?”. Non voglio farle tutto il minestrone del discorso sulla gelosia per cui le rispondo “No, sono sicuro che Valeria non mi tradirebbe ed Helmut mi pare un gentiluomo e poi ha te!”
“Helmut ed io abbiamo un rapporto, come dire? Speciale? Ci amiamo, è vero e non potrei trovare nessuno migliore di lui. Non per questo ci togliamo ‘i piccoli piaceri della vita’ ma lo facciamo insieme.”
La guardo basito e Lei notando la mia perplessità continua “Insomma, se a me piace una persona e voglio farci sesso, non lo nascondo ad Helmut che se può assiste e la cosa è reciproca. Capisci?”
“Quindi se ora Helmut volesse fare sesso con Valeria...ed io?”
Ride Margritt, ride di gusto.
“Giovanni ma non hai capito che come Valeria piace ad Helmut tu piaci a me? Perché credi che cerchiamo la VOSTRA compagnia? Per escluderti?”
A quelle parole mi sono eccitato, forse perché avrei realizzato un sogno, forse per il mio orgoglio latino, non lo so, so solo che mi ero eccitato.
Le T-bone sono pronte. Apriamo una bottiglia di Refosco di Castelvecchio e ci sediamo a tavola.
Al rientro, sotto la doccia c’è una strana atmosfera: entrambe eravamo eccitati!
“Ti vedo rilassato tesoro.” dice Valeria
“Si amore. Perché vedo che hai preso confidenza con i nostri nuovi amici e ti vedo....spensierata. In barca temevo tu avessi preso paura, ti ho visto diventare rossa! Meno male che c’era Helmut a sorreggerti, ti tremavano le gambe? Soffri le onde?”
“A dire il vero non ho preso paura, ero imbarazzata!”
“Imbarazzata? Da cosa?”
“Beh...forse dalla tua posizione non si vedeva ma Helmut aveva un’erezione....e quando mi ha stretta l’ho sentita per bene sui miei glutei!”
“E ti ha dato fastidio!”
“Boh..non so...non capisco perché da lì non poteva vedere ne Margritt ne te e forse...pensi si sia eccitato per me?”
“Credo di sì. Ho parlato con Margritt e....” così le racconto tutto e vedo che Lei mentre all’inizio è sospettosa verso la fine è compiaciuta ed un sorriso malizioso fa capolino sulla sua bocca.
Quella sera non riusciamo a cenare fuori perché si è balzato il vento e le nubi minacciano pioggia, in lontananza si vedono lampi e si odono rombi di tuono ovattati.
Esco nel patio e trovo Margritt a braccia incrociate che scruta il cielo con aria interrogativa, mi vede e mi chiede che programmi abbiamo per cena, nulla di che, rispondo, così ci invita da loro.
Bussiamo alla loro porta e ci apre Helmut che mette appena la testa da dietro la porta e ci invita ad entrare. Mi stupisco quando varco la porta (Valeria non so, non l’ho notato) perché è nudo, bacia Valeria sulla guancia, abbraccia me e ci ringrazia, fuori comincia a piovere e il lungo crepuscolo estivo pare quasi notte.
Helmut vedendomi stupito mi dice che loro, quando possono, stanno nudi perché si sentono più liberi.
Il tavolo è per sei e ci disponiamo nel lato lungo: Valeria di fronte a Helmut e Margritt di fronte a me e, personalmente la cosa non mi dispiace perché vedere un bel paio di tette a cena fa sempre piacere.
A cena si parla di tutto e ad un certo punto chiediamo com’è cominciata la loro relazione.
Helmut ci dice che si sono conosciuti in una spiaggia naturista e che la loro intesa e il loro rapporto è totale.
Parliamo di questo, scherzando sul sesso e altre cose e non so come Margritt chiede “Provate a liberarci anche voi degli abiti, vedrete che sensazione di libertà.”
Valeria è perplessa e Helmut, che si è alzato a prendere qualcosa dal frigo, passandole dietro le poggia le mani sulle spalle e la massaggia dolcemente, languidamente. Valeria è sempre stata sensibile sulle spalle e sentendo il tocco delle mani chiude gli occhi e si lascia andare.
Margritt si alza si avvicina a me e mi sfila la T-shirt, sono ipnotizzato, mi bacia sul collo.
Valeria mi osserva ed è come se avesse ricevuto il La, alza la testa, guarda negli occhi Helmut e dolcemente si lascia sfilare la maglietta ed Helmut, abbassandosi le mette le mani sui seni e li massaggia, nel frattempo Margritt, appoggiando le sue tette sulle mie spalle mi passa la mano sulla patta dei pantaloni dove, sotto, il mio cazzo si sta animando.
Alzo la testa e bacio Margritt in bocca che dolcemente la apre lasciando entrare la mi lingua.
Helmut prende per mano Valeria, che pare ipnotizzata, la alza e le abbassa gli short lasciandola in brasiliane e godendosi la visione di quello splendido culo si inginocchia e glielo bacia.
Lei è sempre più presa ed io non so se guardare la scena o godermi di quella splendida donna che è Margritt.
Ora i due sono di fronte e Lei, dopo averlo lungamente baciato in bocca, abbassa lo sguardo mentre tocca lo svettante cazzo dell’uomo.
Mi guarda più con aria di conferma che con sfida e continua nel massaggio ripartendo a limonare con Helmut.
Margritt prende per mano me ed Helmut e ci porta verso la camera. Lei si siede sul letto e inizia a farmi un pompino mentre Helmut prende Valeria in braccio e la adagia sul letto poi inizia a baciarla dal seno e scende dolcemente verso il pube.
Valeria è presa dal piacere, dolcemente apre le gambe e lascia che la lingua dell’amante corra sulla sua figa. Lui è molto bravo affonda la lingua, allarga le grandi labbra arriva al clitoride lo lecca, la prende tutto in bocca e succhia.
Io mi godo la scena con la bocca di Margritt attaccata che mi lecca l’asta, scende e prende in bocca un testicolo, lo succhia e lo risputa, credo d’impazzire!
Valeria prende la testa di Helmut e dolcemente lo attira verso di se e dopo averlo baciato lo stende e stavolta scende Lei verso il pube.
Con la lingua gioca sull’ombelico e poi scende bacia sulla punta il cazzo e poi lo avvolge con tutta la lingua. Helmut ha un gemito di piacere e con la mano cerca la sua compagna Margritt perché vuole sentire la sua vicinanza.
Allora Margritt si allunga indietro si stende sul letto, si gira e bacia Helmut ed io ne approfitto per allargarle le chiappe e leccarle il buco del culo.
Lo lecco e scendo verso la figa. Lei. In ginocchio sul letto si lascia fare ed io mi diverto a leccare prima la figa e poi il culo.
Mi stacco un attimo e vedo Valeria che si siede sul cazzo di Helmut e comincia a cavalcarlo, è in estasi, con le mani si tormenta i capezzoli.
Faccio spostare Margritt per andare più vicino alla coppia e tenendola per i fianchi la penetro in figa. La sento bella aperta con il mio cazzo che avvolto dalla sua figa mi trasmette brividi di piacere. Allungò una mano verso Valeria che mi sente e me la stringe poi ci guardiamo, siamo stravolti dal piacere, ci baciamo.
Il rumore di una porta che si apre ferma il racconto di Giovanni.
“Ciao Marco, ciao amore.” Valeria e Marta, mia moglie, sono rientrate, belle come sempre, stasera forse di più perché seno rilassate per la serata tra donne.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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